venerdì 16 giugno 2023

Recensione: "Ljubov'. La neve tra le betulle" - Antonella Iuliano

 

Ljubov - La neve tra le betulle, libro, romanzo, recensione
Titolo: Ljubov' - La neve tra le betulle

Autrice: Antonella Iuliano

Editore: Genesis Publishing



L'amore è imprevedibile. Si presenta alle porte del nostro cuore quando meno ce l'aspettiamo, quando non lo vogliamo nelle nostre vite, quando pensiamo che ormai sia troppo tardi per innamorarsi e siamo convinti che non esista nessuno adatto a noi, nessuno in grado di amarci come vorremmo o meriteremmo. Arriva e stravolge tutto: noi stessi, le nostre vite.

Si presenta inaspettatamente e nei luoghi più strani e inconsueti, come ad esempio: un cimitero.

Non sto scherzando, avete letto bene: un cimitero. Più precisamente quello degli Artisti di Tichvin, in Russia, davanti alla tomba del famoso scrittore Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Qui si incontrano due ragazzi, si guardano, un accenno di sorriso e poi ognuno prende la sua strada, inconsapevoli di ciò che il futuro ha in serbo per loro. Non si conoscono, non sanno nulla l'uno dell'altro, eppure i loro cuori sono stati toccati in maniera indelebile.

Si incontreranno di nuovo? Di solito spetta al destino decidere dove e quando ma, questa volta, possiamo scoprire tutto e subito, grazie alla penna di Antonella Iuliano che per questa volta si sostituisce al destino, tornando a scrivere e farci sognare con una nuova storia d'amore.

Ricordate Pasha, Aleksandra e Yurij, i protagonisti del libro: “Ushanka”? Vi ricordate le loro storie? Sì? Bene, perché sono tornati ad allietare le nostre ore di lettura con una nuova intrigante e romantica storia.

Sono trascorsi tre anni da quando li abbiamo lasciati nel primo libro. Molte cose sono cambiate nelle loro vite. Pasha e Aleksandra si sono sposati e hanno un bellissimo bambino di nome Sasha. Il bimbo adora e ama incondizionatamente suo zio Yurij, che ricambia questo amore puro e totalizzante. Attraverso Sasha, il ragazzo sembra aver trovato un po' di serenità, dopo la brutta esperienza accaduta tre anni prima, nella quale rischiò di spezzare, e perdere per sempre, il rapporto con il fratello.

Yurij ha imparato molto dai suoi errori, si sta comportando bene, in maniera più assennata e giudiziosa...sta maturando. Ma se ci soffermiamo a osservarlo con più attenzione, ci renderemo conto che qualcosa non va, il ragazzo non è completamente sereno, è come se avesse perso vitalità, fiducia. Gli manca qualcosa.

Gli manca un amore tutto suo da vivere appieno ma, dopo ciò che ha combinato in passato, sente di non meritare l'amore di un'altra persona e, così, trascorre i suoi giorni tra il lavoro, la vita famigliare e il prendersi cura del suo amato nipotino. Ed è qui che ci mette lo zampino il destino, sempre pronto a giocare con le nostre esistenze, facendoci fare degli incontri, apparentemente insignificanti ma destinati, invece, a cambiare per sempre le nostre vite.

Destino vuole, alias Antonella Iuliano, che Yurij viva finalmente la sua vita e il suo amore, donandogli quella possibilità di rinascita che abbiamo intravisto nel primo libro. La rinascita si presenterà nei panni di Nina, una misteriosa ragazza che il nostro protagonista incontrerà nel cimitero di Tichvin, davanti alla tomba del famoso scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij.

Entrambi i ragazzi amano i suoi libri, ma devono stare attenti a leggerli e a non manifestare troppo questa loro simpatia per lo scrittore, perché condannato dal regime sovietico come reazionario, quindi i suoi libri sono considerati illegali.

Yurij e Nina si incontrano davanti alla sua tomba ma, il loro sarà più che altro un incontro silenzioso fatto di sguardi e nulla di più, almeno fino a quando, un giorno, per caso, le loro strade non si incroceranno e il romanzo e la storia prenderanno vita e intensità.

Conoscendo la scrittura e la creatività di Antonella Iuliano, prepariamoci a una storia romantica, intrigante, ricca di difficoltà e misteri da svelare. Se c'è una cosa che abbiamo imparato dal libro “Ushanka” è che le vite dei fratelli Metjanov non sono mai semplici e lineari, in particolare le loro storie d'amore. L'autrice ama regalare ai protagonisti, e a noi lettori, il piacere di scoprire storie romantiche accompagnate da quel pizzico di difficoltà e mistero che le rendono intriganti, sempre in bilico tra un passato e un presente che continuano a intrecciarsi, ricordandoci che quel filo rosso, che abbiamo imparato a seguire nel primo libro, è sempre lì pronto a tirare le fila della trama, mettendo alla prova la resistenza e l'amore dei protagonisti.

In questo secondo romanzo, avremo il piacere e dispiacere di conoscere i nuovi personaggi che lo animano. In tutte le storie e, soprattutto, nella vita, esiste sempre una figura cattiva e poco raccomandabile, solo che in questo testo si ha il dispiacere di conoscerne più di una. Figure negative a cui è inevitabile rivolgere tutto il nostro disprezzo e astio, ma tranquilli, perché queste spiacevoli emozioni cambieranno non appena, sfogliata qualche pagina, ci imbatteremo nella presenza della piccola sorellina di Nina: Polina. Una bambina dolce, delicata e silenziosa. Un trauma, vissuto anni prima, le ha fatto sparire la voce ma, questo non le impedisce di trasmettere e comunicare tutto l'amore che prova per la sorella, di riconoscere, apprezzare e amare le persone buone e pure d'animo. Una bambina che si lascia amare sin dalle prime pagine, ha un'intensità e una dolcezza che emergono in maniera decisa e il lettore non può fare a meno di volerle bene e provare un forte senso di protezione. Basta guardarla negli occhi per leggere la sua anima e scoprire che nasconde un segreto, un incubo che le ha portato via non solamente la voce, ma anche...no, lascerò a voi scoprire questo mistero e per farlo dovrete perdervi tra gli alberi di betulla, nelle anime complicate dei personaggi e tra le pagine di questo romanzo.

Antonella Iuliano ci ha regalato, anche questa volta, una storia tenera, delicata e intrigante, con quel pizzico di mistero che ci tiene incollati alle pagine del libro. A differenza del libro “Ushanka", in questo testo non ci sono salti temporali o capitoli interamente dedicati al passato. La trama è più lineare, ma non per questo è priva di ostacoli e momenti critici da superare. Lacrime, rimpianti, segreti, sofferenze, sono solo alcuni dei temi trattati e l'amore è l'elemento principale, quello che lega tutti i personaggi. È il sentimento protagonista, sempre presente, anche quando sembra che tutto sia finito. L'amore in ogni sua forma e sfumatura: amore fraterno, di coppia, familiare, amicale etc.; ogni pagine ne è intriso, sempre in maniera delicata e mai stucchevole.

I personaggi sono psicologicamente ben delineati, hanno una loro personalità e uno spessore che non li rende piatti e noiosi. Personalmente ho un debole per Polina, la ritengo una figura narrativamente interessante e una calamita per il lettore, perché nonostante i suoi silenzi comunica molto più di tutti i personaggi, i suoi stati d'animo arrivano immediatamente basta uno sguardo, una postura e il suo messaggio arriva chiaro e forte.

Sono contenta, inoltre, che l'autrice abbia dato la possibilità a Yurij di redimersi dai suoi sbagli, facendo emergere, in questo libro, tutta la positività del suo carattere, che avevo percepito nell'altro libro. Ho apprezzato un pochino meno la figura di Nina, non so ancora bene il motivo, ma empaticamente non ho legato con lei. Capisco il motivo del suo carattere schivo, il fatto che erga dei muri per tenere a debita distanza tutti, probabilmente questo celarsi dietro una corazza non mi ha permesso di comprenderla appieno o, probabilmente, mi sono talmente affezionata alla sorella che ho perso di vista la sua figura. Può capitare durante la lettura di provare più empatia per un personaggio rispetto ad un altro.

