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lunedì 25 novembre 2019

Recensione: "L'Arminuta" - Donatella Di Pietrantonio

libro, mdb, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, identità, solitudine, appartenenza
Titolo: L'Arminuta
Autrice: Donatella Di Pietrantonio
Editore: Einaudi



Perdere i propri punti fermi, da un momento all'altro, senza un'apparente motivazione.
Confusi e storditi ci si guarda intorno cercando di capire cosa è accaduto e, soprattutto, dove stiamo andando. Non sappiamo cosa fare, fermi in un limbo in cui non riconosciamo niente e nessuno, neanche noi stessi. Ci sentiamo soli, sperduti in un mondo più grande di noi. Un mondo che non ci rappresenta. Sentiamo di non appartenere più a nulla e nessuno, senza un'identità, una famiglia, in bilico tra passato e presente, tra chi eravamo e chi siamo...tra identità e oblio.
La nostra protagonista ha solo 13 anni quando, un giorno del 1975, la sua vita viene completamente e inesorabilmente stravolta. Un ragazzina normale, con una vita normale, tranquilla e serena. Una vita scandita dalle lezioni scolastiche, corsi di danza e nuoto, all'interno di un famiglia benestante che l'ama profondamente...fino a quando, nella maniera più brutale e scioccante che le possa capitare, non viene condotta e “riconsegnata” a quella che è la sua vera famiglia, scoprendo in questo modo che coloro che ha sempre considerato i suoi genitori erano in realtà lontani parenti. Per una serie di motivazioni incomprensibili, la ragazzina viene ricondotta come un pacco postale alla sua famiglia biologica. Una famiglia povera composta da numerosi fratelli, dove ogni giorno si lotta per la sopravvivenza e per il cibo. Dove vige la legge del più forte, dove la violenza è quotidianità e ognuno deve darsi attivamente da fare all'interno del nucleo familiare.

“Io non conoscevo nessuna fame e abitavo come una straniera tra gli affamati. Il privilegio che portavo dalla vita precedente mi distingueva, mi isolava nella famiglia. Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo più a chi appartenere...”
(citazione tratta dal testo)

In poco meno di un giorno la sua vita viene stravolta, catapultata in una realtà che la stordisce e la mette di fronte al dolore, non solo di non riconoscersi in nessuno membro familiare, ma di sentirsi abbandonata per la seconda volta e, soprattutto, di non sapere più chi è...non avere più un'identità.

“Restavo orfana di due madri viventi. Una mi aveva ceduta con il suo latte ancora sulla lingua, l'altra mi aveva restituita a tredici anni. Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più da chi provenivo...”
(citazione tratta dal testo)

Come può una ragazzina affrontare quel doppio senso di rifiuto e abbandono da parte di una madre adottiva che non la vuole più, e un'altra che non conosce e l'ha abbandonata quando aveva pochi mesi? Come ritrovare se stessa se tutto ciò che la circonda non la rappresenta? Come sopravvivere all'interno di una famiglia completamente estranea e anche un po' ostile? Cosa si nasconde dietro tutta questa storia, apparentemente incomprensibile? Dov'è la verità? È ciò che la nostra protagonista cerca di scoprire e comprendere con tutta se stessa. Ha bisogno di capire, di fare chiarezza nella sua vita per riuscire superare la situazione, trovando un punto di equilibrio per sopravvivere e andare avanti. Un punto di equilibrio che, inaspettatamente, riceverà proprio all'interno di quella famiglia sconosciuta, grazie al rapporto con la sorella Adriana che l'aiuterà, con il suo carattere, vero, schietto e sfrontato, a salvarsi. Una sorella che sarà un faro, pronta a illuminare il suo nuovo percorso di vita, donandole sostegno, punti fermi e amore.

