martedì 21 gennaio 2025

Recensione: "Charlotte. La piccola Brontë” - Antonella Iuliano

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Titolo: Charlotte. La piccola Brontë

Autrice: Antonella Iuliano

Editore: Literary Romance Edizioni




“Cosa vuoi fare da grande?”

Quante volte, da bambini e poi adolescenti, ci è stata posta questa domanda?

Tante.

Troppe.

Quando si è giovani è difficile riuscire a comprendere se stessi e i cambiamenti che il corpo sta subendo, figuriamoci se si è in grado di stabilire a quale futura carriera ambire.

Sono pochi i bambini o gli adolescenti che capiscono subito le loro doti e cosa vogliono realizzare. Gli altri sono confusi, indecisi e il senso di impotenza, inadeguatezza e insoddisfazione aumenta e si intensifica. Alcuni hanno la fortuna di avere accanto adulti che, comprendendo questo momento di confusione, li aiutano e li ascoltano. Altri, invece, devono scoprirlo da soli con fatica e sofferenza.

Questo è un momento particolare della vita che deve essere affrontato con delicatezza e sensibilità. Un momento che tutti abbiamo vissuto e attraversato.

Un momento che anche Charlotte Stevens sta vivendo.

Lei è non solo una giovane studentessa inglese degli anni 50, ma anche la protagonista di questo romantico e splendido romanzo.

Siamo a Countville, nel Suffolk, e Charlotte rientra da scuola inquieta e insoddisfatta. Solitamente le basta rifugiarsi nella sua camera e dare sfogo alla sua fervida immaginazione. Creando mondi e storie meravigliose che l'avvolgono e la cullano, estraniandosi completamente dal resto del mondo, dimenticando i problemi quotidiani e adolescenziali della sua vita. Questa volta, però, la sua fantasia non la conforta, perché quel senso di impotenza e insoddisfazione è sempre più forte e non riesce a dare voce e forza a ciò che prova. Non riesce a comprendere appieno se stessa, cosa vuole dal futuro e quali possano essere le sue aspirazioni. Si sente persa e ferma lungo il percorso della sua esistenza.

Accompagnata da questa afflizione interiore si aggira per casa, entrando e uscendo dalle stanze come un'anima inquieta, fino a quando non entra in camera della madre e trova un libro da cui si sente subito attratta. Lo prende, lo sfoglia e scatta un amore travolgente che noi lettori conosciamo benissimo.

Charlotte legge “Cime Tempestose” per la prima volta, ritrovandosi nella storia e nell'inquietudine dei personaggi.

Legge e si innamora.

Legge e si riconosce.

Quel titolo sembrava capace di comunicare direttamente con la sua anima per mezzo di una strana e a lei sconosciuta magia.”

(citazione tratta dal libro)

Charlotte incontra per la prima volta la scrittura magnetica di Emily Brontë e con lei intraprende un viaggio che le cambia la vita.

Legge con passione e avidità fino ad arrivare all'ultima pagina. Chiude il libro e sente subito la mancanza dei personaggi e della storia. Capisce che rileggere il libro non le farà ritrovare e sentire le stesse sensazioni ed emozioni vissute durante la prima lettura.

È ansiosa e desiderosa di parlarne con qualcuno che lo ha letto, per confrontarsi e confidarsi su ciò che ha provato e vissuto. Vorrebbe conoscere meglio l'autrice, le sue opere e la sua vita.

Ma come fare? Come muoversi in questo mondo che per lei è ancora troppo grande e sconosciuto?

Forse, l'unica soluzione è parlarne con la persona che ha prestato il libro a sua madre: la signora Chloe.

Un giorno decide di  andare a trovarla e quando la incontra avviene qualcosa che cambierà il corso della sua vita e quella di noi lettori; perché la nostra Charlotte incontrerà un'anima affine che l'aiuterà consigliandole molti altri testi letterari, in particolare quelli delle sorelle Brontë, di cui la nostra protagonista si innamorerà follemente; ma cosa più importante, la signora Chloe l'aiuterà a scoprire e comprendere meglio se stessa, le sue idee, il suo valore, facendo emergere il suo vero talento: la scrittura. Un dono che nessuno l'ha mai aiutata a scoprire e coltivare. Charlotte è dotata di una fervida immaginazione, ma deve essere incanalata e guidata per poter esprimersi al meglio per essere riportata su carta.

