mercoledì 11 dicembre 2024

Recensione: "L'ultima volta che siamo stati bambini" - Fabio Bartolomei

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 Titolo: L'ultima volta che siamo stati bambini

Autore: Fabio Bartolomei

Editore: Edizioni E/O



C'è un momento, nella vita di ognuno di noi, che segna il passaggio dall'infanzia all'età adulta. Un passaggio importante e spesso traumatico, perché porta con sé lo scontro con la realtà. Si cresce perdendo spontaneità, purezza, innocenza e tutto ciò che ci faceva sentire invincibili, speciali. Si smette di giocare, di fantasticare...si smette di essere bambini.

Ricordate quel momento? Ricordate l'ultima volta che siete stati bambini? Come vi siete sentiti, cosa avete vissuto e cosa avete perso?

I protagonisti di questo romanzo lo ricordano benissimo. Un momento che ha segnato le loro vite in maniera indelebile, e nel modo più traumatico che possano vivere dei semplici bambini.

Cosimo, Vanda, Riccardo e Italo sono i protagonisti di questo splendido e coinvolgente romanzo, ambientato a Roma durante la Seconda Guerra Mondiale.

È il 1943, l'Italia ha firmato l'armistizio, Roma è occupata dai nazisti e i nostri quattro protagonisti sono impegnati nei loro giochi. La guerra li ha uniti e legati in una profonda amicizia e in una complicità difficile da capire per gli adulti. Giocano con la spensieratezza dei bambini, ma consapevoli che ciò che sta accadendo intorno a loro è pericoloso.

Le loro voci risuonano nel quartiere, corrono, si nascondono e spesso “giocano alla guerra”. Imitano ciò che vedono fare dagli adulti, sognando di essere loro gli eroi, come il fratello di Italo, ferito in battaglia e considerato da tutti, o almeno dai suoi genitori, un eroe.

Guarda, sogna e distruggi tutto, questo stanno imparando.”

(citazione tratta dal libro)

Cosimo, Vanda, Riccardo e Italo sono diversi per carattere, storia personale, estrazione sociale, religione etc.

Cosimo ha nove anni e mezzo, vive con il nonno e Sebastiano, il fratellino piccolo. La mamma è morta e il padre è assente. Vanda, invece, è una bambina orfana e vive in un orfanotrofio gestito dalle suore. Ogni giorno si allontana di nascosto per giocare con i suoi amici. È intraprendente, coraggiosa e desidera tanto poter avere una famiglia. Italo, compagno di scuola di Cosimo, è figlio di un gerarca fascista che predilige il fratello maggiore. Il bambino sente questa mancanza e cerca in ogni modo di attirare l'attenzione del padre comportandosi da perfetto balilla, ma la complicità e l'amicizia che ha creato con i suoi amici, lo porteranno a vivere avventure incredibili e un affetto che il padre non sarà mai in grado di eguagliare e dare.

Infine, c'è Riccardo, un bambino ebreo che grazie alla suo carattere buono e generoso, si prende cura di loro senza essere troppo invadente o asfissiante. È attento e sempre presente quando hanno dei problemi o sono in punizione. Nell'ottobre del 1943, Riccardo sparisce misteriosamente con i suoi genitori, lasciando casa e negozio. Cosa è accaduto? I bambini sono preoccupati, non sanno darsi una spiegazione plausibile, fino a quando non scoprono che i tedeschi li hanno portati via con il treno.

Noi lettori sappiamo cosa è avvenuto. Conosciamo la storia del rastrellamento del ghetto di Roma, sappiamo come è avvenuto e quali sono stati gli effetti. Ma mettiamoci per un attimo nei panni di tre bambini che non sanno nulla se non ciò che vivono, vedono e sentono dagli adulti. Non sanno nulla della Storia, perché la stanno vivendo. Non sanno nulla dei rastrellamenti o dei lager, ciò che per loro è importante è riavere Riccardo. Con il coraggio e l'intraprendenza della loro età, decidono di partire per liberare il loro amico e riportarlo a casa.