“(...) Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza.
(….)
Nella complicità ci siamo salvate.”
(citazione tratta dal testo)

Per capire come la nostra protagonista scoprirà la verità e come si evolveranno i rapporti con la nuova e vecchia famiglia vi consiglio di proseguire la lettura di questo splendido romanzo di Donatella Di Pietrantonio.
Una storia triste, intensa, commovente ed emozionante in grado di scuotere ogni lettore nel profondo della propria anima. Un romanzo che affronta tematiche importanti come: la maternità, la miseria umana, l'amore imperfetto, il degrado sociale, il senso di appartenenza e l'identità che, sapientemente mescolati e legati alle parole delicate e vere di Donatella Di Pietrantonio, ci restituiscono un romanzo intenso in grado di colpire come un pugno nello stomaco. Presentandoci un quadro sociale interessante con molte tematiche serie su cui riflettere con attenzione.
La storia è narrata in maniera cruda senza fronzoli per abbellirla, l'autrice ha cercato di renderla il più possibile vera e aderente alla realtà, grazie anche ai dialoghi scritti in dialetto e italiano che rendono la storia più credibile.
La lettura è scorrevole, coinvolgente al punto da avvertire sulla nostra pelle quel senso di disperazione che vive la nostra piccola protagonista, percependo il suo senso di smarrimento, estraneità e solitudine all'interno di una famiglia e una realtà sociale a lei completamente sconosciute e in cui non riesce a riconoscersi.
La scrittura è intensa, cruda, essenziale, attenta e misurata e con un pizzico di delicatezza e sensibilità con cui l'autrice riesce a raccontare episodi forti, donandoci punti di riflessione importanti..
I personaggi sono tutti ben delineati e costruiti, in modo particolare la protagonista e sua sorella Adriana, che per me è il personaggio che ha più personalità e forza scenica grazie al suo carattere vero, semplice e diretto. Un punto fermo per l'Arminuta e per noi lettori, perché sarà lei che, inaspettatamente, le regalerà la forza per andare avanti e lottare per quell'identità che si è andata sgretolando. Mentre, la protagonista rappresenta la tenerezza, la sofferenza ma anche la forza e la determinazione nel sapere la verità. Una protagonista di cui non conosceremo mai il nome, come se si volesse evidenziare in maniera netta e forte questa sua non appartenenza, negandole l'identità narrativa.
Donatella Di Pietrantonio riesce con le sue parole a creare una storia meravigliosa in grado di coinvolgere il lettore in ogni frase o pagina, affrontando con fermezza e sensibilità tematiche forti e interessanti.

“Nel tempo ho perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure.”
(citazione tratta dal testo)

“L'Arminuta” è un romanzo poetico, intenso, delicato e mai banale che vi consiglio di leggere e scoprire, lasciandovi affascinare dalla protagonista e da sua sorella Adriana, che con la loro forza, sincerità, e con un rapporto nato in maniera inconsueta e imprevedibile, sapranno conquistarvi e legarvi a loro.
Un romanzo forte come gli schiaffi della vita, commovente come le lacrime che rigano le guance della protagonista, vero come Adriana, destabilizzante come la nuova vita dell'Arminuta.
Un romanzo da leggere, amare e custodire.
Buona lettura.



(Marianna Di Bella)

venerdì 22 novembre 2019

Recensione: "La casa degli specchi" - Cristina Caboni

libro, romanzo, mdb, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, mstero, cinema, famiglia, amore
Titolo: "La casa degli specchi"
Autrice: Cristina Caboni
Editore: Garzanti



La paura è un'emozione destabilizzante e paralizzante. È infida e colpisce quando si abbassa la guardia, quando si è più indifesi e impreparati a gestirla e combatterla. Arriva e immobilizza, il battito accellera e ci sentiamo sopraffatti dal terrore, incapaci di muoverci, agire e pensare con razionalità. È talmente forte il senso di disagio e panico che ci blocchiamo, ci chiudiamo in noi stessi, timorosi di tutto ciò che ci circonda, delle persone e dei luoghi. Ci chiudiamo al mondo pensando di risolvere i problemi ma, in realtà, ci stiamo imprigionando in noi stessi insieme al terrore che ci accompagna come un fedele compagno in qualsiasi posto decidiamo di nasconderci. È sempre lì a ricordarci che esiste, che possiamo fuggire anche dall'altra parte del mondo, illudendoci di essere finalmente liberi, ma quando meno ce l'aspettiamo eccola, la paura, spuntare di nuovo e colpire. Fino a quando non decidiamo di affrontarla e combatterla definitivamente, liberandoci dal senso di oppressione, insicurezza e dalla sensazione di doverci sempre guardare le spalle e difenderci.
Non è semplice, ci vuole una grande forza di volontà per trovare il coraggio di riappropriarci di noi stessi, della nostra vita, per essere finalmente liberi di vivere appieno ogni attimo della nostra esistenza con leggerezza e serenità. Un percorso irto di difficoltà ma, nella vita nulla è facile e se vogliamo qualcosa dobbiamo imparare a lottare strenuamente ed è ciò che impareranno le protagoniste dell'ultimo libro di Cristina Caboni. Due donne unite da un legame di sangue e da un passato che cela misteri e sparizioni.

