giovedì 31 gennaio 2019

Recensione: "La figlia del mercante di fiori" - Kayte Nunn

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Titolo: "La figlia del mercante di fiori"
Autrice: Kayte Nunn
Editore: Newton Compton Editori



La vita ha uno strano modo di comunicare con noi e di impartirci lezioni importanti. Mentre noi siamo impegnati a vivere, lei rimane seduta in disparte a osservare mentre commettiamo sbagli, ridiamo, soffriamo, piangiamo o ci innamoriamo.
Ci lascia liberi di provare e capire noi stessi e il mondo che ci circonda. Ci lascia liberi di sperimentare, come una mamma attenta a lasciare il giusto spazio di indipendenza ai propri figli, ma quando meno ce l'aspettiamo, quando pensiamo che non ci sia più nulla che possa sorprenderci e impressionarci ecco che, dispettosamente, lascia segnali e messaggi importanti che in pochi secondi stravolgono la tranquillità della nostra esistenza. Messaggi in grado di far riaffiorare un passato che abbiamo volutamente dimenticato in un angolo della nostra anima o più semplicemente non conoscevamo. Lettere, foto, cassette ecc. piccoli oggetti che accendono la curiosità e richiamano voci lontane del passato. Voci che aspettano di essere trovate per acquisire forza e iniziare, così, a raccontare...cosa? Dipende dalla persona che le trova, Anna Jenkins, ad esempio, non sa che la sua vita sta per cambiare profondamente.
Anna vive in Australia, è laureata in botanica e ama prendersi cura delle piante e dei giardini degli altri. Da qualche mese, ha perso la nonna materna ed è convinta che la vita non le possa regalare ulteriori gioie e sorprese.
A causa di un evento traumatico del suo passato che l'ha segnata profondamente, la ragazza si è chiusa in se stessa, lasciando al dolore il potere di influenzare il suo rapporto con gli altri e con il mondo. Ha preferito rimanere ferma e immobile, piuttosto che affrontarlo e superarlo definitivamente.

“Non puoi tagliarti completamente fuori dal mondo, altrimenti ti dimenticherai di vivere.”
(citazione tratta dal libro)

Anna non dimenticherà di tornare a vivere, perché qualcosa l'aiuterà a ritrovare la forza per uscire dal suo guscio e a vivere pienamente la sua esistenza. Cosa? Presto detto, durante i lavori di restauro della casa della nonna, in un'intercapedine del muro, vengono trovati alcuni oggetti che l'aiuteranno a ritrovare se stessa e la sua famiglia. Un diario e una scatola finemente incisa accenderanno la sua curiosità, portandola a scoprire un album da disegno prezioso che raccoglie immagini di piante esotiche realizzati con grande maestria.
Chi ha realizzato quei disegni? A chi appartiene il diario?

“Era forse possibile che anche quel diario rappresentasse un legame col suo passato, che fosse una voce che aveva un messaggio per lei...”
(citazione tratta dal libro)

