Titolo: "Quella metà di noi"
Autrice: Paola Cereda
Editore: Giulio Perrone Editore
Segreti.
Grandi
o piccoli.
Importanti
o superficiali.
Tutti
ne custodiamo almeno uno, nessuno escluso. Li teniamo nascosti in
un angolino sperduto della nostra mente, e li lasciamo lì a prendere
polvere, sperando di dimenticarli, perché rievocarli vorrebbe dire
rivivere quel senso di vergogna, imbarazzo o dolore che ci hanno
procurato.
Segreti
che potrebbero svelare una parte intima di noi stessi, mettendo a
nudo la nostra anima.
“Di
segreti di cui vergognarsi ne aveva uno soltanto che trattava al pari
di una brutta malattia, invisibile allo sguardo degli altri eppure
velenosa. Si vergognava ma non si sentiva in colpa, preda com'era
dell'euforia da appropriazione indebita che danno gli sbagli commessi
di nascosto e con piacere.”
(citazione
tratta dal testo)
Un
unico segreto che la protagonista di questo romanzo cerca di non
svelare a nessuno.
Un
unico segreto che, forse, potrebbe migliorare il dialogo con la
figlia, o almeno spiegare il perché di alcune scelte intraprese.
“I
segreti sono?
Spazi
di intimità da preservare, nascondigli per azioni incoerenti, fughe,
sguardi, libertà particolari, il trucco che nasconde l'evidenza,
pozze in cui saltare a piedi scalzi, regali senza mittente, errori,
vendette. Persone amate.
Chi
non ha qualcosa da nascondere, ha almeno una verità da raccontare.
E
la verità, a volte, è il più grande di tutti i segreti.”
(citazione
tratta dal testo)
Matilde
ha 65 anni, vive nella zona nord-est di Torino ed è un'ex insegnante
di sostegno delle elementari in pensione. È una donna posata,
tranquilla e la sua esistenza è sempre stata pacata, decorosa, senza
alcun eccesso o avvenimento particolare che possa aver scosso la sua
esistenza. È una donna apparentemente fragile, ma ha sempre lottato
e resistito alle avversità della vita, trovando i lati positivi
anche nelle situazioni più incerte, dolorose e difficili. Non si è
mai arresa, neanche quando ha dovuto cercare lavoro come assistente
familiare per integrare la sua pensione.
Perché?
Cosa le è accaduto? Beh il segreto che custodisce e non vuole
svelare, l'ha messa nella condizione di rivedere la sua tranquilla
vita da pensionata, trovando un lavoro fisicamente faticoso ma
umanamente intenso e istruttivo. Occuparsi dell'infermità fisica
dell'ingegnere Dutto, la pone di fronte alle problematiche della
vita, facendola riflettere sui rapporti familiari, di coppia, e su
quei segreti che vengono custoditi per proteggere e aiutare l'altro.
“...ci
sono segreti che sono gesti d'affetto.”
(citazione
tratta dal testo)
Difficilmente
un segreto rimane tale per sempre, perché nella vita di tutti, prima
o poi arriva un momento in cui si deve prendere coraggio e dare voce
a ciò che si custodisce da troppo tempo e che spesso ci tormenta e
soffoca l'anima. Arriva un momento in cui il confronto con se stessi
e gli altri è di vitale importanza e quando Emanuela, la figlia
della nostra protagonista, pretenderà da lei un aiuto economico,
perché lei è la madre ed esiste solo per aiutarla e soddisfare i
suoi bisogni...be' Matilde capirà che è arrivato il momento di
affrontare e fare i conti con qualcosa che ha taciuto per troppo
tempo...e da qui prende vita, anima e corpo il romanzo di Paola
Cereda. Un romanzo intimo, delicato, forte e vero, scritto in maniera
intensa ed emozionante.
L'autrice
riesce, non solo a dare voce al lato intimo e personale dei
personaggi, ma racconta e descrive la vita così com'è, senza filtri
o orpelli per abbellirla. Ne racconta le imperfezioni, le difficoltà,
la bellezza, i rimpianti, i momenti di felicità, le scelte giuste o
sbagliate. Intinge la sua penna nell'inchiostro della vita e
tratteggia scenari e panorami intensi facendoci riflettere sui
rapporti sociali e familiari, evidenziando i limiti dell'essere umano
e aiutandoci a trovare il coraggio di esprimere ciò che sentiamo e
chi siamo.
Paola
Cereda racconta la quotidianità, l'amore, il dolore. Racconta la
vita, fatta di scelte, luoghi, incontri, persone. Racconta quella
metà di noi che nessuno conosce e lo fa con uno stile narrativo
intimo e vero, attraverso una scrittura delicata e incisiva che sa
toccare le corde più profonde dell'anima e lo fa in maniera
credibile, coerente e aderente alla realtà, ad eccezione delle
figure della figlia e delle nipoti di Matilde che ho trovato
eccessive, odiose, sopra le righe e fin troppo forzate.
I
personaggi sono tutti ben descritti, delineati e approfonditi, anche
quelli che rimangono ai margini della storia o ne fanno fa sfondo e
ci regalano una visione completa e credibile del mondo della
protagonista.
Matilde,
naturalmente, oltre ad essere il personaggio principale è quello
meglio descritto ed emerge in maniera forte, nonostante il suo
carattere calmo e tranquillo. È una donna che cammina in punta di
piedi nella vita, come se avesse timore di dare fastidio o creare
problemi. Sempre attenta alle esigenze degli altri, ai loro
sentimenti e a quegli sguardi che sanno raccontare meglio di mille
parole.
“...regalare
a qualcuno uno sguardo attento, significa autorizzarlo
all'esistenza.”
(citazione
tratta dal testo)
Una
donna apparentemente fragile, la cui forza viene fuori piano piano
come il segreto che custodisce, svelandoci lentamente e dolcemente i
motivi delle sue scelte e quella metà di se stessa che nessuno
conosce, a parte lei.
“Si
chiese se ci fossero parole adatte a descrivere quella metà di noi
che non viene raccontata e che continua a esistere, nonostante
l'imbarazzo.”
(citazione
tratta dal testo)
Quella
metà di noi che a volte ci condanna e a volte ci salva...quella metà
che custodisce una parte importante del nostro essere...quella metà
di noi che vi consiglio di leggere, perché non farlo vorrebbe dire
privarvi della piacevolezza di un romanzo intimo e profondo. Vorrebbe
dire non conoscere una donna delicata e intensa e dei personaggi che
si intrecciano e combaciano come le tessere di un puzzle, mostrandoci
una vita quotidiana contemporanea e vera. Una vita fatta di amore,
dolore, coraggio...una vita...la nostra.
Buona
lettura!!
(Marianna Di Bella)
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