venerdì 18 ottobre 2024

Recensione: "Mezzanotte alla piccola libreria dei segreti" - Jenny Colgan

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Titolo: Mezzanotte alla Piccola Libreria dei Segreti

Titolo Originale: Midnighit at the Christmas Bookshop

Autrice: Jenny Colgan

Editore: Newton Compton Editori




Buongiorno lettori,

Avete letto il libro “La piccola libreria dei segreti” di Jenny Colgan?

Sì?

Beh allora vi informo che Carmen e il suo gruppo di amici sono tornati in tutto il loro splendore.

Sì, Jenny Colgan ci ha regalato un altro “libro coccola” ambientato nell'atmosfera magica e polverosa della libreria del signor McCredie. È il seguito di quel primo romanzo che, personalmente, ho apprezzato moltissimo, coccolandomi in un periodo non proprio facile per me.

Quindi senza indugiare troppo, immergiamoci nella storia e affrontiamo il nostro viaggio letterario a Edimburgo. La magica e meravigliosa città della Scozia che, con la sua storia e i suoi luoghi caratteristici, affascina da anni, se non secoli, migliaia di persone. Noi, naturalmente, non ci perderemo a gironzolare per monumenti, ma andremo nella famosa Victoria Street per raggiungere la nostra amata libreria.

Perché i libri significano questo, no? Tornare a casa.”

(citazione tratta dal libro)

Carmen e il signor McCredie sono sempre lì che cercano di aumentare le vendite, guadagnare il più possibile per evitare il fallimento e la chiusura. Il posto è meno polveroso, leggermente meno caotico nella disposizione dei libri e più caldo e accogliente. Grazie, soprattutto, a Carmen che cerca di impegnarsi il più possibile per attirare i clienti e convincere il vecchio proprietario a modificare e modernizzare qualcosa. Impresa difficilissima perché il nostro signor McCredie è attaccato al passato, ai suoi libri e vorrebbe che tutto rimanesse così com'è.

Sono passati alcuni mesi da quel famoso Natale che ha visto cambiare la vita di Carmen e anche quella di noi lettori. Avevamo lasciato i nostri personaggi felici, Carmen innamorata di Oke e, finalmente, in pace con la sorella Sofia. A distanza di mesi, e in questo nuovo romanzo, invece, tutto è cambiato...in peggio. Perché? Beh la nostra protagonista ha litigato con il suo amato che è partito per una spedizione di ricerca nella foresta pluviale in Brasile.

Esiste forse rimpianto più profondo della consapevolezza di aver commesso un terribile errore senza riuscire a evitarlo quando sarebbe stato ancora possibile?”

(citazione tratta dal libro)

Cosa è accaduto?

Non posso svelarvi troppo, posso però dirvi ciò che si era evinto anche nel romanzo precedente.

I due ragazzi pur avendo origini e religioni diverse, caratteri opposti, lei estroversa e confusionaria, lui più pacato e posato nell'esternare i suoi sentimenti, si amano e si amalgamano molto bene. Una sera, però, accade qualcosa che li allontana facendo nascere un equivoco che si amplifica fino a portare alla loro separazione.

Un dolore per entrambi e per me, perché ho sempre tifato per questa coppia così strana e piacevole al tempo stesso.

Carmen cerca di riprendersi ma, inevitabilmente, ricade negli errori già visti precedentemente. Si adagia passivamente alla sua attuale vita, crogiolandosi nell'autocommiserazione. Ad esempio, con la scusa degli affitti troppo alti, continua vivere dalla sorella creando, in questo modo, incomprensioni e litigi. Ma ecco che la vita arriva a portare una sferzata al suo stato di indolenza perché il signor McCredie decide di partire per una spedizione in Antartide e ha bisogno di molti soldi per poter pagare il viaggio. L'uomo è disposto a qualsiasi cosa pur di partire, anche a vendere o svendere parte della libreria.

No!Pericolo!

Carmen deve intervenire per cercare di salvarla. Come? Beh non resta che leggere il libro e immergervi nella vita della nostra protagonista e degli altri personaggi.

Devo essere sincera, questo nuovo romanzo non mi ha appassionata come il precedente. È piacevole, divertente, in alcuni punti, e avvolgente, ma non al punto giusto. Probabilmente il ripetersi di alcune problematiche lo fanno sembrare ripetitivo, almeno per me, e la lettura, in questo modo, diventa un po' monotona. Inoltre, il ripetersi degli sbagli e della pigrizia di Carmen mi hanno un po' delusa.