“Sapeva cos'era la paura e come poteva ridurre una persona: viveva in casa sua da sempre, era stata una compagna costante per i suoi genitori e poi, tramite loro, anche per lei.
Era un'amica apparentemente affettuosa, la paura, ma in realtà odiava chiunque. Uno sguardo, una parola lasciata cadere nel mezzo di una frase poteva diventare un muro invalicabile.
La paura amava solo chi la nutriva.
La paura era distacco da ogni cosa.”
(citazione tratta dal testo)

Questa volta l'autrice ci conduce tra le strade e i vicoli di Positano, una terra dove i profumi dei limoni e del mare si mischiano e amalgamano insieme ai colori e al calore di una terra ricca e passionale. Qui si trova la “casa degli specchi”, una villa su tre piani, con un panorama mozzafiato che si affaccia sul mare blu e sconfinato. La casa ha una particolarità, un atrio circolare con 12 specchi alle pareti, le cui cornici sono state realizzate dal proprietario Michele Loffredi, conosciuto a Positano come il maestro dell'oro. Un artista gioielliere che con le sue collezioni ha fatto innamorare le grandi attrici degli anni Cinquanta e Sessanta.
Oggi Michele ha 90 anni e la sua memoria gli sta giocando brutti scherzi. L'uomo soffre di Alzheimer e il passato si va piano piando sbiandendo e sparendo. Non tutto, qualcosa rimane ancora vivido nella sua memoria, il ricordo della moglie Eva Anderson, sparita senza alcuna spiegazione logica anni e anni prima. Cosa le è accaduto? Nessuno lo sa, ma il passato sta tornando a bussare alla porta della villa facendo riemergere ricordi, emozioni e misteri mai svelati. Durante i lavori di recinzione, si apre una buca nel terreno, riportando alla luce uno scheletro che giace lì da anni, a chi appartiene? È Eva Anderson? Quale mistero si cela dietro questo ritrovamento? È ciò che si chiede Milena, nipote di Michele e protagonista del romanzo. La ragazza si è rifugiata a Positano, non solo per stare accanto al nonno ma, per prendere una decisione importante riguardante la sua vita. Ciò che non sa è che, invece, si ritroverà a scoprire un passato di cui non sapeva nulla, recuperando la figura della nonna che per lei e sempre stata una figura evanescente...un fantasma. Nessuno in casa ha mai parlato troppo di questa donna, sparita nella vita e nei ricordi familiari. Ricordi che scopriremo insieme a Milena e grazie a un salto indietro nel tempo, quando una giovanissima Eva arriva in Italia intorno alla fine degli anni Cinquanta. Una giovane attrice in cerca di lavoro che appena giunta a Venezia conosce Michele e l'amore tra i due giovani scatta in maniera forte e intensa ma, qualcosa nel passato di Eva la perseguita, una paura che ha cercato di lasciare in America per ricostruire una nuova vita e sentirsi finalmente libera. Ma il passato sta tornando anche per Eva e potrebbe minare l'amore e la serenità che la ragazza sta costruendo con Michele. Chi minaccia la sua felicità? Di cosa ha paura? Chi o cosa la perseguita? Scoprirlo sarà il vostro compito, io vi lascio sulla terrazza della villa e nel mentre mi godrò il panorama e i colori di Positano. Posso però dirvi cosa ne penso del romanzo, senza svelarvi nulla sulla storia e l'epilogo.

