Titolo: Hans Mayer e la bambina ebrea
Autrice: Eleonora E. Spezzano
Editore: Bonfirraro Editore
Varsavia, 1941.
Hans Mayer è un giovane
ufficiale tedesco della Wermacht. Il suo lavoro consiste nel
raccogliere le denunce contro le famiglie ebree clandestine, trovarle
e arrestarle, portarle nel ghetto oppure sui treni per essere
deportate nei lager.
Il ragazzo è scorbutico e
intollerante a qualsiasi conversazione e non apprezza, in modo
particolare, i giovani soldati che considera freddi e senza cuore,
mentre lui non riesce più a gestire la tensione e i sentimenti
contrastanti che prova di fronte agli arresti e ai plotoni di
esecuzione. Sensazioni a cui non riesce a dare una giusta
collocazione e spiegazione, vive in costante squilibrio tra il
dovere di soldato che difende la patria e i suoi ideali che sono
stati repressi e soffocati a soli 19 anni, quando il padre lo
costringe ad arruolarsi nell'esercito tedesco. Pur rispettando la sua
patria, non approva completamente il modo di ragionare e le decisioni
prese dalla politica e dall'esercito nei confronti della comunità
ebraica.
Una sera, dopo l'ennessimo
arresto, trova Marie, una bambina ebrea di 3-4 anni, sola e in cerca
dei suoi genitori. Dove sono finiti? Sono stati arrestati? Com'è
riuscita, Marie, a sfuggire al controllo dell'esercito tedesco?
Hans vorrebbe consegnarla in
caserma ma qualcosa lo fa desistere, decidendo di ospitarla a casa
sua per la notte. Il ragazzo è colpito dalla bambina e questo lo
porterà ad affezionarsi e decidere di nasconderla in casa sua e
salvarla. Riuscirà nel suo intento?
Una cosa è certa, da questo
momento la storia prende corpo e il romanzo ha inizio in un
susseguirsi di riflessioni personali e intime di Hans, una serie di
fughe, e ricordi del passato che ci aiuteranno a comprendere meglio
il suo carattere e la sua vita, presentandoci un Hans completamente
diverso e con ideali opposti rispetto a quelli a cui è costretto a
seguire come ufficiale. Purtroppo, tutto questo non ha reso il
romanzo all'altezza delle mie aspettative, infatti, ho trovato molte
cose che non ho apprezzato, tollerato e discordanti con il periodo
storico trattato.
L'autrice, Eleonora E.
Spezzato ha solo 14 anni e ha affrontato un tema non facile da
gestire e raccontare. Ci tengo a precisare che, durante la lettura,
non mi sono lasciata influenzare dalla giovane età dell'autrice e mi
sono concentrata completamente sulla storia, lo stile, la costruzione
del romanzo, la credibilità della trama e l'aderenza alla realtà
dell'epoca. Gli elementi che sorreggono il romanzo ci sono ma, dal
mio punto di vista, sono stati sviluppati con leggerezza e in alcuni
punti anche in modo approssimativo.
Spiego meglio cosa non ho
apprezzato del testo.
Quando si decide di scrivere
un libro affrontando un periodo storico importante, ricco di
avvenimenti e dal forte impatto emotivo, occorre studiare il tema e
il contesto trattato in maniera approfondita e conoscere bene la
Storia, altrimenti si rischia di risultare poco credibile
nell'esposizione dei fatti e degli eventi. In questo caso molti
avvenimenti sono stati affrontati in maniera troppo leggera, spesso
sorvolando su alcune situazioni fondamentali per l'evolversi della
trama o risolvendo alcune questioni importanti con superficialità e
in maniera frettolosa. Ad esempio: può un ufficiale tedesco pensare
di nascondere una bambina ebrea senza avere un piano di azione e di
fuga nel caso in cui venga scoperto? Può un ufficiale della
Wermacht non conoscere i posti di blocchi posizionati dal suo
esercito? Può fuggire in Svizzera e nel giro di un anno diventare
cittadino svizzero, fare soldi e comprare subito casa? Non esisteva
la polizia di confine, i centri di detenzione o i campi dove venivano
tenuti prigionieri coloro che entravano in maniera clandestina e
senza alcun permesso?
Il romanzo è narrato in
prima persona e questo ci permette di comprendere meglio il
protagonista, conoscendo i suoi pensieri, le sue emozioni e i
tormenti che lo perseguitano, ma ho trovato il linguaggio nei
dialoghi troppo giovanile e moderno, non coerente con l'epoca e il
contesto storico.
Mi aspettavo un romanzo
incentrato principalmente sul rapporto tra un nazista e una bambina
ebrea, con tutte le problematiche che questo rapporto poteva portare
con sé, invece, c'è poca interazione tra i due protagonisti, ma il
rapporto si fa stretto e intenso in maniera frettolosa, quando in
realtà sappiamo che per poter instaurare un rapporto del genere
occore una conoscenza profonda, tempo e fiducia reciproca. La bambina
si affeziona subito e non sente mai la mancanza della mamma. Una
bambina ebrea costretta a fuggire, vivere nel terrore delle
persecuzioni e dell'odio riesce a vivere serena e tranquilla senza
riportare traumi psicologici. No. Non si può affrontare questo tipo
di emozioni e sensazioni in maniera superficiale, occorrono maturità
emotiva, un'esperienza di vita più ampia e uno studio più
approfondito sulle dinamiche della psicologia altrimenti si rischia
di creare un'immagine superficiale, stereotipata, e un romanzo
leggero e poco incisivo.
C'è una cosa che proprio
non ho tollerato: la battaglia con il cibo che avviene tra il
protagonista e Victoria. Non in un periodo di guerra, quando il cibo
era razionato e la gente aveva difficoltà a trovare qualcosa da
mangiare, dopo aver trascorso ore in fila davanti ai negozi per un
pezzo di pane o carne, che a malapena bastavano per un pranzo o una
cena.
Un romanzo con un tema così
importante, serio, drammatico non può affrontare alcune questioni
in maniera leggera, debole, senza pathos o intensità e senza uno
studio approfondito.
Eleonora E. Spezzano ha
buone potenzialità narrative, fantasia, creatività e forza di
volontà nell'affrontare un libro così impegnativo, ma è ancora
acerba nel tratteggiare le emozioni, la costruzione psicologica di
tutti i personaggi, i momenti drammatici, l'evolversi di alcuni
eventi e soluzioni e nell'affrontare alcuni tematiche. Sono convinta
che con gli anni imparerà a destreggiarsi tra tutti questi elementi,
trovando la giusta collocazione e la sua strada.
Come sempre vi ricordo che
questo è il mio personale punto di vista e lascio a voi il piacere
di scoprire la storia.
Buona lettura.
(Marianna Di Bella)
(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.
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