Questo però non vuol dire che non sia una lettura piacevole. Ho ritrovato i personaggi che ho amato nel libro precedente, come ad esempio i nipoti che ancora una volta emergono per il carisma e la simpatia, infatti, in alcune parti i dialoghi con la zia e il tato sono molto divertenti. Sì, nella storia c'è anche un nuovo personaggio, Rudy, il tato dei bambini. Un ragazzo divertente che riserverà molte sorprese e un'aura di positività e buonumore.

Jenny Colgan ci ha riportato di nuovo a Edimburgo, e grazie alle sue descrizioni, ci ha permesso di immergerci nuovamente nella vita cittadina, tra castelli, vie e negozietti tipici in cui perdersi e sognare. Descrizioni che ho amato ancora di più perché, questa volta, ci regala una scoperta all'interno della libreria che sarebbe il sogno di qualsiasi lettore.

La luce fioca rimbalzava tra gli scaffali decorati che traboccavano di una cacofonia di libri, impilati fino al soffitto, disposti su due file per ogni ripiano. Erano una promessa d'evasione: misteri e avventure; mappe del tesoro e racconti del passato, di cavoli e re; storie di coraggio, pirati e mondi di ghiaccio; mondi esistenti sopra i tetti delle case.”

(citazione tratta dal libro)

La sua scrittura delicata e mai sdolcinata ci regalano una lettura e un momento piacevole e rilassante, circondati da un'atmosfera tenera e romantica. Una scrittura che ci trasporta in un luogo magico in cui perdersi.

Pronti per questo nuovo viaggio letterario?

L'appuntamento è a “Mezzanotte alla piccola libreria dei segreti”.

Ci vediamo lì.

Buona lettura.



Marianna Di Bella


(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook.

martedì 15 ottobre 2024

Recensione: "L'inverno della Lepre Nera" - Angela Tognolini

 

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Titolo: L'inverno della Lepre Nera

Autrice: Angela Tognolini

Editore: Bompiani




Silenzio.

Impalpabile, inafferrabile, incorporeo. Eppure la sua presenza può essere pesante, dolorosa, asfissiante.

Ognuno di noi lo vive e percepisce in maniera diversa e personale. Il nostro stato emotivo, psicologico, e la nostra vita ce lo fanno vivere diversamente.

Ed ecco che assume mille facce, diventando per alcuni una fonte di stress o di paura. Per altri una cura e un conforto, perché aiuta a entrare in connessione con la parte più profonda di sé e con il mondo; alleviando sofferenze e paure. Mentre per altri, vivere anche solo degli attimi di silenzio, crea uno stato di disagio tale da doverlo riempire immediatamente con parole e discorsi inutili. La società odierna ci ha immersi nel rumore assordante di parole superficiali e suoni cacofonici, coprendo l'unica voce veramente importante che andrebbe ascoltata più spesso: la nostra. Entrare in contatto con se stessi e mettersi a nudo spaventa, perché non vogliamo “ascoltare”; così riempiamo il vuoto con altro “vuoto” creando incomunicabilità con noi stessi e con l'Altro.

Le due protagoniste di questo romanzo sono avvolte dal silenzio: quello creato dalla paura e dal dolore. Un silenzio che le allontana l'una dall'altra.

Stare in silenzio e da sola, in fondo, era quello che sembrava fare più volentieri.”

(citazione tratta dal testo)

Nadia è una bambina di nove anni molto intelligente, ama leggere e guardare i documentari sugli animali. Li ama. La sua vita, però, è solitaria. Vive sola con la madre Rosa, una donna distante, fredda e silenziosa. La bambina vorrebbe conoscere meglio la mamma, avere un rapporto diverso con lei, ma è troppo piccola per poter risolvere il problema e colmare la distanza che si è creata. È una bambina lasciata sola ad affrontare le sue paure e quel mostro che l'aspetta in agguato al buio: il silenzio.

Perché Rosa è così distante? Dov'è il papà di Nadia?

È ancora troppo presto per rispondere a queste domande, però ciò che sappiamo è che Nadia non vuole riportare a galla i ricordi legati alla figura paterna e, cosa più importante, il giorno di Santo Stefano la madre decide di partire, lasciare la casa e andare in montagna dallo zio Tone.

L'uomo, zio di Rosa, vive in una baita circondata dagli alberi, una casa immersa nel silenzio della natura. Un silenzio rassicurante in grado di rimettere in connessione l'individuo con se stesso e con il mondo circostante.

