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giovedì 13 febbraio 2020

Recensione: "Mara. Una donna del Novecento" - Ritanna Armeni

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Titolo: "Mara. Una donna del Novecento"
Autrice: Ritanna Armeni
Editore: Ponte alle Grazie




Esistono storie poco conosciute che aspettano il momento opportuno per essere scoperte e portate alla luce. Storie di persone dimenticate tra le pagine dei libri, che hanno bisogno di tempo e studio per riemergere dai recessi della memoria storica per essere conosciute, comprese, rivalutate al di sopra di ogni giudizio o luogo comune.
Storie e persone che si incontrano e si intrecciano, non solo tra le pagine dei libri ma tra le maglie della vita, ricordandoci chi ha lottato con forza e tenacia per difendere i propri valori. Storie e persone che meritano di essere conosciute e ricordate, anche quando differiscono dai nostri ideali, dalle nostre opinioni personali e correnti politiche, perché il confronto con gli altri è necessario per aiutarci a comprendere meglio il passato, il presente e noi stessi. Permettendoci di affrontare la vita in maniera diversa, consapevoli del proprio passato storico e dei privilegi raggiunti, grazie ai sacrifici e alle lotte politiche intraprese da uomini e donne che credevano fortemente nei propri princìpi.
Se poi le protagoniste di queste storie sono donne, allora le loro gesta e le loro voci acquistano un'importanza e un peso determinante, per quanto riguarda i diritti raggiunti, e la nostra attenzione si deve fare più intensa e concentrata. Anche quando le battaglie per i propri diritti sono state intraprese da persone la cui corrente politica ha segnato in maniera negativa il nostro Paese. Correnti politiche che differiscono totalmente da quelle dell'autrice Ritanna Armeni che in questo nuovo testo prende in esame, analizza e affronta una figura femminile del Novecento fascista, esponendone i pensieri, gli ideali e i valori.
L'autrice è del parere che esiste una storia delle donne che si intreccia con quella degli uomini ma che non coincide mai in maniera perfetta, anzi, spesso viene lasciata in un angolo e dimenticata, ma in questo caso Ritanna Armeni ha cercato di farla riemergere dall'oblio della memoria, mettendo da parte i luoghi comuni e tutto ciò che la storia ci ha insegnato mostrando solo una parte della verità. L'autrice ha studiano, analizzato e messo da parte i cliché per far emergere figure femminili, anche contraddittorie, e in questo percorso ha creato Mara, la protagonista del libro.
Il romanzo inizia nel 1933, quando la ragazza ha solo 13 anni e Mussolini è nel pieno della sua potenza e fama politica. Mara vive a Roma con i genitori e due fratelli più piccoli. La sua famiglia non è ricca, ma guadagna quel poco che serve per vivere decentemente. La ragazza è una fervente fascista e ha una passione sfrenata per Mussolini, che considera un grande uomo, protettore degli italiani e delle donne.
La ragazza è giovane ma sa bene cosa vuole dalla sua vita, come ad esempio partecipare con entusiasmo ai sabati fascisti, dove può esprimere il suo fervore attraverso gli esercizi ginnici che esegue in maniera precisa e perfetta. Ama studiare e vorrebbe frequentare l'Università per diventare una scrittrice. Vuole essere libera di uscire quando vuole, recitare a teatro, tagliarsi i capelli secondo i suoi gusti e non chiedere ogni volta il permesso dei suoi genitori. Vorrebbe decidere autonomamente della sua vita, ma l'epoca e il contesto storico-culturale non le permettono questo privilegio, perché le donne erano considerate solo in funzione del loro ruolo di mogli e madri; non avevano privilegi o diritti, non potevano votare, esprimere liberamente il proprio pensiero, avere ruoli di prestigio in ambito lavorativo, potevano solo ambire a ruoli subalterni e sottomesse al marito che decideva anche per lei. È in questo quadro e contesto storico che Ritanna Armeni ha cercato di analizzare le figure femminili fasciste spogliandole di ogni luogo comune, e con uno sguardo il più neutrale possibile, tentando di comprendere il loro modo di pensare e l'ardore con cui idolatravano e amavano Benito Mussolini.

Il Duce ha dimostrato ancora una volta di meritare la nostra fiducia e il nostro amore. Sì proprio l'amore. Non si può non avere trasporto e un sentimento intenso di devozione per chi ci protegge, ci guida e ha così a cuore il nostro benessere e la nostra felicità.”
(citazione tratta dal testo)

L'autrice volge lo sguardo oltre gli stereotipi e le pagine di storia, che non hanno mai evidenziato queste figure, e le fa emergere in tutta la loro complessità. Si spoglia di ogni pregiudizio e studia, esamina, ricerca e analizza le loro figure, ove possibile, e crea un personaggio femminile che possa fare da intermediario e voce narrante tra la storia e noi lettori: Mara Carucci.
Attraverso il punto di vista di Mara ripercorreremo il periodo storico che va dal 1933 al 1946 ma, soprattutto, scopriremo i cambiamenti della figura femminile nel campo politico, in particolare in quello della corrente fascista.

Anche nei primi anni del fascismo c'è, quindi, chi rivendica l'autonomia femminile. Donne che vogliono partecipare alla vita pubblica e politica e non si vogliono limitare alla beneficenza e all'assistenza.”
(citazione tratta dal testo)

Cosa spingeva le donne fasciste ad amare e difendere la figura di Benito Mussolini?
Secondo Ritanna Armeni per comprendere questo aspetto occorre risalire al periodo del Risorgimento, quando la donna non aveva nessun diritto e non era minimamente considerata se non per il suo essere una brava casalinga, moglie obbediente e procreatrice...un fantasma fuori e dentro le mura domestiche. Con l'ascesa di Benito Mussolini, le donne fasciste, invece, si sentono protette, riconosciute e considerate, acquisendo più importanza e credibilità all'interno della sfera politica e sociale, perché l'uomo politico chiede loro, non solo di essere mogli e madri perfette, ma pronte a fare sacrifici per la Patria. Un sacrificio che le relega comunque in un ruolo marginale imposto dalle figure patriarcali dell'epoca. Un ruolo che continua a non godere del diritto di voto, di istruzione, della possibilità di lavorare nelle alte gerarchie, di decidere autonomamente ecc. Tutti elementi che ci aiutano a comprendere meglio la complessità delle battaglie femminili fasciste e del loro punto di vista politico, sociale, culturale ecc.

Di fronte alle loro storie – ne ho lette tante, tutte dolorose, drammatiche, ostinate - , ho provato sentimenti contrastanti. Finalmente non più vedove e madri colpite dalla guerra o ragazze in attesa di convenienti matrimoni. E neppure donne tranquille perché ignare. Che aspettavano inerti quel che sarebbe avvenuto. Guerriere, invece. Audaci e consapevoli fino in fondo. Disposte a morire per quello in cui credevano. Erano fasciste ma non corrispondevano ad alcun modello femminile sostenuto dal fascismo durante il ventennio.”
(citazione tratta dal testo)

