Titolo: L'Arminuta
Autrice: Donatella Di Pietrantonio
Editore: Einaudi
Perdere i propri punti
fermi, da un momento all'altro, senza un'apparente motivazione.
Confusi e storditi ci si
guarda intorno cercando di capire cosa è accaduto e, soprattutto,
dove stiamo andando. Non sappiamo cosa fare, fermi in un limbo in cui
non riconosciamo niente e nessuno, neanche noi stessi. Ci sentiamo
soli, sperduti in un mondo più grande di noi. Un mondo che non ci
rappresenta. Sentiamo di non appartenere più a nulla e nessuno,
senza un'identità, una famiglia, in bilico tra passato e presente,
tra chi eravamo e chi siamo...tra identità e oblio.
La nostra protagonista ha
solo 13 anni quando, un giorno del 1975, la sua vita viene
completamente e inesorabilmente stravolta. Un ragazzina normale, con
una vita normale, tranquilla e serena. Una vita scandita dalle
lezioni scolastiche, corsi di danza e nuoto, all'interno di un
famiglia benestante che l'ama profondamente...fino a quando, nella
maniera più brutale e scioccante che le possa capitare, non viene
condotta e “riconsegnata” a quella che è la sua vera famiglia,
scoprendo in questo modo che coloro che ha sempre considerato i suoi
genitori erano in realtà lontani parenti. Per una serie di
motivazioni incomprensibili, la ragazzina viene ricondotta come un
pacco postale alla sua famiglia biologica. Una famiglia povera
composta da numerosi fratelli, dove ogni giorno si lotta per la
sopravvivenza e per il cibo. Dove vige la legge del più forte, dove
la violenza è quotidianità e ognuno deve darsi attivamente da fare
all'interno del nucleo familiare.
“Io non conoscevo
nessuna fame e abitavo come una straniera tra gli affamati. Il
privilegio che portavo dalla vita precedente mi distingueva, mi
isolava nella famiglia. Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo
un'altra lingua e non sapevo più a chi appartenere...”
(citazione tratta dal
testo)
In poco meno di un giorno la
sua vita viene stravolta, catapultata in una realtà che la
stordisce e la mette di fronte al dolore, non solo di non
riconoscersi in nessuno membro familiare, ma di sentirsi abbandonata
per la seconda volta e, soprattutto, di non sapere più chi è...non
avere più un'identità.
“Restavo orfana di due
madri viventi. Una mi aveva ceduta con il suo latte ancora sulla
lingua, l'altra mi aveva restituita a tredici anni. Ero figlia di
separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più da
chi provenivo...”
(citazione tratta dal
testo)
Come può una ragazzina
affrontare quel doppio senso di rifiuto e abbandono da parte di una
madre adottiva che non la vuole più, e un'altra che non conosce e
l'ha abbandonata quando aveva pochi mesi? Come ritrovare se stessa se
tutto ciò che la circonda non la rappresenta? Come sopravvivere
all'interno di una famiglia completamente estranea e anche un po'
ostile? Cosa si nasconde dietro tutta questa storia, apparentemente
incomprensibile? Dov'è la verità? È ciò che la nostra
protagonista cerca di scoprire e comprendere con tutta se stessa. Ha
bisogno di capire, di fare chiarezza nella sua vita per riuscire
superare la situazione, trovando un punto di equilibrio per
sopravvivere e andare avanti. Un punto di equilibrio che,
inaspettatamente, riceverà proprio all'interno di quella famiglia
sconosciuta, grazie al rapporto con la sorella Adriana che l'aiuterà,
con il suo carattere, vero, schietto e sfrontato, a salvarsi. Una
sorella che sarà un faro, pronta a illuminare il suo nuovo percorso
di vita, donandole sostegno, punti fermi e amore.
“(...) Mia sorella. Come
un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra
attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza.
(….)
Nella complicità ci siamo
salvate.”
(citazione tratta dal
testo)
Per capire come la nostra
protagonista scoprirà la verità e come si evolveranno i rapporti
con la nuova e vecchia famiglia vi consiglio di proseguire la lettura
di questo splendido romanzo di Donatella Di Pietrantonio.
Una storia triste, intensa,
commovente ed emozionante in grado di scuotere ogni lettore nel
profondo della propria anima. Un romanzo che affronta tematiche
importanti come: la maternità, la miseria umana, l'amore imperfetto,
il degrado sociale, il senso di appartenenza e l'identità che,
sapientemente mescolati e legati alle parole delicate e vere di
Donatella Di Pietrantonio, ci restituiscono un romanzo intenso in
grado di colpire come un pugno nello stomaco. Presentandoci un
quadro sociale interessante con molte tematiche serie su cui
riflettere con attenzione.
La storia è narrata in
maniera cruda senza fronzoli per abbellirla, l'autrice ha cercato di
renderla il più possibile vera e aderente alla realtà, grazie anche
ai dialoghi scritti in dialetto e italiano che rendono la storia più
credibile.
La lettura è scorrevole,
coinvolgente al punto da avvertire sulla nostra pelle quel senso di
disperazione che vive la nostra piccola protagonista, percependo il
suo senso di smarrimento, estraneità e solitudine all'interno di una
famiglia e una realtà sociale a lei completamente sconosciute e in
cui non riesce a riconoscersi.
La scrittura è intensa,
cruda, essenziale, attenta e misurata e con un pizzico di delicatezza
e sensibilità con cui l'autrice riesce a raccontare episodi forti,
donandoci punti di riflessione importanti..
I personaggi sono tutti ben
delineati e costruiti, in modo particolare la protagonista e sua
sorella Adriana, che per me è il personaggio che ha più personalità
e forza scenica grazie al suo carattere vero, semplice e diretto. Un
punto fermo per l'Arminuta e per noi lettori, perché sarà lei che,
inaspettatamente, le regalerà la forza per andare avanti e lottare
per quell'identità che si è andata sgretolando. Mentre, la
protagonista rappresenta la tenerezza, la sofferenza ma anche la
forza e la determinazione nel sapere la verità. Una protagonista di
cui non conosceremo mai il nome, come se si volesse evidenziare in
maniera netta e forte questa sua non appartenenza, negandole
l'identità narrativa.
Donatella Di Pietrantonio
riesce con le sue parole a creare una storia meravigliosa in grado di
coinvolgere il lettore in ogni frase o pagina, affrontando con
fermezza e sensibilità tematiche forti e interessanti.
“Nel tempo ho perso
anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che
luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo,
una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero.
Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte
toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre
che non ho mai perduto è quella delle mie paure.”
(citazione tratta dal
testo)
“L'Arminuta” è un
romanzo poetico, intenso, delicato e mai banale che vi consiglio di
leggere e scoprire, lasciandovi affascinare dalla protagonista e da
sua sorella Adriana, che con la loro forza, sincerità, e con un
rapporto nato in maniera inconsueta e imprevedibile, sapranno
conquistarvi e legarvi a loro.
Un romanzo forte come gli
schiaffi della vita, commovente come le lacrime che rigano le guance
della protagonista, vero come Adriana, destabilizzante come la nuova
vita dell'Arminuta.
Un romanzo da leggere, amare
e custodire.
Buona lettura.
(Marianna Di Bella)
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