Rosa è nata e cresciuta tra quelle montagne, immersa nella natura e in una realtà fatta di duro lavoro, di radici familiari forti e una cultura maschilista, misogina da cui si è staccata andando a studiare in città. Scoprendo un mondo a lei sconosciuto, con altri valori, atteggiamenti, altre regole. Vivendo in bilico tra chi è e chi vorrebbe essere; tra due mondi diversi, perdendo, inevitabilmente, una parte di sé.

Non volevo solo vivere qualcosa di diverso. Volevo essere qualcosa di diverso.”

(citazione tratta dal testo)

Tutto questo lo scopriamo grazie ad alcuni capitoli in cui è la protagonista assoluta e voce narrante. Capitoli che diventano un diario e un flusso di coscienza in cui prende forma la sua storia. Una storia dolorosa che ha plasmato il presente, il suo essere e il rapporto con la figlia.

Gli altri capitoli sono concentrati sul presente e sulla permanenza di Rosa e Nadia nella casa di zio Tone. In questi capitoli, narrati in terza persona, si da più spazio a Nadia e al suo rapporto con lo zio che l'aiuterà a scoprire non solo il mondo della natura, insegnandole tutto ciò che sa sugli alberi, sulle leggende, ma anche qualcosa del passato della madre. Dandole gli strumenti adatti per imparare a conoscere se stessa, la natura e gli altri.

Però Nadia sentiva che le cose che stava imparando erano comunque utili e importanti. C'era dentro una sapienza antica, che aveva a che fare con la terra e le stelle, con i nidi caldi delle volpi e la pelliccia a ciuffi dei conigli.”

(citazione tratta dal testo)


Sentiva che ogni informazione nuova, ogni scoperta, era come una radice che nasceva da lei per affondare dentro la terra. La facevano sentire più stabile, più salda, come se stesse diventando parte di qualcosa di silenzioso e grande e sempre uguale. Come se stesse diventando più animale.”

(citazione tratta dal testo)

Nadia imparerà moltissime cose e anche noi lettori, ma per farlo occorrerà continuare la lettura, immergendosi completamente nella storia e nell'atmosfera che si respira in tutto il libro. Preparatevi perché la lettura sarà intensa, intima, dolorosa ed esplorativa dell'animo umano.

Nadia e Rosa dovranno percorrere la propria strada, inciampando sugli errori, le incomprensioni e le paure, riflettendo su se stesse, lasciando che la montagna e la natura le avvolgano in un abbraccio curativo, mettendole in connessione con la parte più profonda di se stesse.

“L'inverno della lepre nera” è un romanzo intenso, doloroso ed emozionante. Ancestrale e silenzioso. La narrazione procede per capitoli distinti e alterni. Come abbiamo visto precedentemente, ci sono capitoli dedicati al passato di Rosa e sono narrati in prima persona, mentre gli altri sono concentrati sul presente e sullo svolgersi della storia con Nadia, zio Tone e Rosa come personaggi principali. In ogni capitolo e nel romanzo in generale, Angela Tognolini, affronta tematiche importanti e pesanti, come ad esempio la violenza fisica e psicologica, il complesso rapporto tra madre e figlia, le difficoltà comunicative, le radici familiari, la consapevolezza di sé, la natura etc. Li inserisce all'interno della storia con grazia e delicatezza. Non si sofferma a descrivere, in maniera morbosa, le scene di violenza, al contrario, lascia alle parole il compito di descrivere le emozioni, le sensazioni che vive la persona coinvolta. Non dedica troppo spazio a questi avvenimenti, perché pone maggiormente l'attenzione sulla parte spirituale e psicologica dell'individuo, e sulla sua capacità di sentire, comprendere e perdonare se stesso. Perché solo imparando a conoscersi pienamente, accettando i propri sbagli, si può pensare di intraprendere un percorso di guarigione, tornando a rinascere.

Rinascita e ascolto di sé, circondati dalla natura, dal silenzio e dalla montagna che diventano cura e sollievo, conforto e confronto con sé e con l'Altro.

La scrittura di Angela Tognolini è intensa, profonda, introspettiva, ma anche poetica e musicale. Le sue parole sembrano prendere vita da un inchiostro intriso di poesia e natura. Il silenzio, solitamente impalpabile e inafferrabile, grazie alle sue descrizioni, prende forma diventando chiaro e visibile.

Ho amato profondamente la sua scrittura, mi sono sentita avvolta dalle sue descrizioni, dalle metafore e da una narrazione introspettiva ed emozionante. I suoi personaggi sono costruiti bene, in particolare la sfera psicologica. Si percepisce la loro crescita interiore ma anche la grande difficoltà nell'affrontare il dolore, nel lasciare andare il passato, alcune persone e una parte di sé.