Non è questa la magia che lei vuole diffondere? Quella che si sprigiona dalle pagine e ti fa dimenticare dove sei e chi sei fino a quando non chiudi il libro? E a volte continua anche dopo?”

(citazione tratta dal libro)

La signora Chloe le regala qualcosa di inestimabile valore, una profonda amicizia e la libertà di esprimere se stessa attraverso le parole, imparando a darsi un'opportunità nella vita.

Inizia così il viaggio di Chloe alla scoperta e all'amore profondo e viscerale per la scrittura, alla scoperta dell'amore e delle prime delusioni e all'incontro con Dylan, ma non aggiungerò altro, perché arrivati a questo punto sarete voi a seguire Charlotte lungo il suo percorso di crescita,

Charlotte. La piccola Brontë è un inno d'amore per la scrittura e per le sorelle Brontë.

È un romanzo bello, romantico, commovente e delizioso.

In ogni pagina si evince l'amore che Antonella Iuliano sente verso la scrittura e Charlotte Brontë. Il suo è un inno d'amore che arriva a noi lettori in maniera limpida e decisa. L'autrice apre uno spiraglio nella sua anima per permetterci di osservare e comprendere questo suo amore attraverso parole che danzano e volteggiano posandosi delicatamente sulle pagine, regalandoci emozioni e sensazioni di serenità e piacevolezza.

Personalmente ho amato questo romanzo e posso tranquillamente affermare che tra i libri letti di Antonella Iuliano, questo è in assoluto il mio preferito. L'ho amato in ogni sua sfaccettatura e passaggio narrativo. Ho apprezzato il rapporto che si instaura tra Charlotte e la signora Chloe; un rapporto di reciproco rispetto che si intensifica pagina dopo pagina trasformandosi in un grande amore filiale. Ho sognato e trattenuto il fiato per la storia tra Charlotte e Dylan, anche se in alcuni punti avrei voluto strozzarlo, ma questo lo capirete solo leggendo la storia.

Ho amato ogni personaggio, anche quelli meno incisivi e negativi, perché sono descritti bene e pieni di sfaccettature. Sono sempre coerenti con il contesto e il loro carattere, e non risultano mai stereotipati, neanche nei momenti di dolore o di dolcezza, dove spesso si rischia di cadere in frasi melense e fuori luogo.

Antonella Iuliano ha una bella scrittura e i suoi romanzi non sono mai banali o scontati, al contrario riesce a regalare a noi lettori storie interessanti, profonde, romantiche con dei protagonisti sensibili ma forti. In questo romanzo, Charlotte è un personaggio femminile bello e intenso che cresce pagina dopo pagina acquisendo consapevolezza di sé, delle sue capacità e del suo essere donna, lottando nel perseguire i suoi sogni e i suoi obiettivi. Acquisisce determinazione, competenza senza mai perdere di vista la sua sensibilità, imparando ad alzare lo sguardo e a non sentirsi persa in un mondo difficile che può spaventare e infiacchire, soprattutto la donna che in quegli anni cerca di conquistare i suoi diritti e il suo posto nella società.

Quello che sto cercando di dirti e che non siamo molto diverse da ciò che erano Charlotte, Emily e Anne. Come loro siamo delle donne che portano pazientemente un carico che la vita ci pone sulle spalle, fatto di sofferenze, di rinunce, di delusioni, di solitudine, ma siamo brave a estraniarci e lo siamo tanto che a volte quel peso è come se non lo avvertissimo più.”

(citazione tratta dal libro)

“Charlotte. La piccola Brontë” è una storia d'amore che fa battere il cuore e che vi consiglio di leggere e scoprire.