Appena inizia a sfogliare l'album e il diario, la ragazza viene investita dalle voci del passato che iniziano a raccontare qualcosa di magico ed emozionante. Una storia misteriosa legata a una giovane donna vissuta in Inghilterra alla fine dell'Ottocento, che intraprese un lunghissimo viaggio in nave per raggiungere l'America Latina per trovare una pianta rara e pericolosa: la tromba del diavolo.
Lei è Elizabeth Trebithick, figlia del noto cercatore di piante John Trebithick. La ragazza è forte, determinata, coraggiosa e intrepida. Ha voglia di viaggiare, vedere il mondo e non vuole sposarsi per diventare la schiava di un uomo che non rispetta le sue attitudini e la sua indipendenza. Ha una particolare predisposizione nel disegnare e raffigurare le piante nei minimi particolari, attitudine acquisita negli anni aiutando il padre nel catalogare e conoscere le piante.
Il viaggio in America Latina rappresenta per lei la svolta per realizzare il suo sogno, viaggiare ed esaudire l'ultimo desiderio del padre.
Riuscirà Elizabeth a trovare la tromba del diavolo? A chi appartiene il diario? A voi scoprirlo, continuando la lettura e il viaggio tra le pagine del libro.
Kayte Nunn ha creato una storia non propriamente originale, ma la bellezza del romanzo è tutta nelle descrizioni di paesaggi e piante che rendono vivide e reali le immagini. Sembra quasi di vedere i meravigliosi panorami, respirando i profumi di terre lontane e fiori di rara bellezza. La ricerca di piante e fiori rari ci permette di conoscere e approfondire le minime conoscenze botaniche che abbiamo, immergendoci in un mondo sconosciuto ed estremamente affascinante.
La narrazione è fluida e scorrevole, costruita su due piani temporali che si alternano durante la lettura, creando curiosità per il continuo degli avvenimenti.
Le due protagoniste sono descritte bene, ognuna con un carattere ben definito. Diverse ma unite dall'amore per le piante e la natura che le circonda.
Il romanzo perde un po' di carattere quando ci addentriamo nella storia di Elizabeth, una donna che ha tutte le caratteristiche per essere un personaggio forte e determinato ad essere indipendente, ma che alla fine si trasforma in un personaggio banale che cede al fascino dell'uomo esotico, trasformando la sua storia in una semplice e scontata storia d'amore.
Il personaggio di Anna, al contrario, parte in maniera lenta, crescendo pagina dopo pagina. Da piccolo uccellino spaventato e ferito, spesso apatico nei confronti della vita, acquisterà forza e determinazione e quel briciolo di coraggio per riprendere in mano la sua vita.
Un romanzo leggero e carino che però non è riuscito a conquistare pienamente il mio cuore. Ad eccezione delle descrizioni, la trama mi ha lasciata spesso confusa e disorientata da alcuni passaggi superficiali che fanno perdere incisività alla narrazione. Il personaggio di Elizabeth è quello che più mi ha deluso, mi sarei aspettata da lei grandi avventure e scoperte, considerato i presupposti di voler diventare una donna indipendente, decisa a viaggiare e scoprire il mondo, ma così non è stato. Peccato.

“...il cuore non sceglie la sua strada e ignora ferocemente tutto il resto. L'amore non rispetta le intenzioni, né i confini, né in continenti, né i desideri...”
(citazione tratta dal libro)


Come sempre lascio a voi la scelta e il piacere di scoprire la storia.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

martedì 29 gennaio 2019

Recensione: "Accendimi" - Marco Presta


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Titolo: "Accendimi"

Autore: Marco Presta

Editore: Einaudi






Vivere, giorno dopo giorno, ripetendo sempre gli stessi gesti, seguendo la monotonia del lavoro, dello studio, della famiglia. Una vita segnata dalla ripetitività delle cose, ingabbiati nell'insoddisfazione e nell'apatia esistenziale. Si rimane fermi, come in attesa di qualcosa o qualcuno che ci scuoti da questa monotonia dietro cui ci siamo trincerati, per paura di stravolgere la nostra vita e afferrare i nostri sogni. Trovare, finalmente, quel coraggio che abbiamo perso, per vivere seguendo i nostri desideri, le nostre inclinazioni ma, soprattutto, per essere felici.

...il rimanere a galla non è mai una certezza, ma l'alternativa al colare a picco.”
(citazione tratta dal libro)

Caterina, la protagonista di questo romanzo, è una giovane donna che fa un lavoro che ama profondamente: la pasticcera. Un lavoro appagante e fantasioso, attraverso cui riesce ad esprimere i suoi stati d'animo.
La sua vita è tranquilla e ordinata, ha un lavoro che le piace, è in buona salute, non ha gravi problemi che la tengono sveglia la notte, ha un fidanzato che si prende cura di lei ma...ma è tutta apparenza, perché se solleviamo quel sottile strato di zucchero a velo, ci renderemo conto che la donna non è felice e vive passivamente una vita che non la stimola, accanto a un uomo che non accende nessuna scintilla in lei. Caterina sogna qualcuno che finalmente riesca a comprenderla fin nelle profondità della sua anima addormenta, risvegliandola da un torpore durato troppo a lungo.

...una donna sui quarant'anni, con i capelli di un castano ancora sincero, qualche ruga di troppo intorno agli occhi e un corpo asciutto, elegante: un clavicembalo in attesa da molte stagioni che un musicista capace lo accordi.”
(citazione tratta dal libro)

O forse, qualcuno già esiste. È solo una voce calda e profonda che prende vita da una radio e sembra comprenderla meglio di chiunque altro. La aiuta, la sostiene, sembra che tutto ciò che dica sia rivolto proprio a lei...un momento, quella voce parla con lei. Cosa sta succedendo? Chi si nasconde dietro questa voce? È uno scherzo? È frutto della sua fantasia? È magia o pura realtà? Difficile spiegarlo in due parole, così vi lascerò continuare la lettura del libro in tutta tranquillità ma, devo essere assolutamente sincera con voi, questo libro mi ha profondamente delusa.
Ho scelto il libro attratta dalla trama che mi aveva favorevolmente colpita. Adoro i romanzi dove le protagoniste attraversano un percorso di cambiamento e riscoperta di sé, invece, mi sono ritrovata una storia che ho trovato noiosa e monotona, ad eccezione di frasi ironiche e sarcastiche che donano un po' di pepe e vitalità alla trama.
Il romanzo è scritto bene ma la storia rimane comunque piatta e monotona come la protagonista, che avrei voluto scuotere per svegliarla dal torpore e dalla passività esistenziale dietro cui si è nascosta, soprattutto verso quei personaggi meschini che la circondano e a cui sembra soccombere.
Una storia che nonostante la voglia di scappare ed emergere dal grigiore emotivo, rimane impantanata nella monotonia. Peccato.
Lascio comunque a voi il piacere di scoprire il libro e la trama, chissà che non vi regali emozioni sovvertendo il mio modesto parere personale.

Ripensò alla vita che le era stata data, a come s'era svolta fino a quel momento, identica a quella di chissà quante altre persone eppure unica, perché era la sua.
Rivide tutti i suoi abbagli, gli errori madornali, i palazzi che aveva cominciato a costruire senza terminarli, lasciandosi alle spalle un bel po' di calcinacci, le speranze andate deluse, le attese che non l'avevano portata a nulla.
Poi si scrollò e vide anche i piccoli successi che aveva ottenuto, le amicizie sincere, il piacere che le dava tutti i giorni il suo lavoro.
Accese la radio.
Sorrise alle prime note della canzone, quanto sentì che una persona può cambiarti la vita con un gesto della sua mano.”
(citazione tratta dal libro)


Buona lettura!!


(Marianna Di Bella)

domenica 27 gennaio 2019

Recensione: "Ballando ad Auschwitz" - Paul Glaser

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Titolo: "Ballando ad Auschwitz"
Autore: Paul Glaser
Editore: Bompiani




