Titolo Originale: RUANMAI
Autrice: Fang Fang
Editore: Rizzoli
Buongiorno lettori,
torno a scrivere e parlare di libri dopo tanto tempo. Tempo dedicato interamente alla mia salute, donandomi un lungo periodo di riposo per recuperare forza ed energia.
Torno, in questo piccolo spazio che amo, con la recensione di un libro intenso ed emozionante. Un testo che mi ha insegnato molto in termini storici, sociali, emotivi, psicologici e che mi ha fatto riflettere su quanto sia importante e vitale tutelare la memoria e la verità storica di un Paese. Tutelarla vuol dire difendere la nostra identità di cittadini ed esseri umani. Tutelarla vuol dire, non solo difendere il nostro passato, ma anche il presente e, in particolar modo il futuro perché, visti i tempi in cui viviamo, non sottovaluterei nulla.
“Come un seme sepolto dal tempo” ne è un esempio. Perché? Beh, vi basti pensare che il romanzo venne pubblicato in Cina nel 2016 ricevendo una grande accoglienza, vincendo un premio letterario importante e grandi elogi dalla critica cinese. Ma...perché esiste sempre un ma in ogni storia, nel giro di pochi mesi il romanzo viene aspramente criticato, attaccato, tanto che nel 2017 sparisce dagli scaffali delle librerie. Perché? Semplicemente perché, non solo il libro esplorava il periodo controverso della Repubblica popolare cinese, ma era uscito in un periodo storico in cui le politiche culturali erano ancora più regolamentate e, come afferma Michael Berry nella postfazione: “(...) aveva osato opporsi al codice del silenzio...” e per questo “era stato messo a tacere”.
Fortunatamente Fang Fang, l'autrice, non ha mai smesso di scrivere e dare voce ai suoi pensieri, alla storia e alla verità. Grazie alla traduzione di Michael Berry e al lavoro delle case editrici, “Come un seme sepolto dal tempo” è arrivato anche da noi, regalandoci una visione più ampia della storia cinese, una comprensione diversa, perché diverso è il punto di vista durante la lettura. L'autrice, infatti, ci racconta il Movimento della riforma agraria dal punto di vista dei proprietari terrieri, uscendo dallo stereotipo del “proprietario cattivo e crudele”, dando risalto al lato umano dei protagonisti. Si sofferma, in modo particolare, sugli elementi psicologici degli individui, sulle loro fragilità, emozioni, traumi, sulle scelte intraprese nella loro vita, sui pensieri più profondi, senza dimenticare il rimprovero morale ad ognuno di loro.
Fang Fang, in questo testo, esce dalla dualità e contrapposizione tra proprietario terriero e contadino, raccontando semplicemente degli esseri umani, evidenziando, in particolare, la necessità di preservare la verità storica lottando contro il “codice del silenzio”.
Una verità costantemente minacciata e in molti casi attaccata. Una verità che contraddice gli eventi storici raccontati nei testi scolastici, epurando tutto ciò che non è ritenuto idoneo e che può nuocere ai poteri forti: fatti storici fastidiosi e in molti casi vergognosi.
Modificare.
Cancellare.
Dimenticare.
Un pericolo enorme per la Storia e l'identità di un popolo.
Ding Zitao, la protagonista del romanzo, è il connubio di tutto questo. Perché? Andiamo con ordine e presentiamo lei e il libro per comprendere il complesso e intenso lavoro dell'autrice.
Ding Zitao è un'anziana vedova che vive sola in una piccola casa a Wuhan, in Cina. È una donna schiva, riservata, non ha amici o parenti, ama stare sola con se stessa e rifugge dalle persone ad eccezione del figlio Qinglin che ama profondamente e a cui ha dedicato la vita, lavorando duramente come governante per farlo studiare e crescere in maniera dignitosa. Ma non fermiamoci alle apparenze, osserviamola attentamente perché solo così ci renderemo conto che qualcosa la turba profondamente, creandole momenti di confusione e grande spavento.
La donna ha perso la memoria a causa di un evento traumatico accaduto nel 1952, durante il periodo del Movimento della riforma agraria. Ripescata, in gravissime condizioni, in un fiume della provincia cinese del Sichuan orientale, la donna sopravvive grazie alle cure dei medici che l'hanno tratta in salvo e da allora ricomincia la sua seconda vita. Chi è? Chi l'ha ridotta così? Perché fuggiva? Nessuno lo sa, neanche lei. In tutte questi anni, Ding Zitao non ha mai voluto sapere chi fosse e da dove venisse. Ha preferito non sapere nulla del suo passato, accontentandosi di ricordare solo ciò che ha vissuto dal momento del salvataggio.
“Trascorsero molti anni, e per lei non cambiò molto. Tuttavia, sentiva crescere intorno a sé una specie di membrana densa e sottile, che sigillava ciò che si annidava al di là dei ricordi. Anno dopo anno, quella membrana sottile si ispessiva, solidificandosi in un muro che la proteggeva da tutti i demoni nascosti nelle profondità dell'inconscio.”
(citazione tratta dal libro)
Ding Zitao preferisce non ricordare. Sceglie il silenzio. L'oblio. Ma sappiamo benissimo che nulla si dimentica e che tutto, prima o poi, riemerge, inaspettatamente. Infatti, i ricordi di Ding Zitao si presentano in maniera imprevista, spesso sotto forma di sensazioni o elementi particolari: un profumo, un suono, un disegno etc. Gesti inaspettati che la turbano, la preoccupano perché non sa da dove provengano. Non può parlarne con nessuno, neanche con il figlio che non sa nulla dell'amnesia della madre e del suo passato sconosciuto.
