venerdì 18 ottobre 2024

Recensione: "Mezzanotte alla piccola libreria dei segreti" - Jenny Colgan

mezzanotte alla piccola libreria dei segreti, recensione, ebook, romanzo , libri il nostro angolo di paradiso, mdb

Titolo: Mezzanotte alla Piccola Libreria dei Segreti

Titolo Originale: Midnighit at the Christmas Bookshop

Autrice: Jenny Colgan

Editore: Newton Compton Editori




Buongiorno lettori,

Avete letto il libro “La piccola libreria dei segreti” di Jenny Colgan?

Sì?

Beh allora vi informo che Carmen e il suo gruppo di amici sono tornati in tutto il loro splendore.

Sì, Jenny Colgan ci ha regalato un altro “libro coccola” ambientato nell'atmosfera magica e polverosa della libreria del signor McCredie. È il seguito di quel primo romanzo che, personalmente, ho apprezzato moltissimo, coccolandomi in un periodo non proprio facile per me.

Quindi senza indugiare troppo, immergiamoci nella storia e affrontiamo il nostro viaggio letterario a Edimburgo. La magica e meravigliosa città della Scozia che, con la sua storia e i suoi luoghi caratteristici, affascina da anni, se non secoli, migliaia di persone. Noi, naturalmente, non ci perderemo a gironzolare per monumenti, ma andremo nella famosa Victoria Street per raggiungere la nostra amata libreria.

Perché i libri significano questo, no? Tornare a casa.”

(citazione tratta dal libro)

Carmen e il signor McCredie sono sempre lì che cercano di aumentare le vendite, guadagnare il più possibile per evitare il fallimento e la chiusura. Il posto è meno polveroso, leggermente meno caotico nella disposizione dei libri e più caldo e accogliente. Grazie, soprattutto, a Carmen che cerca di impegnarsi il più possibile per attirare i clienti e convincere il vecchio proprietario a modificare e modernizzare qualcosa. Impresa difficilissima perché il nostro signor McCredie è attaccato al passato, ai suoi libri e vorrebbe che tutto rimanesse così com'è.

Sono passati alcuni mesi da quel famoso Natale che ha visto cambiare la vita di Carmen e anche quella di noi lettori. Avevamo lasciato i nostri personaggi felici, Carmen innamorata di Oke e, finalmente, in pace con la sorella Sofia. A distanza di mesi, e in questo nuovo romanzo, invece, tutto è cambiato...in peggio. Perché? Beh la nostra protagonista ha litigato con il suo amato che è partito per una spedizione di ricerca nella foresta pluviale in Brasile.

Esiste forse rimpianto più profondo della consapevolezza di aver commesso un terribile errore senza riuscire a evitarlo quando sarebbe stato ancora possibile?”

(citazione tratta dal libro)

Cosa è accaduto?

Non posso svelarvi troppo, posso però dirvi ciò che si era evinto anche nel romanzo precedente.

I due ragazzi pur avendo origini e religioni diverse, caratteri opposti, lei estroversa e confusionaria, lui più pacato e posato nell'esternare i suoi sentimenti, si amano e si amalgamano molto bene. Una sera, però, accade qualcosa che li allontana facendo nascere un equivoco che si amplifica fino a portare alla loro separazione.

Un dolore per entrambi e per me, perché ho sempre tifato per questa coppia così strana e piacevole al tempo stesso.

Carmen cerca di riprendersi ma, inevitabilmente, ricade negli errori già visti precedentemente. Si adagia passivamente alla sua attuale vita, crogiolandosi nell'autocommiserazione. Ad esempio, con la scusa degli affitti troppo alti, continua vivere dalla sorella creando, in questo modo, incomprensioni e litigi. Ma ecco che la vita arriva a portare una sferzata al suo stato di indolenza perché il signor McCredie decide di partire per una spedizione in Antartide e ha bisogno di molti soldi per poter pagare il viaggio. L'uomo è disposto a qualsiasi cosa pur di partire, anche a vendere o svendere parte della libreria.

No!Pericolo!

Carmen deve intervenire per cercare di salvarla. Come? Beh non resta che leggere il libro e immergervi nella vita della nostra protagonista e degli altri personaggi.

