Titolo: La Strega
Titolo Originale: La Sorcière
Autrice: Marie NDiaye
Editore: Prehistorica Editore
Durante la lettura viviamo immersi in un altro mondo, lontani dalla realtà che ci circonda, assorbendo e percependo ogni emozione. Ci indigniamo, ci appassioniamo, ridiamo, piangiamo etc. Le emozioni ci attraversano lasciandoci, a seconda del libro, ricordi belli o brutti. Eh sì, perché alla fine della lettura, sappiamo con precisione se ci è piaciuto o meno e, soprattutto, cosa abbiamo apprezzato e cosa invece critichiamo della trama, della scrittura etc.
Altre volte, invece, ci troviamo in bilico, in uno stato di confusione totale in cui non riusciamo a capire cosa proviamo per quel particolare libro, e allora si affacciano una miriade di domande a cui cerchiamo di dare una risposta. Pensieri e quesiti che si ingarbugliano lasciandoci ancora più confusi e indecisi.
Quando ho letto “La Strega” di Marie Ndiaye mi sono trovata in questo stato di confusione totale. Chiudendo il libro mi sono chiesta: E quindi? Cosa voleva raccontare e comunicare la scrittrice con questa storia? Mi è piaciuto? Sì, no, forse? Perché?
Domande a cui non riuscivo a dare una risposta adeguata e concreta. Ho deciso, così, di utilizzare la confusione come punto di partenza per riflettere, in particolare, sul perché continuassi a pensare alla storia e ai personaggi.
Mi sono fermata, ho messo da parte il libro e ho lasciato che tutto ciò che stavo provando mi entrasse dentro per assorbirlo e metabolizzarlo. Ho lasciato trascorrere alcuni giorni dalla fine della lettura e poi ho trovato la mia risposta, quella che più mi rappresenta: dare semplicemente voce a ciò che mi era arrivato, a cosa avevo vissuto e percepito del romanzo e, soprattutto, cosa avevo apprezzato.
La protagonista del romanzo è Lucie, una donna francese della borghesia, fin qui tutto normale se non che la donna nasconde un segreto: è una strega. Possiede dei poteri di divinazione non particolarmente forti, lei attribuisce questa mancanza alla madre. Una strega molto forte che non ha mai perso troppo tempo ad insegnarli alla figlia. Lucie ha sempre avuto la sensazione che la mamma non si impegnasse più di tanto ad aiutarla a farli emergere e renderli più forti e intensi. Una mancanza che l'ha segnata.
Lei è fiera di essere una strega, per questo motivo ritiene importante tramandare i poteri anche alle sue due figlie gemelle e portare avanti la tradizione delle donne di famiglia.
“...cercavo di trasmettere loro l'indispensabile ma imperfetta potenza di cui erano sempre state dotate le donne della mia stirpe.”
(citazione tratta dal libro)
Quando le due ragazze compiono 12 anni, la donna decide di dare inizio al percorso formativo, impartendo le lezioni nello scantinato di casa, lontano dagli occhi del marito, che non apprezza questo lato misterioso e magico della moglie. Le ragazze imparano velocemente e con ottimi risultati, infatti, dopo soli 11 mesi acquisiscono la facoltà di leggere il passato e il futuro. Lucie è molto fiera di loro e spera che un giorno possano tramandare quest'arte alle loro figlie etc. ma le due ragazze sono disincantate, probabilmente troppo giovani per comprendere appieno i loro poteri. È pur vero che sono due ragazze pragmatiche, aride, egoiste, che amano vivere ad un livello economico più alto di quello che in realtà vive la famiglia.
Tra la donna e le figlie non c'è un dialogo profondo e costruttivo, si rende conto della loro personalità distaccata, fredda, boriosa ma non fa molto per cercare di cambiare le cose. Apprezza il loro potere e sembra concentrata solamente su quello, risultando passiva nei confronti della vita, di ciò che la circonda, delle amicizie, del marito, anche lui borioso, la tratta male, spesso umiliandola etc.
Questa sua passività, accondiscendenza e il non voler vedere fino in fondo le problematiche di chi la circonda, mi ha infastidita molto. Capisco la difficoltà nel gestire la sua vera identità, nascondendo la sua vera natura, il timore di essere scoperta e additata come diversa se non peggio, elementi che possono lacerare l'anima di una persona. Un problema particolarmente forte e sentito anche nell'epoca moderna dove ancora oggi si tende a giudicare, denigrare e punire chi è diverso. Ma nel caso specifico di Lucie è diverso, perché ciò che non ho sopportato è il suo carattere, il suo modo di relazionarsi e affrontare i problemi. Questo non mi ha permesso di creare con lei un legame empatico.
Ciò che invece ho apprezzato molto in questo romanzo sono le tematiche di fondo, quelle che secondo me sono le vere protagoniste e gli elementi da evidenziare. La condizione femminile, i rapporti genitoriali, liti familiari, abbandono, separazione, difficoltà di integrazione, accettazione del diverso. Tematiche che, sapientemente inserite in una narrazione semplice e scorrevole non risultano pedanti e noiose. Questa costruzione narrativa fa sì che questi temi entrino in profondità nel lettore, facendolo riflettere sulla società odierna e sull'alienazione dell'essere umano, sul bisogno di accettazione e sul rifiuto del diverso etichettandolo come “mostro”.
Il titolo “La strega” riassume tutto questo. Nel passato, le donne ritenute diverse, intellettualmente, professionalmente, culturalmente venivano additate come “streghe”, perché non si conformavano ai canoni dell'epoca e allora per non essere accusate di stregoneria o peggio si nascondevano, reprimendo la propria identità. Se analizziamo tutto questo all'interno di un contesto moderno ecco che riappaiono le stesse dinamiche, è vero non ci sono le accuse di stregoneria, ma l'isolamento, la prevaricazione, la non accettazione della diversità, l'indifferenza, hanno lo stesso potere distruttivo e di repressione dell'identità. Se poi accompagniamo il tutto aggiungendo la condizione femminile ecco che si inseriscono altre dinamiche che conosciamo benissimo: offese, violenze, tradimenti etc.
Tutte queste tematiche, più un pizzico di magia, rendono il romanzo particolare, interessante e ammaliante, perché nonostante la mia confusione durante la lettura, non riuscivo a smettere di leggere, come se il potere della narrazione e della condizione femminile e umana attirassero la mia curiosità e voglia di capire. Una volta terminata la lettura, mi sono presa del tempo per pensare e mi sono resa conto che, a distanza di giorni, la storia e alcune tematiche tornavano prepotentemente a bussare alla mia mente, ed è allora che le ho lasciate entrare, le ho ascoltate e mi sono resa conto che, quella che ritenevo una storia strana, incomprensibile, in realtà possiede una visione profonda e forte sulla società moderna.
Devo ringraziare la Casa Editrice Prehistorica Editore perché ancora una volta mi ha fatta uscire dalla mia comfort zone ponendomi di fronte un romanzo particolare e interessante. Un viaggio letterario che consiglio di provare, perché spesso serve mettersi in gioco e scoprire altre letture, altre visioni, altri pensieri.
Buona lettura.
Marianna Di Bella
(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro