lunedì 21 settembre 2020

Recensione: "Aspettami fino all'ultima pagina" - Sofía Rhei

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Titolo: Aspettami fino all'ultima pagina
Titolo Originale: Espérame en la última página
Autrice: Sofía Rhei
Editore: Newton Compton Editori



In un piccolo e accogliente appartamento parigino, vive Silvia, la protagonista di questo romanzo. La donna è sdraiata sul divano e pensa disperata agli ultimi tre anni della sua vita persi dietro un uomo che ha amato appassionatamente e con cui ha vissuto una relazione altalenante, fatta di momenti umilianti, tristi, solitari, ma anche felici e passionali. Una relazione che l'ha trasformata, cambiata nel profondo, rendendola insicura.

Sdraiata su quel divano, pensa a come, per l'ennesima volta, Alain l'abbia illusa, facendole credere che finalmente fosse arrivato il momento giusto per lasciare la moglie e vivere la loro relazione alla luce del sole, ma l'uomo, come al solito, si è vigliaccamente nascosto dietro bugie e fughe pur di non prendersi la responsabilità di dire la verità alla moglie e porre fine al matrimonio. L'unica a soffrire di questa situazione è Silvia, che si ritrova a piangere per un uomo che l'ha sempre e solo usata, modellandola a suo piacimento, cercandola nei ritagli di tempo, rendendola triste e insicura.

Gli hai dato il tuo tempo, il tuo affetto e il tuo entusiasmo. Non puoi permettergli di prendersi tutta la tua vita. Se gli dai tutto, ti concedi troppo e dopo rimani vuota.”

(citazione tratta dal testo)

Silvia non crede più in se stessa, ha messo in secondo piano la sua vita per dedicarsi ad Alain e questo le ha fatto perdere di vista i suoi sogni e la sua felicità. Ha bisogno di aiuto per ritrovare la giusta direzione, visione del mondo e di sé, per questo Isabel, la sua migliore amica, le consiglia di di andare da un terapeuta che possa aiutarla a ritrovare il giusto equilibro psicofisico. Un terapeuta alternativo che utilizza i libri come cura per lenire le sue sofferenze e che l'aiutino a leggere meglio se stessa, riportando alla luce la sua vera essenza.

Dopo molte indecisioni, Silvia accetta di prendere un appuntamento e...da qui inizierà il suo percorso di consapevolezza, accettazione e cambiamento. Un percorso difficile, perché gli ostacoli da affrontare saranno tanti, in particolare il ritorno di Alain.

Cosa succederà? Per saperne di più vi basterà continuare la lettura, io mi fermerò qui per due motivi: il primo è che non voglio anticiparvi nulla e secondo, perché il libro non mi è piaciuto.

La sinossi del romanzo promette una storia emozionante in cui la crescita personale, l'accettazione di sé avviene attraverso una terapia basata sul potere dei libri. Questo dovrebbe essere l'elemento portante su cui poggia tutta la struttura narrativa, invece, non è così perché i libri non sono posti al centro della trama, ma fanno da sfondo, messi in disparte per dare ampio spazio ai lunghi e noiosi pensieri della protagonista.

Silvia è una donna problematica e a volte contraddittoria, le cui paure ad andare oltre le prime conoscenze, la spinge a una relazione con un uomo sposato perché, inconsapevolmente, sa che non sarà mai libero per lei e per condividere un futuro insieme.

La vita offre tanti inizi affascinanti, esordi possibili di storie incredibilmente promettenti. Ma pochissimi di questi inizi si svilupperanno in una trama e ancor meno avranno un finale all'altezza. L'unico modo per guarire dagli inizi era trovare, o costruire, un proseguimento altrettanto accattivante. E questo poteva farlo soltanto il lettore, cioè lo spettatore della vita. Se stessa.”

(citazione tratta dal testo)

Sofía Rhei ha creato una trama banale, noiosa, con un finale che con lega con tutta la storia e che non ho apprezzato. La storia è piena di stereotipi, luoghi comuni, come ad esempio il classico triangolo amoroso “lui, lei e l'altra”, intrecciati in un rapporto altalenante in cui lui tratta l'amante come un oggetto, sottomettendola e cercandola a suo piacimento e lei che acconsente ai suoi comportamenti irrispettosi, con fare patetico e pedante.

Silvia, la protagonista, è noiosa, patetica, non ha amor proprio e impara poco dai suoi sbagli. Lei come gli altri personaggi sono poco costruiti, psicologicamente e caratterialmente. Le loro caratteristiche sono descritte sempre in modo approssimativo e mai in maniera esaustiva, così come le descrizioni di eventi, episodi o elementi che risultano superficiali e generici. L'autrice, ad esempio, non spiega alcuni passaggi e accenna ad alcune tematiche serie e importanti e non dedica il giusto spazio per approfondire in maniera adeguata determinati argomenti. Sono del parere che se si decide di scrivere di alcuni temi, ci deve essere anche una spiegazione seria e approfondita e non approssimativa e leggera.

I dialoghi sono superficiali e infantili, spesso sembra che siano due adolescenti a parlare e non due persone adulte.

«Non dimenticare il passato,, ma non permettere che ti faccia male. Trasformalo in saggezza, non in sofferenza. Non avere timore del futuro: “Sei lo specchio dei tuoi stati d'animo”»

(citazione tratta dal testo)

Un libro deludente da cui mi aspettavo molto, soprattutto, la parte riguardante l'uso dei libri come terapia per lenire le sofferenze del cuore e dell'anima. Una parte poco sviluppata e a cui è stata dedicato poco spazio e solo nella parte finale della storia.

Un libro che non ho apprezzato e che non rileggerei, ma lascio a voi decidere se leggerlo o meno.

Buona lettura!!



Marianna Di Bella

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