Aprite il libro, sfogliate le sue pagine e lasciatevi avvolgere dalla storia di Charlotte e dal suo amore per la scrittura.

Buona lettura.


Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio l'Autrice per la copia dell'ebook.


martedì 14 gennaio 2025

Recensione: "Il falsario di Auschwitz" - Paul Schiernecker

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Titolo: Il falsario di Auschwitz

Titolo Originale: The Counterfeiter of Auschwitz

Autore: Paul Shiernecker

Editore: Newton Compton Editori



Ogni storia è unica e irripetibile. Possono esserci elementi similari, eventi che potrebbero rimandare ad altri ricordi o altre storie ma ognuno di loro è unico, soprattutto per la persona che l'ha vissuto.

Georg Gottlieb ha vissuto pienamente la sua vita, affrontando momenti tragici e traumatici. Momenti che nessuno avrebbe dovuto vivere e affrontare. Momenti che ancora oggi ricordiamo attraverso ricorrenze, documenti, testimonianze. Olocausto, i campi di concentramento etc.

Georg Gottlieb è il protagonista e la voce narrante di questo romanzo. Colui che ci guiderà attraverso le pagine di un libro complesso, interessante e basato su eventi reali. Cosa sia vero e cosa sia falso non è importante, perché la nostra attenzione verrà catturata da due tematiche importanti e vitali di questo romanzo: il profondo amore di Georg per sua moglie e l'Unità di contraffazione creata dai nazisti per colpire gli Alleati.

Ma procediamo con ordine e ascoltiamo, anzi leggiamo, le parole di Georg e seguiamo le sue vicende personali.

Siamo a Londra, nella casa di riposo Golders Green. Qui vive Georg e in questo momento è in compagnia di Rebekah Braham, una giovane giornalista che vuole intervistarlo per scoprire la verità sull'Operazione Bernhard, l'Unità di contraffazione composta da 140 prigionieri ebrei e la misteriosa sparizione, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, di trecento milioni di sterline contraffatte.

Perché proprio lui?

Perché è l'ultimo sopravvissuto di quella operazione.

Con la sua caratteristica ironia, l'uomo inizia a raccontare la sua vita. Nel 1939 è un giovane tipografo che trascorre la sua esistenza a Praga, lavorando e uscendo con gli amici. Una sera incontra casualmente Rose Izelis e si innamora perdutamente di lei. Come ogni giovane innamorato cerca in ogni modo di impressionarla e conquistarla. Arrivando, addirittura, a far parte del partito Comunista, dove lei svolge operazioni segrete e illegali. La partecipazione del ragazzo diventa sempre più attiva e abbraccia gli ideali di libertà e lotta contro i nazisti. Riesce a conquistare Rose e a sposarla, ma i nazisti occupano Praga e la caccia ai nemici si fa sempre più serrata.

Un giorno Rose e Georg vengono arrestati e condotti su un treno diretti ad Auschwitz. Giunti a destinazione i due ragazzi vengono separati e costretti a seguire l'iter di ingresso che prevede la rasatura, la doccia, il tatuaggio. Un percorso il cui scopo è alienare e distruggere la dignità umana di ogni singolo individuo.

I giorni non significano più nulla quando non sei più umano.”

(citazione tratta dal libro)

Georg è preoccupato perché sente di dover tutelare, sostenere e prendersi cura di sua moglie, e ora che li hanno separati non sa come fare. Nasce, così, la sua determinazione a ritrovare la moglie, trasferita a Birkenau, e salvarla a qualsiasi costo, facendo qualsiasi cosa, anche falsificare il numero del suo tatuaggio e scappare, così, da Auschwitz.

