Titolo: Ogni storia è una storia d'amore
Autore: Alessandro D'Avenia
Editore: Mondadori
“L'amore salva?”
Tranquilli, non vi sto interrogando o costringendo a rispondere. Ho semplicemente enunciato la frase di apertura del testo di Alessandro D'Avenia.
Perché l'ho fatto? Perché ho dato importanza a questa frase invece che ad altre? Semplicemente perché questo interrogativo è il motivo per cui il testo “Ogni storia è una storia d'amore” prende vita e corpo.
Un quesito a cui è difficilissimo dare una spiegazione semplice e riduttiva, quindi l'autore ha pensato di intraprendere un viaggio letterario alla ricerca di probabili risposte, invitandoci a seguirlo in questo cammino, fatto di lunghe riflessioni e osservazioni, attraverso la scoperta e lo studio di alcune grandi storie d'amore tra gli artisti del passato e le loro muse ispiratrici o compagne di vita, che sono state al loro fianco, nel bene e nel male. L'autore, inoltre, utilizza come filo conduttore delle storie e del testo, l'archetipo di ogni storia d'amore: il mito di Orfeo ed Euridice.
“Per questo ogni storia è una storia d'amore, perché non possiamo pensarci se non come destini legati ad altri destini, in un tessuto sensato o il cui senso si scorgerà solo alla fine della tessitura.”
(citazione tratta dal testo)
Le storie d'amore sono in totale 36, suddivise per altrettanti capitoli, ogni tre di questi, viene inserita una sosta in cui si affronta il mito dandone una spiegazione approfondita e filosofica sulle diverse tappe che una relazione vive. Elementi, questi, interessantissimi ma che purtroppo, inseriti tutti insieme non rendono, a mio parere, funzionale il testo, perché ho trovato la lettura lenta, poco scorrevole e spesso ripetitiva.
Le storie d'amore vedono come protagoniste coppie formate spesso da grandi artisti del passato (poeti, pittori, scrittori etc.) e le loro muse ispiratrici, compagne di vita, mogli, amanti con cui hanno condiviso gioie, sofferenze, tradimenti etc. come ad esempio Silvia Plath e Ted Hughes, Scott e Zelda Fitzgerald, Tess Gallagher e Raymond Carver.
Attraverso queste storie veniamo a conoscenza delle loro frustrazioni, la loro disperazione, la cura amorevole e l'energia che ogni donna ha riversato sulla relazione e il proprio compagno. Purtroppo i racconti sono brevi e questo non permette di entrare in profondità nel complesso rapporto di ogni storia, tutto rimane superficiale e romanzato.
Per ogni storia Alessandro D'Avenia utilizza un terzo personaggio, la voce narrante che ci introduce e accompagna all'interno di ogni relazione e spesso sono figli, agenti, spasimanti, ex fidanzati, amici in comune etc. Questo espediente narrativo l'ho trovato, sinceramente, poco credibile perché l'autore dà voce e pensiero a qualcuno di cui in realtà non si conosce realmente l'opinione.
Questo, per me, toglie molto al testo se poi aggiungiamo le soste in cui viene trattato il mito di Orfeo e Euridice, la situazione si fa ancora più difficoltosa perché il linguaggio è troppo filosofico, ampolloso, prolisso al punto da rendere la lettura lenta e noiosa. Ho avuto spesso la tentazione di abbandonare il libro, ma ho desistito solo perché ho pensato che provando a concentrarmi meglio e fermarmi su alcune parti per rileggere, mi avrebbe aiutato, invece, no, la lettura ha continuato ha essere pedante, piatta e poco coinvolgente ed emozionante.
Peccato perché gli elementi per essere un ottimo libro c'erano tutti, invece, almeno dal mio punto di vista, è un' occasione sprecata.
Ve lo consiglio? A parer mio no, ma chissà che voi, invece, non troviate questo stile interessante e piacevole.
Buona lettura.
Marianna Di Bella
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