Sono contenta di ritrovare anche in questo libro, le descrizioni attente e accurate di ogni particolare della storia, dalla descrizione del bosco di betulle, dove si ha la sensazione di vivere e respirare l'atmosfera di silenzio e magia che il bosco riesce a regalare; alle interessanti informazioni sociali riguardanti lo stato di famiglia e la patria potestà di un minorenne, perché ci aiutano a comprendere, in primis la cultura e poi le norme che regolano la società e il vivere quotidiano, almeno per quanto riguarda quegli anni. Conoscere il contesto storico e sociale è importante ai fini di una storia, perché ci permette, non solo di collocare bene l'evento all'interno di un quadro e di una scena definita, ma soprattutto di comprenderne gli avvenimenti, i comportamenti e le scelte intraprese dai personaggi. Apprezzo questo particolarità di Antonella Iuliano, questa sua attenzione nelle descrizioni, perché mi permette di entrare in profondità nella trama e di imparare qualcosa di nuovo di una cultura che, purtroppo, conosco poco.

Lasciatevi prendere per mano dalla piccola Polina e sedetevi su un tronco, guardatevi attorno, osservate la bellezza degli alberi di betulla che vi circondano, respirate a fondo e poi lasciatevi avvolgere dalla storia di Yurij e Nina.

Buona lettura!



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio l'Autrice e la Casa Editrice per la copia del libro

mercoledì 7 giugno 2023

Recensione: "Ushanka. I ponti di Leningrado" - Antonella Iuliano

 

ushanka, i ponti di leningrado, recensione, amore, libro
Titolo: Ushanka.

            I Ponti di Leningrado

Autrice: Antonella Iuliano

Editore: Genesis Publishing



Buongiorno lettori!

Oggi vorrei portarvi con me alla scoperta di una storia romantica, dolce e intrigante. Per farlo, però, dovrete fare un piccolo viaggio temporale e fisico. 

Vi va di intraprendere questa nuova avventura letteraria? Sì? Bene, allora allacciate le cinture, tenetevi ben saldi alle pagine del libro e partiamo per la Russia, più precisamente nella città di Leningrado.

Siamo all'inizio degli anni Sessanta e, naturalmente, la città è ben diversa da quella che conosciamo oggi, dal punto di vista politico, economico, sociale e urbanistico. Lo so, capisco che vogliate visitare la città e scoprire le sue bellezze artistiche, ma non abbiamo molto tempo, dobbiamo trovare Pasha Metjanov, il protagonista della storia.

Eccolo. È quel ragazzo con l'aria afflitta. Poverino, sta soffrendo terribilmente per la fine della sua storia con Aleksandra, l'amore della sua vita.

“Si erano persi alla prima tempesta, scoprendosi fragili. Lei aveva lasciato la sua mano per un'altra e adesso lui era lì solo come non lo era mai stato, a correre il lungo fiume dei ricordi, incapace di strapparsela dal cuore.”

(citazione tratta dal testo)

I ricordi lo stanno tormentando e consumando. Non riesce a dimenticare la ragazza, i momenti belli trascorsi insieme e, soprattutto, non riesce a dimenticare il tradimento subito dalla fanciulla e da suo fratello Yurij. La sua mente torna ripetutamente indietro per cercare di capire come sia potuto accadere, cosa ha sbagliato e perché tra tutte le persone proprio suo fratello ha tramato alle sue spalle per portargli via la sua amata.

Cosa è accaduto? Perché questo tradimento?

Queste e altre domande tormentano il povero Pasha e anche noi lettori che, inevitabilmente, ci ritroviamo coinvolti nella sua sofferenza perché, devo ammetterlo, ci si affeziona immediatamente al giovane uomo. Si viene conquistati dalla sua dolcezza, affidabilità, onestà, generosità e dal profondo amore che nutre per Aleksandra. È un ragazzo che ha sempre messo al primo posto gli altri, sacrificando se stesso, i suoi desideri e la sua vita. Ama suo fratello Yurij, accettandone pregi e difetti che lo rendono, al contrario di Pasha, un ragazzo impulsivo, temerario e facile a lasciarsi trascinare in amicizie ambigue, poco raccomandabili, come ad esempio quella con Ivan Orlev.

Chi è? Cosa vuole da Yurij? È invischiato anche lui con la rottura del rapporto tra Pasha e Aleksandra?

Lo scopriremo presto, perché lui sarà il “cattivo” di questo romanzo. L'uomo che metterà zizzania tra i personaggi, che instillerà in Yurij pensieri e consigli poco raccomandabili, facendogli credere che tutto ciò che dice e le azioni che compie siano giuste e sincere. Un uomo che odierete istantaneamente, ma che dovrete seguire per comprendere alcuni misteri che aleggiano nel romanzo perché, se credete che tutto si limiti al solo ostacolo amoroso di Pasha e Aleksandra vi sbagliate di grosso. C'è molto altro da scoprire, misteri da svelare e intrecci da sciogliere, perché se c'è una cosa che la vita riesce a fare perfettamente è coinvolgere le vite e le storie di diverse persone in maniera strana e imprevedibile. Gioca con i loro destini facendoli incontrare, sfiorare, incrociare casualmente, legandole a un filo sottilissimo che li seguirà per anni.

Seguendo questo filo a ritroso nel tempo, ci ritroveremo catapultati nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale. La Russia e la città di Leningrado si stanno preparando a difendersi dalla minaccia dall'esercito tedesco giunto alle porte della nazione. I giovani soldati vengono richiamati al fronte per difendere la propria terra, anche Andrej, soldato semplice dell'esercito russo. Il ragazzo è innamorato di Tatiana, una giovane di buona famiglia. Vorrebbe sposarla, ma la loro unione è ostacolata dalla madre della ragazza, una donna egoista che vuole farla sposare a un membro del partito per un proprio tornaconto economico e di prestigio. Ciò che la donna non sa è che la guerra bloccherà i suoi tentativi di ascesa con il matrimonio combinato e, soprattutto, non sa che Tatiana è incinta del suo amato Andrej.

Come si legano le storie di Pasha, Aleksandra, Tatiana e Andrej?

Semplice: seguite il filo che lega tutte le vite dei personaggi. Quel filo che la vita si diverte ad intrecciare legando tutti noi in modi e nodi imprevedibili. Quel filo che Antonella Iuliano, l'autrice, ha donato ai lettori, tessendo una trama romantica e intrigante al tempo stesso.

La sua scrittura è accurata, delicata e coinvolgente. È molto attenta ai dettagli, in particolare a quelli storici, urbanistici e folkloristici che, non solo arricchiscono la trama, ma la rendono più fruibile e comprensibile per chi non conosce molto bene la cultura russa. Le sue descrizioni sono così attente ai dettagli che, leggendo il romanzo, si ha la sensazione di trovarsi realmente a passeggiare tra strade, ponti e monumenti, respirando quell'atmosfera algida e romantica che solo la città di Leningrado riesce a donare.

L'autrice, inoltre, ha delineato molto bene i tratti psicologici di tutti i personaggi, donando loro spessore, carattere, mostrando pregi e difetti, come ad esempio con Yurij. Il ragazzo all'inizio, sembra una figura molto negativa, risultando subito antipatico, ma entrando meglio nella storia, il suo personaggio prende maggior forma e spessore, mostrandoci, in realtà, un ragazzo emotivamente immaturo, dovuto anche alla giovane età, e con un lato positivo tutto da scoprire. Questo non giustifica il suo gesto e il comportamento sleale verso il fratello, ma l'autrice dona al lettore la possibilità di vedere oltre la superficie del personaggio, aiutandolo a comprendere le sue azioni e i suoi pensieri.

Pasha, Aleksandra e Yurij non sono solo i protagonisti della storia, ma anche le voci narranti che, alternandosi capitolo dopo capitolo, ci accompagneranno all'interno della trama e delle loro anime, donandoci la possibilità di vedere la storia da diversi punti di vista.