“La verità è tutto ciò che importa davvero.”
(citazione tratta dal testo)

Cristina Caboni sa narrare e appassionare il lettore con storie semplici, delicate e piene di sentimenti. La lettura è coinvolgente e scorrevole e, come sempre, l'autrice riesce a trovare un episodio storico su cui costruire parte della romanzo, integrandolo perfettamente alla trama e ai personaggi. Questa volta il nostro viaggio nel tempo riguarderà il periodo del maccartismo e la caccia alle streghe degli americani contro i cittadini sovietici residenti negli Stati Uniti d'America. Una caccia, spesso illogica, verso qualsiasi cittadino di origine russa, o che abbia avuto anche solo un legame superficiale con l'Unione Sovietica. Un clima di persecuzione e paura che hanno vissuto non solo i cittadini di russi ma anche tutti coloro che esprimevano un pensiero che poteva essere ritenuto filorusso. L'autrice ha preso questo tema, l'ha contestualizzato all'interno della trama, inserendovi altri elementi interessanti come il cinema, il mistero, la sensazione di paura e oppressione, l'amore, la famiglia, i silenzi e ha creato un romanzo delicato e piacevole.
Seppur piacevole, questa volta, i protagonisti e i vari personaggi non mi hanno affascinata e ammaliata, li ho trovati poco empatici e anche un po' controversi nelle emozioni e negli atteggiamenti, soprattutto, Milena. Nel romanzo afferma di essere diretta senza girare intorno alle cose, e mi aspettavo un carattere forte e deciso, invece l'ho trovata insicura e titubante. Così come non mi hanno affascinata gli altri personaggi a cui personalmente avrei dato più spazio, ho sempre avuto la sensazione che rimanessero delle figure ai margini della storia senza dare un'impronta decisa e forte, come ad esempio la figura del maresciallo che conduce le indagini, di cui non si capisce fino in fondo il suo carattere e se nasconde o meno qualcosa. Oppure la fiugra della mamma di Milena, nonché figlia di Michele e Eva, sappiamo che muore giovane e poi basta, altra figura evanescente che si perde tra le righe del romanzo.
Un'altra cosa che non mi ha convinta del tutto, è la costruzione del testo. Le basi e gli elementi sono gli stessi: due protagoniste legate o da un legame di sangue o da una passione reciproca, un viaggio temporale tra passato e presente, una morte misteriosa e una ricerca nel passato per comprendere e migliorare il presente. Elementi che rendono, almeno per me, la storia prevedibile, perdendo quel senso di unicità e pathos che ci si aspetta dal romanzo. Peccato perché, ripeto, il romanzo è piacevole, delicato e l'autrice sa affrontare molto bene i sentimenti e le emozioni dell'essere umano, eppure molte di queste, personalmente, le ho vissute in maniera prevedibile e poco emozionante.
Come sempre lascio a voi il piacere di scegliere, leggere e scoprire il testo.
Buona lettura.




(Marianna Di Bella)

giovedì 14 marzo 2019

Recensione: "Per amore" - Valérie Tong Cuong

libro, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, recensione, seconda guerra mondiale, famiglia, amore
Titolo: "Per amore"
Autrice: Valérie Tong Cuong
Editore: Adriano Salani Editore



 
Scegliere il silenzio...per amore.
Indossare una maschera...per amore.
Lasciare andare via...per amore.
Prendere decisioni incomprensibili e dolorose...per amore.
Cosa non si fa per proteggerlo e custodirlo?
Cosa si è capaci di fare pur di seguire e rincorrere quel sentimento immenso e appagante che ci lega alle persone che abbiamo accanto?
Tutto.
Quando si ama profondamente qualcuno, si farebbe di tutto pur di renderla felice, proteggendola dal mondo esterno e da noi stessi.
Ed è proprio l'amore il motore che alimenta e rende vivo questo romanzo. Il muro portante che dà vita e anima a una storia intensa, commovente, emozionante e meravigliosa.
Siamo a Le Havre, durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, la cittadina è il punto cruciale della lotta tra tedeschi, inglesi e francesi. Affacciandosi sul mare è un ottimo punto di snodo, approdo e contatto con la Gran Bretagna. Nel 1940 l'esercito francese cerca di difendere i propri confini ma è allo stremo delle sue forze, gli alleati sembrano non riuscire a fermare l'avanzata tedesca, e gli abitanti di Le Havre sono in balia di loro stessi, tra bombardamenti, tutela della propria cittadina e preoccupazione per se stessi e i familiari partiti per il fronte.
Il 10 giugno 1940, i cittadini sono costretti ad evacuare dalla città, e la fila interminabile di persone inizia a formarsi davanti ai traghetti, in attesa di lasciare il posto che li ha visti nascere, crescere e vivere serenamente. Tra questi poveri esuli, troviamo i nostri protagonisti, Émélie con i figli Lucie e Jean, insieme alla sorella Muguette e i nipoti Marline e Joseph. I rispettivi mariti stanno combattendo nell'esercito francese, e le due donne devono mettere al sicuro i propri figli, allontanandoli dal pericolo e dalla morte. Durante questa lunga traversata conosceremo i sei protagonisti, scoprendone i rispettivi caratteri, pregi e difetti, insicurezze e punti di forza. Ognuno di loro porta con sé un piccolo fagotto fatto di paure, speranze e anche una buona dose di silenzio, come la piccola Marline che da tempo non parla più con nessuno ad eccezione del fratello. La bambina si è ritirata nel suo piccolo guscio, scegliendo la via del silenzio dove custodire sofferenze, delusioni e dispiaceri.

Lei allora ha alzato gli occhi, senza muovere nessun altro muscolo, nemmeno un sopracciglio, era il suo modo di sorridere, sapeva accendere o spegnere la luce nei suoi occhi come si accende o si spegne una candela...”
(citazione tratta dal testo)

I tedeschi occupano la Normandia, e la Francia si arrende, firmando un armistizio, un atto di resa che permette ai cittadini di tornare a Le Havre, ritrovando una città distrutta, devastata, ma questo sarà solo l'inizio di un lungo percorso che li vedrà in balia di bombardamenti, fame, morte e miseria. Cinque anni in cui molte cose cambieranno, soprattutto, nell'animo dei nostri protagonisti che dovranno prendere decisioni importanti, spesso dolorose, per amore dei propri familiari. Ed è proprio seguendo il filo sottile dell'amore che scopriamo un romanzo emozionante e meraviglioso. Un testo che ho amato intensamente e che ha saputo toccare le corde della mia anima, senza cadere nella trappola dei sentimentalismi.
Valérie Tong Cuong ha scritto un testo che riesce a coniugare perfettamente la testimonianza storica e la finzione, creando un romanzo corale che sa afferrare l'attenzione del lettore per tutta la durata della lettura. Gli avvenimenti storici sono ben descritti e trattati con cura e attenzione. L'autrice ha riportato in superficie, dopo un lungo lavoro di ricerca, un episodio sconosciuto a molti, l'evacuazione dei bambini in Africa o altri paesi per metterli in salvo dai bombardamenti, evidenziando, nel romanzo, il senso di disperazione e dolore che si celano dietro le decisioni prese dai genitori, che per amore decidono di salvarli da morte e distruzione.
Tutti gli avvenimenti storici si amalgamano perfettamente all'interno della trama, narrati in maniera semplice e diretta, rendono la lettura scorrevole e appassionante.

Non c'era più dritto o rovescio, torto o ragione, buoni o cattivi: tutte queste cose erano scomparse nel frastuono della sconfitta.
D'ora in poi ci sarebbero state solo la vita e la morte.”
(citazione tratta dal testo)

Ogni capitolo è raccontato da una voce narrante diversa mostrandoci, in questo modo, non solo il loro diverso punto di vista, ma anche la verità che si nasconde dietro comportamenti e scelte incomprensibili agli altri familiari e spesso a noi lettori. Questo ci aiuta a comprendere meglio i sentimenti che si celano dietro ogni decisione presa, scoprendo la sensazione di vuoto e tristezza nel dover mentire alla propria famiglia per proteggerla dal nemico, il dolore atroce e inspiegabile di una madre che decide di lasciar andare i propri figli per proteggerli dalla morte e da se stessa, il rimorso nel desiderare con tutte le forze di vivere ogni istante della propria vita, cercando di sopravvivere alla guerra e alla distruzione. Evidenziare questi stati d'animo permette di creare un rapporto profondamente empatico con il lettore, aiutandolo a comprendere lo stato d'animo di ognuno di loro e l'amore che si nasconde dietro gesti apparentemente incomprensibili e situazioni pericolose.
L'autrice ha dato voce a ogni personaggio, donando a ognuno di loro una caratterialità ben definita e specifica, e una profonda introspezione psicologica.