L'autrice, con le sue parole, plasma il romanzo e i personaggi così come fa la vita, che plasma la nostra esistenza, scavando nel nostro essere. Ciò che siamo è frutto degli incontri, delle esperienze, delle sofferenze, delle risate e di tutto ciò che abbiamo vissuto.

Ho amato profondamente questo romanzo, non so se sono riuscita a trasmettere solo una minima parte della bellezza di questa storia. Non so se sono riuscita a dargli il giusto merito. Probabilmente avrei potuto dirvi di più e in un altro modo, ma ho dato spazio all'istinto, alle sensazioni e ho lasciato andare le parole. Ho lasciato che fluissero liberamente e si poggiassero su questo foglio...il resto lo lascio fare a Nadia e Rosa.


P.S. Ho dimenticato di parlarvi della leggenda della Lepre Nera ma, a questo punto, vi lascio con la curiosità e un piccolo estratto del libro.

...magica creatura che porta il cambio di stagione sulla terra correndo intorno alla montagna a ogni solstizio.”

(citazione tratta dal libro)

Buona lettura.


Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook.

venerdì 11 ottobre 2024

Recensione: "Maybe This Time. Forse questa volta" - Jill Mansell

 

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Titolo: Maybe This Time. 
             Forse questa volta

Titolo Originale: Maybe This Time

Autrice: Jill Mansell

Editore: Leggereeditore




L'amore è imprevedibile. Si presenta nella nostra vita inaspettatamente e, come un uragano, scombina la nostra esistenza insieme ai piani che avevamo progettato e curato con pazienza.

Lo accogliamo trepidanti e tutto si trasforma.

Altre volte, invece, questo ospite un po' turbolento, arriva nei momenti sbagliati. Quando siamo impegnati e concentrati su altre relazioni, quando ci stiamo riprendendo dalla fine di altri rapporti oppure quando la nostra attenzione è rivolta solamente a raggiungere i nostri obiettivi.

Si presenta come un incontro casuale, a volte creando un feeling o una grande amicizia, ma niente di più. Lo lasciamo sulla porta e lui molto tranquillamente fa finta di allontanarsi, perché dispettoso e caparbio com'è, aspetta dietro l'angolo il momento più opportuno per ripresentarsi e...ripresentarsi e...presentarsi di nuovo, fino a quando non capitoliamo e ci lasciamo avvolgere dall'amore.

A volte dei perfetti sconosciuti si rivelano persone davvero piacevoli.”

(citazione tratta dal testo)

Ed è proprio con un incontro casuale che inizia questo romanzo e la storia tra Cal e Mimi.

Mimi, la protagonista, è una giovane ragazza organizzata, efficiente e totalmente presa dalla sua carriera. Ha iniziato da poco a lavorare in un'azienda per le pubbliche relazione e vorrebbe crescere e fare carriera. L'amore non è contemplato tra i suoi progetti. Non è tra le sue priorità e quindi preferisce accantonarlo in un angolo. È con questo spirito che affronta il viaggio verso le Cotswald per andare a trovare il padre. L'uomo si è da poco trasferito nel paese di campagna di Goosebrook e ancora non conosce nessuno.

Lungo la strada, per raggiungere il paesino, la nostra protagonista incontra Cal, un residente del luogo, che l'aiuta dandole le giuste indicazioni. Tra i due nasce subito una simpatia spontanea che si trasforma presto in amicizia. L'uomo è sposato e ha una figlia di sei anni, Cora. La sua disponibilità e accoglienza fa sì che Mimi e il padre entrino in poco tempo a far parte della comunità, conoscendo gli abitanti e stringendo solide amicizie.

L'amore è arrivato in anticipo.

Cal e Mimi sono impegnati in altri progetti di vita. Non sono ancora pronti.

Trascorrono quattro anni dal loro primo incontro ed ecco che le loro strade si incrociano di nuovo. Mimi, a causa di eventi spiacevoli, si trasferisce a Goosebrook e...

Sarà il momento giusto per loro? Riusciranno ad andare oltre la loro amicizia o anche questa volta gli ostacoli si presenteranno sulla loro strada?

Non posso anticipare nulla, ma una cosa è certa, gli abitanti di Goosebrook si faranno amare sin dalle prime pagine, entrando nei cuori dei lettori. Saranno, insieme al romanzo, un caldo e confortevole abbraccio.

