venerdì 18 dicembre 2020

Recensione: "Gridalo" - Roberto Saviano

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Titolo: Gridalo
Autore: Roberto Saviano
Editore: Bompiani




Roberto Saviano è tornato ad allietare le nostre letture e le nostre menti con un nuovo e potente libro.

Un libro imponente, non solo per il numero di pagine, ma per la forza delle storie in esso contenute e per il messaggio che ognuna di loro porta con sé.

In questo testo, l'autore si rivolge direttamente al lettore in un dialogo intimo e personale. Un dialogo che diventa una confidenza profonda. Un sostegno. Una di quelle chiacchierate che si fanno tra amici, in cui ci si confronta e aiuta, dandosi consigli e suggerimenti su problemi personali, sociali etc.

L'autore diventa il nostro confidente, quell'amico sincero che preferisce dirci la verità, anche se fa male, piuttosto che illuderci che tutto vada bene. Un amico che, nonostante tutto, sarà al nostro fianco consigliandoci e aiutandoci a vedere la realtà dei fatti, oltrepassando la cortina della superficialità e dell'apparenza, svelandoci gli intrighi, le falsità e il gioco nascosto dietro finti sorrisi e parole. Abbattendo quel gioco di illusioni che la società, la politica etc. vogliono propinarci per nascondere le vere intenzioni. E proprio come un amico, ci aiuta senza ergersi a professore e senza voler impartire lezioni trattandoci con freddezza e distacco, affermando e imponendo le sue idee come giuste e vere. Niente di tutto questo perché Roberto Saviano non è così e non lo è mai stato. Sin dalle prime frasi della prefazione ci mette a nostro agio, dandoci del tu e confidandoci che, seppure rivolgendosi al se stesso adolescente, questo testo è per tutti, nessuno escluso e, cosa più importante, non vuole dirci cosa dobbiamo fare o pensare, al contrario vuole darci gli strumenti per comprendere i giochi di potere e svelare la verità in modo che possiamo capire da soli cosa sia giusto o sbagliato e come agire di conseguenza seguendo sempre il nostro pensiero.

Allora parlo a te, che mi stai leggendo, come fossi un altro me.

(…)

Sei un uomo, sei una donna, anche questo in qualche modo è indifferente, sei comunque tu, l'altro me, quello a cui gli incastri non tornano e che ha sempre la sensazione di vivere il rovescio della storia e non il suo dritto.

Ecco, io voglio mostrarti cosa c'è sotto traccia...”

(citazione tratta dal testo)

Roberto Saviano ci regala un libro che vuole essere una mappa per attraversare e comprendere un mondo sempre più difficile e repressivo che ci vuole tutti uguali, senza identità e senza libertà di parola. Una mappa che ci aiuta a capire i meccanismi, e non a trovare scorciatoie, perché la cosa importante non è la lunghezza della strada per giungere all'obiettivo, ma capire, imparare e sbagliare lungo il tragitto, perché solo sbagliando si comprendono gli errori e si migliora.

Consegnandoti una mappa, cerco solo di farti arrivare al punto dove sono arrivato io, cosicché tu possa patire da dove io non ce l'ho fatta ad andare oltre. Non voglio farti percorrere strade già battute per tenerti dentro a un sentiero segnato, non voglio insegnarti la prudenza, al contrario voglio portarti nel punto in cui la prudenza deve diventare azzardo e la saggezza temerarietà, perché forse solo così si arriva a tracciare una strada nuova.”

(citazione tratta dal testo)

“Gridalo” sarà la nostra mappa. La bussola che ci condurrà, non solo verso la comprensione di fatti importanti, ma anche alla comprensione di noi stessi e l'autore sceglie come guide le storie di persone diverse per vissuto, professione, nazione ecc. ma tutte accomunate dalla loro forza interiore, dalla potenza delle loro parole. Persone che hanno lottato strenuamente per difendere il diritto alla parola e all'espressione. Quella parola che, ieri come oggi, è il vero nemico dei poteri forti. Un nemico da abbattere e sconfiggere in ogni modo, perché la parola è la sola e unica arma in grado di svelare la verità. Allora pur di fermarla tutto diventa lecito e giustificato, perché permettere alle persone di pensare autonomamente, vuol dire dare loro la chiave per svelare gli intrighi, per ribellarsi e contestare ogni cosa, difendendo il proprio pensiero e lottando per i propri diritti.