Devo essere sincera, questo nuovo romanzo non mi ha appassionata come il precedente. È piacevole, divertente, in alcuni punti, e avvolgente, ma non al punto giusto. Probabilmente il ripetersi di alcune problematiche lo fanno sembrare ripetitivo, almeno per me, e la lettura, in questo modo, diventa un po' monotona. Inoltre, il ripetersi degli sbagli e della pigrizia di Carmen mi hanno un po' delusa.

Questo però non vuol dire che non sia una lettura piacevole. Ho ritrovato i personaggi che ho amato nel libro precedente, come ad esempio i nipoti che ancora una volta emergono per il carisma e la simpatia, infatti, in alcune parti i dialoghi con la zia e il tato sono molto divertenti. Sì, nella storia c'è anche un nuovo personaggio, Rudy, il tato dei bambini. Un ragazzo divertente che riserverà molte sorprese e un'aura di positività e buonumore.

Jenny Colgan ci ha riportato di nuovo a Edimburgo, e grazie alle sue descrizioni, ci ha permesso di immergerci nuovamente nella vita cittadina, tra castelli, vie e negozietti tipici in cui perdersi e sognare. Descrizioni che ho amato ancora di più perché, questa volta, ci regala una scoperta all'interno della libreria che sarebbe il sogno di qualsiasi lettore.

La luce fioca rimbalzava tra gli scaffali decorati che traboccavano di una cacofonia di libri, impilati fino al soffitto, disposti su due file per ogni ripiano. Erano una promessa d'evasione: misteri e avventure; mappe del tesoro e racconti del passato, di cavoli e re; storie di coraggio, pirati e mondi di ghiaccio; mondi esistenti sopra i tetti delle case.”

(citazione tratta dal libro)

La sua scrittura delicata e mai sdolcinata ci regalano una lettura e un momento piacevole e rilassante, circondati da un'atmosfera tenera e romantica. Una scrittura che ci trasporta in un luogo magico in cui perdersi.

Pronti per questo nuovo viaggio letterario?

L'appuntamento è a “Mezzanotte alla piccola libreria dei segreti”.

Ci vediamo lì.

Buona lettura.



Marianna Di Bella


(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook.

martedì 15 ottobre 2024

Recensione: "L'inverno della Lepre Nera" - Angela Tognolini

 

l'inverno della lepre nera, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, romanzo, ebook, natura, mdb, montagna, silenzio

Titolo: L'inverno della Lepre Nera

Autrice: Angela Tognolini

Editore: Bompiani




Silenzio.

Impalpabile, inafferrabile, incorporeo. Eppure la sua presenza può essere pesante, dolorosa, asfissiante.

Ognuno di noi lo vive e percepisce in maniera diversa e personale. Il nostro stato emotivo, psicologico, e la nostra vita ce lo fanno vivere diversamente.

Ed ecco che assume mille facce, diventando per alcuni una fonte di stress o di paura. Per altri una cura e un conforto, perché aiuta a entrare in connessione con la parte più profonda di sé e con il mondo; alleviando sofferenze e paure. Mentre per altri, vivere anche solo degli attimi di silenzio, crea uno stato di disagio tale da doverlo riempire immediatamente con parole e discorsi inutili. La società odierna ci ha immersi nel rumore assordante di parole superficiali e suoni cacofonici, coprendo l'unica voce veramente importante che andrebbe ascoltata più spesso: la nostra. Entrare in contatto con se stessi e mettersi a nudo spaventa, perché non vogliamo “ascoltare”; così riempiamo il vuoto con altro “vuoto” creando incomunicabilità con noi stessi e con l'Altro.

Le due protagoniste di questo romanzo sono avvolte dal silenzio: quello creato dalla paura e dal dolore. Un silenzio che le allontana l'una dall'altra.

Stare in silenzio e da sola, in fondo, era quello che sembrava fare più volentieri.”

(citazione tratta dal testo)

Nadia è una bambina di nove anni molto intelligente, ama leggere e guardare i documentari sugli animali. Li ama. La sua vita, però, è solitaria. Vive sola con la madre Rosa, una donna distante, fredda e silenziosa. La bambina vorrebbe conoscere meglio la mamma, avere un rapporto diverso con lei, ma è troppo piccola per poter risolvere il problema e colmare la distanza che si è creata. È una bambina lasciata sola ad affrontare le sue paure e quel mostro che l'aspetta in agguato al buio: il silenzio.

Perché Rosa è così distante? Dov'è il papà di Nadia?

È ancora troppo presto per rispondere a queste domande, però ciò che sappiamo è che Nadia non vuole riportare a galla i ricordi legati alla figura paterna e, cosa più importante, il giorno di Santo Stefano la madre decide di partire, lasciare la casa e andare in montagna dallo zio Tone.

L'uomo, zio di Rosa, vive in una baita circondata dagli alberi, una casa immersa nel silenzio della natura. Un silenzio rassicurante in grado di rimettere in connessione l'individuo con se stesso e con il mondo circostante.

Rosa è nata e cresciuta tra quelle montagne, immersa nella natura e in una realtà fatta di duro lavoro, di radici familiari forti e una cultura maschilista, misogina da cui si è staccata andando a studiare in città. Scoprendo un mondo a lei sconosciuto, con altri valori, atteggiamenti, altre regole. Vivendo in bilico tra chi è e chi vorrebbe essere; tra due mondi diversi, perdendo, inevitabilmente, una parte di sé.

Non volevo solo vivere qualcosa di diverso. Volevo essere qualcosa di diverso.”

(citazione tratta dal testo)

Tutto questo lo scopriamo grazie ad alcuni capitoli in cui è la protagonista assoluta e voce narrante. Capitoli che diventano un diario e un flusso di coscienza in cui prende forma la sua storia. Una storia dolorosa che ha plasmato il presente, il suo essere e il rapporto con la figlia.

Gli altri capitoli sono concentrati sul presente e sulla permanenza di Rosa e Nadia nella casa di zio Tone. In questi capitoli, narrati in terza persona, si da più spazio a Nadia e al suo rapporto con lo zio che l'aiuterà a scoprire non solo il mondo della natura, insegnandole tutto ciò che sa sugli alberi, sulle leggende, ma anche qualcosa del passato della madre. Dandole gli strumenti adatti per imparare a conoscere se stessa, la natura e gli altri.

Però Nadia sentiva che le cose che stava imparando erano comunque utili e importanti. C'era dentro una sapienza antica, che aveva a che fare con la terra e le stelle, con i nidi caldi delle volpi e la pelliccia a ciuffi dei conigli.”

(citazione tratta dal testo)


Sentiva che ogni informazione nuova, ogni scoperta, era come una radice che nasceva da lei per affondare dentro la terra. La facevano sentire più stabile, più salda, come se stesse diventando parte di qualcosa di silenzioso e grande e sempre uguale. Come se stesse diventando più animale.”

(citazione tratta dal testo)

Nadia imparerà moltissime cose e anche noi lettori, ma per farlo occorrerà continuare la lettura, immergendosi completamente nella storia e nell'atmosfera che si respira in tutto il libro. Preparatevi perché la lettura sarà intensa, intima, dolorosa ed esplorativa dell'animo umano.

Nadia e Rosa dovranno percorrere la propria strada, inciampando sugli errori, le incomprensioni e le paure, riflettendo su se stesse, lasciando che la montagna e la natura le avvolgano in un abbraccio curativo, mettendole in connessione con la parte più profonda di se stesse.

“L'inverno della lepre nera” è un romanzo intenso, doloroso ed emozionante. Ancestrale e silenzioso. La narrazione procede per capitoli distinti e alterni. Come abbiamo visto precedentemente, ci sono capitoli dedicati al passato di Rosa e sono narrati in prima persona, mentre gli altri sono concentrati sul presente e sullo svolgersi della storia con Nadia, zio Tone e Rosa come personaggi principali. In ogni capitolo e nel romanzo in generale, Angela Tognolini, affronta tematiche importanti e pesanti, come ad esempio la violenza fisica e psicologica, il complesso rapporto tra madre e figlia, le difficoltà comunicative, le radici familiari, la consapevolezza di sé, la natura etc. Li inserisce all'interno della storia con grazia e delicatezza. Non si sofferma a descrivere, in maniera morbosa, le scene di violenza, al contrario, lascia alle parole il compito di descrivere le emozioni, le sensazioni che vive la persona coinvolta. Non dedica troppo spazio a questi avvenimenti, perché pone maggiormente l'attenzione sulla parte spirituale e psicologica dell'individuo, e sulla sua capacità di sentire, comprendere e perdonare se stesso. Perché solo imparando a conoscersi pienamente, accettando i propri sbagli, si può pensare di intraprendere un percorso di guarigione, tornando a rinascere.