Mentre Cal e Mimi sono impegnati a inseguirsi e ritrovarsi, noi veniamo catapultati nella vita sociale di Goosebrook, innamorandoci degli abitanti e delle innumerevoli attività che vengono organizzate per tenere vivo il paese e lo spirito unitario della comunità.

Personalmente mi sono innamorata del luogo e degli abitanti molto più dei due protagonisti. Ho amato ogni personaggio e mi sono sentita parte delle loro vite. Ho tifato per le loro storie, mi sono commossa nei momenti di sofferenza e mi sono divertita in quelli più spensierati. Un'altalena di emozioni pure e delicate.

“Maybe This Time” è un romanzo piacevole e delicato. Una coccola letteraria, accogliente e mai giudicante. La storia ti avvolge e ti trasporta in un luogo confortevole dove non mancano momenti di sofferenza, come ad esempio la perdita di una persona cara o la menomazione fisica a causa di un incidente. Tematiche serie e importanti che Jill Mansell affronta con garbo e delicatezza. L'autrice si accosta a loro utilizzando una scrittura semplice e delicata, integrandoli perfettamente alla storia, evitando la trappola del pietismo e del melodramma. Grazie a questa delicatezza, si riesce a percepire la sofferenza ed a entrare in empatia con i personaggi coinvolti.

Gli avvenimenti si susseguono uno dietro l'altro velocemente; all'inizio questa cosa mi dava molto fastidio, perché avevo la sensazione che in questo modo mancasse l'approfondimento su alcuni episodi, sentimenti o emozioni. Continuando la lettura, invece, ho pensato che questo susseguirsi poteva rappresentare su carta, lo scorrere veloce dell'esistenza. La vita non si ferma, neanche quando accade qualcosa di grave, continua ad andare avanti, così come le vite delle persone. La narrazione, in questo modo, procede in maniera fluida, coinvolgendo anche noi lettori in questo scorrere continuo, come i dialoghi che sono veloci, frizzanti e in alcuni casi ironici e divertenti.

Devo essere sincera, non mi sono innamorata follemente della storia tra Cal e Mimi. Ho trovato che ci fossero troppi “non detto” e poco dialogo tra i due. Ho amato, invece, l'atmosfera del romanzo e del paese, quel senso di comunità che si respira in ogni angolo, strada e pagina del libro. Ma più di tutti, ho amato alcuni personaggi come Cora, Lois, Marcus, il cane Otto e, difficile a credersi, anche quell'egocentrico e scorbutico di CJ. Uno scrittore di successo che non si esime dall'esprimere la sua opinione, anche quando non è richiesta, e i dialoghi tra lui e Mimi sono tra i più divertenti, frizzanti e ironici del romanzo.

Ogni personaggio presente nel libro porta in sé una ferita, una cicatrice nell'anima che li segna profondamente, ma tutti reagiscono con forza, coraggio e un pizzico di ironia. Nessuno di loro perde mai la speranza.

“Forse questa volta” è il titolo perfetto per questa storia, per il destino dei protagonisti e degli altri personaggi, perché tutti troveranno la forza di rialzarsi dalle brutte cadute della vita, riprendendo in mano la loro esistenza, regalandosi un'altra opportunità per tornare a vivere e amare.

L'amore trova sempre la strada per raggiungerci...prima o poi.

Forse questa volta...

O forse domani...

O chissà...

In attesa,

buona lettura.



Marianna Di Bella




(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro

martedì 8 ottobre 2024

Recensione: "La casa del carrubo" - Barbara Bellomo

 

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Titolo: La casa del carrubo

Autrice: Barbara Bellomo

Editore: Salani



Buongiorno lettori.

Leggendo il mio blog, avrete sicuramente capito che prediligo le storie ambientate durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Leggo romanzi, saggi, biografie, qualsiasi testo che mi aiuti a conoscere e comprendere questo periodo storico complesso, ricco di eventi e storie, alcune ancora poco conosciute.

Ogni testo mi aiuta ad ampliare la mia conoscenza, accendendo la mia curiosità e la voglia di continuare a conoscere e studiare.

Quando in libreria uscì il testo “La casa del carrubo” di Barbara Bellomo, non sentì subito il desiderio di leggerlo.

Ancora oggi non so spiegarmi il perché di questa “non scelta”. Ricordo solo di averlo segnato nella lista dei testi riguardanti il secondo conflitto mondiale e di averlo dimenticato. Un giorno, gironzolando tra gli scaffali della biblioteca comunale, mi imbatto in questo testo e, senza pensarci due volte, lo prendo in prestito. Inizio a leggerlo e, in poco tempo, mi ritrovo coinvolta e conquistata dalla storia e dai suoi personaggi.