Fanno paura, le parole! Le parole attraversano i secoli, bucano le pareti, prendono dimora nei cuori, abitano le coscienze, non sono isolate dalla segregazione, non vengono strozzate dalla corda, sono immuni al fuoco, non vengono dilaniate con lo squartamento, non vengono colpite dai proiettili né sventrate dal tritolo.

Il punto è se pronunciarle o no, quelle parole. Perché ogni parola ha un prezzo altissimo, e questo prezzo si paga in termini di fastidio, astio, di derisione, di calunnia, d'invidia, d'isolamento, di minaccia, di tortura, di reclusione, di morte.”

(citazione tratta dal testo)

Meglio tenere la gente all'oscuro nella loro ignoranza, perché meno parole conoscono e meno possibilità hanno di esprimere pensieri e opinioni relegandole al vuoto e all'annientamento mentale, rendendole simili nei gusti, nelle scelte e quindi facilmente controllabili e gestibili. Fortunatamente, c'è sempre chi si ribella a tutto questo diventando così il nemico da sconfiggere. Come distruggerlo? No, non con la violenza, quella è la soluzione estrema, bensì con altre tecniche più subdole e deleterie: la delegittimazione dell'individuo in quanto tale, denigrando la sua persona con commenti cattivi sull'aspetto fisico, sulla vita privata ecc. Denigrare la persona e non il pensiero è l'arma per distruggere chi vuole difendere se stesso e gli altri.

La delegittimazione distrugge più della morte perché insinua cellule cancerogene non nei nemici, ma negli amici. Ecco perché l'unico modo di combatterla, non appena ci si accorge che sta cominciando a iniettare il suo veleno, è gridarlo. Gridarlo forte.”

(citazione tratta dal testo)

Roberto Saviano ci presenta, così, diversi personaggi che, in un modo o nell'altro, hanno lottato per difendere i propri diritti. Donne e uomini che hanno usato la loro intelligenza e parola per lottare. Uomini e donne che di fronte alla verità e alla possibilità di svelarla, non si sono tirati indietro e hanno lottato con coraggio per dare voce a tutti. Hanno gridato forte e chiaro il proprio pensiero e le proprie idee. Un grido che arriva dritto alle nostre orecchie, alle nostre anime, colpendo in nostri pensieri lasciandoci tramortiti a riflettere su tutto, facendoci prendere atto che non ci si può più nascondere o voltare la testa dall'altra parte, ma bisogna prendere esempio e gridare ogni volta che assistiamo a un'ingiustizia, violenza, delegittimazione, qualsiasi cosa che colpisca l'individuo.

Gridare per difendere i nostri e altrui diritti.

Gridare sempre e comunque perché la verità emerga e trionfi. E ogni capitolo, personaggio, parola scritta sono un grido forte, potente e liberatorio. Un grido passionale che scuote e riempie le nostre anime, regalandoci la speranza di riuscire a scoprire la verità, per questo è importante conoscere e comprendere il gioco subdolo della delegittimazione e dei poteri forti.

Roberto Saviano racconta in modo passionale, fluido e intenso i diversi personaggi e loro storie, regalandoci un testo importante e potente. Un libro che deve essere letto lentamente, con calma, non per la difficoltà comprensiva ma per l'importanza dei temi trattati. Ogni pagina racconta una storia che deve essere letta e riletta, perché cela al suo interno messaggi significativi e profondi che incidono sulla nostra anima.

Le storie che ti racconterò, se saprai leggerle, potrebbero all'occorrenza farti da scudo. Spero persino da munizione, una munizione particolare che, quando esplode,concede vita invece che toglierla. Considerala il regalo di un amico, di un reduce, oppure consideralo una lanterna.”

(citazione tratta dal testo)

“Gridalo” è un libro che ho amato moltissimo, non solo per le diverse storie, ma per il modo unico e inimitabile che ha Roberto Saviano di raccontare persone e avvenimenti. Un modo empatico e diretto attraverso il quale fa sentire il lettore completamente immerso nella storia, respirandone il dramma, il dolore, la forza, la caparbietà delle azioni e delle idee.