Rinascita e ascolto di sé, circondati dalla natura, dal silenzio e dalla montagna che diventano cura e sollievo, conforto e confronto con sé e con l'Altro.

La scrittura di Angela Tognolini è intensa, profonda, introspettiva, ma anche poetica e musicale. Le sue parole sembrano prendere vita da un inchiostro intriso di poesia e natura. Il silenzio, solitamente impalpabile e inafferrabile, grazie alle sue descrizioni, prende forma diventando chiaro e visibile.

Ho amato profondamente la sua scrittura, mi sono sentita avvolta dalle sue descrizioni, dalle metafore e da una narrazione introspettiva ed emozionante. I suoi personaggi sono costruiti bene, in particolare la sfera psicologica. Si percepisce la loro crescita interiore ma anche la grande difficoltà nell'affrontare il dolore, nel lasciare andare il passato, alcune persone e una parte di sé.

L'autrice, con le sue parole, plasma il romanzo e i personaggi così come fa la vita, che plasma la nostra esistenza, scavando nel nostro essere. Ciò che siamo è frutto degli incontri, delle esperienze, delle sofferenze, delle risate e di tutto ciò che abbiamo vissuto.

Ho amato profondamente questo romanzo, non so se sono riuscita a trasmettere solo una minima parte della bellezza di questa storia. Non so se sono riuscita a dargli il giusto merito. Probabilmente avrei potuto dirvi di più e in un altro modo, ma ho dato spazio all'istinto, alle sensazioni e ho lasciato andare le parole. Ho lasciato che fluissero liberamente e si poggiassero su questo foglio...il resto lo lascio fare a Nadia e Rosa.


P.S. Ho dimenticato di parlarvi della leggenda della Lepre Nera ma, a questo punto, vi lascio con la curiosità e un piccolo estratto del libro.

...magica creatura che porta il cambio di stagione sulla terra correndo intorno alla montagna a ogni solstizio.”

(citazione tratta dal libro)

Buona lettura.


Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook.

venerdì 11 ottobre 2024

Recensione: "Maybe This Time. Forse questa volta" - Jill Mansell

 

maybe this time, forse questa volta, romance, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, mdb, storia d'amore
Titolo: Maybe This Time. 
             Forse questa volta

Titolo Originale: Maybe This Time

Autrice: Jill Mansell

Editore: Leggereeditore




L'amore è imprevedibile. Si presenta nella nostra vita inaspettatamente e, come un uragano, scombina la nostra esistenza insieme ai piani che avevamo progettato e curato con pazienza.

Lo accogliamo trepidanti e tutto si trasforma.

Altre volte, invece, questo ospite un po' turbolento, arriva nei momenti sbagliati. Quando siamo impegnati e concentrati su altre relazioni, quando ci stiamo riprendendo dalla fine di altri rapporti oppure quando la nostra attenzione è rivolta solamente a raggiungere i nostri obiettivi.

Si presenta come un incontro casuale, a volte creando un feeling o una grande amicizia, ma niente di più. Lo lasciamo sulla porta e lui molto tranquillamente fa finta di allontanarsi, perché dispettoso e caparbio com'è, aspetta dietro l'angolo il momento più opportuno per ripresentarsi e...ripresentarsi e...presentarsi di nuovo, fino a quando non capitoliamo e ci lasciamo avvolgere dall'amore.

A volte dei perfetti sconosciuti si rivelano persone davvero piacevoli.”

(citazione tratta dal testo)

Ed è proprio con un incontro casuale che inizia questo romanzo e la storia tra Cal e Mimi.

Mimi, la protagonista, è una giovane ragazza organizzata, efficiente e totalmente presa dalla sua carriera. Ha iniziato da poco a lavorare in un'azienda per le pubbliche relazione e vorrebbe crescere e fare carriera. L'amore non è contemplato tra i suoi progetti. Non è tra le sue priorità e quindi preferisce accantonarlo in un angolo. È con questo spirito che affronta il viaggio verso le Cotswald per andare a trovare il padre. L'uomo si è da poco trasferito nel paese di campagna di Goosebrook e ancora non conosce nessuno.