Segreti. Silenzi. Dolore. Tradimento. Allegria. Vivacità. Forza.
VITA.
Sì, vita. Ogni pagina trasuda voglia di vivere nonostante il tema e il periodo storico trattato.
A dispetto di quello che possiate pensare leggendo il titolo, questo libro, non è il solito testo che affronta il tema dell'Olocausto. Semplicemente perché ritengo che in ogni libro, che tratti tale argomento, sia nascosta la vita unica e irripetibile di chi ha vissuto sulla sua pelle questa immane tragedia.
In questo senso, “Ballando ad Auschwitz” è unico e irripetibile.
Prendete tra le mani il libro, tenetelo tra le braccia per un po' come fosse un bambino piccolo, poi accomodatevi tranquilli e quando vi sentite pronti, apritelo. Immergetevi nella lettura, lasciate scorrere le parole, osservate attentamente le fotografie che accompagnano la storia. Lasciatevi prendere per mano da Rosie e da suo nipote Paul, fatevi guidare in questo lungo viaggio fatto di dolore, morte, sofferenza, vita, amore, vivacità, musica, ballo. Avrete l'onore e il piacere di conoscere una donna forte e caparbia; una donna che ha lottato strenuamente per sopravvivere ai campi di sterminio e vivere appieno la sua vita, nonostante tutto e tutti.
Rosie, appartenente a una famiglia ebrea non praticante, è per quei tempi una ragazza anticonformista, ma soprattutto vivace, allegra, innamorata della vita, della musica e del ballo. Dopo la morte del suo compagno, un dolore grande per una ragazza così giovane, conosce il futuro marito, insegnante di ballo che la convincerà a insegnare insieme a lui aprendo una scuola. Sono gli anni dell'avvento del nazismo, anni in cui gradualmente iniziano le restrizioni per gli ebrei fino allo scoppio della seconda guerra mondiale con le persecuzioni, gli arresti e le deportazioni nei lager. Rosie non si spaventa, non si arrende alle restrizioni e continua a insegnare, nonostante i divieti, creando una scuola di ballo nell'attico dei suoi genitori. Verrà tradita, arrestata e deportata nei campi di concentramento. Subirà, come tutti, violenza psicologica, fisica, esperimenti di laboratorio ecc., l'unica differenza tra gli altri è che lei nonostante tutto è determinata a sopravvivere, utilizzando qualsiasi mezzo a disposizione, astuzia, vivacità, intraprendenza, passione per il ballo e il canto, capacità seduttive. Lo so, molti di voi li immagino già storcere il naso, ma fatevi un esame di coscienza e ponetevi una sola e unica domanda “Chi siamo noi per giudicare?”, mettetevi per un secondo nei suoi panni e poi ditemi se avreste fatto diversamente.
Sua cugina Suzy, una sopravvissuta anche lei, parlando con Paul, dice una cosa importante:

Ma chi sono io per giudicare? Rosie è sopravvissuta a quell'inferno e questa è l'unica cosa che conta.” 
(citazione tratta dal libro) 

Continua, dicendo:

Poco dopo la guerra, (…) le cose erano ancora bianche o nere, le sfumature non erano contemplate, e se avevi collaborato con i tedeschi era male. Andare a letto con un tedesco era senza dubbio male. Ma bisognava sapere come stavano davvero le cose in un campo di concentramento. Se volevi sopravvivere non bastava un po' di fortuna...”.
(citazione tratta dal libro) 

Rosi non si è aggrappata alla fortuna, ha fatto in modo di creare le situazioni necessarie per poter sopravvivere a qualsiasi costo e ce l'ha fatta.
Una donna che ha vissuto fino alla fine dei suoi giorni con coraggio e determinazione a non farsi piegare, ritornando nei luoghi di sofferenza, denunciando i suoi traditori. Ha raccolto foto, lettere scritte in quel periodo e ha raccontato tutto su un diario.
Suo nipote Paul ha scoperto in tarda età le sue origini ebraiche, la storia della sua famiglia, la conoscenza e la vita di questa zia forte e coraggiosa. Un segreto celatogli per preservarlo dai dolori e dalle sofferenze patite da suo padre e dagli altri familiari. Ha raccolto il materiale e ha regalato a noi lettori questa storia straordinaria. Un regalo che io porterò sempre con me, ricordandomi di non arrendermi, di lottare per quello che desidero ma soprattutto di non sopravvivere in questa vita...bisogna VIVERE, perché la vita che ci è stata donata è una, sola, unica e irripetibile.
Leggetelo, non ve ne pentirete, se per caso avete ancora qualche dubbio, vi lascio un pensiero di Rosie:

Dall'inizio della mia nuova vita qui in Svezia, ho sempre firmato le mie lettere Rosie, come facevo prima. Ma con una differenza. Nella R di Rosie e del mio vero nome Rosita disegnavo una faccina sorridente, che sorrideva alla vita. Una risposta a quelli che volevano intimidirmi, spezzarmi. Non ci sono riusciti.”
 (citazione tratta dal libro)

Buona lettura e Buona Vita!



(Marianna Di Bella)