Inizia così la loro avventura...il viaggio che li segnerà per tutta la vita portandoli a scoprire un mondo più grande di loro e più pericoloso, scontrandosi con la dura realtà di quegli anni. Conosceranno e vedranno fame, miseria, morte e violenza, ma continueranno ad andare avanti anche quando il desiderio di tornare al sicuro nelle loro case e nei loro letti sarà forte e insistente. Andranno avanti sostenuti da una forza immensa: l'affetto per il loro amico.

Un viaggio che anche noi lettori intraprenderemo con loro, accompagnandoli in ogni passo e disavventura, sostenendoli nei momenti di sconforto e ridendo per le disavventure spesso divertenti e irriverenti, riportandoci indietro nel tempo...alla nostra infanzia. Quando giocavamo liberi, convinti di poter fare tutto, superare qualsiasi ostacolo. Appoggiati e sostenuti dai nostri amici con in quali intraprendevamo avventure per noi indimenticabili.

Leggere il libro è un tornare indietro, alla nostra infanzia e a una Storia che pur non avendo vissuto conosciamo benissimo. Un viaggio che vi consiglio di fare perché sarà emozionante e intenso. Questo romanzo è bello, commovente, divertente. Una lettura che si fa amare sin dalla prima pagina e che difficilmente si riesce a dimenticare. Cosimo, Italo, Vanda e Riccardo, entrano nelle nostre vite ognuno in maniera diversa a seconda del loro carattere, ma tutti, a fine lettura, lasceranno un segno indelebile nel nostro cuore. È impossibile non affezionarsi a loro, in tutte le loro sfaccettature.

Fabio Bartolomei ha costruito molto bene i personaggi, ognuno di loro è ben caratterizzato, credibile e non stereotipato. Purtroppo, in alcuni romanzi, capita di trovare dei bambini descritti in maniera superficiale, con pensieri e comportamenti incoerenti con la loro età anagrafica e spesso il risultato è esagerato, al punto da diventare delle macchiette. Fortunatamente in questo caso non avviene, perché le loro azioni e i loro pensieri sono congruenti alla loro età e al contesto storico. L'autore ci fa entrare nelle loro vite e ci fa vedere la storia attraverso i loro occhi, vivendo in prima persona la loro temerarietà, la paura, lo sconforto, il dolore. Ci mostra il momento in cui la loro innocenza si scontra con la dura realtà, comprendendo quanto la vita vera sia dura e spietata. Avvertendo indistintamente il rumore dei loro sogni infranti, ogni piccolo pezzo che si rompe e cade di fronte alla vastità del mondo e della sua malvagità.

Ho amato questo romanzo e i suoi protagonisti, in particolare Italo. L'ho amato istantaneamente, sia nel film che nel libro, il suo desiderio di sentirsi amato e visto da un padre indifferente, è preponderante. È un bambino che imita il padre per compiacerlo, ma le sue azioni e i suoi gesti, invece, dimostrano quanto siano distanti da tutti gli ideali in cui crede il genitore. Un bambino alla sola ricerca di amore e affetto. Nel film e nel libro si evince tutto questo in maniera semplice e diretta. Sì, avete letto bene, esiste anche una versione cinematografica e devo confessare che ho saputo dell'esistenza di questo testo grazie alla visione del film. Naturalmente ci sono delle differenze narrative, ma la storia rimane pressoché fedele al testo scritto, il finale è un pochino diverso ma è comunque commovente. Ho pianto in entrambi i casi, anche se a onor del vero, è stato più emozionante il finale del film, ma questo non pregiudica la mia predilezione per questa storia. L'ho amata in ogni sua sfaccettatura e la consiglio vivamente. Spesso le cose apparentemente più semplici e, in alcuni, punti più leggere risultano essere quelle più coinvolgenti, profonde ed emozionanti e questo testo è così, intenso nella sua leggerezza. Le storie più semplici sono quelle in grado di colpire dritte al cuore, senza paroloni o scene eclatanti; colpiscono duro in quella parte più delicata della nostra anima, lasciandoci a terra senza fiato ma consapevoli di avere ancora molto su cui riflettere.



Marianna Di Bella

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