Lungo la strada, per raggiungere il paesino, la nostra protagonista incontra Cal, un residente del luogo, che l'aiuta dandole le giuste indicazioni. Tra i due nasce subito una simpatia spontanea che si trasforma presto in amicizia. L'uomo è sposato e ha una figlia di sei anni, Cora. La sua disponibilità e accoglienza fa sì che Mimi e il padre entrino in poco tempo a far parte della comunità, conoscendo gli abitanti e stringendo solide amicizie.

L'amore è arrivato in anticipo.

Cal e Mimi sono impegnati in altri progetti di vita. Non sono ancora pronti.

Trascorrono quattro anni dal loro primo incontro ed ecco che le loro strade si incrociano di nuovo. Mimi, a causa di eventi spiacevoli, si trasferisce a Goosebrook e...

Sarà il momento giusto per loro? Riusciranno ad andare oltre la loro amicizia o anche questa volta gli ostacoli si presenteranno sulla loro strada?

Non posso anticipare nulla, ma una cosa è certa, gli abitanti di Goosebrook si faranno amare sin dalle prime pagine, entrando nei cuori dei lettori. Saranno, insieme al romanzo, un caldo e confortevole abbraccio.

Mentre Cal e Mimi sono impegnati a inseguirsi e ritrovarsi, noi veniamo catapultati nella vita sociale di Goosebrook, innamorandoci degli abitanti e delle innumerevoli attività che vengono organizzate per tenere vivo il paese e lo spirito unitario della comunità.

Personalmente mi sono innamorata del luogo e degli abitanti molto più dei due protagonisti. Ho amato ogni personaggio e mi sono sentita parte delle loro vite. Ho tifato per le loro storie, mi sono commossa nei momenti di sofferenza e mi sono divertita in quelli più spensierati. Un'altalena di emozioni pure e delicate.

“Maybe This Time” è un romanzo piacevole e delicato. Una coccola letteraria, accogliente e mai giudicante. La storia ti avvolge e ti trasporta in un luogo confortevole dove non mancano momenti di sofferenza, come ad esempio la perdita di una persona cara o la menomazione fisica a causa di un incidente. Tematiche serie e importanti che Jill Mansell affronta con garbo e delicatezza. L'autrice si accosta a loro utilizzando una scrittura semplice e delicata, integrandoli perfettamente alla storia, evitando la trappola del pietismo e del melodramma. Grazie a questa delicatezza, si riesce a percepire la sofferenza ed a entrare in empatia con i personaggi coinvolti.

Gli avvenimenti si susseguono uno dietro l'altro velocemente; all'inizio questa cosa mi dava molto fastidio, perché avevo la sensazione che in questo modo mancasse l'approfondimento su alcuni episodi, sentimenti o emozioni. Continuando la lettura, invece, ho pensato che questo susseguirsi poteva rappresentare su carta, lo scorrere veloce dell'esistenza. La vita non si ferma, neanche quando accade qualcosa di grave, continua ad andare avanti, così come le vite delle persone. La narrazione, in questo modo, procede in maniera fluida, coinvolgendo anche noi lettori in questo scorrere continuo, come i dialoghi che sono veloci, frizzanti e in alcuni casi ironici e divertenti.

Devo essere sincera, non mi sono innamorata follemente della storia tra Cal e Mimi. Ho trovato che ci fossero troppi “non detto” e poco dialogo tra i due. Ho amato, invece, l'atmosfera del romanzo e del paese, quel senso di comunità che si respira in ogni angolo, strada e pagina del libro. Ma più di tutti, ho amato alcuni personaggi come Cora, Lois, Marcus, il cane Otto e, difficile a credersi, anche quell'egocentrico e scorbutico di CJ. Uno scrittore di successo che non si esime dall'esprimere la sua opinione, anche quando non è richiesta, e i dialoghi tra lui e Mimi sono tra i più divertenti, frizzanti e ironici del romanzo.

