Titolo: "Il guardiano della collina dei ciliegi"
Autore: Franco Faggiani
Editore: Fazi Editore
Sulla costa nord del
Giappone è situato un piccolo villaggio flagellato, in inverno, dai
venti artici e dove si vive seguendo le regole della natura. Il
villaggio si chiama Rausu e per molti anni è rimasto incontaminato
dalla modernità, dall'inquinamento e dalla vita frenetica. La vita
ha un ritmo lento e cadenzato dalla natura e dalle sue stagioni.
Sulle sue alture è situato un luogo magico e sacro: la collina dei
ciliegi.
Gli Yamazakura sono ciliegi
selvatici di montagna resistenti al freddo e alla siccità. Sono
alberi longevi, ritenuti i gran sacerdoti degli alberi. Gli
Yamazakura hanno bisogno di dedizione, cura e attenzione perché
possano crescere in tutta la loro magnificenza, regalando ai
visitatori una vista spettacolare, soprattutto, durante il periodo
della fioritura. Su questa collina, in completo isolamento, vive il
guardiano dei ciliegi, colui che per anni si è preso cura degli
alberi, amandoli e proteggendoli dalle intemperie, dagli animali e da
qualsiasi altro fenomeno nocivo per la loro esistenza.
Yuki Kahida è il guardiano,
colui che dal 1915 al 1967 ha vissuto a stretto contatto con questi
gran sacerdoti. L'uomo ha vissuto, meditato, amato, sofferto e
riflettuto all'ombra delle loro chiome che l'hanno sempre protetto e
accompagnato nel suo percorso di vita. Ma l'uomo nasconde qualcosa
che non ha mai svelato a nessuno, nemmeno a sua moglie: la sua vera
identità.
Il suo vero nome è Shizo
Kanakuri, originario della città di Tanama, dell'isola di Kyushu,
Giappone. L'uomo ha lasciato la sua terra d'origine nel 1912 quando,
appena ventenne, partecipa alle Olimpiadi di Stoccolma,
rappresentando il suo paese nella maratona. Il ragazzo amava correre,
era il solo momento in cui si sentiva libero e felice. Libero di
essere se stesso. Libero di immergersi nella natura e non pensare a
nulla.
“...ero sempre dell'idea
che la corsa non fosse un motivo per competere con gli altri ma con
me stesso, che fosse un'occasione per conoscere sempre più a fondo
la natura e i paesaggi intorno e ritrovare la sintonia con i kami. La
corsa toglie di dosso tutto quello che è superfluo, mette a nudo,
evidenzia quello che si è capaci di fare in ogni momento in cui un
passo sopravanza l'altro. La corsa è crudele, non offre protezione.”
(citazione tratta dal testo)
Nel 1912, Shizo era un
semplice studente universitario, amante della natura, degli alberi,
della botanica, della corsa e costretto dal padre a studiare
economia. Una vita tranquilla, posata che cambia improvvisamente
quando all'università si accorgono del suo potenziale nella corsa e
viene scelto per rappresentare il suo paese nelle Olimpiadi. Il
Giappone e l'imperatore fanno grande affidamento su di lui, e questo
grava sulla sua anima semplice che non ha mai vissuto la corsa come
competizione, ma solo come un momento di felicità e libertà tutto
suo.
“Alla fine di
quell'incontro mi sentii sulle spalle il peso di un masso e dentro la
fragilità delle foglie quando l'autunno sta per cedere all'inverno.
Il fardello incominciò ben presto a incombere anche sulla mia anima.
Temevo che, come le foglie secche, anche lei si sarebbe sbriciolata.”
(citazione tratta dal testo)
Shizo non viene meno ai suoi
obblighi e partecipa alla gara ma...non arriverà mai alla fine della
corsa. Perché? Beh non è importante scoprire perché o cosa è
accaduto, ma come ha reagito a questa disfatta che negli anni ha
sempre considerato un'onta, un fallimento verso il suo paese. Una
mancanza di rispetto, di onore e lealtà che non ha saputo mantenere
nei confronti di se stesso e della sua nazione. Tutto questo lo fa
sentire fallito e l'unica cosa che vuole è sparire, rendersi
invisibile agli occhi del mondo perché ha disatteso le aspettative
dell'imperatore, di suo padre e del suo paese. Inizia così un
viaggio in cerca di un posto dove vivere ma, soprattutto, un viaggio
dentro se stesso.