Amori, rimpianti, tormenti, riscatti, rabbia, delusione, questi sono solo alcuni dei tratti affrontati nella storia, elementi che Antonella Iuliano ha mescolato e integrato all'interno della trama in maniera attenta e misurata, evitando di cadere nella trappola dell'utilizzo di eccessivo sentimentalismo, pietismo, o della creazione di scene melense, rabbiose o troppo violente. Questo gioco di equilibri ci permette di affrontare la lettura in maniera gradevole, fluida e mai pesante, godendo, in questo modo, di un romanzo tenero, appassionante e con quel pizzico di mistero che non guasta.

È stato difficile staccarmi da Aleksandra, Yurij e Pasha, il mio personaggio preferito, ma so che Antonella Iuliano ha scritto un altro libro con i nostri protagonisti ed io non vedo l'ora di tornare nelle loro vite e scoprire l'evolversi delle loro esistenze personali e chissà, qualche altra sorpresa o storia d'amore. Lo spero.

Perdetevi tra le strade di Leningrado, fermatevi sul Ponte Blu e aspettate che la storia si mostri davanti a voi con tutta la sua dolcezza e, non dimenticate, seguite il filo rosso del vostro destino, chissà chi troverete dall'altro capo.

Buona lettura



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio l'Autrice e la Casa Editrice per la copia del libro


lunedì 5 giugno 2023

Recensione: "Destinatario Sconosciuto" - Katherine Kressmann Taylor

 

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Titolo: Destinatario Sconosciuto

Titolo Originale: Address Unknown

Autrice: Katherine Kressmann Taylor

Editore: BUR Rizzoli




È possibile concentrare in pochissime pagine tutta la tragedia e il dolore dell'animo umano, impattando, emotivamente e moralmente sul lettore, lasciandolo stordito, sofferente e inquieto?

È possibile tracciare in poche e semplici righe, una storia in grado di offrire numerosi punti di riflessione, dove buono e cattivo, perdòno e vendetta si incrociano e scontrano fino a sfumare l'uno nell'altro?

Sì.

“Destinatario Sconosciuto” contiene tutto questo e molto altro ma, come sempre, andiamo con ordine e conosciamo meglio il testo.

Il libro, scritto da Katherine Kressmann Taylor nel 1938, è in realtà un epistolario e vede come protagonisti due amici e soci in affari: Max e Martin. I due uomini hanno una galleria d'arte a New York e una vita tranquilla e agiata.

Il testo inizia con una lettera datata 1932 scritta da Max, nella quale chiede al suo socio come vanno le cose dopo il trasferimento in Germania.

Martin è voluto tornare, insieme alla moglie e ai figli, nella loro madrepatria, ma le cose non vanno molto bene. In Germania, purtroppo, le conseguenze della fine del primo conflitto mondiale hanno provocato una grande crisi economica con conseguente aumento della povertà. Martin si rende quindi conto che sarà difficile riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita che aveva in America, ma ama il suo paese e, nonostante tutto, è contento di essere tornato.

Max, al contrario, è voluto rimanere a New York per continuare a curare e amministrare la galleria d'arte, gestendo gli affari con il socio tramite corrispondenza. Nelle lettere i due uomini si confidano, parlano delle loro rispettive vite e di quanto sentano la mancanza l'uno dell'altro. Ma qualcosa inizia a cambiare, in particolare, in Germania, dove la figura di Hitler e la presenza del nazionalsocialismo iniziano ad affacciarsi nel panorama politico e a radicarsi sempre di più nel territorio, negli animi e nelle teste dei tedeschi, che vedono il lui un'àncora di salvezza. L'unico in grado di aiutarli a risollevare le sorti e il morale della Germania, ridando loro la dignità perduta. Una rivalsa per ciò che sentono di aver subìto.


“La gente è frenetica, piena di voglia di fare, lo si percepisce nelle strade e nei negozi. La sfiducia di un tempo è stata messa da parte come un cappotto dimenticato. La gente non si nasconde più dietro la vergogna; ha ricominciato a sperare.”