Leggere il libro è un'esperienza unica e intensa che consiglio a tutti, perché dopo averlo fatto vi renderete conto di guardare il mondo in maniera diversa, più consapevoli e maturi, capendo che non si può più voltare la testa dall'altra parte, non si può più ignorare la realtà dei fatti, non si può aspettare che siano solo gli altri a lottare...è arrivato il momento di fare la nostra parte, gridando forte il nostro dissenso.

Prendete il libro, apritelo e fate vibrare la voce di Roberto Saviano, lasciandovi guidare dalle sue parole e dalle sue storie. Seguitele e intraprenderete un viaggio da cui tornerete diversi e più consapevoli. Un viaggio in cui scoprirete quella voglia di gridare che avete represso perché, finalmente, non vi sentirete soli ma sostenuti e compresi da un autore che sa benissimo cosa si prova ad essere attaccati dalla macchina del fango. Un uomo che parla direttamente alle nostre anima e coscienze, aprendo i nostri occhi e i nostri cuori. Un uomo che ci invita a gridare e allora gridiamo più forte che possiamo.

Gridalo che non vale la pena

vivere a queste condizioni,

gridalo che tutto deve cambiare.”

(citazione tratta dal testo)

Buona lettura.



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

mercoledì 16 dicembre 2020

Recensione: "Le Inseparabili" - Simone de Beauvoir

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Titolo: Le Inseparabili

Titolo Originale: Les Inséparables

Autrice: Simone de Beauvoir

Editore: Ponte alle Grazie



L'amicizia è un sentimento puro e delicato. Ci fa sentire amati, compresi, accettati con tutti i nostri pregi e difetti.

È sostegno, risate, sofferenza, abbracci, litigi, offese etc.

L'amicizia è un legame indissolubile che ci lega all'altro per sempre, anche oltre la morte. Una morte che la renderà eterna, rafforzandola e rendendola immortale.

Sylvie Lapage porterà per sempre, nel suo cuore, la sua cara amica Andrée.

Sylvie e Andrée si conoscono a 9 anni, in Francia, durante la seconda guerra mondiale. Andrée è la nuova compagna di scuola e la sua personalità indipendente, a volte irriverente, attira immediatamente Sylvie e piano piano, tra le due bambine, nasce una profonda e sincera amicizia. Un'amicizia fatta di risate, chiacchiere, confidenze.

Un'amicizia che a noi sembra fredda e distaccata, con quel darsi del lei, ma che rispecchia quegli anni e la cultura di alcuni ambienti sociali dell'epoca.

Le due bambine diventano in poco tempo inseparabili. Un legame forte che provoca fastidi, non solo alle insegnanti, ma anche ai genitori, convinti che l'influenza l'una dell'altra, incida negativamente sull'andamento scolastico e sul loro carattere. Sylvie, in particolare, non viene vista di buon occhio dalla madre di Andrée.

Vivere senza di lei non era vivere”

(citazione tratta dal testo)

Sylvie e Andrée crescono e con esse anche il loro legame e la loro personalità. I rapporti evolvono e cambiano, Sylvie all'inizio più ossessiva, negli anni diventa più indipendente e si stacca un pochino dall'amica, senza lasciarla, anzi, si preoccupa della ragazza e dell'influenza della madre e della famiglia che offuscano e opprimono la personalità di Andrée, costretta a sottostare alle regole e ai canoni morali e religiosi dell'epoca, e a una famiglia che richiede costantemente la sua presenza e vitalità.

Le due ragazze crescono, si innamorano, frequentano l'università e qualcosa di inaspettato, come la morte, segnerà le loro vite.

No, tranquilli, non ho svelato nulla che non si sappia già, perché ciò che vi sto raccontando è la storia romanzata della vera amicizia tra la grande scrittrice Simone De Beauvoir e Elisabeth Lacoin, detta Zaza.

Un'amicizia profonda e intensa che la scrittrice racconterà in diversi libri. Un modo, questo, per esorcizzare il dolore per la morte di Zaza. Un lutto difficile da affrontare e superare. E in questo libro, Simone de Beauvoir, dedica il giusto spazio per narrare e, per me, rendere omaggio alla sua cara amica.

“Le inseparabili” è un romanzo intenso, delicato ma anche triste e nostalgico. In ogni pagina si respira un senso di malinconia che avvolge e abbraccia il lettore, facendogli percepire quel senso di mancanza, forte e intenso.

