lunedì 30 settembre 2019

Recensione: "La stanza della tessitrice" - Cristina Caboni

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Titolo: "La stanza della tessitrice"
Autrice: Cristina Caboni
Editore: Garzanti





Può un abito rappresentare i sogni di una persona, ridando speranza, sicurezza e serenità?
Può un abito far riemergere il passato e i segreti celati per anni?
Può legare due persone a distanza di anni?
Sì. L'importante è saper vedere oltre le sue cuciture e la superficie delle stoffe. Seguendo quel filo che intreccia, crea, elabora e unisce persone e destini. Un filo in grado, non solo di unire, ma di indicare la strada da percorrere per realizzare i propri sogni e il proprio destino.
Un filo che ci guiderà attraverso le pagine di questo romanzo meraviglioso, regalandoci emozioni, misteri e sorprese.

“(...) Chi ha il coraggio di superare le proprie paure è capace di tessere il filo della vita. Afferra il tuo, adesso, e compi il tuo destino, figlia del mio cuore...”
(citazione tratta dal testo)

Siamo a Bellagio, sul lago di Como e la nostra meta è un piccolo negozio di sartoria. Qui lavora Camilla Sampietro, la nostra protagonista. La ragazza ha abbandonato Milano per rifugiarsi in un luogo dove poter essere libera di creare, sentire e vivere. Un luogo dove poter riprendere in mano la propria vita, ritrovando pace e serenità, concedendosi quelle “seconde possibilità” che spesso ci neghiamo per paura e orgoglio.
Vivere a Bellagio le ha permesso di crescere, maturare e fare affidamento solo su se stessa e le proprie capacità ma, soprattutto, le ha permesso di capire cosa vuole dalla sua vita: creare una moda basata sulle emozioni e sui sogni delle persone, infondendo coraggio e serenità. Riadattando vecchi abiti, creando vestiti unici e personali, dando così una seconda possiblità agli abiti e alla vita in generale.

“I vestiti che smontava e ricuciva erano speciali: era come se un filo unisse le esistenze di chi aveva creato il tessuto e di chi aveva disegnato e cucito il vestito, che sarebbe stato ancora una volta scelto e accompdoato per una nuova vita, per un altro destino. Le bastava anche solo parlare di un abito del genere e subito sapeva come modificarlo e traaformarlo: negli occhi delle clienti leggeva ciò che custodivano nel cuore. Erano desideri e sogni insieme. Coglieva le loro emozioni e ne ricavava stoffe di luce e di gioia, che applicava ai modelli.”
(citazione tratta dal testo)

Per Camilla, la moda rappresenta un legame, una storia a cui ridare vita e freschezza, legando sogni e persone in un viaggio poetico tra passato e presente. Purtroppo la sua visione lavorativa non è sempre compresa, soprattutto, dalle persone che le sono accanto e l'hanno vista crescere, come Marianne la donna che l'ha adottata e proprietaria della casa di moda Leclerc. Le divergenze di opinione hanno creato una frattura tra le due donne ma non vi racconterò altro su di loro, perché rischierei di svelarvi troppo, ciò che posso dirvi è che il passato tornerà a bussare alla porta di Camilla per risolvere alcune questioni lasciate in sospeso e per aiutare Marianne a ritrovare sua sorella Adele. Una sorella mai conosciuta...un segreto che sua madre Caterina ha custodito per anni fino al giorno della sua morte.
Perché Caterina non ha mai detto nulla di Adele? Cosa le è accaduto? Dove si trova?
Per scoprire il resto della storia, vi consiglio di continuare la lettura lasciandovi conquistare dalla storia e dalle parole di Cristina Caboni. L'autrice vi accompagnerà in un viaggio poetico ed emozionante. Un viaggio temporale tra passato e presente, alla scoperta di storie, persone, tradizioni e paesi, partendo dalla Sardegna, per giungere in Francia e Italia, in un susseguirsi di colpi di scena che vi terranno incollati alle pagine del libro.

“(...) Lo segue col ditino, quel ricamo, e all'improvviso lo vede. È solo un filo, all'inizio, poi diventa una storia. Le parla del vento che spalanca le tende e del mare che accompagna i pescatori che gettano le reti al crepuscolo e el recuperano all'alba, le racconta dei camp di spighe e di prati imbiancati dai fiori. È di donne chine sui telai, che sanno comprendere e tessere i sogni.”
(citazione tratta dal testo)

La storia, gli abiti, i misteri, il senso di abbandono e la ricerca di amore sono i pilastri di questo romanzo, che danno vita e anima a una trama emozionante, piena di speranza e di amore.
Camilla e Caterina sono le protagoniste e voci narranti del romanzo. Due donne che seppure vissute in due epoche storiche diverse, hanno molto in comune, come ad esempio: la stessa visione della moda, una storia familiare triste e dolorosa, il senso di abbandono, di esclusione e la voglia di essere amate che hanno inciso profondamente sulla loro anima e i loro destini, portandole a vivere e crescere nonostante le avversità, il dolore e la sofferanza.
Due donne apparentemente fragili, ma determinate a inseguire e lottare per i propri sogni, cercando il proprio posto nel mondo, ritagliandosi un angolino di pace dove poter essere serene e felici.
Due protagoniste complesse e ben caratterizzate, soprattutto la parte psicologica. L'autrice le ha descritte perfettamente, delineando pregi e difetti, mostrando i loro limiti, rendendole, in questo modo, credibili e aderenti alla realtà.
Caterina è la figura più impalpabile ed effimera, e questa sua non presenza risulta essere più incisiva e determinante per la trama, rendendo la storia più intrigante e misteriosa.

“La vita poteva essere vissuta solo in un senso, andando avanti.”
(citazione tratta dal testo)

Il romanzo è ben scritto, poetico ed emozionante. La lettura è scorrevole e accattivante.
Le descrizioni sono attente, precise e curate in ogni dettaglio, permettendo al lettore di immergersi completamente nella storia, sentendo sulla propria pelle le emozioni che si intrecciano e si rincorrono nel romanzo. L'autrice è riuscita a mantenere il giusto equilibrio tra le parti descrittive e quelle introspettive delle due protagoniste, mantenendo la giusta dose di eleganza e sensibilità senza eccedere nel sentimentalismo. Le sue parole, apparentemente semplici, scivolano come seta nell'animo del lettore, regalando emozioni e abbracci avvolgenti.
Personalmente ho trovato i capitoli dedicati al presente e alla storia di Camilla meno incisivi e forti rispetto a quelli dedicati alla storia di Caterina.
Il finale è troppo frettoloso e meno curato nei dettagli rispetto al resto del romanzo, ma questo non toglie nulla alla bellezza del libro che ho amato profondamente, ricordandomi quanto sia importante ritrovare prima se stessi e poi la felicità.