Ogni personaggio presente nel libro porta in sé una ferita, una cicatrice nell'anima che li segna profondamente, ma tutti reagiscono con forza, coraggio e un pizzico di ironia. Nessuno di loro perde mai la speranza.

“Forse questa volta” è il titolo perfetto per questa storia, per il destino dei protagonisti e degli altri personaggi, perché tutti troveranno la forza di rialzarsi dalle brutte cadute della vita, riprendendo in mano la loro esistenza, regalandosi un'altra opportunità per tornare a vivere e amare.

L'amore trova sempre la strada per raggiungerci...prima o poi.

Forse questa volta...

O forse domani...

O chissà...

In attesa,

buona lettura.



Marianna Di Bella




(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro

martedì 8 ottobre 2024

Recensione: "La casa del carrubo" - Barbara Bellomo

 

la casa del carrubo. recensione, seconda guerra mondiale, sbarco in sicilia, libro, libri il nostro angolo di paradiso, mdb
Titolo: La casa del carrubo

Autrice: Barbara Bellomo

Editore: Salani



Buongiorno lettori.

Leggendo il mio blog, avrete sicuramente capito che prediligo le storie ambientate durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Leggo romanzi, saggi, biografie, qualsiasi testo che mi aiuti a conoscere e comprendere questo periodo storico complesso, ricco di eventi e storie, alcune ancora poco conosciute.

Ogni testo mi aiuta ad ampliare la mia conoscenza, accendendo la mia curiosità e la voglia di continuare a conoscere e studiare.

Quando in libreria uscì il testo “La casa del carrubo” di Barbara Bellomo, non sentì subito il desiderio di leggerlo.

Ancora oggi non so spiegarmi il perché di questa “non scelta”. Ricordo solo di averlo segnato nella lista dei testi riguardanti il secondo conflitto mondiale e di averlo dimenticato. Un giorno, gironzolando tra gli scaffali della biblioteca comunale, mi imbatto in questo testo e, senza pensarci due volte, lo prendo in prestito. Inizio a leggerlo e, in poco tempo, mi ritrovo coinvolta e conquistata dalla storia e dai suoi personaggi.

Sfoglio le pagine e magicamente mi ritrovo in Sicilia nel 1943. Un momento storico di vitale importanza per le sorti del secondo conflitto mondiale. Le forte alleate sono in una fase di stallo e stanno cercando il modo di aprire altri fronti per accerchiare l'esercito tedesco.

Il 23 gennaio del 1943, a Casablanca, i grandi esponenti politici e militari delle forze alleate (Churchill, Roosevelt, Charles De Gaulle, il generale britannico Harold Alexander e il generale americano Dwight Eisenhower) si riuniscono per discutere e dare forma ad un nuovo e importante piano d'azione: l'operazione Husky, vale a dire lo Sbarco in Sicilia.

Non mi dilungherò sulle questioni puramente tecniche e militari, mi concentrerò, invece, sulla trama e i personaggi di questo romanzo

È il 15 aprile del 1943 e le forze alleate colpiscono in maniera violenta, la città di Catania, distruggendo edifici e uccidendo centinaia di civili.

Poi un nuovo boato. Un muro si squarcia e una profonda fenditura si apre minacciosa sulla volta sopra le loro teste. Polvere bianca e impalpabile scende giù, copiosa, riempiendo la stanza di una nuvola che toglie il respiro.”

(citazione tratta dal testo)

In pochissimo tempo la vita di molte persone viene stravolta, in particolare quella di Vittorio Floridia e della sua famiglia.

È strano vivere in guerra, considera. Se ne parla tanto, ma fino a quando non bussa alla tua porta sembra sempre meno cattiva di quel che è.”

(citazione tratta dal testo)

L'uomo, un professore di latino e greco, vede in pochi secondi cambiare la sua vita. La casa viene distrutta dal bombardamento e i suoi familiari feriti. Vittorio si rende conto che se vuole salvare la sua famiglia, deve mandarli via dalla città, in un luogo lontano e possibilmente al sicuro dalla morte e dalla fame. Decide così di accettare l'invito del suo amico Luigi Villalba che vive in campagna nella casa del carrubo.

