Titolo: "Acqua in bocca"
Autori: Andrea Camilleri - Carlo Lucarelli
Editore: Minimum Fax
Bologna.
È
una tranquilla serata di maggio, tutto sembra apparentemente calmo e
silenzioso, fino a quando le forze dell'ordine non irrompono in uno
stabile.
Cosa
succede? Liti familiari?
No,
purtroppo, viene rinvenuto il cadavere di uno spedizioniere
originario di Vigata: Arturo Magnifico.
L'uomo è riverso a terra,
soffocato da un sacchetto di plastica. È completamente vestito e tre
pesciolini rossi sono posizionati accanto alla sua testa.
Tre pesciolini rossi di cui
non si conosce la provenienza, considerato che in casa non ci sono
acquari.
Perché i pesciolini sono in
quella casa?
Sono un messaggio?
Chi ha ucciso l'uomo e per
quale motivo?
Grazia Negro, la
protagonista creata dalla penna di Carlo Lucarelli, cerca di indagare
sul caso e di sua iniziativa chiede aiuto e sostegno al commissario
Salvo Montalbano. L'uomo, seppur titubante, aiuterà la donna nelle
indagini, dando così vita a una serie di ricerche e riflessioni,
comunicando attraverso lettere, email e messaggi segreti.
“Tu sai quant'è
importante «fotografare»
con i propri occhi e la propria sensibilità l'ambiente nel quale c'è
stato un delitto. Quindi sento il bisogno di avere almeno una foto
della scientifica...”
(citazione tratta dal testo)
Riusciranno i due
protagonisti a collaborare senza scontrarsi?
Riusciranno a svelare il
mistero che si cela dietro la morte dello spedizioniere?
A voi il piacere di
scoprirlo, ma devo avvertirvi che il romanzo, seppur vantando le
firme di due autori intelligenti e di indubbia bravura, non decolla
mai in maniera completa e definitiva.
Il romanzo non lascia un
chiaro segno narrativo nel cuore del lettore. L'idea di far
collaborare i due personaggi è ottima, così come ottima è l'idea
di base del libro, ma alla fine la sua costruzione risulta debole,
poco incisiva e confusionaria, soprattutto nel finale che ho trovato
lacunoso e fiacco.
Il racconto è breve, direi
anche troppo. La sua brevità non permette di approfondire i fatti in
maniera efficace, perdendo completamente la costruzione delle
indagini che risultano frettolose e poco chiare.
Il filo narrativo non esiste
e i due personaggi non sono delineati in maniera approfondita. La
loro personalità è completamente azzerata e non sempre compatibile
con le caratteristiche con cui siamo abituati a conoscerli, in modo
particolare il commissario Montalbano che appare spento, senza la sua
consueta ironia e sagacia ad accompagnarlo.
Il libro è carino,
piacevole, ma niente di più. Anche se a onor del vero ci sono un
paio di cose che ho apprezzato: il formato epistolare del testo e gli
scambi frizzanti che ci sono stati tra i due autori. Lucarelli e
Camilleri si sono divertiti a costruire la trama come se fosse una
partita di scacchi, tra botta e risposta, spesso stravolgendo tutto e
mettendo in difficoltà l'altro inserendo avvenimenti e situazioni
non previste. Tutto questo, però, non ha fatto in modo che il
romanzo acquisisse quell'importanza narrativa che meritava,
lasciandomi insoddisfatta e con una testo scritto frettolosamente e
debole nella struttura. Peccato perché da Carlo Lucarelli e Andrea
Camilleri, che adoro, mi aspettavo molto di più.
Buona lettura e attenti ai
pesciolini rossi!
(Marianna Di Bella)
Ottima recensione!
RispondiEliminaGrazie!
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