“(...) Ricordati sempre che il tuo futuro è nelle tue mani.
(…)
È il cuore quello che conta davvero, afferra i sogni con l'ago e ricamali...”
(citazione tratta dal testo)

Inseguite i vostri sogni...cercate voi stessi e vivete ogni attimo della vostra vita, lottando per ciò che desiderate.
Buona lettura.



(Marianna Di Bella)

venerdì 27 settembre 2019

Recensione: "Viaggi e Viaggetti" - Sandro Veronesi

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Titolo: "Viaggi e Viaggetti. Finché il tuo cuore non è contento"
Autore: Sandro Veronesi
Editore: Bompiani





Viaggiare per scoprire il mondo.
Viaggiare per conoscere tradizioni e culture diverse.
Viaggiare per comprendere e ritrovare se stessi.


Sandro Veronesi ha aperto il cassetto dei suoi ricordi, riversando sulle pagine di questo libro parte dei suoi viaggi intorno al mondo. Ci prende per mano e ci guida attraverso città e paesi meravigliosi, ricchi di storia e cultura, regalandoci il suo punto di vista e le sue esperienze personali.
Il libro raccoglie una serie di reportage scritti e vissuti dall'autore grazie all'esperienza con "Traveller", mentre altri sono inediti.
Tra un capitolo e l'altro, scopriremo e visiteremo città americane, europee, italiane, ritrovando non solo suoi ricordi, ma anche una visione culturale, politica e sociale dei luoghi visitati.
Il testo è scritto bene, ma ho trovato le spiegazioni sintetiche, asettiche e stringate, alcune prive di emozioni e sensazioni tanto da non riuscire ad entrare in empatia con l'autore e alcuni suoi pensieri. Spesso sono solo un elenco di posti da visitare che si perdono tra le pagine del libro e non si fissano nella nostra mente. Una lista di nomi che non suscitano particolari emozioni. Un elenco di aneddoti privi di anima ed emozioni, ad eccezione di alcuni luoghi che regalano al lettore spunti di riflessione, che personalmente ho apprezzato molto, come ad esempio il diario di viaggio dedicato all'Unità d'Italia. In questo capitolo, l'autore insegna al figlio a sconfiggere i pregiudizi, consigliandogli di visitare e osservare dal vivo i posti. Un esperienza sul campo in grado di abbattere i luoghi comuni ,che accompagnano alcuni stereotipi o informazioni sbagliate e fuorvianti.
Altro particolare che ho apprezzato del testo, sono i disegni che accompagnano i capitoli e quel filo nero che scorre tra una pagina e l'altra, segnando il viaggio.
Un filo che indica il percorso di lettura e unisce i vari reportage.
Un filo che vi lascerò seguire.

"I viaggi non sono solo destinazione, sono soprattutto cammino."
(citazione tratta dal testo)

Armatevi di cartine, mappe, immagini e...buon viaggio!



(Marianna Di Bella)

giovedì 26 settembre 2019

Recensione: "Passione Vintage" - Isabel Wolff

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Titolo: "Passione Vintage"
Titolo Originale: "A Vintage Affair"
Autrice: Isabel Wolff
Editore: Leggereditore




Cercate un piccolo e grazioso negozio di abiti vintage? Ho il posto che fa per voi, ma si trova in Gran Bretagna, precisamente a Blackheat. Lo so, è un po' lontano, ma tranquilli ho la soluzione adatta per un viaggio veloce ed economico. L'importante è munirsi di tanta fantasia e partire per una meta inusuale. La nostra destinazione finale sarà il “Village Vintage”, un negozio che ha aperto da poco e dove la proprietaria Phoebe Jane Swift ha investito tutta se stessa per realizzare il suo sogno e concedersi una nuova vita.
La donna non è nuova del mestiere, infatti, ha lavorato per anni nel settore tessile della famosa casa d'aste Sotheby's. Il suo compito consisteva nel valutare capi vintage e condurre le aste. Aveva un ruolo che le permetteva di avere una buona stabilità economica, ma ad un certo punto decide di abbandonare tutto per cambiare vita, concedendosi una seconda possibilità e qualcosa di diverso; qualcosa che la allontani dai sensi di colpa e dal dolore che le stanno corrodendo l'anima.
Cosa le è accaduto?
La donna ha perso la sua migliore amica e sente di non esserle stata abbastanza vicina e...andiamo con ordine e calma, altrimenti non capiamo nulla.
Phoebe ha una passione per gli abiti vintage, ed è del parere che le donne hanno voglia di individualità e non di vestiti di massa, tutti uguali e senza personalità. Le donne vogliono abiti che le facciano sentire speciali, originali, desiderate, capite e coccolate. Vogliono abiti con una anima e una storia personale unica e intrigante. Phoebe è convinta che ogni filo è parte di un tessuto intriso della storia di qualcuno.

“Perché quando compri un capo vintage, non compri solo tessuto e filo...
compri un pezzo del passato di qualcuno.”
(citazione tratta dal testo)

Grazie al suo lavoro, la donna entrerà in contatto con moltissime persone che le doneranno, non solo confidenze e storie personali, ma soprattutto, insegnamenti, forza e amicizia. Persone come Therese Bell, la quale le regalerà, attraverso la sua storia, la chiave per capire e affrontare definitivamente il dolore per la perdita di Emma, la sua migliore amica.
Questo doppio raffronto tra le vite delle due donne ci porterà a viaggiare, capitolo dopo capitolo, in uno spazio temporale che copre il presente e il periodo della seconda guerra mondiale. Un romanzo dove l'Olocausto, l'egoismo femminile, l'amicizia e i sensi di colpa saranno gli elementi che sosterranno il romanzo e intorno a cui si dipanerà la storia.
Il romanzo è carino ma non estremamente entusiasmante. Il contesto storico, soprattutto quello riguardante la seconda guerra mondiale e l'idea dei vestiti vintage, come metafora delle seconde possibilità nella vita, sono interessanti e intriganti, ma il resto del romanzo non mi ha lasciata nulla di particolare ed emozionante.
Ho trovato la scrittura pesante e in alcuni punti addirittura noiosa, le emozioni sono poche e non mi hanno aiutata ad entrare in empatia con la storia. La protagonista è senza personalità, con poco carattere, senza brio come alcuni alcuni punti del testo. I personaggi presenti nel romanzo sono tanti, ognuno con una storia da raccontare e svelare, e questo provoca solamente caos e confusione. Un grande minestrone di storie che non aiutano durante la lettura.
Il romanzo non è frivolo al contrario i temi sono profondi, ma la stesura e la struttura del testo non permettono alle emozioni di venire fuori in maniera completa ed esaustiva, coinvolgendo il lettore.
Una cosa, in particolare, non ho apprezzato, e ha influenzato parte del mio giudizio su questo romanzo: l'atteggiamento egoista di Phoebe verso Emma, quando un uomo apparirà nella loro vita allontanandole. Un comportamento che ha compromesso il mio parere su questa donna mettendola sotto una luce negativa.