Sfoglio le pagine e magicamente mi ritrovo in Sicilia nel 1943. Un momento storico di vitale importanza per le sorti del secondo conflitto mondiale. Le forte alleate sono in una fase di stallo e stanno cercando il modo di aprire altri fronti per accerchiare l'esercito tedesco.

Il 23 gennaio del 1943, a Casablanca, i grandi esponenti politici e militari delle forze alleate (Churchill, Roosevelt, Charles De Gaulle, il generale britannico Harold Alexander e il generale americano Dwight Eisenhower) si riuniscono per discutere e dare forma ad un nuovo e importante piano d'azione: l'operazione Husky, vale a dire lo Sbarco in Sicilia.

Non mi dilungherò sulle questioni puramente tecniche e militari, mi concentrerò, invece, sulla trama e i personaggi di questo romanzo

È il 15 aprile del 1943 e le forze alleate colpiscono in maniera violenta, la città di Catania, distruggendo edifici e uccidendo centinaia di civili.

Poi un nuovo boato. Un muro si squarcia e una profonda fenditura si apre minacciosa sulla volta sopra le loro teste. Polvere bianca e impalpabile scende giù, copiosa, riempiendo la stanza di una nuvola che toglie il respiro.”

(citazione tratta dal testo)

In pochissimo tempo la vita di molte persone viene stravolta, in particolare quella di Vittorio Floridia e della sua famiglia.

È strano vivere in guerra, considera. Se ne parla tanto, ma fino a quando non bussa alla tua porta sembra sempre meno cattiva di quel che è.”

(citazione tratta dal testo)

L'uomo, un professore di latino e greco, vede in pochi secondi cambiare la sua vita. La casa viene distrutta dal bombardamento e i suoi familiari feriti. Vittorio si rende conto che se vuole salvare la sua famiglia, deve mandarli via dalla città, in un luogo lontano e possibilmente al sicuro dalla morte e dalla fame. Decide così di accettare l'invito del suo amico Luigi Villalba che vive in campagna nella casa del carrubo.

Agata, la moglie, e i suoi tre figli, Luca, Elena e Michele, partono per primi, mentre lui li seguirà in un secondo momento, perché vorrebbe recuperare i risparmi di una vita, prima che arrivino gli sciacalli per fare incetta di tutto ciò che trovano.

La famiglia si mette in viaggio in uno stato di shock e terrore, consapevoli che quella è l'unica soluzione possibile. Arrivati alla casa del carrubo, si rendono conto che quello non è un semplice nome, ma si riferisce al grande albero che spicca al centro del terreno. Un albero maestoso che troneggia sulla proprietà e sui suoi abitanti.

Luigi Villalba non è solo il proprietario della casa, ma anche un uomo che nasconde la parte più passionale e combattiva del suo essere, insieme ad un passato e un segreto che saranno il cuore di questo romanzo. L'uomo vive nella grande casa insieme alla sorella Assunta, alla nipote Nunzia e alla governante Lina.

Personaggi che intrecceranno le loro vite in maniera forte ed emozionante, accomunati non solo dal contesto storico, ma anche dagli effetti della guerra e da molteplici segreti che vi invito a scoprire. Non procederò oltre nel continuare a raccontarvi la trama, perché farlo vorrebbe dire svelare troppo di questo romanzo. Ogni singolo evento e ogni personaggio sono strettamente legati e correlati tra loro e parlare di uno, vorrebbe dire anticipare e svelare la storia dell'altro. Quindi, lascio questo immenso vuoto per dare a voi l'opportunità di riempirlo, lasciandovi coinvolgere dai destini dei singoli personaggi.

“La casa del carrubo” è un romanzo che racchiude, al suo interno, alcuni fatti storici realmente accaduti, insieme ad avvenimenti e personaggi inventati. I grandi personaggi della storia si intrecciano ai destini e alle vicende dei civili, mostrandoci un capitolo storico importante: lo Sbarco in Sicilia degli Alleati.

Da questo connubio prende vita una storia emozionante, coinvolgente e interessante. L'autrice, Barbara Bellomo, utilizza una scrittura fluida, semplice che non si perde dietro ghirigori narrativi e alte elaborazioni lessicali ma, narra in maniera chiara, sincera e diretta, quelli che sono i fatti rendendoli, in questo modo, più reali per chi legge. I capitoli sono brevi e questo permette a noi lettori una lettura dinamica e mai pedante, permettendoci di entrare velocemente nel cuore della storia.

