venerdì 8 giugno 2018

Recensione: "Agnese, una Visconti" - Adriana Assini

libro, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, romanzo storico

Titolo: "Agnese, una Visconti"

Autrice: Adriana Assini

Editore: Scrittura & Scritture



Anno 1380.
Anno bisestile foriero di cambiamenti politici, sventure, intrighi e nuove minacce.
I due papi in carica, sono in continuo litigio, provocando guai e scompiglio.
La Francia è in lutto, perché ha da poco perso il suo re più saggio.
Carlo Durazzo vuole impadronirsi del Regno di Napoli.
Gli ottomani sono riusciti a conquistare la città di Sofia e Tamerlano, il mongolo, si avvicina sempre di più alle porte dell’Occidente.
In questo momento storico delicato, caratterizzato da invasioni e cambiamenti negli assetti politici, una giovane donna si sta dirigendo a Mantova per convolare a nozze con Francesco Gonzaga, figlio unico ed erede del capitano del popolo che governa la città: Ludovico Gonzaga.
La ragazza è Agnese Visconti, figlia del Signore di Milano: Bernabò Visconti. Un uomo impetuoso, autorevole, battagliero, orgoglioso, con un’intelligenza frizzante e vivace come la figlia, che del padre ha preso tutto, compresa la testardaggine. La ragazza vorrebbe decidere da sola chi sposare e amare, impensabile in quegli anni dove il matrimonio combinato era simbolo di alleanze e patti politici e la donna non aveva diritti ma solo doveri. Il suo compito era compiacere il marito, gestire la dimora e procreare, permettendo al nome e titolo di famiglia di andare avanti.
Agnese ha provato ad opporsi a questo matrimonio, ma l’autorità ferrea del padre e la società di allora non le permettono di rifiutarsi e ribellarsi a un destino scritto da altri. Così a soli 18 anni, si ritrova sposata ad un ragazzino, più giovane di lei, con poche qualità e molti difetti.
La ragazza è diversa dalle altre donne, è orgogliosa, testarda, fiera delle sue origini e delle capacità politiche e governative del padre. È una donna intelligente e ama leggere, i libri sono un rifugio per la sua anima romantica e sensibile.
Agnese non si sente amata, appoggiata e compresa nella nuova dimora, al contrario è osteggiata, isolata e derisa. Del resto il suo matrimonio con Francesco Gonzaga non va bene, i due ragazzi non fanno altro che litigare e accusarsi a vicenda di torti reciproci.
La donna è triste ma, nonostante tutto, continua a camminare fiera di se stessa, del proprio lignaggio e segretamente spera nel grande amore.
La sua vita non sarà facile, ma per scoprirlo dovrete seguirla tra i corridoi angusti del suo palazzo, cercando di comprendere gli intrighi di corte, i tradimenti e il difficile e violento rapporto con il marito.

Che mi uccidano cento, mille volte. Cento o mille volte mi rialzerò in piedi”
(citazione tratta dal testo)