“Do a questi abiti una nuova prospettiva. E mi piace il fatto di poterli riparare. Mentre ci sono così tante cose nella vita che non possono essere riparate.”
(citazione tratta dal testo)

Un romanzo che purtroppo non è stato all'altezza delle mie aspettative.
Peccato.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

mercoledì 25 settembre 2019

WWW Wednesday #3



WWW WEDNESDAY #3



Buongiorno lettori!!!
Eccoci al consueto appuntamento del mercoledì con il WWW Wednesday.
Scopriamo insieme le nuove e vecchie e letture della settimana.
Pronti?
Iniziamo.


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Cosa ho appena finito di leggere?

Lunedì ho terminato il libro per ragazzi: “Donne di scienza. 50 donne che hanno cambiato la scienza”, scritto e illustrato da Rachel Ignotofsky.
Un testo interessantissimo composto da 50 piccole biografie di donne che hanno rivoluzionato i campi della scienza. Biografie che permettono al piccolo lettore di conoscere donne straordinarie che hanno lavorato e lottato duramente per un giusto riconoscimento sociale, culturale, lavorativo e di genere. Naturalmente ve ne parlerò in maniera più approfondita nella recensione.


Cosa stai leggendo?

Sono ancora alle prese con il libro di Ian Sansom “Il caso dei libri scomparsi”. La lettura procede a rilento, non perché il testo non mi piaccia, al contrario lo trovo ironico, sagace e divertente, ma questa settimana ho avuto alcuni problemi che hanno richiesto il mio impegno e la mia attenzione.


Cosa penserai di leggere in seguito?


Per sfoltire la lunga lista di libri da leggere, ho deciso di iniziare un altro testo che aspetta da troppo tempo sullo scaffale. Il libro è “Sei come sei” di Melania G. Mazzucco.



Naturalmente vi terrò aggiornati.
Alla prossima settimana con nuove letture.
Ciao!



(Marianna Di Bella)

martedì 24 settembre 2019

Recensione: "Acqua in bocca" - Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli

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Titolo: "Acqua in bocca"
Autori: Andrea Camilleri - Carlo Lucarelli
Editore: Minimum Fax




Bologna.
È una tranquilla serata di maggio, tutto sembra apparentemente calmo e silenzioso, fino a quando le forze dell'ordine non irrompono in uno stabile.
Cosa succede? Liti familiari?
No, purtroppo, viene rinvenuto il cadavere di uno spedizioniere originario di Vigata: Arturo Magnifico.
L'uomo è riverso a terra, soffocato da un sacchetto di plastica. È completamente vestito e tre pesciolini rossi sono posizionati accanto alla sua testa.
Tre pesciolini rossi di cui non si conosce la provenienza, considerato che in casa non ci sono acquari.
Perché i pesciolini sono in quella casa?
Sono un messaggio?
Chi ha ucciso l'uomo e per quale motivo?
Grazia Negro, la protagonista creata dalla penna di Carlo Lucarelli, cerca di indagare sul caso e di sua iniziativa chiede aiuto e sostegno al commissario Salvo Montalbano. L'uomo, seppur titubante, aiuterà la donna nelle indagini, dando così vita a una serie di ricerche e riflessioni, comunicando attraverso lettere, email e messaggi segreti.

“Tu sai quant'è importante «fotografare» con i propri occhi e la propria sensibilità l'ambiente nel quale c'è stato un delitto. Quindi sento il bisogno di avere almeno una foto della scientifica...”
(citazione tratta dal testo)

Riusciranno i due protagonisti a collaborare senza scontrarsi?
Riusciranno a svelare il mistero che si cela dietro la morte dello spedizioniere?
A voi il piacere di scoprirlo, ma devo avvertirvi che il romanzo, seppur vantando le firme di due autori intelligenti e di indubbia bravura, non decolla mai in maniera completa e definitiva.
Il romanzo non lascia un chiaro segno narrativo nel cuore del lettore. L'idea di far collaborare i due personaggi è ottima, così come ottima è l'idea di base del libro, ma alla fine la sua costruzione risulta debole, poco incisiva e confusionaria, soprattutto nel finale che ho trovato lacunoso e fiacco.
Il racconto è breve, direi anche troppo. La sua brevità non permette di approfondire i fatti in maniera efficace, perdendo completamente la costruzione delle indagini che risultano frettolose e poco chiare.
Il filo narrativo non esiste e i due personaggi non sono delineati in maniera approfondita. La loro personalità è completamente azzerata e non sempre compatibile con le caratteristiche con cui siamo abituati a conoscerli, in modo particolare il commissario Montalbano che appare spento, senza la sua consueta ironia e sagacia ad accompagnarlo.

Il libro è carino, piacevole, ma niente di più. Anche se a onor del vero ci sono un paio di cose che ho apprezzato: il formato epistolare del testo e gli scambi frizzanti che ci sono stati tra i due autori. Lucarelli e Camilleri si sono divertiti a costruire la trama come se fosse una partita di scacchi, tra botta e risposta, spesso stravolgendo tutto e mettendo in difficoltà l'altro inserendo avvenimenti e situazioni non previste. Tutto questo, però, non ha fatto in modo che il romanzo acquisisse quell'importanza narrativa che meritava, lasciandomi insoddisfatta e con una testo scritto frettolosamente e debole nella struttura. Peccato perché da Carlo Lucarelli e Andrea Camilleri, che adoro, mi aspettavo molto di più.

Buona lettura e attenti ai pesciolini rossi!



(Marianna Di Bella)

domenica 22 settembre 2019

Recensione: "Il catalogo delle amiche" - Isabella Bossi Fedigrotti

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Titolo: "Il Catalogo delle Amiche"
Autrice: Isabella Bossi Fedigrotti
Editore: RCS Libri




10 ritratti.
10 donne.
10 amiche.