I personaggi sono ben costruiti e tutti hanno in comune un segreto da custodire e un passato da affrontare. Alcuni di loro mi hanno intrigata di più rispetto ad altri che, pur avendo un ruolo importante per lo svolgersi della storia, non hanno saputo trasmettermi molto a livello emotivo, lasciandomi per lo più indifferente.

I personaggi che mi hanno maggiormente colpita sono: Don Luigi, un uomo e un combattente costretto, dal periodo storico, a mettere a tacere una parte di sé ma, durante la storia, ritroverà se stesso e i suoi ideali. Nunzia, invece, è una ragazza, curiosa, ribelle e libera rispetto all'epoca storica, costretta a cambiare e maturare in maniera repentina e traumatica, così come traumatica sarà la crescita di Elena che da personaggio quasi bambinesco e per nulla incisivo, durante l'evolversi della storia acquisirà più presenza scenica e, devo essere sincera, è il personaggio che ho riscoperto e apprezzato. Infine, c'è il tenente Sullivan, che passando attraverso il dolore e la delusione capirà che tutto ciò a cui più ambiva, in realtà non gli porta nulla se non la consapevolezza che quella guerra reca con sé solo morte e distruzione. Le cui vittime sono sempre e solo anime innocenti.

È importante ricordare e affrontare il passato per liberarsi dai segreti che divorano l'anima, influenzando i destini. Comprendere gli sbagli e, possibilmente correggerli, vuol dire non ripetersi, non tornare a compiere lo stesso errore. È facile? No, e dagli ultimi eventi storici direi che non abbiamo capito nulla di ciò che i nostri nonni hanno affrontato per renderci liberi.

Però possiamo continuare a provare a cambiare, ad andare avanti.

La vita, pensa, è troppo breve per non godere dei singoli momenti di felicità che ci riserva.”

(citazione tratta dal testo)

Buona lettura.



Marianna Di Bella

giovedì 26 settembre 2024

Recensione: "Sotto le strade di Londra" - Kate Thompson


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Titolo: Sotto le strade di Londra

Titolo Originale: The Little Wartime Library

Autrice: Kate Thompson

Editore: Garzanti



Buongiorno lettori,

avete mai la sensazione che per quanto possiate leggere e studiare un argomento specifico, ci sarà sempre qualcosa di cui ignoravate l'esistenza?

A me capita, in particolare, con il periodo storico della Seconda Guerra Mondiale. Per quanto mi sforzi di leggere, c'è sempre quel particolare evento che mi costringe a fermarmi, studiare e aggiungere l'ennesimo tassello su questo grande e immenso puzzle storico.

“Sotto le strade di Londra” non è stato solo un romanzo intenso ed emozionante, che mi ha fatta innamorare della storia e di ogni suo personaggio, ma ha rappresentato un altro importante e prezioso pezzetto di puzzle da aggiungere al mio personale quadro sul secondo conflitto mondiale.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo, prima di tutto, di conoscere la trama e per farlo occorrerà fare due viaggi indietro nel tempo. Due viaggi che ci permetteranno, non solo di collocarci in un preciso contesto geografico, ma anche di comprendere meglio la storia e due eventi che pur essendo diversi tra loro, hanno comunque influenzato le nostre vite, costringendoci a scontrarci con la morte, la restrizione e la paura per se stessi e il futuro.

Pronti?

Londra – 7 Settembre 2020

Periodo di pandemia. Il Covid imperversa in tutto il mondo portando morte e isolamento, costringendo le persone a rivedere la propria vita e il proprio futuro.

Siamo a Londra e anche qui aleggia quel senso di paura e isolamento ma, tranquilli, non dobbiamo osservare gli effetti della pandemia sul popolo londinese, bensì cercare un'anziana donna che ci aiuterà a entrare nel cuore di questo meraviglioso romanzo.

Osservate attentamente e....eccola lì, con il suo bastone e l'andatura oscillante che si dirige verso la metropolitana di Bethnal Green. La donna è accompagnata dalle sue figlie, Rosemary e Miranda, che la seguono preoccupate perché vorrebbero tutelare e preservare la salute della madre. Ma la donna è caparbia, non sente ragioni e prosegue per la sua strada. Ha una missione da portare a termine. Scende i gradini della metropolitana, si dirige verso la banchina e i ricordi iniziano a riaffiorare.

Due addetti della metropolitana le si avvicinano e le consegnano le sue lettere ritrovate durante i lavori di ristrutturazione Le aveva perse? Perché erano lì?

Riaprire e leggere quelle lettere è come riaprire il cassetto dei ricordi, riportando alla luce un passato che finora, la donna, aveva celato alle figlie.