È un romanzo breve, inedito, al cui interno racchiude un mondo fatto di rapporti umani, sentimenti importanti, debolezze e fragilità. In ogni parola o frase si respira la delicatezza e la sofferenza di Zaza che, purtroppo, ha vissuto una vita breve, schiacciata dal rapporto con la madre, la religione e una società bigotta che hanno spento la sua vitalità e il suo essere se stessa fino in fondo. Simone de Beauvoir denuncia tutto questo, attraverso parole delicate e lievi, che colpiscono il lettore.

La scrittrice non mette mai in primo piano Sylvie, anche se è la voce narrante, al contrario, attraverso le sue parole e il suo racconto, mette Zaza al centro della storia e del romanzo, donandole tutto lo spazio e l'importanza che, forse, non ha ricevuto nella sua vita terrena.

Non ci si può impedire di pensare ciò che si pensa”

(citazione tratta dal testo)

Un romanzo che, non solo pone al centro la figura di Elisabeth ma, attraverso la sua figura, racconta la condizione della donna...una donna schiacciata da una società bigotta.

Una storia lieve che si posa nei nostri cuori come una carezza.

Un libro da leggere e custodire.

Buona lettura.



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

lunedì 14 dicembre 2020

Recensione: "Il diario di cuoio rosso" - Lily Koppel

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Titolo: Il diario di cuoio rosso

Titolo Originale: The Red Leather Diary. Reclaiming a Life Through the Pages of a Lost Journal

Autrice: Lily Koppel

Editore: Cairo Editore



Ci sono momenti della nostra vita che vorremmo custodire e ricordare per sempre.

Momenti che vorremmo tenere solo per noi, piccoli segreti che alimentano la nostra esistenza e la nostra anima.

Momenti che decidiamo di affidare alle pagine di un diario, che diventa in poco tempo il nostro confidente. Un amico silenzioso, affidabile, rispettoso. Custode delle nostre parole, emozioni e sensazioni più profonde. Un amico prezioso a cui confidiamo ogni attimo della nostra vita. Un amico di carta che custodiamo e proteggiamo gelosamente, chiudendo ermeticamente le sue pagine con piccole chiavi che nascondiamo accuratamente, perché nessuno possa leggere ciò che vi è scritto, svelando parte della nostra anima.

Scriviamo. Scriviamo tutti i giorni, per mesi...anni... e poi smettiamo.

Scriviamo sui nostri diari e poi li mettiamo da parte, riponendoli nei cassetti, dove vengono dimenticati, fino a quando qualcuno, a distanza di anni, non li trova e incuriosito li apre lasciando emergere emozioni e sensazioni assopite tra le pagine ingiallite dal tempo.

Riemergono vite. Riaffiorano ricordi che abbracciano lo sconosciuto che ha scoperto un tesoro di inestimabile valore: la vita e i pensieri di un'altra persona. Allora la curiosità prende il sopravvento, si vuole conoscere più a fondo il soggetto narrante, il suo destino, la sua vita...inizia, così, una ricerca per scoprire l'identità dell'autore.

Una ricerca che cambierà profondamente le persone coinvolte, così come è capitato alla giornalista americana Lily Koppel che, casualmente, viene in possesso di un diario di cuoio rosso chiuso da una piccola chiavetta.

Un diario che ha più di mezzo secolo e...cosa custodisce al suo interno?

Lily incuriosita lo apre e viene letteralmente travolta dalla vita e dai pensieri della giovane autrice: Florence Wolfson.

Figlia di immigrati, la ragazza ha vissuto a New York, nell'Upper East Side, un luogo privilegiato e benestante. Riceve il diario per il suo quattordicesimo compleanno e per cinque anni, tra il 1929 e il 1934, scriverà ininterrottamente tutti i giorni.

Florence è una ragazza intelligente, creativa, ostinata, impetuosa, abituata a fare tutto ciò che vuole, ossessionata dal proprio aspetto fisico e dai suoi stati d'animo, riversando sulle pagine del diario i suoi dubbi, le sue incertezze, le sue passioni per la scrittura, la musica, il disegno, il teatro e l'amore.

Un bisogno di amore che la porta a cercare con intensità il rapporto con l'altro, vivendo intensamente le sue storie con uomini e donne di cui si stanca facilmente, perché nei rapporti è sempre in cerca di quell'intensità forte e preponderante che la deve coinvolgere e sopraffare. Un bisogno forse dovuto all'assenza affettiva da parte dei genitori.

...tutto ciò che voglio è qualcuno da amare: mi sento incompleta.”

(citazione tratta dal testo)

Florence è una giovane donna che lotta e sperimenta la sua vita, viaggia da sola in Europa, va a ballare nelle sale da ballo degli alberghi, va a teatro, ama uomini e donne etc. È una ragazza avanti per l'epoca in cui è cresciuta...quegli anni Trenta dove non tutto era libero, ma gestito da regole e costrizioni, figuriamoci per una ragazza che doveva adeguarsi a certi canoni di rispettabilità. Florence vuole vivere tutto intensamente, vuole sentirsi viva fino al midollo. Una ragazza che desidera essere indipendente, con uno spirito vagabondo che per cinque anni riempie il diario di pensieri e frasi che suggellano i suoi sentimenti e le sue sensazioni.

Vedere e sentire è tutto ciò che chiedo”

(citazione tratta dal testo)

Quando Lily trova e legge il diario sente qualcosa che l'accomuna alla giovane ragazza degli anni Trenta, forse è quel senso di spaesamento e incertezza che l'accompagna, ma anche quel desiderio di amare ed essere amata. Decide, così, di cercare Florence e solo nel 2006 riesce a contattarla e conoscerla, restituendole, non solo il diario, ma anche i ricordi e parte di quella giovinezza ed esuberanza rimaste incastrate tra le sue pagine.

Lily, non solo restituisce il diario ma, scopre se stessa e regala a noi lettori la possibilità di conoscere la storia di Florence e l'opportunità di vivere un'epoca e uno stile di vita che non ci appartengono.

Gli anni Trenta sembrano lontani per epoca e modi di vivere, in realtà hanno qualcosa in comune con i nostri anni, vale a dire quel senso di inadeguatezza che si vive e si respira quando si è adolescenti, quando si vorrebbe vivere intensamente ogni esperienza e attimo della nostra esistenza, ma che spesso non si è in grado di canalizzare nel giusto modo, perdendosi dietro paure, dubbi e incertezze. Quelle incertezze che ci fanno dubitare di noi stessi, dei nostri sogni, rendendoci insicuri e desiderosi di amare ed essere amati. Emozioni e sensazioni che non cambiamo con gli anni e le epoche e la vita di Florence ce lo ricorda, mostrandoci anche una realtà sociale diversa, fatta di usi e costumi differenti, che la giornalista riesce a descrivere e riportare molto bene, dandoci la sensazione di essere catapultati indietro nel tempo tra balli, abiti e quell'atmosfera elegante e tipica di quegli anni.

La storia di Florence è vera e questo rende il libro ancora più interessante e coinvolgente, perché leggere stralci dei suoi pensieri ci dà la sensazione di ascoltare direttamente la voce della ragazza come se fosse una vecchia amica che si sta confidando. Una chiacchierata intima e personale.

L'autrice riesce a coniugare i pensieri di Florence insieme ad un testo più approfondito su alcuni episodi della suo passato, regalandoci un quadro più completo della sua vita e del contesto storico e sociale dell'epoca. A volte, però, si ha l'impressione che molti eventi vengano trattati in maniera troppo sbrigativa e con una tale velocità, per passare subito all'episodio successivo rendendo il testo un elenco di eventi, freddo e distaccato.

A parte questo, ho apprezzato molto il libro, perché regala un quadro interessante degli anni Trenta e la vita di una ragazza in avanti rispetto alla morale di quegli anni. Una ragazza moderna per l'epoca, aperta a certe questioni e libera di vivere i suoi sentimenti e il suo essere donna e indipendente.

Una lettura che consiglio a chi ama i diari e a tutti coloro che amano scoprire e imparare attraverso i libri.

Buona lettura.


Marianna Di Bella

sabato 12 dicembre 2020

Recensione: "Guanciale d'erba" - Natsume Sōseki

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 Titolo: Guanciale d'erba

Titolo Originale: Kusamakura

Autore: Natsume Sōseki

Editore: Neri Pozza Editore, Beat Edizioni



Ci sono libri in grado di regalare momenti di pura poesia e delicatezza.