Questo sarà un viaggio, non solo tra le pagine del libro, ma nell’anima di una donna battagliera che non smetterà mai di esprimere il proprio parere, osteggiando apertamente il marito e non sottomettendosi mai del tutto al suo volere.
Una donna che si batterà per le sue idee, fedele a se stessa e alla sua famiglia d’origine.
Una donna tratteggiata e descritta molto bene da Adriana Assini, che ha saputo regalarci la storia di una protagonista combattiva, testarda, sensibile e moderna.
L’autrice ha creato, anche questa volta, un romanzo storico intrigante, bello, emozionante e attuale nei contenuti. Tenendo fede al periodo storico e ai suoi avvenimenti politici, ha creato una storia la cui protagonista, poco si discosta dalle donne di oggi. Perché passano gli anni e i secoli, ma alcune cose non cambiano. Ancora oggi la donna continua a lottare per difendere i suoi diritti e le sue idee. In alcuni paesi, ancora persiste il matrimonio combinato e la donna è considerata proprietà dell’uomo. Epoche diverse, mentalità e problematiche ancora attuali.
Romanzo ben costruito, fluido nella narrazione e ammaliante nelle descrizioni. L’autrice ha descritto gli avvenimenti in maniera perfetta, donandoci quadri belli, spaziosi, ricchi di descrizioni e paesaggi dell’epoca. La sua capacità narrativa, ci fa letteralmente vivere e muovere in un romanzo storico intrigante e con una protagonista che saprà toccare le corde della nostra anima.
Il linguaggio è ricercato, attento, preciso così come le descrizioni che lo compongono. Un linguaggio che non allontana il lettore, al contrario, lo avvolge e lo culla, narrandogli una storia bella e intrigante, trasportandolo in un’altra epoca.
Preparatevi, perché da questo viaggio nel passato, tornerete diversi, con un bagaglio culturale e umano arricchito e intenso. Un viaggio che vi consiglio di intraprendere, lasciandovi ammaliare dalla bravura di Adriana Assini e dalla forza di Agnese.
Buona lettura!!!



(Marianna Di Bella)

mercoledì 6 giugno 2018

Recensione: "Ogni giorno come il primo giorno" - Giorgia Penzo


libro, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, recensione, romanzo, diario, dolore
Titolo: "Ogni giorno come il primo giorno"
Autrice: Giorgia Penzo
Editore: Casa Editrice Nord



Scrivere per raccontare.
Scrivere per ritrovare se stessi.
Scrivere per essere finalmente liberi da dolore.
Scrivere per respirare.
Scrivere per ritornare a vivere.


Perdere la persona che si ama, vederla morire, inermi di fronte all’ineluttabilità della morte, è devastante. Si rimane pietrificati, immobili, come sospesi nel tempo e nello spazio, dove tutto ciò che ci circonda perde di consistenza e forma. Siamo lacerati, un dolore atroce e straziante urla dentro di noi e in ogni fibra del nostro essere. Vorremmo fermare il tempo, riavvolgere il nastro e tornare indietro per cercare di salvare la persona che abbiamo perso, ma l’unica immagine che continuiamo a rivedere incessantemente, è quell’unico e tragico istante in cui il suo cuore si è fermato, per sempre, e con esso anche la nostra voglia di respirare e vivere. Il dolore è inesprimibile, atroce, soffocante.
Ci vorrà del tempo prima di riuscire a reagire, cercando di lenire la sofferenza; ma ognuno di noi lo affronterà in maniera diversa, proprio perché siamo diversi gli uni dagli altri. Alcuni si chiuderanno in loro stessi, ripiegandosi come a volere contenere quell’onda d’urto devastante. Altri si ritroveranno completamente prosciugati, gusci vuoti senza anima, emozioni o sentimenti che possano dar loro la forza per riemergere dall’abisso in cui sono sprofondati. Altri ancora, reagiranno con rabbia e violenza a qualsiasi avvenimento o episodio della vita, pur di dimenticare. Una cosa è certa, in qualunque modo lo si affronti, ciò che cambierà in maniera profonda, sarà il nostro essere.
Petra è troppo giovane per riuscire a gestire le emozioni e le sofferenze che hanno accompagnato e segnato la sua giovane vita. Il dolore che sta provando è atroce, ingestibile. La morte della sorella Cloe, l’ha lasciata piegata sotto il peso del senso di colpa, della sofferenza, della solitudine e della paura. Difficile esprimere a parole o con i gesti, ciò che sta provando, così, inizia a scrivere, affidando a un diario le sue sensazioni, le sue emozioni…la sua vita.
Il diario sarà il tramite tra lei e Cloe, a cui racconterà la sua esistenza senza di lei, cercando di mantenere la promessa che le ha fatto prima di morire: vivere ogni giorno, ogni attimo anche per lei. Promettendole di migliorare se stessa, i brutti voti a scuola, lasciando stare alcool, droga e una vita sbandata e ribelle.
Il percorso non sarà facile, molto spesso sentirà la voglia e l’esigenza di desistere, facendosi riavvolgere dal falso e freddo abbraccio dei suoi demoni, che tenteranno in ogni modo di farla cedere. Dovrà contare solo su stessa e sulla sua forza di volontà perché, purtroppo, la sua famiglia sta cadendo a pezzi, facendola sentire ancora più sola e rifiutata. Ma la vita, riserva anche piccoli regali inaspettati, infatti, Petra avrà al suo fianco due persone importanti: Lore, la nuova compagna di banco e Diego, lo studente universitario che l’aiuta con le ripetizioni di matematica. Lore e Diego, l’aiuteranno a scoprire se stessa, a vedere la vita in maniera diversa, a lottare per le cose importanti e sentirsi finalmente libera.
Libera dai demoni e dalle insicurezze.
Libera di seguire se stessa.
Libera di affrontare il dolore.
Libera di amare ed essere amata.
Il cammino sarà lungo e faticoso, molti saranno gli imprevisti che la rallenteranno e qualcosa potrebbe farla tornare indietro, vanificando tutti i suoi sforzi, ma sono sicura che voi, cari lettori, andrete avanti nella lettura, forti e temerari come Petra. Perché credetemi leggere questo libro, sarà un’esperienza emozionante, avvincente, intensa e solo un’autrice come Giorgia Penzo poteva farci vivere appieno questo romanzo. La sua sensibilità e capacità narrativa, ci permettono di vivere e sentire sulla nostra pelle, la sofferenza della protagonista. Pagina dopo pagina, parola dopo parola il dolore viene fuori potente e devastante, travolgendoci e lasciandoci inermi di fronte a qualcosa di inesprimibile e personale.
Il dolore esige rispetto e Giorgia Penzo ne ha mostrato tanto, narrando con delicatezza e sensibilità l’anima di una ragazza giovane e insicura, creando una storia emozionante senza cadere nello stereotipo delle situazioni scontate o delle frasi fatte. Al contrario, in ogni singola parola c’è grande forza e determinazione e le descrizioni sono vere e non pretenziose.
L’autrice sembra aver intinto la penna nell’inchiostro delle emozioni, muovendosi con eleganza e delicatezza tra le sofferenze della vita, avvicinando il lettore con dolcezza, quasi a prenderlo per mano, mostrandogli la fragilità dell’essere umano.
Giorgia Penzo, mostra in questo romanzo una maturità emotiva importante. È difficile entrare nell’animo umano, analizzarlo in ogni suo aspetto e lasciarlo parlare con franchezza e spontaneità se non si è in grado di leggere e comprendere la sensibilità e la sofferenza degli altri e, soprattutto, senza aver letto, affrontato e compreso la propria sofferenza.
La scrittura è fluida e accattivante, le sue parole sono semplici, toccanti, vere al punto da rendere reali ai nostri occhi ogni scena, ogni dialogo che stiamo leggendo.
Siete pronti a tuffarvi nel romanzo, lasciandovi avvolgere dalle parole dell’autrice?
Siete pronti ad emozionarvi e piangere di gioia, dolore, paura e rabbia?
Siete pronti a lasciarvi attraversare dalle molteplici emozioni che la storia vi farà vivere?
Non esitate. Tuffatevi nel romanzo e nella vita. Sarà il più bel tuffo che eseguirete.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

lunedì 4 giugno 2018

Recensione: "Crioconservazione" - Gabriella Carbone

libro, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, destino, solitudine, romanzo
Titolo: "Crioconservazione"
Autrice: Gabriella Carbone
Editore: Casa Editrice Kimerik



Tra le strade trafficate di Roma, tra le migliaia di persone che la visitano, la vivono e l'amano, quattro sono i volti che calamitano la nostra attenzione. Quattro persone in grado, di catturare il nostro interesse, permettendoci di entrare nelle loro vite, scoprendo se stessi. Seguiamoli e conosciamoli meglio. Loro sono: Claudia, Marco, Teresa e Mario.
I quattro protagonisti non si conoscono ma, per uno strano gioco del destino, le loro esistenze sono destinate a vivere e svelarsi in questo libro e per tutta la durata della lettura.
Claudia è una studentessa universitaria, originaria della Calabria. Ha da poco perso la nonna a cui era legatissima. Questo episodio non ha fatto altro che accentuare le sue debolezze e insicurezze, facendola cadere nel vortice della bulimia. La sua sofferenza è atroce, ma nessuno sembra rendersi conto del suo dolore che, urla in modo straziante nel suo povero corpo martoriato da una malattia subdola.
Marco, invece, è tornato da poco a Roma. Ha viaggiato per anni, in giro per il mondo, cercando di soffocare il dolore per la perdita del padre, morto in un incidente d'auto. Ha cercato, inutilmente, di riempire quel vuoto che lo accompagna da quando è nato. La sua vita non è stata facile, cresciuto senza la madre, morta poco dopo il parto e senza l'affetto del padre, chiuso nel suo dolore e successivamente perso in un altro rapporto, privando il figlio di quell'affetto e quell'amore che avrebbero potuto colmare, quella sensazione di solitudine e vuoto esistenziale.
Teresa è un'insegnante d'inglese in pensione. La sua vita è trascorsa lezione dopo lezione, anno dopo anno, impegnata tra classi, studenti, interrogazioni ed ora si ritrova sola, con tantissimo tempo libero a disposizione. La sua esistenza e il suo sé sono legati all'insegnamento, e senza di esso si sente vuota, trascurata, abbandonata a se stessa.
Infine, ecco Mario, lui ha sempre amato la fotografia, immortalando istanti da custodire e conservare. È sposato, ha un figlio adolescente e per un bel po' di tempo ha messo da parte la sua passione per dedicarsi alla famiglia. Quando sembra che i suoi sogni stiano per avverarsi, un tragico incidente mette fine a tutte le sue speranze, lasciandolo con gravi problemi alle gambe e una lunga riabilitazione.
Cos'hanno in comune queste quattro persone? La solitudine, il sentirsi persi, inadeguati ai cambiamenti e alla società che li circonda. Si sentono invisibili, con un dolore straziante e persistente, il loro unico desiderio è di poter porre fino a tutto, fino a quando...
Fino a quando non decidiate di continuare la lettura, dando vita e importanza alle loro esistenze, scoprendo i cambiamenti e le svolte del destino.
Leggendo il libro, imparerete a vedere oltre le apparenze, scoprendo un mondo ai margini che spesso tendiamo a ignorare ma, soprattutto, ricorderete quanto è importante la vita. Spesso lo dimentichiamo, lasciandoci distrarre dalla routine quotidiana o lasciandoci sopraffare dalla sofferenza e dalla solitudine, che sanno essere cattive consigliere e non ci permettono di vedere altro, per cui valga la pena sorridere e vivere.
Gabriella Carbone ha tratteggiato con delicatezza i personaggi, evidenziandone le paure, le profonde solitudini e cicatrici. Ha creato una storia apparentemente semplice, dove tutto si svolge in maniera pacata e tranquilla. Ogni avvenimento si manifesta con ordine e calma, così come i personaggi che si alternano nelle loro storie. Ma la forza del romanzo cresce pagina dopo pagina, acquisendo energia e importanza, pronto a colpirci con un finale che non ci aspettiamo, lasciandoci interdetti, con quel senso di amarezza che ci accompagna sin dopo la fine del romanzo.
Un finale su cui riflettere molto attentamente.
Un finale amaro.
Un finale commovente.
Un finale difficile da dimenticare.

Nella vita, ho capito, ci è permesso tutto, tranne che restare fermi. 
Ognuno deve fare il suo viaggio.”
(citazione tratta dal testo)

Non mi resta che augurarvi una buona lettura e ricordate: siate sempre voi stessi, vivete ogni istante e non fermatevi, continuate a camminare.
Buona lettura!!!



(Marianna Di Bella)