Agata, la moglie, e i suoi tre figli, Luca, Elena e Michele, partono per primi, mentre lui li seguirà in un secondo momento, perché vorrebbe recuperare i risparmi di una vita, prima che arrivino gli sciacalli per fare incetta di tutto ciò che trovano.

La famiglia si mette in viaggio in uno stato di shock e terrore, consapevoli che quella è l'unica soluzione possibile. Arrivati alla casa del carrubo, si rendono conto che quello non è un semplice nome, ma si riferisce al grande albero che spicca al centro del terreno. Un albero maestoso che troneggia sulla proprietà e sui suoi abitanti.

Luigi Villalba non è solo il proprietario della casa, ma anche un uomo che nasconde la parte più passionale e combattiva del suo essere, insieme ad un passato e un segreto che saranno il cuore di questo romanzo. L'uomo vive nella grande casa insieme alla sorella Assunta, alla nipote Nunzia e alla governante Lina.

Personaggi che intrecceranno le loro vite in maniera forte ed emozionante, accomunati non solo dal contesto storico, ma anche dagli effetti della guerra e da molteplici segreti che vi invito a scoprire. Non procederò oltre nel continuare a raccontarvi la trama, perché farlo vorrebbe dire svelare troppo di questo romanzo. Ogni singolo evento e ogni personaggio sono strettamente legati e correlati tra loro e parlare di uno, vorrebbe dire anticipare e svelare la storia dell'altro. Quindi, lascio questo immenso vuoto per dare a voi l'opportunità di riempirlo, lasciandovi coinvolgere dai destini dei singoli personaggi.

“La casa del carrubo” è un romanzo che racchiude, al suo interno, alcuni fatti storici realmente accaduti, insieme ad avvenimenti e personaggi inventati. I grandi personaggi della storia si intrecciano ai destini e alle vicende dei civili, mostrandoci un capitolo storico importante: lo Sbarco in Sicilia degli Alleati.

Da questo connubio prende vita una storia emozionante, coinvolgente e interessante. L'autrice, Barbara Bellomo, utilizza una scrittura fluida, semplice che non si perde dietro ghirigori narrativi e alte elaborazioni lessicali ma, narra in maniera chiara, sincera e diretta, quelli che sono i fatti rendendoli, in questo modo, più reali per chi legge. I capitoli sono brevi e questo permette a noi lettori una lettura dinamica e mai pedante, permettendoci di entrare velocemente nel cuore della storia.

I personaggi sono ben costruiti e tutti hanno in comune un segreto da custodire e un passato da affrontare. Alcuni di loro mi hanno intrigata di più rispetto ad altri che, pur avendo un ruolo importante per lo svolgersi della storia, non hanno saputo trasmettermi molto a livello emotivo, lasciandomi per lo più indifferente.

I personaggi che mi hanno maggiormente colpita sono: Don Luigi, un uomo e un combattente costretto, dal periodo storico, a mettere a tacere una parte di sé ma, durante la storia, ritroverà se stesso e i suoi ideali. Nunzia, invece, è una ragazza, curiosa, ribelle e libera rispetto all'epoca storica, costretta a cambiare e maturare in maniera repentina e traumatica, così come traumatica sarà la crescita di Elena che da personaggio quasi bambinesco e per nulla incisivo, durante l'evolversi della storia acquisirà più presenza scenica e, devo essere sincera, è il personaggio che ho riscoperto e apprezzato. Infine, c'è il tenente Sullivan, che passando attraverso il dolore e la delusione capirà che tutto ciò a cui più ambiva, in realtà non gli porta nulla se non la consapevolezza che quella guerra reca con sé solo morte e distruzione. Le cui vittime sono sempre e solo anime innocenti.

È importante ricordare e affrontare il passato per liberarsi dai segreti che divorano l'anima, influenzando i destini. Comprendere gli sbagli e, possibilmente correggerli, vuol dire non ripetersi, non tornare a compiere lo stesso errore. È facile? No, e dagli ultimi eventi storici direi che non abbiamo capito nulla di ciò che i nostri nonni hanno affrontato per renderci liberi.

Però possiamo continuare a provare a cambiare, ad andare avanti.

La vita, pensa, è troppo breve per non godere dei singoli momenti di felicità che ci riserva.”

(citazione tratta dal testo)

Buona lettura.



Marianna Di Bella