L'autrice ha cercato di dare voce a queste donne mettendo da parte il proprio modo di pensare, spogliandosi temporaneamente della propria visione politica per cercare di immergersi e capire una corrente politica opposta per valori e ideali. Un lavoro complesso, difficile e delicato perché non è sempre facile rimanere neutrali e super partes, spesso si rischia di cadere nella trappola degli stereotipi emettendo giudizi personali che potrebbero influenzare la lettura e la comprensione del testo. Ritanna Armeni è riuscita, in maniera elegante e perfetta a mantenere la sua neutralità costruendo una storia coinvolgente, avvincente e bella. Una storia che ci fa completamente immergere in un periodo storico difficile e incomprensibile, creando una figura femminile interessante che cresce con il trascorrere degli anni, maturando non solo fisicamente ma anche intellettualmente, narrando gli avvenimenti storici e politici dell'epoca. Uno sguardo dapprima adolescenziale e poi sempre più maturo che la porterà a mettere in discussione alcune scelte politiche e di vita.
Il libro si divide su due piani narrativi diversi e complementari. Due voci narranti che si alternano tra un capitolo e l'altro, segnando il ritmo narrativo della trama: la voce narrante di Mara e quella di Ritanna Armeni.
Attraverso la voce di Mara, il romanzo prende vita e anima, narrando, non solo le vicende politiche dell'epoca ma anche la sua esistenza di giovane donna, con i suoi amori, sofferenze, sogni infranti ecc. Mentre la voce dell'autrice è di appoggio alla storia della ragazza, intervenendo e spiegando alcuni dati politici, documenti o presentando alcune figure femminili che hanno segnato quel periodo storico.
La lettura è scorrevole, piacevole, intrigante e l'alternarsi delle due voci narranti non crea disagi o difficoltà durante la lettura, al contrario aiuta il lettore a comprendere meglio alcune parti, lasciandolo riflettere su alcune questioni.
La scrittura è semplice, intensa, vera e arriva al cuore dei fatti e delle persone, coinvolgendole completamente. I personaggi sono tutti ben analizzati e descritti, ognuno con una personalità ben definita. I personaggi che emergono in maniera forte e preponderante sono Mara e Nadia, la sua migliore amica. Due ragazze accomunate dagli stessi ideali, dalla stessa fede politica ma diverse per carattere e modo di agire. Mara è più posata, riflessiva e costretta, dalle vicende della vita, a rinunciare ai suoi sogni, costringendola a crescere e diventare adulta prima del tempo, diventando più critica verso se stessa e il mondo esterno. Nadia, invece, è più passionale, combattiva e irruenta nelle sue idee politiche, infatti seguirà fino alla fine i suoi ideali, difendendoli fino allo stremo delle sue forze, negando spesso la realtà dei fatti, non vedendo gli errori e non accettando la sconfitta, scontrandosi in maniera forte e pesante con la realtà.
“Mara. Una donna del Novecento” è un libro che ho amato moltissimo, non solo perché apprezzo i testi e la scrittura di Ritanna Armeni, ma perché mi ha permesso di spogliarmi dei luoghi comuni, per immedesimarmi in ideali e valori opposti ai miei cercando di comprendere l'altro in ogni sua sfaccettatura.
Vi consiglio la lettura del libro? Assolutamente sì, perché per capire il presente occorre comprendere il passato e i suoi errori, e questo libro ci presenta una visione diversa e interessante. La lotta femminista va studiata a trecentosessanta gradi, analizzando e studiando tutte le forze politiche che hanno fatto la differenza, segnando dei piccoli passi in avanti verso i diritti, l'indipendenza, la libertà e l'accettazione di sé. Quindi non perdete tempo e immergetevi nel testo, lasciandovi guidare dalle voci forti, tenaci e determinate di Mara e Ritanna Armeni.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

mercoledì 13 novembre 2019

Recensione: "Little Big River" - Marisa Piccioli

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Titolo: "Little Big River"
Autrice: Marisa Piccioli
Editore: Giovane Holden Edizioni




La Seconda Guerra Mondiale ha rappresentato nel panorama mondiale e storico, un periodo estremamente violento, doloroso e di grandi stravolgimenti. Una guerra combattuta su più fronti, che ha visto impegnati soldati di tutto il mondo, intervenuti per riportare pace lì dove qualcuno, invece, ha seminato solo atrocità, morte e distruzione. Un conflitto che ha visto eventi intrecciarsi e concatenarsi, creando pagine su pagine di storia. Episodi ancora oggi sono poco conosciuti che piano piano riprendono vita grazie a storici e autori che decidono di far riemergere, attraverso libri, saggi e romanzi, avvenimenti e persone che rischierebbero di finire nell'oblio della memoria della storia.
Marisa Piccioli ha recuperato una parte di questa storia trasformandola in un romanzo in cui racconta le gesta dei partigiani e degli alleati anglo-americani giunti sull'Appennino tosco – emiliano per sferrare l'attacco e superare la Linea Gotica.
Attraverso documenti ufficiali e ricerche storiche, l'autrice ha narrato la situazione dell'Italia centrale e dell'esercito indiano, collocandolo e contestualizzandolo all'interno di un romanzo in cui sono presenti anche i partigiani e i civili che, con il loro aiuto, hanno sostenuto l'avanzata, lottando contro un nemico comune.
Gli Alleati giunti nella zona dell'Appennino tosco emiliano, trovarono una situazione territoriale completamente diversa da quella studiata sulle mappe: ponti distrutti dai tedeschi durante la ritirata, montagne difficili da superare, pioggia, fiumi esondati che bloccavano il passaggio delle jeep e dei rifornimenti, rallentando e ostacolando l'avanzata. Così, dopo una lunga riunione strategica tra le forze alleate, si decise che il compito dell'Ottava Divisione Indiana, insieme al supporto canadese e neozelandese, consistesse nel ricostruire le vie di collegamento per assicurare di nuovo il passaggio dei rifornimenti e dei mezzi di trasporto. Questo perché i sepoy, soldati semplici di fanteria, erano veloci, rapidi sulle montagne e dotati di iniziativa e capacità negli interventi sui campi di battaglia.