La sua caparbietà, la sua intelligenza e la sua abilità di falsificazione lo premiano, perché miracolosamente riesce a raggiungere Birkenau e rivedere Rose ma, il tanto agognato momento dura pochissimo perché l'uomo viene prelevato dalle guardie naziste che, scoperto l'inganno, lo rintracciano e...no, non lo uccidono perché le sue abilità di tipografo e falsificazione sono utili per un'operazione segreta che si sta svolgendo in un altro campo di concentramento, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

A Konzentrationslager Schlier, un campo satellite di Mathausen, è stato costruito un reparto segreto dove vengono falsificati e stampati documenti, passaporti e, in particolare, le monete dei paesi nemici. Qui nasce l'Operazione Bernhard, un'unità di contraffazione composta da 140 prigionieri ebrei, esperti del settore, il cui scopo principale è contraffare e minare dall'interno l'economia degli inglesi e degli americani. Uomini esperti costretti a lavorare senza libero arbitrio con l'unico scopo e premio di avere salva la vita. È qui che viene condotto Georg ed è qui che dovrà mettere a frutto le sue abilità e la sua intelligenza se vuole vivere e salvare la sua amata Rose.

Devi sopravvivere.

Devi trovare tua moglie.

Devi andartene da qui.”

(citazione tratta dal libro)

Riuscirà Geog a scappare e salvare Rose?

A voi scoprirlo seguendo le sue avventure e i suoi piani, spesso, fallimentari e pericolosi.

“Il falsario di Auschwitz” è un romanzo interessante, coinvolgente, sarcastico e piuttosto complesso e articolato. Finzione, contraffazione e realtà si rincorrono per tutte le pagine del racconto, regalandoci una storia interessante, per me troppo lunga e con una serie di eventi, spesso improbabili, che mi hanno più volte portata a chiedermi se non fosse un po' troppo costruito e artefatto rispetto alla realtà e al contesto dell'epoca. A parte queste mie personali opinioni, il romanzo è comunque interessante e coinvolgente e non si può fare a meno di volerne sapere di più sulla storia di Georg e sui suoi piani di evasione. Piani che spingono sempre al limite il protagonista, e i suoi compagni, in queste imprese folli, pericolose e spesso mortali per chi lo segue.

Georg è un personaggio complesso, intelligente, caparbio e a volte superficiale nelle scelte. Per tutto il romanzo è guidato dal profondo e intenso amore per Rose. Un amore che lo aiuterà a non arrendersi di fronte agli ostacoli e a creare piani di fuga sempre più articolati e pericolosi. Spesso, però, le sue scelte sono guidate da un pizzico di egoismo che non lo fanno riflettere sulle conseguenze negative che possono ripercuotersi sui suoi amici e compagni, mettendo in pericolo le loro vite. Questa sua superficialità verso il prossimo mi ha molto infastidita ma, riflettendo sul contesto storico e l'impulso alla sopravvivenza a cui era spinto l'essere umano in quelle condizioni, forse è comprensibile o almeno non giudicabile o criticabile.

L'amore e la speranza sono gli elementi principali su cui ruota il romanzo e la vita del protagonista che, attraverso la sua voce ironica e pungente, ci racconta una storia interessante e poco conosciuta. L'ironia è la sua armatura, il suo modo per sopravvivere e proteggersi dagli orrori che ha visto e vissuto. Ed è proprio con questo spirito che la narrazione procede pagina dopo pagina, rendendo il romanzo paradossalmente ancora più drammatico. Descrivere alcune scene violente utilizzando l'ironia creano un effetto emotivamente sconvolgente, come un pugno nello stomaco, lasciando in questo modo il lettore tramortito e traumatizzato, perché seppur inserite nel contesto di un romanzo. sappiamo che quelle atrocità sono state effettivamente inflitte a milioni di esseri umani.

“Il falsario di Auschwitz” è un romanzo che vi consiglio di leggere, nonostante alcuni difetti, che personalmente non ho gradito. È importante ricordare il passato, soprattutto in quest'ultimo periodo storico. È importante ricordare gli errori, le atrocità commesse ad altri esseri umani e cercare di imparare la lezione o quantomeno a riflettere sul rispetto dell'Altro e su quanto la vita sia breve.

Georg ci ha insegnato che è impossibile falsificare l'amore; e il suo amore per Rose è stato vero, intenso, profondo e unico.