Dieci sono i capitoli che compongono questo piccolo catalogo scritto da Isabella Bossi Fedigrotti. L'autrice dedica ogni capitolo ad un'amica diversa, descrivendone il carattere e analizzando la sua situazione sentimentale e affettiva, creando un piccolo resoconto sulla loro vita, sulle problematiche, manie, fissazioni e difetti.
Dieci capitoli dedicati a donne caratterialmente e psicologicamente diverse che animano il libro e il loro gruppo. Donne diverse accomunate dal disagio, dal dolore, da una profonda insicurezza e tanta solitudine. Questi ultimi due elementi emergono in ogni storia, tratteggiando donne insicure di se stesse e del proprio aspetto fisico, alla continua ricerca di un uomo che le appaghi e le faccia sentire amate, nascondendo se stesse e appiattendo la loro personalità, pur di tenersi un uomo accanto.
Donne che si annullano per il fidanzato, succubi di madri che riversano sulle loro figlie il loro malcontento e i loro rimpianti, che rivestono il ruolo da infermiere per sentirsi importanti o troppo intente ad aiutare gli altri, per non accorgersi che la figlia adolescente ha seri problemi di accettazione, socializzazione e autostima.
Donne sole, il cui unico sogno è di poter di fuggire e cambiare vita, ma sono talmente ingabbiate e schiacciate dal ruolo che hanno costruito, in base alle aspettative degli altri, da non riuscire a riconoscere più se stesse e i loro sogni. Schiacciate al punto da accontentarsi di quel poco che ricevono, pur di sentirsi riconosciute e viste dagli altri.
Isabella Bossi Fedigrotti descrive con penna arguta, ironica e graffiante, dieci protagoniste con le loro manie, problematiche e imperfezioni, riuscendoci molto bene, ma ahimè, per me si limita solo a questo. Mi spiego meglio.
L'universo femminile è vasto, caratterizzato da molteplici sfaccettature e, per me, limitarsi a descriverne solo le imperfezioni, le manie e le problematiche vuol dire limitare la visione totale della donna. Vuol dire evidenziare elementi che non aderiscono totalmente alla realtà, rischiando di cadere nella trappola delle banalità, dei luoghi comuni e degli stereotipi.
Tratteggiare solo i lati negativi vuol dire non prendere in considerazione i pregi, i tratti positivi e tutto ciò che hanno da insegnare. Vuol dire non rispecchiare la realtà perché, parliamoci chiaro, queste dieci donne non sanno assolutamente cosa vuol dire essere amiche.
L'amicizia è confidenza, aiuto, sostegno, chiacchiere ma anche elementi negativi che donano in ogni rapporto umano, il giusto equilibrio che purtroppo manca in questo testo, perché le protagoniste sono unite da cattiveria e invidia e non da un'amicizia profonda.
Mi aspettavo un testo pù incentrato sulla sfera femminile, dando risalto non solo all'amicizia ma a tutta l'universo femminile, pregi e difetti compresi, ma a parte la scrittura graffiante e ironica dell'autrice, il resto del libro lascia un retrogusto amaro. Non capisco perché per parlare di donne, occorre descrivere ed evidenziare sempre e solo le loro problematiche, insicurezze, imperfezioni, nevrosi, sottolineando la loro continua ricerca di un amore che le faccia sentire appagate, come se la loro identità dipendesse solo da questi elementi. In modo particolare, non riesco ad accettare quelle descrizioni in cui le donne sono sempre l'una contro l'altra in un'eterna lotta tra invidie e gelosie, cadendo negli inevitabili stereotipi.
Sinceramente siamo molto più di questo...siamo altro...
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

venerdì 20 settembre 2019

Recensione: "Il piccolo negozio degli amori perduti e ritrovati" - Trisha Ashley

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Titolo: "Il piccolo negozio degli amori perduti e ritrovati"
Titolo Originale: "The Little Teashop of Lost and Found"
Autrice: Trisha Ashley
Editore: Newton Compton Editori




Buongiorno lettori!

Oggi vi porterò in un posto speciale, immerso nella brughiera dello Yorkshire, vi va di venire? Bene. Lasciate perdere valigie o borse, viaggeremo leggeri, muniti solo della nostra fantasia. La nostra meta sarà la piccola cittadina di Haworth; un luogo tranquillo, apparentemente anonimo, ma famoso per un museo: il Brontë Parsonage Museum.
Visitiamo la canonica che ha ospitato le sorelle Brontë, ma vi avverto che non sarà questo il luogo su cui si baserà il romanzo di oggi. La nostra destinazione è un'altra, quindi incamminiamoci e raggiungiamo una piccola sala da tè che sta per aprire al pubblico. I lavori di ristrutturazione sono quasi giunti al termine, ma per noi faranno un'eccezione facendoci entrare e sbirciare nel locale, perché questo sarà il luogo da cui prenderà vita e forma il romanzo.
La sala da té è particolare e unica nel suo genere, perché il tè verrà servito solamente di pomeriggio e le cameriere saranno uniche e pittoresche. La proprietaria del locale è Alice Rose, una giovane donna trasferitasi da poco nella cittadina. La ragazza non ha avuto una vita facile, è stata adottata quando era piccolissima ed ha vissuto la sua infanzia circondata dall'amore protettivo del padre e nell'ostilità e freddezza della madre. Con la morte del padre, le cose si complicano e lei si sente persa, sola, e quella sensazione di non appartenenza, abbandono e rifiuto si fa sempre più forte e intensa.
Sensazioni che l'accompagneranno durante la sua esistenza, portandola a cercare spasmodicamente un luogo che la rispecchi e la faccia sentire amata, sostenuta e protetta. Un luogo che può finalmente chiamare casa.

“Alla fine dei conti non è ciò che sei all'inizio a definirti, ma ciò che diventi.”
(citazione tratta dal testo)

Alice ama cucinare dolci e scrivere fiabe riadattate per gli adulti; ma una serie di eventi sfortunati e dolorosi la spingeranno a dover fare chiarezza sul suo passato, ritrovando finalmente se stessa e le sue radici. Partirà così, per Haworth, il luogo in cui è stata abbandonata da piccola e da dove inizierà la sua nuova vita.

“Insomma, come potete vedere tendo a trasformare ogni avvenimento della mia vita in una fiaba dai risvolti tetri: è più forte di me!”
(citazione tratta dal testo)

Riuscirà Alice a trovare la sua vera madre?
Riuscirà a superare il senso di abbandono e rifiuto che l'accompagnano da sempre?
Riuscirà ad aprire il suo locale dando vita a parte dei suoi sogni?
Queste e molte altre domande si affacceranno durante la lettura di questo romanzo semplice e leggero. Un testo con buoni propositi ma che non mi ha convinta del tutto. Leggendolo ho avuto come l'idea di essere sulle montagne russe, in un sali e scendi emotivo tra avvenimenti positivi e negativi, e tra eventi fortunati e altri pieni di difficoltà. Un sali e scendi che per me non ha un giusto equilibrio, una via di mezzo che possa creare stabilità e, in alcune parti, credibilità alla storia.
Il libro è scritto in prima persona e regala al lettore la sensazione di un dialogo diretto con la protagonista, in una confidenza intima e personale della sua vita e delle sue emozioni. Solo che, personalmente, non ho apprezzato la protagonista e non sono riuscita ad entrare in sintonia ed empatia con lei e la sua storia. L' ho sempre sentita in maniera fredda e distaccata, come se non riuscissimo a comunicare e sentire le emozioni. Peccato perché la storia è carina, basata sulla ricerca dell'identità, del superamento del senso di rifiuto e abbandono, ma non è credibile quando gli avvenimenti della sua nuova vita sono sempre e solo positivi.
Piccolo avviso: la voce narrante non sarà solo quella di Alice, ma ci sarà un altro personaggio che si alternerà nei capitoli raccontando e svelando parte del passato della ragazza, ma non vi svelerò la sua identità perché sarete voi a scoprirlo...naturalmente, se deciderete di continuare la lettura.
A voi la scelta.
Buona lettura.


