Titolo: "Gente del Sud"
Autore: Raffaello Mastrolonardo
Editore: TRE60
Esistono luoghi a cui siamo
profondamente legati. Luoghi che ci rappresentano, custodi dei
momenti più belli e intensi che abbiamo vissuto. Sono città, paesi,
case, appartamenti etc. da cui spesso scappiamo perché sentiamo la
nostra identità soffocare, tra regole morali e sociali che non
sentiamo più come nostre. Cerchiamo affermazione, indipendenza,
identità. Vogliamo allontanarci per diventare finalmente quello che
sentiamo di dover essere: noi stessi. Partiamo. Pieni di speranza e
fiducia, poniamo le basi della nostra nuova esistenza. Viviamo,
felici di ciò che stiamo realizzando, inconsapevoli che prima o poi
inizieremo a sentire un piccolo richiamo. Una voce esile ma decisa
che diventerà ogni giorno sempre più forte e insistente: il
richiamo delle nostre radici.
Torniamo, così, nei luoghi
da cui siamo andati via. Ci guardiamo intorno, osservando con molta
attenzione ciò che ci circonda, ed è allora che comprendiamo di
essere finalmente a casa...di essere finalmente completi.
Per essere noi stessi non
serve fuggire, cambiare città o casa, ma affrontare, comprendere e
accettare il proprio passato e le proprie radici, perché solo così
possiamo capire chi siamo e costruire il nostro futuro.
“Il passato resterà
sempre qui ad aspettarti."
(citazione tratta dal testo)
Raffaello Parlante torna a
Balsignano, in Puglia, per il funerale dello zio Nello, a cui era
profondamente legato. L'uomo gironzola per la casa, osservando tutto
con particolare attenzione. Ogni angolo, mobile e stanza gli ricorda
il periodo della sua infanzia, vissuta tra la casa degli zii e quella
dei nonni. I ricordi si rincorrono velocemente tra una stanza e
l'altra, fino a quando il suo sguardo non si posa su un oggetto
particolare: il vecchio album di famiglia.
“Mi balzò agli occhi,
era sempre stato lì, dimenticato, dove nessuno ne se curava più da
anni: un volume di pelle nera con i bordi definiti da una greca
continua, l'album di famiglia, muto custode d'un passato che
reclamava i suoi diritti.
Ora si mostrava a me.
Lo sollevai, era
massiccio, impolverato. Iniziai a sfogliarlo."
(citazione tratta dal testo)
Raffaello sfoglia l'album e
il romanzo prende vita, corpo e anima.
La storia inizia nel 1895 a
Napoli, durante una nuova epidemia di colera. Il medico Romualdo
Parlante ha scoperto dei nuovi focolai dell'epidemia e corre
disperatamente tra i vicoli della città per raggiungere la sua
dimora e mettere in salvo la sua famiglia. L'uomo obbliga la moglie
Palma, incinta del quarto figlio, a partire immediatamente per la
Puglia e tornare a Balsignano, il loro paese natio. Il ritorno a casa
della donna e dei suoi tre figli, segna l'inizio di una lunga saga
familiare.
Protagonista indiscussa del
romanzo è la famiglia Parlante e i suoi tantissimi componenti. La
storia si sofferma soprattutto su Cipriano, ultimogenito di Romualdo.
L'uomo è leale, testardo, coraggioso, onesto, determinato,
responsabile verso la famiglia e gli altri, qualità che lo
aiuteranno a emergere, portando avanti le attività familiari e ad
ottenere quel riscatto sociale e personale che tutti o quasi i suoi
parenti hanno fortemente cercato, in modo particolare il nonno
Bastiano, capostipite della famiglia Parlante.
“(...) Rappresentava
tutto ciò che non aveva potuto o voluto essere.”