...non ci sarà mai una replica esatta dell'amore che abbiamo condiviso. È la mia storia e non c'è molto che si possa fare per cercare di duplicarla. In fondo al cuore, dove conta, sappiamo sempre cosa abbiamo davvero da dare al mondo.”

(citazione tratta dal libro)

Promettimi che arriveranno sempre le otto di sera, qualunque cosa succeda e ovunque saremo.”

Te lo prometto. Arriveranno sempre le otto di sera”

(citazione tratta dal libro)

Buona lettura!


Marianna Di Bella


(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook.


venerdì 10 gennaio 2025

Recensione: "A cena con l'assassino" - Alexandra Benedict

 

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Titolo: A cena con l'assassino

Titolo Originale: The Christmas Murder Game

Autrice: Alexandra Benedict

Editore: Newton Compton Editori



È il 24 dicembre e nelle case di tutto il mondo le persone si stanno preparando per celebrare il Natale. C'è chi si riunisce con le proprie famiglie, chi festeggia da solo o in compagnia di pochi amici. Tutti sono impegnati a impacchettare regali, cucinare e litigare. Beh, non tutti amano le feste, soprattutto se devono trascorrere del tempo con familiari che non gradiscono rivedere; ma lasciamo perdere tutte queste persone indaffarate e volgiamo il nostro sguardo verso un luogo in particolare: Endgame House, un maniero del diciassettesimo secolo, situato nella regione dello Yorkshire.

In questo massiccio e misterioso luogo è riunita la famiglia Armitage, convocata dalla zia Liliana per partecipare al consueto Gioco di Natale. I cugini Armitage sanno benissimo di cosa si tratta, perché sin da piccoli, durante le festività natalizie, partecipavano a una caccia al tesoro, risolvendo enigmi, anagrammi, indovinelli per cercare e trovare i regali. Sono passati anni da allora, nel mentre sono cresciuti, hanno trovato il loro posto nel mondo, si sono allontanati e dei lutti hanno segnato le loro vite. Hanno perso nonni, zii, genitori e ora anche la zia Liliana, e quest'ultimo gioco torna a riunirli tutti sotto lo stesso tetto. Chi l'ha organizzato? Semplice, la zia Liliana. La donna ha organizzato ogni cosa prima di morire, dettando regole ed enigmi da risolvere per giungere al premio finale: la proprietà di Endgame House.

Un premio che tutti vorrebbero vincere, ad eccezione di Lily, una delle nipoti di Liliana Armitage-Feathers. La ragazza è la figlia dell'adorata sorella Mariana, morta molti anni prima, proprio a Endgame House.

Lily è una sarta e vive a Londra in un piccolissimo appartamento circondata da stoffe e da tutto il materiale per il cucito. È molto riservata e non ama correre rischi negli affari e nella vita. Dopo la morte della madre si è chiusa in sé stessa, riponendo il passato, i suoi sogni, le sue speranze e i suoi desideri dentro un cassetto chiuso a chiave, anzi sarebbe meglio dire dietro mura altissime, solide e inavvicinabili.

Io voglio renderti libera, Lily. Voglio aiutarti a scappare dalle mura in cui ti sei rinchiusa. È ora di prendere gli scarabocchi e portarli nel mondo reale.”

(citazione tratta dal libro)

Quando la nostra protagonista riceve l'invito per il Gioco di Natale, rimane sorpresa e turbata, perché tornare in quella casa vorrebbe dire, non solo rivedere i parenti, ma soprattutto rivivere un passato che negli anni ha cercato di dimenticare. Un passato che porta con sé solo dolore e sofferenza.

...non ha intenzione di cedere ai ricordi che bussano come un rapace con il becco contro la finestra.”

(citazione tratta dal libro)

Qualcosa, presente nella lettera, la convincerà ad accettare la sfida: la zia le confessa che tutte le risposte sulla morte della madre sono rinchiuse tra quelle mura misteriose e negli indovinelli preparati dalla zia. Lily non può ignorare questa rivelazione, deve partecipare al gioco, affrontare il passato e scoprire come è morta la mamma.

Cerca nel tuo passato i ricordi che possono aiutarti a comprendere gli indizi e a scoprire cosa sia successo a Mariana Rose.”

(citazione tratta dal libro)

Riuscirà a scoprire la verità?

A voi indovinarlo seguendo gli indovinelli di zia Liliana e gli enigmi che si celano tra quelle mura, ma attenzione perché non potrete lasciare la casa per tutto il periodo del gioco, vale a dire 12 giorni, non potrete usare dispositivi elettronici per risolvere gli enigmi, dovrete seguire gli indizi e trovare le chiavi e, soprattutto, prestate molta attenzione perché un misterioso assassino si aggira tra gli invitati portando morte e....

Tranquilli, non continuo e non svelo altro della trama. Sarete voi a giocare e indovinare, io mi limiterò a dirvi cosa ho apprezzato della storia.

“A cena con l'assassino” è un romanzo intricato, coinvolgente e complesso nel gioco. Un giallo che mi ha tenuta incollata alle pagine del libro e mi ha coinvolta al punto da ritrovarmi a giocare con Lily e gli altri partecipanti, cercando di decifrare i sonetti per trovare le chiavi e comprendere il grande mistero che avvolge la casa. I sonetti sono piuttosto complessi da decifrare, perché rimandano a segreti o abitudini della famiglia che il lettore non può conoscere se non seguendo Lily e le sue indagini. Questo purtroppo è uno dei difetti che accompagnano il libro, perché non permette al lettore di partecipare attivamente al gioco. Personalmente, a me questo aspetto non ha disturbato eccessivamente perché la curiosità e l'atmosfera della storia hanno prevalso sull'attenzione ai particolari e alla soluzione degli anagrammi. Ho capito una cosa, però, sono negata nel gioco degli anagrammi. Non fanno per me. Di una cosa, comunque, sono soddisfatta, aver seguito il consiglio di zia Liliana, vale a dire non fidarsi di nessuno. Durante la lettura del romanzo ho cercato di non affezionarmi a nessuno, ad eccezione della protagonista, dubitando di tutti e cercando di pensare a possibili moventi, obiettivi e modalità di esecuzione e verso la metà del libro avevo più o meno capito chi fosse il responsabile o la responsabile ma, purtroppo non avevo capito nulla sulle motivazioni, le circostanze e parte del passato dei personaggi. Meglio così, altrimenti capirete bene che il romanzo avrebbe fallito nella sua funzione e nella sua ragione di essere.

Alexandra Benedict ha scritto una trama non propriamente originale, perché alcune situazioni rimandano ai grandi gialli del passato, non farò esempi per non svelare nulla della storia. La storia non è particolarmente dinamica, tutto sembra muoversi a rallentatore vivendo costantemente la sensazione di vivere sospesi nel tempo e fuori dalla realtà quotidiana. Come la casa viene avvolta dalla tempesta di neve così noi lettori viviamo l'atmosfera del romanzo.

Il libro pur essendo non particolarmente dinamico e con alcuni difetti narrativi, l'ho trovato comunque coinvolgente, accattivante e complesso nella dinamica degli indizi. Vanità, invidia, risentimento, vendetta sono i moventi che spingono l'assassino a uccidere.

Moventi che sono alla base anche delle misteriose morti del passato.

Moventi che porteranno l'assassino a lasciare dietro di sé diversi scie di sangue e un romanzo per certi versi macabro, ma che lascerò a voi scoprire.

Io continuerò a leggere gli altri due romanzi scritti dall'autrice, perché sono curiosa di scoprire quali giochi ed enigmi inventerà per coinvolgere noi lettori.

Svelate gli indizi.

Trovate le chiavi e...buona cena con l'assassino.


Le chiavi ti danno la libertà, Lily.

(…)

Ma allo stesso tempo ti proteggono.

Ti tengono al sicuro.”

(citazione tratta dal libro)




Marianna Di Bella