Libri che, silenziosamente, entrano nel cuore e nell'anima del lettore, lasciando sensazioni uniche, a volte inesprimibili, ma sempre emozionanti. Emozioni che si sedimentano nell'anima e rimangono lì, in attesa di tornare a galla, per far riflettere il lettore su se stesso e sul mondo che lo circonda.

“Guanciale d'erba” è un testo che non si dimentica tanto facilmente. Un libro che attira e ammalia con la sua poeticità e delicatezza, portando i lettori a scoprire se stessi, così come avviene per il protagonista, un giovane artista che decide di percorrere un sentiero di un villaggio giapponese, portando con sé i suoi colori e il desiderio di allontanarsi dalla città e dall'umanità.

Il nostro protagonista osserva e disegna ogni particolare che attira la sua attenzione; incontra viandanti, contadini, nobili etc., persone diverse in grado di regalargli momenti di profonda riflessione.

Un viaggio lento che lo condurrà in una piccola casa da tè, dove la proprietaria gli racconterà la storia di Nakoi, una fanciulla contesa e desiderata da due uomini.

Una storia che lascerò a voi scoprire. Ciò che posso dirvi è che la trama non è particolarmente entusiasmante, non ha elementi avvincenti in grado di incollare il lettore alle pagine del testo. Non ci sono momenti di suspense o di grande azione, e il tutto si snoda in maniera quasi noiosa e lenta.

Questo effetto di “storia non storia”, sembra non portarci da nessuna parte, fino a quando non ci si ferma un attimo a riflettere su tutto: descrizioni, frasi, parole ma, soprattutto, sulle sensazioni che trasmette, per renderci conto che il suo viaggio ci ha coinvolto fisicamente, portandoci tra alberi e sentieri, e intimamente, prendendoci per mano e conducendoci nel nostro mondo interiore.

Un viaggio di scoperta, di rinascita e di consapevolezza delle proprie fragilità e punti di forza.

...più profonda è la gioia più intensa è la tristezza. Più grande è il piacere più acuta è anche la sofferenza. Se si tenta di separarli si perde se stessi. Se si prova a disfarsene crolla il mondo.”

(citazione tratta dal testo)

Leggere questo libro vuol dire intraprendere un viaggio intimo e poetico, grazie alle capacità narrative e descrittive dell'autore. Le descrizioni sulla natura e l'animo umano sono delicate, a volte eteree, dettagliate, minuziose, al punto da sembrare dei quadri che rappresentano perfettamente la profondità dell'animo umano. Da ogni descrizione viene fuori in maniera forte e incisiva, l'amore per la natura e per la vita, conducendo il lettore a riflessioni sull'esistenza e sull'animo umano, regalandoci pensieri profondi e interessanti.

“Guanciale d'erba” non è di facile lettura e comprensione istantanea, perché ha bisogno di tempo e calma per riuscire ad assaporare e assorbire ogni singola parola e frase, entrando nella profondità del messaggio e della riflessione.

Un libro particolare consigliato a chi ama la lettura giapponese, le atmosfere oniriche, eteree.

Un libro che rappresenta la metafora del viaggio.

Un viaggio nella natura.

Un viaggio nell'umanità.

Un viaggio alla ricerca di sé.

Qualsiasi sia il vostro viaggio, vi auguro di viverlo intensamente.

Buona lettura.



Marianna Di Bella

sabato 5 dicembre 2020

Recensione: "Al passato si torna da lontano" - Claudio Panzavolta

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Titolo: Al passato si torna da lontano
Autore: Claudio Panzavolta
Editore: Rizzoli



Ci sono ricordi e momenti della vita che possiamo superare e comprendere solo analizzando il passato, perché farlo vorrebbe dire affrontare definitivamente quel momento che ha cambiato per sempre le nostre vite, influenzando il nostro presente.

Solo volgendo lo sguardo al passato possiamo comprendere meglio noi stessi e gli altri e, Anita lo sa bene cosa si prova a portarsi dietro qualcosa che ha segnato la sua anima e quella della sua famiglia.

Per comprendere meglio la sua storia e la sua vita, dobbiamo fare un piccolo salto nel tempo e tornare all'anno 1944, quando l'Italia si trova sotto attacco dei tedeschi e delle forze alleate.