Un viaggio che lo porterà
alla collina dei ciliegi, prendendosi cura di questi magnifici e
imponenti alberi sacri, vivendo con loro e per loro...per rendersi
conto che forse sono stati gli alberi a prendersi cura della sua
anima, imparando che non è disonorevole fuggire, ma restare immobili
e vedere la propria vita scorrere senza agire e fare qualcosa.
Imparando che una sconfitta non è necessariamente sinonimo di
fallimento, ma è solo un momento di stasi, un ostacolo da affrontare
lungo il percorso della nostra vita e che ci si può sempre rialzare
e ripartire per perseguire e raggiungere i propri obiettivi.
“La strada per trovare la
pace interiore era fatta di piccoli passi, non privi di invisibili
ostacoli su cui inciampare, di molte rinunce e di solitudine
assoluta.”
(citazione tratta dal testo)
Ognuno di noi reagisce agli
eventi della vita in maniera diversa, seguendo i propri tempi e
affrontandoli secondo la propria indole e caratterialità,
l'importante non è fermarsi ma imparare dagli eventi negativi per
rialzarsi e continuare a percorrere la propria strada, raggiungendo i
propri sogni, la propria meta, perché ciò che ci rende diversi
dagli altri non è la realizzazione di qualcosa ma cosa siamo
diventati e come abbiamo vissuto durante il percorso. E Shizo capirà
che la vita ha ancora in serbo delle sorprese e che il fallimento non
consiste nel non portare a termine la corsa, ma rialzarsi e
riprendere a correre. Correre verso il traguardo che non ha mai
raggiunto, tagliando la linea di arrivo dopo ben 54 anni. Correre per
ritrovare se stesso, l'amore per la corsa, per la natura e la vita.
Un amore che si respira a pieni polmoni in ogni pagina, frase e
parola scritta da Franco Faggiani che ci ha regalato un romanzo
intimo, delicato e riflessivo.
L'autore si è basato sulla
vera storia di Shizo Kanakuri e ha costruito la trama del romanzo,
usando la fantasia per creare un seguito diverso, ponendo al centro
l'uomo evidenziando il suo lato intimo e riflessivo.
La lettura è fluida,
piacevole, poetica e delicata. La prosa è elegante e le descrizioni
sono intense e particolareggiate, in grado di regalare al lettore,
non solo la sensazione di trovarsi immersi nell'animo del
protagonista, ma a stretto contatto con la natura, in un rapporto
sacro e di grande amore e rispetto.
La narrazione è in prima
persona e la voce narrante è quella di Shizo che con calma e
serenità ci accompagna all'interno dei suoi pensieri e del suo
travaglio interiore che ci permette di entrare in completa empatia
con lui comprendendone le sue azioni e i suoi pensieri. Un narrazione
che prende la forma di un diario intimo attraverso cui scopriamo un
animo sensibile, e dove spesso il silenzio è più significativo e
profondo di tante parole messe insieme.
Franco Faggiani ci prende
per mano e ci conduce all'interno di una cultura diversa dalla
nostra, dove valori come onore, lealtà e rispetto hanno un peso e
una valenza più profonda e sentita, facendoci immergere
nell'atmosfera più vera del Giappone evidenziando il travaglio
interiore del protagonista. Non è un romanzo tormentato o triste, al
contrario emergono la gioia di vivere, l'amore per la natura e la
sacralità degli alberi, la forza del silenzio, la riflessione e la
comprensione di determinati insegnamenti che ci ricordano che quando
accadono determinate situazioni non si può perdere tempo e dare la
colpa agli altri, ma occorre prendere coscienza che sbagliare fa
parte della vita e bisogna sempre rialzarsi con più forza e
determinazione.
“Il guardiano della
collina dei ciliegi” è un romanzo profondamente intimista, in
grado di regalare al lettore molti momenti di riflessione.
Siete pronti ad accompagnare
Shizo in questo percorso?
Siete pronti ad immergervi
nella natura e comprendere che occorre sempre rialzarsi e correre
verso i propri obiettivi? Sì?
Allora non mi resta che
augurarvi buona corsa e buona lettura e mi raccomando....non è mai
troppo tardi.
“Comincia dall'inizio e
vai avanti fino alla fine.”
(citazione tratta dal testo)
(Marianna Di Bella)
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