(citazione tratta dal testo)


Le notizie che arrivano dalla Germania sono sconfortanti e Max comprende da subito che non c'è da fidarsi di Hitler e che porterà notevoli problemi al paese, così, chiede subito spiegazioni al suo amico Martin, l'unico, a suo dire, in grado di dargli notizie veritiere e obiettive. Ciò che, purtroppo, non ha previsto e considerato, è che questa ideologia ammalierà anche il suo amico che, lettera dopo lettera, cambierà radicalmente il suo pensiero e atteggiamento verso Max, non solo perché contesta il nazionalsocialismo ma, soprattutto, perché è ebreo.


L'uomo a cui ho voluto bene come a un fratello, il cui cuore è sempre stato traboccante di simpatia e amicizia non può prendere parte, nemmeno in modo passivo, al massacro di persone innocenti.”

(citazione tratta dal testo)


L'amicizia inizia a scricchiolare. Le fondamenta su cui è costruita, saranno abbastanza solide da affrontare e parare i contraccolpi ideologici e politici che la investiranno?

A questo punto mi fermo, non aggiungerò altro, perché è impossibile continuare a raccontare senza rischiare di svelare l'intera storia.

Il libro è piccolo ma ha un grande impatto emotivo e morale, con un finale che colpisce dritto allo stomaco del lettore, lasciandolo stordito e con molteplici domande e profonde riflessioni. In questo testo i confini tra giusto e sbagliato, buoni o cattivi, perdòno o vendetta, sono così labili che spesso si confondono e fondono insieme.


Spesso l'eccessiva disperazione può spingere a imboccare la strada della follia.”

(citazione tratta dal testo)


Il racconto è breve, semplice, istruttivo e non banale. È una storia forte, diretta e rapida come un pugno preso inaspettatamente. La velocità con cui si succedono gli eventi storici e l'evolversi del rapporto tra Max e Martin, conduce il lettore a un finale spiazzante, ribaltando il ruolo di forza tra i due protagonisti, e lasciandolo con un messaggio importante, universale e profondo.

La straordinarietà del libro è insita anche nel fatto che, venne scritto prima che il nazionalsocialismo scatenasse il secondo conflitto mondiale e mettesse in atto il più grande genocidio perpetrato dall'uomo, anticipando, nel testo, quelle che saranno le conseguenze che vivranno milioni di persone. Il tema trattato nel racconto è, purtroppo, ancora oggi attuale. Il passato, seppure con diverse sfumature, si ripresenta mettendo il mondo costantemente alla prova, riaccendendo quelle insicurezze e debolezze che si pensava fossero state sconfitte. Si ritorna a guardare in maniera sospettosa l'Altro, ad aver paura di tutto e questo atteggiamento, permette alle correnti più forti di approfittarsi di questo momento di insicurezza per portare avanti i propri interessi e le proprie idee folli e violente, promettendo rivalse e glorie.

Può il dolore trasformare l'animo umano?

Può l'uomo trasformarsi da vittima a carnefice?

È possibile provare valori nobili e riprovevoli al tempo stesso?

Vendetta o perdono?

Come vi sareste comportanti nei panni dei due protagonisti? Cosa avreste fatto?

Questi sono solo alcuni dei punti su cui il libro induce a riflettere avviando dibattiti, scambiando idee, confrontandosi con l'altro e con se stessi, arrivando a un dialogo intenso e profondo.

“Destinatario sconosciuto” è uno di quei testi che non si dimenticano tanto facilmente, perché, anche a distanza di tempo, continua a ritornare alla mente per l'intensità e la complessità dell'animo umano.

Ora però la smetto, mi ritiro nel mio angoletto per non svelare troppo, perché è giusto che scopriate da soli la storia. Leggetelo attentamente e non lasciatevi distrarre da altro perché, credetemi, difficilmente potrete rivivere la stessa reazione ad una seconda lettura.

Lasciatevi avvolgere dal testo vibrante e silenzioso al tempo stesso. Un silenzio che parla ed esprime tutto.

Leggetelo.

Leggetelo.

Leggetelo...non finirò mai di dirlo e consigliarlo.

Buona lettura.



Marianna Di Bella