Anita ha cinque anni e vive in un piccolo paese romagnolo insieme alla madre, alla zia Ada e alla sorella maggiore Edda. Il padre, partito per la guerra, durante l'armistizio del 1943 viene arrestato e deportato in Germania. La famiglia deve arrangiarsi e sopravvivere come può, tra fame, bombardamenti aerei e le perquisizioni dei fascisti in cerca di sovversivi e partigiani nascosti dalle famiglie locali, come ad esempio lo zio di Anita, nascosto in casa e difeso da tutta la famiglia. Fino a quando, un giorno la vita di Anita viene stravolta, lo zio viene arrestato insieme alla madre della bambina e fucilati. Un dolore intenso che Anita e Edda porteranno sempre nel loro cuore insieme al volto dell'uomo che ha assassinato la loro mamma.

Gli anni passano, la guerra finisce e Anita cresce diventando una donna testarda, forte e alla ricerca di se stessa e della giustizia. Capitolo dopo capitolo la vedremo crescere, maturare, lavorare, innamorarsi e scoprire il mondo che la circonda, partecipando ai cambiamenti politici, sociali e culturali dell'Italia. Con lei attraverseremo e vivremo un ventennio importante per la storia italiana, un periodo di boom economico accompagnato da cambiamenti epocali. Una crescita che influenzerà molte famiglie e darà l'opportunità alla protagonista e a noi lettori di osservare il tutto in prima persona.

Sono una donna libera. Non appartengo a nessuno, nemmeno a un partito.”

(citazione tratta dal testo)

Anita non sarà l'unico personaggio che ci aiuterà a osservare e comprendere questo periodo storico, perché altri protagonisti, come il padre, la zia Rosa, la maestra, avranno un ruolo importante, facendoci partecipi delle loro vicissitudini. Punti di vista che ci daranno diverse chiavi di lettura fortemente legate al personaggio e alle loro caratteristiche psicologiche, sentimentali etc.

Purtroppo l'alternarsi dei vari soggetti narranti mi hanno confusa parecchio, perché i capitoli dedicati ad Anita sono facilmente identificabili grazie al titolo, presente in ogni capitolo, e alla narrazione in prima persona. Mentre per i personaggi secondari, tutto diventa un po' più difficile, perché la narrazione diventa in terza persona e non c'è nessun titolo di accompagnamento al nuovo capitolo che ci possa far identificare il soggetto narrante in maniera istantanea. Tutto questo mi ha creato uno stato di disagio e nervosismo, rendendomi la lettura lenta, difficile e confusa. Spesso durante la lettura mi sono dovuta fermare per cercare di capire chi fosse il protagonista, facendomi perdere il filo del discorso.

Altro aspetto negativo che non ho apprezzato e ho trovato fuori posto all'interno della narrazione e slegato alla trama, è il capitolo dedicato alla figura del famoso jazzista Chat Baker. Sinceramente non mi è piaciuto e più volte ho avuto la tentazione di saltare le pagine e andare avanti nella lettura.

Peccato perché la trama è interessante e le descrizioni rendono perfettamente l'idea del periodo storico e dei suoi cambiamenti, inoltre ho apprezzato gli estratti di articoli che riportano i fatti avvenuti in quegli anni e le foto che accompagnano alcuni capitoli perché permettono un'ulteriore comprensione dell'epoca.

Anita è la figura più interessante e coinvolgente grazie alla sua crescita fisica, sociale, culturale e politica. Attraverso lei si avrà modo di osservare più da vicino le lotte per i diritti civili, i cambiamenti per l'emancipazione femminile e in ambito politico un'osservazione in prima persona del partito socialista e comunista.

..trovare una ragione per non smettere di credere nelle proprie idee.”

(citazione tratta dal testo)

Anita non dimenticherà mai la figura della madre e la necessità di ritrovare il suo assassino. Lo troverà? Riuscirà ad avere un confronto con lui?

A voi scoprirlo.

A voi decidere se continuare la lettura. Io mi fermo qui. Vi ho accompagnato per un tratto di strada spiegandovi cosa ne penso del libro, ma ora sta a voi scegliere se continuare o meno.

A voi seguire il vostro istinto e gusto personale.

Buona lettura.


Marianna Di Bella


(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.