“C'erano come delle stranezze che le strattonavano la memoria, che tentavano di saltar fuori dalla mente. Cose che lei aveva sempre cercato di evitare, a cui da sempre resisteva. Questa resistenza era come una rete spessa e ben tirata che avvolgeva l'esercito di demoni continuamente in lotta per liberarsi. Per tutta la vita si era portata dietro quella rete, sempre pronta a respingere i demoni.”
(citazione tratta dal libro)
Quando Ding Zitao si trasferisce a casa del figlio, nel Sud della Cina, avviene qualcosa di strano e importante: i ricordi della donna riaffiorano in maniera preponderante e senza un filo logico per noi lettori. Il loro riemergere è talmente forte e intenso, che la mente della donna non ce la fa a sopportare quel peso emotivo, e cade in uno stato vegetativo che preoccuperà seriamente il figlio, ma permetterà a noi lettori di comprendere finalmente il suo passato. Ma, vi avverto, non aspettatevi una ricostruzione della storia semplice e scontata, perché la particolarità e bellezza di questo libro è proprio nella sua struttura narrativa. Una trama che si costruisce lentamente, pezzo dopo pezzo come un intricato puzzle, coinvolgendo tutti i personaggi del libro e anche il lettore. Devo essere sincera, all'inizio sono rimasta piuttosto perplessa, perché passare da un ricordo del passato ad uno del presente, contemporaneamente e nello stesso paragrafo, ingarbuglia la lettura e fa perdere un po' il filo ma, dopo aver capito il meccanismo strutturale scelto dall'autrice, allora ho iniziato ad apprezzarlo trovandolo coinvolgente, appassionante ed emozionate.
Fang Fang decide di far riemergere la memoria e il passato di Ding Zitao come se fosse un viaggio nei gironi dell'inferno e, la particolarità narrativa consiste nel farlo a ritroso, partendo dall'ultimo evento presente nella memoria della donna per tornare all'elemento scatenante del trauma. Un viaggio nell'inferno interiore di Ding Zitao che l'autrice ha suddiviso in paragrafi denominandoli, ad es. “Inferno XII”, “Inferno XI” per evidenziare ancora di più questo lungo percorso di sofferenza e per coinvolgere il lettore nella scoperta della verità.
Un viaggio intervallato da capitoli e paragrafi in cui il figlio cercherà di comprendere lo stato della madre, scoprendo della sua amnesia e di un passato sconosciuto e da cui è spaventato, perché conoscere la verità terrorizza molto più del fatto di non sapere chi si è o da dove si proviene. Si preferisce non vedere e non conoscere per evitare problemi, conseguenze che non si saprebbero gestire. Ed ecco che attraverso le figure di Ding Zitao, di Qinglin, degli altri personaggi e il loro volere o non voler vedere la verità, si ripresenta, sotto diverse sfaccettature e punti di vista, il problema e il timore del far riemergere o meno la verità storica.
Una verità storica che ci narra del Movimento della riforma agraria, della Rivoluzione culturale, delle epurazioni e delle sessioni di lotta che hanno visto coinvolti contadini e proprietari terrieri. Fang Fang è riuscita a parlarne, in questo romanzo, in maniera semplice e coinvolgente perché il racconto non assume mai una connotazione didascalica o troppo storica, con date e spiegazioni politiche, no, l'autrice inserisce tutto in maniera equilibrata nel testo, rendendo la lettura fluida e godibile. Gli eventi storici fanno parte del romanzo ma non assumono mai il ruolo da protagonista assoluto, al contrario si amalgamano perfettamente alla narrazione mettendo in primo piano l'uomo e le sue fragilità e paure. Ed è proprio questo che ho apprezzato del testo: la capacità dell'autrice di rendere comprensibile e leggibile un periodo storico difficile e la costruzione dei personaggi. Fang Fang ha dato risalto alla loro complessità emotiva e psicologica, ai timori e ai diversi punti di vista permettendomi, in questo modo, di osservarli e calarmi in ognuno di loro, comprendendo le difficoltà vissute e le scelte o non scelte intraprese.
Personalmente, avrei preferito un approfondimento sulla vita e il passato del marito, perché mi avrebbe permesso di avere un quadro più completo sul loro rapporto, su determinate scelte e modi di pensare dell'uomo ma, soprattutto, avrei desiderato conoscere un po' di più la figura di Lu Zhongwen e il destino di Ding Zi.
“Avete voluto che restassi viva, e l'ho fatto. Ma una vita del genere è diversa dalla morte? E il fatto che sono viva, ora cos'ha a che vedere con la famiglia Hu o con i Lu? Tutti sono morti. A chi importa ormai se faccio parte di una o dell'altra famiglia? Avete voluto salvarmi la vita, ma vivere che senso ha se non so nemmeno più chi sono?”
(citazione tratta dal libro)
Chi è morto? Chi è la famiglia Hu? Cosa è successo? A voi il piacere di scoprirlo. Io posso solo consigliarvi di leggere il libro e lasciarvi avvolgere dalla scrittura di Fang Fang e dai ricordi di Ding Zitao. Imparerete molto, non solo su un periodo storico cinese importante e difficile ma, in particolare, su voi stessi.
“Alcuni scelgono di dimenticare, altri di documentare. Si tratta di decidere che tipo di vita si vuole vivere; è così che funziona.”
(citazione tratta dal libro)
La verità storica deve sempre emergere, non deve essere taciuta...mai.
Dimenticarla vuol dire cancellare la Storia e l'identità dell'essere umano.
Buona lettura.
Marianna Di Bella
(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro