Titolo: Miss Miles
Autrice: Mary Taylor
Traduttrice: Alessandranna D'Auria
Editore: Darcy Edizioni
Il romanzo di oggi, ci
catapulterà indietro nel tempo, esattamente nel 1830 a Repton, un
piccolo villaggio situato nella regione dello Yorkshire. Il villaggio
è attraversato da un ruscello e da un lungo viale che rendono il
paesaggio tipico e caratteristico. La fabbrica, la chiesa, il
vicariato e il negozio di John Miles sono gli edifici di maggior
attrazione, e la vita sociale ruota intorno a questi edifici.
In questo piccolo villaggio,
apparentemente tranquillo, si stanno per incrociare le vite e i
destini di quattro donne. Quattro donne appartenenti a ceti sociali
diversi, con caratterialità ben distinte ma accomunate da un destino
avverso che le porterà a lottare per la propria sopravvivenza,
prendendo in mano le redini della propria esistenza e lottando contro
le convenzioni sociali e morali dell'epoca che consideravano la donna
poco e nulla, e solo in funzione di un marito o di un padre.
Sarah Miles è la
protagonista principale e il fulcro del romanzo. La ragazza è figlia
del negoziante John Miles, trascorre le giornate tra le pulizie di
casa e cantando con gli amici. È tranquilla e i suoi sogni sono
modesti, vorrebbe studiare, lavorare e farsi strada nella vita,
trovando il suo posto nel mondo. Seguire la sua storia ci permetterà
di comprendere meglio, non solo i suoi pensieri, ma anche la vita
dell'epoca. La vedremo crescere, maturare, trovare la sua strada
sempre accompagnata da due genitori presenti e attenti al buon nome
della figlia.
Maria Bell si è da poco
trasferita nel villaggio, dopo la morte di entrambi i gentori, e sa
che per sopravvivere deve lavorare. Decide così di trasferisi,
affittare una casa e insegnare alle signorine di Repton. La donna
dovrà affrontare molte problematiche, come ad esempio la solitudine,
la depressione, il poco lavoro e la fame, ma la donna è forte e non
si arrenderà tanto facilmente.
Trasferendosi a Repton,
Maria ha lasciato la sua migliore amica Dora Wells ad affrontare il
suo destino avverso e cattivo. La sua vita è segnata da
problematiche, disperazione, fame e povertà, dovrebbe cercare lavoro
ma materialmente non sa fare nulla o non vuole fare nulla?
E per finire conosceremo la
piccola Amelia Turner, cugina di Maria, appartenente a una famiglia
ricca che purtroppo cade in disgrazia e semi povertà. La ragazza
vorrebbe lavorare per risollevare le sorti familiari ma la morale di
quegli anni e l'opinione negativa della sua famiglia la faranno
desistere dal suo proposito, considerato poco giudizioso e
scellerato, rendendola insicura e sopraffatta alle decisioni degli
altri.
“Era questo il
destino delle donne? Non era altro che l'egoista crudeltà in fondo a
tutta l'attenzione profusa su di loro? Si ribellò profondamente
contro il suo destino. Da allora inanzi sospettò di tutti e non
credette più a nessuno. Si sarebbe irrigidita contro la regola, non
apertamente, ma costantemente.”
(citazione tratta dal testo)
Sarah, Maria, Dora e Amelia
vivranno sulla loro pelle le restrizioni dell'epoca, costrette a
rimettersi al volere e alle decisioni degli uomini e della famiglia
di appartenenza. Non hanno diritti, non possono decidere
autonomamente della propria vita, non possono studiare ed essere
indipendenti economicamente e intellettivamente.
Grazie alla penna di Mary
Taylor, avremo l'opportunità di segurie le storie delle quattro
donne durante l'arco della loro vita scoprendone pensieri, decisioni
e cambiamenti.
“Miss Miles” è l'unico
romanzo scritto dall'autrice e pubblicato nel 1890. È
considerato uno dei manifesti femministi dell'Ottocento e questa è
la prima pubblicazione in italiano, grazie al lavoro di traduzione di
Aessandranna D'Auria.
Mary
Taylor è stata, non solo la migliore amica di Charlotte Brönte, ma
una donna indipendente che non ha mai permesso che qualcuno la
ingabbiasse in un matrimonio non voluto. Ha scelto l'indipendenza,
viaggiando e lavorando in giro per il mondo.
Quest'unica
opera ha risentito dell'inesperienza letteraria e narrativa
dell'autrice, infatti, la lettura è difficile e faticosa, dovuta a
uno stile onnisciente che risulta spesso incomprensibile al lettore,
constringendolo a tornare più volte sugli stessi passaggi per
comprendere il significato delle descrizioni e dei dialoghi, che
risultano confusionari ed ermetici. Spesso non si capisce chi sta
parlando, e si avverte la netta sensazione che la scrittrice non si
preoccupa del lettore, lasciandolo all'oscuro delle sue intenzioni,
dando per scontati alcuni passaggi
Lo stile narrativo è
diretto, distaccato e secco, non si perde dietro sentimentalismi o
pietismi, anzi, l'autrice narra i fatti così come avvengono,
rendendo un quadro reale e veritiero della vita all'interno del
romanzo.
La lettura non è fluida e
spesso i personaggi si avvicendano e si alternano in maniera
incomprensibile, sembrano inseriti a forza all'interno della storia.
Le quattro donne sono ben costruite, ognuna con una sua
caratterialità ben definita, ma gli altri personaggi non sono
particolarmente delineati o evidenziati, non lasciano il segno e
molti di loro risultano essere ambigui e negativi.
La lettura di questo romanzo
non è semplice e sono convinta che molti desisteranno durante la
lettura, anch'io ho avuto la stessa sensazione, indecisa se
continuare o meno. La lettura difficile, incomprensibile e noiosa in
alcuni passaggi e l'inesperienza dell'autrice non hanno aiutato, e
devo essere sincera ho resistito per un solo motivo: la fotografia
reale dell'epoca. La fotografia sulla condizione sociale delle donne.
L'autrice, infatti, ci offre un quadro attento e preciso sulle
problematiche delle donne appartenenti a qualsiasi ceto sociale,
sulla loro mancanza di diritti, il divieto di frequentare la scuola
come gli uomini, la difficoltà nel lavorare e vivere autonomamente e
in funzione di un matrimonio. Una fotografia reale sull'annullamento
sociale e vitale delle donne, ostacolate e derise da uomini che le
considerano vuote e incapaci di qualsiasi cosa. Tutto questo mi ha
fatto desistere dal voler abbandonare la lettura e mi ha spinta a non
arrendermi di fronte alle difficolta e a scoprire una realtà molto
lontana dalla nostra. Ricordandoci quanto è importante lottare per i
propri diritti, per se stesse e la propria vita.
“Dopo tutto, la
nostra felicità è tutta nelle nostre mani. Ci serve poco. E non
dobbiamo permettere che le nostre menti rimuginino troppo sulla
possibilità che quel poco ci deluda. I pensieri vanno messi in atto
e basta. Quanto non ci resta niente da fare, dovremmo prepararci a
sfidare il destino.”
(citazione tratta dal testo)
Come sempre lascio a voi la
scelta di leggere o meno il testo, ricordandovi di non arrendervi
mai.
Buona lettura!!
(Marianna Di Bella)
(Gifted by) Ringrazio la traduttrice per la copia del libro.
(Gifted by) Ringrazio la traduttrice per la copia del libro.
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