La nostra famiglia sprofondava nella sconfitta e io ero impotente. Una cosa era lottare contro un nemico, contro le circostanze, un'altra era adattarsi al vuoto. Eravamo perduti, inermi nell'attesa di un ipotetico cambiamento, senza uno scopo, senza speranze per il futuro...”
(citazione tratta dal testo) 

Valérie Tong Cuong riesce a scavare in profondità nell'animo umano e nei sentimenti, portando in superficie non solo le debolezze, ma anche la speranza e la forza di ogni personaggio e avvenimento storico.

Non vergognarti di voler vivere, di cercare di proteggere chi ami, nessun altro lo farà per te.”
(citazione tratta dal testo) 

Questo romanzo è una saga familiare che prende vita e forza pagina dopo pagina, regalandoci un piccolo gioiellino che ho amato intensamente in ogni suo capitolo e personaggio.
Dove si nasconde l'amore nei tempi di guerra?
Nei silenzi di una bambina piccolissima.
Nel dolore di una mamma.
Nel cambiamento di un padre che cerca di proteggere la sua famiglia.
Nell'allegria di un adolescente che cerca di far sorridere la madre e la sorella.
Nell'istinto di sopravvivenza di una giovane ragazza.
Nell'amore profondo e intenso per la propria famiglia.
Seguite i protagonisti nelle loro vicende e scoprite con i vostri occhi dove si cela la bellezza di questo romanzo e l'amore in ogni sua forma.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

martedì 13 novembre 2018

Recensione: "Tra i segreti di Villa Aurelia" - Brunella Giovannini

romanzo, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, famiglia mistero
Titolo: Tra i segreti di Villa Aurelia
Autrice: Brunella Giovannini
Editore: Edizioni Leucotea



Incastonata tra le montagne dell'Alto Adige c'è una piccola e ridente cittadina. Qui vive Diana, la nostra protagonista, il suo palazzo si trova vicino al bosco e un senso di pace e tranquillità aleggia nell'aria, ma qualcosa la inquieta nel profondo. Una strana sensazione si è impossessata di lei e non sa bene da cosa possa dipendere. Un brutto presagio o sono solo cattivi pensieri?
La donna, originaria di Reggio Emilia, vive in Alto Adige da sei anni insieme ai suoi due figli: Cesare e Aurora. Il loro trasferimento, purtroppo, è stato doloroso e forzato da eventi inaspettati e pericolosi per la loro incolumità. La 'ndrangheta ha ucciso il marito di Diana e i suoi suoceri. Un attentato che ha colpito al cuore di questa famiglia, stravolgendone la vita e costringendoli a fuggire e vivere sotto copertura, lontana da qualsiasi contatto e conforto familiare.
Nel romanzo, Diana inizia a ripercorrere il proprio passato, da quando giovane insegnante lascia Reggio Emilia per andare a lavorare in Calabria, innamorandosi e sposandosi con Gaetano, il figlio del farmacista. Purtroppo la vita le giocherà un brutto scherzo, ritrovandosi vedova in giovane età e con due bambini piccoli da crescere e proteggere.
Tra un ricordo e l'altro, Brunella Giovannini ci svela una storia intensa, intrigante e misteriosa, perché tra le pagine del libro si cela, tra le altre cose, un mistero da svelare, legato a un vecchio baule e alcuni oggetti antichi. Per saperne di più non dovrete far altro che proseguire nella lettura, lasciandovi avvolgere dalla delicatezza narrativa dell'autrice che con sensibilità, eleganza e tatto riesce a raccontare tematiche serie e attuali, come ad es.: lo smaltimento illegale dei rifiuti, gli attentati, il terremoto,la vita sotto copertura ecc. passando da un avvenimento all'altro con delicatezza e attenzione. La sua scrittura è fluida, le parole sono semplici, dirette ed eleganti che sanno colpire al cuore del lettore, facendolo riflettere su alcune tematiche ma, soprattutto, sugli intrecci della vita.