Ali e i suoi compagni si sentivano uniti e questo si avvertiva ogni volta nelle azioni militari. Avevano acquisito solidarietà e spirito di appartenenza alla squadra pronta in ogni momento, ma erano stanchi della guerra. Non vedevano l'ora di tornare a casa.”
(citazione tratta dal testo)

Nello stesso scenario di intervento dell'esercito indiano, c'erano anche i partigiani che con i loro attacchi e opere di sabotaggio ostacolarono le attività dei tedeschi.
Tra i partigiani della Brigata Garibaldi troviamo Andrea, il fidanzato di Anna, la protagonista del libro. Anna è una giovane ragazza che, prima della guerra, conduceva una vita tranquilla fatta di lavoro e uscite in compagnia delle amiche per andare a ballare o al cinema. Una vita semplice fatta di sogni, spezzati e interrotti da un conflitto atroce e crudele.

Quella sera fu importante per lei e la ricordò spesso quando i tempi divennero difficili. Quegli istanti di gioia, di serenità coinvolgevano tutti, niente di più importante per unire le persone e farle sentire vicine le une alle altre. Da quel momento si sarebbero sentiti chiamati in causa, responsabili gli uni per gli altri, pronti a intervenire nei momenti del bisogno, disposti a rischiare la propria vita per quella altrui.”
(citazione tratta dal testo)

In questo scenario si snoda il romanzo e la storia dei diversi protagonisti che la compongono.
Un romanzo breve che arricchisce la nostra conoscenza storica di un ulteriore tassello. Il libro si divide in quattro parti, ognuna dedicata a un personaggio o episodio storico. Nella prima parte, la protagonista è Anna che con la sua storia e il suo sostegno ai partigiani ci permette di comprendere meglio la situazione di quei luoghi. La seconda parte, invece, è dedicata all'esercito indiano, e qui la narrazione è più descrittiva e per me più interessante perché amo conoscere e scoprire ogni aspetto del secondo conflitto mondiale, arricchendo di ulteriori nozioni la mia conoscenza storica. Mentre nella terza e quarta parte vengono narrati i momenti della liberazione delle città e l'epilogo finale.
I capitoli sono brevi e la narrazione è stringata, telegrafica, spesso asettica, sembra quasi di leggere dei bollettini di guerra in cui vengono elencati avvenimenti senza alcun coinvolgimento emotivo e, sinceramente, mi aspettavo più empatia con i fatti narrati e i protagonisti, in particolare con Anna di cui avrei voluto conoscere meglio, e in maniera più approfondita, il suo lato emotivo, i suoi pensieri e le sue sensazioni.
Personalmente avrei dato più spazio agli avvenimenti riguardanti l'esercito indiano, per evidenziare il loro supporto militare, spiegando in maniera più approfondita i loro compiti, così come mi aspettavo un legame e un intreccio più consistente tra i vari protagonisti, invece, di sembrare storie a se stanti.
Dal punto di vista storico è estremamente interessante ma, a mio parere, manca di coinvolgimento empatico con il lettore e la storia.

Non è semplice per gli alleati, né per chi conosce queste zone. Noi ci spostiamo a piedi nei luoghi in cui siamo cresciuti e conosciamo ogni anfratto o grotta in cui nasconderci, ma ci sono bombardamenti continui e scontri armati che rendono difficile ogni movimento.”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura!



(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.