(citazione tratta dal testo)
“Gente del Sud” è un
romanzo forte, intenso, emozionante e ammaliante. L'inizio è intimo
e riservato e il lettore ha come la sensazione di doversi muovere in
punta di piedi, rispettando il lutto e il momento privato di
Raffaello, ma appena questi apre l'album di fotografie e il romanzo
ha inizio, allora la narrazione cambia, diventa più incisiva e il
lettore è letteralmente catapultato in un'altra epoca e in un'altra
realtà sociale.
Il testo afferra il lettore
e non lo lascia più, ammaliandolo con una narrazione scorrevole,
avvincente e mai scontata. L'unione tra avvenimenti storici e vita
dei protagonisti è perfetta, fluida, chiara, senza risultare
pedante, al contrario è interessante e coinvolgente. In sole
settecento pagine si ripercorrono cento anni di storia italiana,
ricordando le mire colonialistiche nel Nord Africa, l'ascesa del
fascismo, le due guerre mondiali, le difficile situazione dei
lavoratori, in modo particolare dei braccianti agricoli, il boom
economico, gli scontri sociali. La situazione di povertà, le
emigrazioni, la vita sociale, le difficili condizioni delle donne, i
matrimoni combinati ecc.
“La vita, come la
giornata, iniziava presto e, di solito, non andava oltre i
quarant'anni."
(citazione tratta dal testo)
Personalmente ho trovato
molto bella e coinvolgente la parte dedicata alla prima guerra
mondiale. Attraverso l'esperienza e gli stati d'animo di Cipriano,
viviamo direttamente quella sensazione di rassegnazione e logoramento
che milioni di soldati hanno subito e vissuto in trincea. Uomini
spezzati da una lunga e interminabile attesa, dove il futuro non
esiste e la morte è l'unica consolazione a una guerra fatta di
attacchi, ritirate, attese per la conquista di pochi metri.
Migliaia di giovani vite
spezzate in una guerra logorante e disumana.
“Qualcosa sarebbe
accaduto di lì a breve e tutti stavano sospesi nel nulla a contare i
minuti che non passavano, consapevoli che avrebbero potuto essere gli
ultimi della loro vita. Non pensavano a ciò che stava per accadere,
il futuro non esisteva: pensavano a casa, alle loro terre lontane,
alle madri, alle moglie, ad amori perduti, al sudore della fatica
sotto il sole cocente d'agosto, al veleno che avevano sputato per
sfamare i figli e che pareva loro un Paradiso perduto rispetto a
quell'inferno.
L'attesa. Nulla era più
logorante dell'attesa. Qualcuno scriveva un'ultima lettera con la
grafia stentata da seconda elementare, qualcuno per dare un ultimo
addio, altri per continuare a mentire su quella vita e non far
soffrire i propri cari più di quanto la lontananza e il tempo già
non facessero. Qualcuno si era fatto scrivere un breve messaggio e lo
stava ricopiando, vocale dopo consonante, parola dopo parola, come
meglio poteva, volendo farlo arrivare a casa dalle sue mani
ignoranti.”
(citazione tratta dal testo)
Il testo ci ricorda che il
destino tesse la trama delle nostre vite regalandoci momenti di
felicità e serenità, accompagnati spesso da risvolti negativi e
dolorosi. Nella vita tutto ha un corrispettivo, nulla ci viene
regalato e occorre lottare per ottenere diritti, riconoscimenti, per
cambiare la società e noi stessi.
“La vita, il destino
tracciano trame complesse che il più delle volte si risolvono in
vicende inaspettate.”
(citazione tratta dal testo)
Raffaello Mastrolonardo ha
ripercorso parte della sua storia familiare, modificando e unendo i
due rami familiari, dando vita a un romanzo meraviglioso, intenso e
potente.
Un romanzo pieno di vita e
amore. Amore per la famiglia, per la vita, per la terra, per se
stessi ecc.
Un romanzo che evidenzia la
possibilità di scegliere la propria vita.
Un romanzo dove si respira
la forza, il coraggio, la testardaggine di una famiglia e di un paese
fiero, orgoglioso e meraviglioso.
Un romanzo che vi consiglio
di leggere.
Buona lettura.
(Marianna Di Bella)