 (Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

giovedì 19 settembre 2019

Recensione: "Eleanor Oliphant sta benissimo" - Gail Honeyman

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Titolo: "Eleanor Oliphant sta benissimo"
Titolo Originale: "Eleanor Oliphant is Completely Fine"
Autrice: Gail Honeyman
Editore: Garzanti



Ci sono esperienze che segnano la nostra esistenza, spesso in maniera irreversibile. Lasciando cicatrici che segnano la nostra anima, ricordandoci cosa abbiamo subito ma, soprattutto, cosa abbiamo affrontato per essere le persone che siamo diventate. Percorrendo strade difficili, irte di ostacoli da superare. Purtroppo, non sempre si è pronti e disposti ad affrontare il passato. Non sempre si è disposti ad accettare il dolore che si cela dietro le nostre ferite. Ma basta un piccolo inizio, un passo in avanti, uno sguardo diverso per renderci conto della bellezza, dell'amore e dell'affetto che ci circondano e che non vedevamo perché non eravamo pronti a vedere oltre la superficie, accettando noi stessi.
Accettare le cicatrici e convivere con la sofferenza. Eleanor sa bene cosa vuol dire convivere con le sue cicatrici. Quelle che deturpano il suo volto e, spesso, sono oggetto della curiosità degli altri. Ma lei è abituata agli sguardi curiosi degli altri e non ci fa caso, o almeno così afferma o forse tenta di convincere se stessa?
Le sue cicatrici sono il segno di un passato che non ricorda. La sua mente ha archiviato il tutto in un angolo remoto della sua memoria dimenticando ogni evento doloroso.

“Sul mio cuore ci sono cicatrici altrettanto spesse e deturpanti di quelle che ho in viso. So che ci sono. Spero che resti un po' di tessuto integro, una chiazza attraverso la quale l'amore possa penetrare e defluire. Lo spero...”
(citazione tratta dal testo)

Eleanor vive sola, lavora come contabile in un'agenzia di grafica e design. È ironica, sarcastica, schietta, non ha filtri e dice sempre quello che pensa. Non è abituata a interagire con gli altri e non si adatta facilmente alle comuni regole di interazione sociale e convenzionali, per questo non lega molto con i colleghi in ufficio e con le altre persone.
La sua vita scorre monotona, seguendo un ritmo abitudinario scandito da giornate fatte di lavoro, casa, letture serali e cene diverse a seconda del giorno della settimana. Il mercoledì riceve la telefonata della madre dal carcere, una donna che critica e denigra ogni aspetto della figlia, facendola vivere, sin da quando era piccola, nella perenne insicurezza di se stessa e del suo aspetto fisico. Il fine settimana, invece, si concede della vodka, con cui cerca di zittire quella vocina interiore che le chiede aiuto e attenzione.

“Il dolore è facile, il dolore mi è familiare. Mi rifugiai nella stanzetta bianca che c'è nella mia testa, quella del colore delle nuvole. Sa di cotone pulito e di coniglietto. L'aria lì è di un pallido rosa confetto e si sente una musica dolcissima.”
(citazione tratta dal testo)

Cosa è accaduto a Eleanor?
Cosa si nasconde nel suo passato?
Come si è procurata le cicatrici che rovinano il suo volto?
Cosa accade quando l'amore, l'affetto e l'amicizia arrivano in maniera inaspettata nella sua vita?

Accade che Eleanor inizierà a cambiare impercettibilmente...piano piano...riscoprendo l'amore per sé e per gli altri. Scoprirà e apprezzerà i piccoli gesti di tenerezza che sfioreranno la sua anima delicata e sofferente. Permetterà al suo passato di riemergere dal profondo della sua anima, affrontandolo definitivamente.

“Le feci un sorriso. Per due volte in un giorno ero stata oggetto di ringraziamenti e sguardi calorosi. Non avrei mai sospettato che qualche piccola azione potesse suscitare reazioni così sincere e generose. Sentii un piccolo bagliore dentro di me – non un incendio, ma più una specie di piccola fiammella costante.”
(citazione tratta dal testo)

Il suo sarà un percorso lento, spesso doloroso, con punte di ironia che ci permetteranno di conoscere e apprezzare la donna. Sì, perché leggere questo romanzo, vuol dire conoscere un'anima pulita, sofferente, che seppur nella sua stravaganza, atipicità e insofferenza verso gli altri, saprà farsi amare da noi lettori. Regalandoci la sua visione strana e sagace del mondo, insieme a momenti di battute e frasi ironiche che ci lasceranno, a volte perplessi, altre volte con il sorriso sulle labbra.
Eleanor è un personaggio che ameremo e apprezzeremo grazie alla scrittura dell'autrice Gail Honeyman che l'ha resa vera agli occhi del lettore. Descritta perfettamente, in modo particolare, la parte psicologica che ho trovato completa e perfettamente in sincrono con il personaggio e la trama. Con le sue descrizioni, l'autrice ci permette di entrare in punta di piedi nella psiche della donna, mostrandocela in tutta la sua complessità, anche se a onor del vero, alcune situazioni sono facilmente prevedibili, ma questo non toglie nulla alla bellezza del romanzo.
La lettura è fluida e scorre velocemente. Non ci sono momenti di noia, al contrario, Eleanor riesce ad attirare e ammaliare il lettore, prendendolo per mano e conducendolo nella sua vita, ma lo farà sempre secondo il suo carattere, prima con riluttanza e poi con estremo piacere, aprendo le porte della sua anima.
Questo è un libro in grado di ricordarci cosa si nasconde dietro gli occhi e gli atteggiamenti di persone che non comprendiamo. Ci ricorda di non fermarci all'apparenza delle cose, ma di andare sempre oltre e che forse, un gesto di affetto e un sorriso rappresentano, per alcune persone, un salvagente in un mondo superficiale, indifferente e scostante verso chi non si conforma alla massa. Ed Eleanor è una persona che non si conforma a nessuno e ce lo ricorda in ogni momento, anche quando leggendo i suoi comportamenti stravaganti, spesso non ne comprendiamo i motivi, perché troppo abituati alle convenzioni sociali, a comportarci come gli altri si aspettano, per non essere additati, derisi e osservati.

“Ai giorni nostri la solitudine è il nuovo cancro, una cosa vergognosa e imbarazzante, così spaventosa che non si osa nominarla: gli altri non vogliono sentire pronunciare questa parola ad alta voce per timore di esserne contagiati a loro volta, o che ciò possa indurre il destino a infliggere loro il medesimo orrore.”
(citazione tratta dal testo)

Eleanor rappresenta la sofferenza, il dolore e li porta con orgoglio senza preoccuparsi degli altri. Eleanor ha un solo e unico desiderio inespresso che l'accomuna a tutti: essere amata.

“Soffro fisicamente per il desiderio di un contatto umano.”
(citazione tratta dal testo)

Lasciatevi ammaliare dal suo sarcasmo, scoprite le sue cicatrici, le sue sofferenze, non ve ne pentirete.
Fate entrare Eleanor nella vostra vita e regalate a lei e a voi stessi un gesto d'affetto.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

martedì 17 settembre 2019

Presentazione del libro: "Quel giorno" di Valentina Farinaccio

PRESENTAZIONE DEL LIBRO
DI
VALENTINA FARINACCIO

“QUEL GIORNO – RACCONTI DELL'ATTIMO CHE HA CAMBIATO TUTTO”





Un passo in avanti per cambiare.
Un passo per lasciare dietro il dolore.
Un passo per riprendere a camminare lungo il sentiero della propria vita, con una consapevolezza diversa di se stessi, delle persone e del mondo che ci circonda.

libri il nostro angolo di paradiso, mdb, presentazione libroUn passo che, non solo mi ha condotto alla presentazione del nuovo libro di Valentina Farinaccio “Quel giorno - Racconti dell’attimo che ha cambiato tutto” (Utet Libri), presso la libreria Nuova Europa I Granai, ma si è rivelato un incontro familiare, intimo ed emozionante.
Un incontro che, sinceramente, non mi aspettavo così intenso e carico di emozioni da leggere e ascoltare.
Sono entrata, in libreria, come una semplice lettrice, interessata a conoscere e approfondire un testo che solo per il titolo e la trama mi aveva incuriosita moltissimo e ne sono uscita diversa, consapevole che quel libro e quelle storie mi aspettavano. Aspettavano il momento giusto per ricordarmi che tutti viviamo attimi di cambiamento, se si è in grado di riconoscerli e si è aperti al dialogo con gli altri e con se stessi.



Valentina Farinaccio, questa volta ci ha regalato un piccolo testo composto da una serie di racconti che simboleggiano l'inizio. Inizio di una storia d'amore, di una vita, della fine di rapporto. Inizio che cambierà non solo le vite dei personaggi descritti nel testo, ma anche la nostra visione delle cose e del mondo. Evidenziando quegli attimi, apparentemente normali e insignificanti che, nel tempo, si rivelano come la chiave di svolta di una storia importante.

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La presentazione è stata piacevole, emozionante, divertente, grazie alla scrittrice Chiara Gamberale che, non solo ha presentato il libro di Valentina, ma ha reso l'atmosfera serena e familiare. Per l'emozioni, invece, ci ha pensato l'attore Paolo Briguglia, che con la sua voce ha dato vita ad alcuni racconti, lasciando a noi spettatori, brividi e suggestioni indimenticabili.
Immaginate la mia emozione, quando dalla sua voce ha preso anima e corpo il racconto dedicato a Peppino Impastato...lui che ha recitato nel film “I Cento Passi” nella parte del fratello Giovanni, ed io dall'altra parte che ammiro la figura di Impastato e considero quel film uno dei miei preferiti.

Momenti apparentemente normali ma che si rivelano importanti e indimenticabili.

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Grazie alla libreria Nuova Europa I Granai, per la professionalità e cordialità che riesce a regalare ad ogni presentazione e in ogni giornata lavorativa.
Grazie, soprattutto, a Valentina Farinaccio per il libro che leggerò sicuramente e per il messaggio che si nasconde dietro il suo testo. 
Quale? Be' non possiamo fare altro che scoprirlo insieme, dedicandoci alla lettura dei suoi racconti.
Buona lettura!!


(Marianna Di Bella)

lunedì 16 settembre 2019

Recensione: "Solo una vita" - Mariuccia La Manna

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Titolo: "Solo una vita"
Autrice: Mariuccia La Manna
Editore: Bonfirraro Editore




Due mondi, completamente diversi, si incontrano in un tranquillo pomeriggio di metà maggio.
Due sguardi che si incrociano e si incatenano in un rapporto più grande di loro.
Due ragazzi che si innnamorano come qualsiasi coppia. Scoprendo l'amore, la passione, il desiderio di stare insieme e vivendo insieme ogni attimo della loro relazione.
Due ragazzi che, purtroppo, non vivranno una relazione sana e tranquilla come ogni giovane coppia, ma si scontreranno con la realtà che irromperà come una tempesta nella loro vita. Svelando crepe e problemi più grandi di loro. Perché l'amore che Marta e Paolo vivranno, sarà doloroso, violento, minaccioso.
Un amore sbagliato.
Un amore...no, non è amore.

Marta conosce Paolo a soli sedici anni e si innamora perdutamente di lui, o forse si innamora più dell'idea dell'amore, è troppo giovane per capirne la differenza.
La ragazza è innamorata e mette il ragazzo al centro della sua esistenza, dimenticando se stessa, spegnendo la sua carica vitale, la sua forza e la sua determinazione nell'affrontare la vita. Si allontana dalla famiglia, dagli amici e dai quei valori che hanno sempre guidato la sua giovane vita. Paolo, invece, ha un passato burrascoso alle spalle, fatto di violenza e sopraffazione da parte di un padre ignorante e meschino. I suoi valori si sono persi per strada, insieme alla famiglia, e il suo unico desiderio è amare, no mi correggo, è possedere quella ragazza, plasmandola a seconda delle sue idee, condizionandola in tutte le sue scelte.

Aveva vissuto nel tempo la sua esperienza amorosa, divenendo cieca di quella realtà che la circondava. Si era come creata un mondo a sé:il mondo che Paolo aveva vouto per lei e con lei.”
(citazione tratta dal testo)

Lei lo ama follemente. Farebbe di tutto per lui, anche accettare quel primo schiaffo, a cui negli anni ne seguiranno altri, ma mi fermo qui, perché il romanzo è breve e continuare a raccontarvi ulteriori particolari vorrebbe dire rovinarvi la lettura e la voglia di scoprire la storia.
Il romanzo, scritto da Mariuccia La Manna, è una sorta di diario intimo e personale, dove Marta descrivere la sua storia, svelando piano piano, le sofferenze, violenze e sopraffazioni vissute e inflitte da un uomo che credeva di amare e a cui aveva affidato la sua vita, ricevendo in cambio solo dolore e denigrazione.
Marta si guarda allo specchio e inizia a leggere per noi ogni cicatrice del suo passato, svelandoci la sua storia e compiendo un attento e profondo esame di coscienza su se stessa e il suo rapporto con Paolo. Un'analisi attenta, vera e sincera. Un'analisi dove non si nasconde, al contrario, prende atto dei propri sbagli e della voglia di riprendere in mano la sua vita, rovinata in maniera indelebile da un uomo violento.
Mariuccia La Manna ha affrontato un tema estremamente delicato, e lo ha fatto in maniera semplice e senza eccessivi fronzoli, evitando di cadere nella trappola delle frasi fatte o intrise di retorica. Ha messo a nudo l'anima della ragazza, facendo emergere una storia dolorosa e triste, raccontandola in maniera da risultare veritiera, evidenziando i passaggi violenti e psicologici del rapporto. Regalando, comunque, a Marta e a noi lettori un filo di speranza a cui aggrapparsi: la voglia di vivere, lottare e amare.

"Non possiamo vivere dimenticando, cancellando le immagini della nostra memoria, possiamo piuttosto far sì che da una fine possa nascere un inizio.”
(citazione tratta dal testo)

L'autrice evidenzia nel romanzo il male di alcune persone, il tormento, le strade sbagliate che intraprendono, l'insensata violenza e lo fa narrando una storia semplice e vera. Ricordandoci che il mostro è quasi sempre dentro casa e che perdonare il primo schiaffo ricevuto, non vuol dire porre fine alla cosa, ma permette all'altro di continuare a farlo, dando vita a violenza e sopraffazione.

Lo aveva scelto lei quel destino in quel momento. Non si rendeva ancora conto di essere in prigione tra le sue stesse mura domestiche: non era la sicuro, il male lo aveva dentro casa.”
(citazione tratta dal testo)

“Solo una vita” è un romanzo che fa riflettere e pur non essendo perfetto, infatti, alcune parti funzionano meglio di altre, riesce comununque a regalarci speranza anche dove sembra non esistere più.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)


(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

venerdì 13 settembre 2019

Recensione: "I segreti di Villa Durante" - Caroline Montague

libro, recensione, seconda guerra mondiale, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, resistenza, rinascita

Titolo: "I segreti di Villa Durante"
Titolo Originale: "An Italian Affair"
Autrice: Caroline Montague
Editore: Newton Compton Editori




La vita è meravigliosa e imprevedibile. È in grado di regalarci momenti di pura felicità e serenità, ma anche di profonda sofferenza e disperazione. Lascia segni indelebili nella nostra anima, forgiando il nostro carattere e cambiando completamente il corso della nostra esistenza. Segni che porteremo sempre con noi, influenzando la nostra visione del mondo e il rapporto con gli altri.
Cambia tutto.
Cambiamo noi.
Cambiano anche i protagonisti di questo romanzo che, una mattina di novembre, assisteranno inermi a una tragedia sconvolgente...ma andiamo con ordine.
Siamo a Londra, nel 1934, cinque anni dopo il crollo di Wall Street e la Grande Depressione che ha provocato gravi crisi economiche, non solo in America, ma in quasi tutte le nazioni. Ciò che ci interessa osservare, in questo momento, non è la situazione economica della Gran Bretagna, ma un posto in particolare: Grovesnor Square. Qui abita la famiglia Marston, il cui destino sta per cambiare in maniera tragica e definitiva.
Come ogni mattina, Anthony, il capofamiglia, si sta preparando per andare al lavoro. L'uomo è un affermato medico, uomo gentile, generoso che ama profondamente sua moglie Alessandra e i suoi due figli: Diana, l'ultimogenita e Robert, un dolce ragazzino che ama gli aerei e i francobolli, passione che condivide con il padre.
Una famiglia felice e serena che verrà distrutta da un grave incidente. Un incidente nel quale Anthony perderà la vita, proprio sotto gli occhi del figlio, che assisterà impotente alla morte del padre, dalla finestra di casa.

Ma restò impotente dinanzi al tempo che si allungava verso l'inevitabile.”
(citazione tratta dal testo)

Una morte che segnerà e cambierà le vite di tutti i membri della famiglia, affettivamente, emotivamente ed economicamente, perché da una vita agiata e piena di possibilità, si ritroveranno a dover cambiare casa e fare i conti con i pochi risparmi rimasti. Fortunatamente, un'inaspettata eredità da parte della nonna materna di Alessandra, li aiuterà a risalire la china, riprendendosi economicamente, cambiando la loro vita ma a patto che...eh sì ci sono delle clausole da accettare, quali?
Beh per ricevere l'eredità, gli eredi dovranno trasferirsi in Italia e prendere legalmente il cognome: Durante.
In cosa consiste l'eredità? La villa padronale e una grande tenuta agricola, gestita ancora a mezzadria.
Alessandra accetta, decisa a cambiare la sua vita e fuggendo da una città che le ricorda la vita felice e piena d'amore con il marito. Diana partirà con lei, mentre Roberto continuerà a studiare a Londra, sotto la tutela del migliore amico del marito.

...La fuga irrazionale di una vedova in preda al dolore...”
(citazione tratta dal testo)

La nuova vita lenirà le loro sofferenze, cambiandole nel profondo, ma l'ombra di una nuova guerra incombe sulle loro esistenze. Nuove tragedie in arrivo per la famiglia?
Sicuramente non sarà tutto rose e fiori, gli anni a venire non saranno sereni, ma questo ci permetterà di conoscere meglio i protagonisti, vivendo con loro le esperienze e gli avvenimenti che si succederanno durante gli anni, fino al momento più tragico e doloroso per l'umanità: la Seconda Guerra Mondiale.

Ma, presto, quella pace sarebbe stata di nuovo infranta. Si trovavano in un mondo pieno di incertezze, e se in futuro fosse scoppiata la guerra suo figlio si sarebbe ritrovato dall'altra parte..."
 (citazione tratta dal testo)

Non aggiungerò altro, anche se a onor del vero c'è ancora molto da raccontare, ma è giusto che siate voi a scoprire la storia. Ciò che posso dirvi o anticiparvi è che dovrete prepararvi a una storia lunga e non sempre la lettura sarà fluida e veloce.
L'inizio ha tutte le carte in tavola per catturare il lettore. Un prologo incalzante, dove due scene si alternano e si danno il cambio rincorrendosi a folle velocità, tra un capoverso e l'altro, come il camion che investirà il capofamiglia. Da una parte l'autista del camion mentre guida perso nei suoi pensieri e nei problemi familiari, dall'altra parte, invece, il clima sereno e tranquillo di casa Marston.
Due destini che si alternano, si rincorrono e si intrecciano. Due destini narrati, descritti e costruiti come se fossero scene di un film che conducono a quell'unica e inevitabile scena che cambierà per sempre i destini delle persone coinvolte, dando inizio e vita alla storia.
Il prologo è talmente suggestivo e incalzante che inevitabilmente ci si aspetta questo intenso ritmo narrativo anche durante la lettura, invece, niente. Il registro espositivo cambia e la storia diventa piatta, riportando gli avvenimenti, che si succedono negli anni, in maniera fredda, distaccata, senza emozioni e anima. Una parte che sinceramente mi ha annoiata e che avrei volentieri sorvolato.
Ciò che ho apprezzato molto, invece, sono le parti dedicate al periodo di addestramento e di guerra di Robert, nella Raf. I voli, le battaglie in cielo, la vita nello squadrone, il senso di appartenenza e la perdita di compagni e amici etc, sono ben descritte e hanno una funzione importante nel romanzo, perché ci aiutano a comprendere la figura e la crescita psicologica del ragazzo.
Invece, le parti dedicate alla nuova vita di Alessandra e Diana in Italia, mi hanno lasciata perplessa in alcuni punti. Mi aspettavo altro, forse una presa di coscienza più forte da parte della donna, più emozioni e intensità nei pensieri e nelle descrizioni.
Ho trovato, alcune parti narrate in maniera fredda e distaccata, senza anima, o più probabilmente è un mio problema perché non sono riuscita ad entrare in empatia con la donna e le sue vicende. Il racconto si alterna a momenti lenti e noiosi ad altri più interessanti e incalzanti. Questo alternarsi crea discontinuità nella lettura e nelle emozioni, che non si esprimono mai al massimo. Non ho apprezzato in maniera completa tutti i personaggi e, in modo particolare i dialoghi che ho trovato superficiali e pieni di stereotipi.
Mi aspettavo molto da questo libro, le prerogative e gli elementi di base per piacermi c'erano tutti, ma qualcosa non ha pienamente funzionato, almeno per me. Peccato.

Dobbiamo predere la felicità con tutte e due le mani.
(…)
la vita non é mai facile, ma mia mamma mi ha insegnato che bisogna abbracciare i bei momenti e non darli mai per scontati.”
(citazione tratta dal testo)

Come sempre lascio a voi il piacere di scegliere e di scoprire “I segreti di Villa Durante”
Buona lettura!



(Marianna Di Bella)


(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

giovedì 12 settembre 2019

Ricordi - Mostra Fotografica: "Falcao, Ottavo Re di Roma"

RICORDI
 - 
MOSTRA FOTOGRAFICA: 
"FALCAO, OTTAVO RE DI ROMA"



I ricordi sono foto che scandiscono il ritmo del nostro passato.
Sono fotogrammi che riemergono dalla nostra memoria, riconsegnandoci avvenimenti ed episodi della nostra vita che avevamo temporaneamente dimenticato, in un angolo della nostra mente.
Basta poco per farli riemergere, una canzone, un odore, un sapore o una foto e subito la nostra memoria torna indietro nel tempo a rivivere quei momenti.
Una foto per ricordare o un'intera mostra fotografica per rivivere il passato. Come, ad esempio, quella dedicata a Paulo Roberto Falcao.

La mostra fotografica, patrocinata dalla Fondazione Culturale Italo Brasiliana (FIBRA) e dal Ministero delle Relazioni Estere del Brasile e organizzata dall'Ufficio Culturale dell'Ambasciata Brasiliana in collaborazione con l'A.S Roma, è un omaggio a uno dei più grandi centrocampisti della storia del calcio mondiale.
Un centrocampista centrale elegante, un grande trascinatore, un uomo di grande carisma. Un uomo che ha lasciato un segno indelebile nel cuore e nell'anima dei romanisti e della città. Un rapporto nato con il piede sbagliato, tra incomprensioni, critiche e passi falsi ma, come sempre accade in tutte le storie, si cresce e si matura ponendo basi solide di fiducia e ammirazione. Creando un legame unico e indissolubile tra il calciatore, la tifoseria e la città. Un legame importante che dura ancora oggi, perché l'Ottavo Re di Roma, ha ancora un posto speciale nei cuori dei romanisti.


La mostra ospita 52 foto a colori e in bianco e nero che ripercorrono la carriera di Falcao, dai suoi
esordi nell'Internacional di Porto Allegre, passando per il quinquennio con la maglia giallorossa, la Nazionale brasiliana e l'uomo lontano dal campo.
52 foto accompagnate da didascalie che ricordano le gesta, gli avvenimenti del calciatore.
52 foto che ci guidano in un viaggio indietro nel tempo.
Entro e con calma e pazienza osservo e leggo tutto, anche se in verità sono affascinata dalle foto. Osservo ogni piccolo particolare, cercando di leggere oltre la superficie, riflettendo sui sacrifici che l'uomo, e non solo il calciatore, ha dovuto affrontare per arrivare a quei traguardi. Ad un certo punto mi fermo e mi accorgo che inconsapevolmente sto sorridendo. Uno di quei sorrisi che nascono dal cuore, spontanei, teneri.
È un sorriso che nasce dal passato. Un sorriso legato ai ricordi della mia infanzia, riportandomi agli anni dello scudetto (stagione 82/83), quando la bambina che sono stata, giocava ancora con le bambole e le domeniche erano sinonimo di famiglia, passeggiate, la Domenica Sportiva e l'immancabile radio con le cronache delle partite come colonna sonora di pomeriggi lunghi e a volte noiosi, perché siamo sinceri avrei preferito guardare i cartoni animati in televisione piuttosto che i gol segnati. Quegli anni sono stati speciali e unici, gli anni di uno scudetto che ha acceso e reso magica ogni cosa. La gioia incontenibile dei tifosi, la voglia di festeggiare insieme nelle strade, condividendo quel momento di unione e felicità. Per una notte le persone si sono unite e abbracciate, aiutate e sostenute, dimenticando per un momento i problemi quotidiani della vita. Una condivisione spontanea e irripetibile.

Una festa speciale e meravigliosa, soprattutto, per noi bambini che guardavamo tutto con meraviglia e stupore, in modo particolare, gli adulti. Li abbiamo visti piangere, ridere, emozionarsi, saltare e gioire per una squadra e una conquista che aspettavano da anni...un regalo sognato e desiderato con tutte le forze.
Uno scudetto indimenticabile per chi l'ha vissuto. Un ricordo e una sensazione che avevo accantonato, ma che questa mostra ha fatto riemergere con tenerezza. E con questi occhi colmi di emozione che continuo a guardare le foto, vedendo sfilare davanti a me grandi personaggi che hanno reso unica questa maglia. Continuo a guardare le foto e ringraziare per questa esperienza che mi ha permesso, non solo di scoprire e riscoprire un grande calciatore, ma di tornare bambina e ritrovare i miei ricordi.
Non lasciatevi sfuggire l'opportunità di vedere la mostra, avete tempo fino al 13 settembre 2019, presso l'ambasciata brasiliana a Piazza Navona.
Entrate, respirate a fondo e poi iniziate la vostra visita, sono convinta che ognuno di voi troverà il suo speciale e particolare ricordo legato all'Ottavo Re di Roma. Un ricordo che avevate accantonato in un angolo della vostra anima e che riemergerà in maniera prorompente facendovi rivivere la vostra infanzia, adolescenza...la vostra vita.
Buona mostra!!



(Marianna Di Bella)