...il tempo non è altro che una oscillazione infinita di cicli, grandi onde di energia che palpitano nell'universo, capaci durante il loro percorso, di creare un ponte tra passato e futuro.”
(citazione tratta dal testo)

È sempre un piacere leggere un libro di Brunella Giovannini, perché riesce a trasmettere serenità anche quando narra di avvenimenti intensi e dolorosi, regalando al lettore momenti di grande emozione e profonda riflessione. Questo è il secondo libro che leggo dell'autrice e anche questa volta è riuscita a catturarmi con il suo stile sereno e coinvolgente. La bellezza dei suoi romanzi è dato da quel filo di speranza che unisce i personaggi, la storia e le pagine del libro.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio l'autrice per la copia del libro.

martedì 27 febbraio 2018

Recensione: "Le stagioni di Laura" - Giuse Boni



Titolo: 
"Le stagioni di Laura"

Autrice:
Giuse Boni

Editore:
Casa Editrice Kimerik



Noi rappresentiamo la nostra famiglia. Siamo una diramazione delle loro radici, che continua ad esistere e andare avanti nel mondo, portando con noi i loro ricordi, il loro passato, le loro scelte. Quelle radici che spesso dimentichiamo di avere e da cui ci allontaniamo, perché vogliamo contraddistinguerci ed essere diversi, unici e speciali.
Fino a quando non ci rendiamo conto che per essere veramente noi stessi e capire chi siamo, dobbiamo voltarci indietro e osservare il passato, che inevitabilmente influenza le nostre scelte, il nostro carattere, il nostro essere.
Possiamo capire il presente solo se ci impegniamo a comprendere il passato e per capire la storia e la vita di Laura, non possiamo far altro che tornare indietro nel tempo e conoscere la sua famiglia d'origine. Una famiglia che ha segnato profondamente la vita della protagonista e del romanzo stesso.
Laura vive a Genova, ha due figli ed è sposata ad un uomo insoddisfatto di sé, della sua vita lavorativa e familiare. Un uomo irrequieto sentimentalmente e lavorativamente, tanto da portarlo a viaggiare spesso per lavoro, portando con sé la moglie e i figli, facendo conoscere loro altri paesi, altre culture e realtà sociali ecc.
Ma Laura è sensibile, orgogliosa, ha un forte senso della giustizia, ma è insoddisfatta, disillusa, malinconica e smarrita. La sua esistenza non è proprio come la desiderava, i sogni si sono infranti di fronte alla realtà della vita. Da piccola ha risentito della mancanza di affetto, coccole e tenerezze che la madre le ha negato, influenzando in questo modo la sua figura di donna.

Ma cosa leggi nei miei occhi, di me, della mia vita, chi sono e non quello che sembro, vedi il mare dei miei desideri, l'oceano nel quale mi piacerebbe vivere, libero da costrizioni, scevro di tutte le imposizioni sociali e morali nelle quali sono imprigionata?”

Per questo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e scoprire le sue radici, strettamente legate a quelle della famiglia Cossu, di origine sarda, costretta a emigrare a Genova per problemi economici e...da qui il romanzo inzia e prende vita.
Una saga familiare che ha il sapore dei racconti dei nonni, di storie lontane, fantastiche, storie di altre epoche. Amori, malattie, sofferenze, emigrazione, lavori, matrimoni sono gli ingredienti che, sapientemente mescolati, ci regalano un romanzo bello, intenso e delicato.
Pagina dopo pagina, l'autrice ci presenta tutti i componenti della famiglia Cossu, evidenziando le diverse personalità e l'evolversi della loro vita. Attraverso la narrazione semplice e delicata, ci permette di entrare in punta di piedi all'interno della famiglia e sentirci parte di essa, vivendo con emozione tutti gli avvenimenti che si susseguono via via negli anni.
Spesso la voce narrante cambia durante lo sviluppo della storia e questo confonde il lettore, perché non sempre riesce a individuare colui che sta parlando. Personalmente avrei dato delle indicazioni storiografiche precise, in modo da inserire la trama nel giusto contesto storico, per comprendere meglio la mentalità dell'epoca e dei rapporti familiari che si snodano nel romanzo.
Tutto ciò non toglie nulla all'intensità della storia, quindi prendete il libro, sedetevi e trovate una posizione comoda e poi perdetevi tra i ricordi della famiglia Cossu.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)