I ricordi prendono il sopravvento e come un caldo abbraccio circondano la nostra cara signora e noi lettori che veniamo riportati indietro nel tempo.

Quel profumo evocativo, l'aroma della carta vecchia e ammuffita, le hanno riaperto i sentieri della mente, e adesso i ricordi vi si affollano. Sente il trillo delle risate dei bambini che corrono per i tunnel. Il lieve fruscio delle pagine che vengono girate. Bam. Il timbro del metallo sulla scheda dei prestiti. Il cigolio del carrello dei libri. E poi l'olezzo del fenolo, allora l'equivalente del gel igienizzante per le mani. Sono gli odori della sua storia personale.”

(citazione tratta dal testo)


Londra 1944 – Seconda guerra mondiale

Geograficamente non ci siamo spostati, siamo sempre qui nella capitale inglese e siamo sempre a Bethnal Green. Perché? Beh durante il secondo conflitto mondiale, la città è stata per anni sotto attacco, i continui bombardamenti hanno distrutto la città e costretto gli abitanti a sopravvivere come meglio potevano. In molti trovarono rifugio sotto le metropolitane, e proprio nella metropolitana di Bethnal Green vivevano più di 5000 persone.

Una città sotterranea che diede rifugio a migliaia di persone che si sentivano al sicuro lì sotto, ricreando uno spazio comunitario che li facesse sentire a casa, per quanto fosse possibile in un luogo angusto, con pochissima areazione e continuamente sotto accatto aereo.

Gli abitanti del quartiere avevano cercato di ricreare quel senso di comunità che si stava sgretolando, cercando di sopravvivere al terrore e alla morte, creando un teatro, corsi di danza, migliaia di letti a castello per ospitare chi una casa non ce l'aveva più o aveva il terrore di tornare nella propria e, infine, una biblioteca. Sì, avete letto bene, una biblioteca con ben 4000 volumi che accompagnavano e scandivano le giornate delle persone.

Un rifugio sotterraneo non solo fisico ma, soprattutto, mentale per evadere da una situazione diventata intollerabile e ingestibile. Sopravvivere psicologicamente ai bombardamenti era impossibile, perché morte, distruzione e dolore erano diventati una costante nella vita dei soldati e dei civili. I libri, nel loro essere oggettivamente piccoli, avevano il grande potere di far evadere e fuggire da quella atroce realtà, conducendo i lettori verso altri mondi, epoche, storie e vite. Leggere li aiutava a dimenticare per un momento la loro esistenza, trovando quella serenità e quella pace agognata da anni.

Quando in Gran Bretagna cadevano le bombe, la gente pensava solo a fuggire da quell'orrore e a evadere in un mondo nuovo che offrisse emozioni e fantasia. E quel mondo nuovo lo si poteva trovare dentro un romanzo.”

(Robert James, professore associato di Storia presso la University of Portsmouth)

Artefice della biblioteca di Bethnal Green è Clare Button. La donna trasferì lì sotto i 4000 volumi rimasti nella biblioteca centrale del quartiere, distrutta da una bomba, dove lavorava come responsabile della sezione letteratura per ragazzi.

La donna, insieme alla sua migliore amica Ruby Munroe, gestiscono la biblioteca prendendosi cura dei libri e dei lettori, organizzando prestiti, letture serali per i ragazzi, gruppi di lettura, qualsiasi cosa per mantenere il senso di comunità e aiutare gli altri.

Clare e Ruby non sono solo delle semplici bibliotecarie ma anche amiche, confidenti, assistenti sociali, psicologhe, qualsiasi cosa pur di essere di aiuto per i bambini, le donne e il resto della comunità.

Le due donne, seppur caratterialmente diverse, si vogliono molto bene. Clare è più introversa, calma ed ha la capacità di abbinare le persone ai libri, mentre Ruby vive la vita con coraggio, slancio e audacia. Per lei nulla è impossibile, o quasi. Perché, come tutti, le due donne portano dentro di sé un dolore immenso, un lutto, una ferita che segna la loro anima.

Si facevano forza a vicenda, loro due, entrambe anime in pena e in lotta contro il proprio passato.”

(citazione tratta dal testo)

Clare è la luce e il collante di questa comunità che vede ruotare, al suo interno, personaggi che in poco tempo si faranno amare dalla protagonista e da noi lettori.

Mr, Pepper, le operaie della fabbrica, Mrs Chumley, autoritaria vicedirettrice del rifugio, Billy, il barelliere. I Ratti della Metro e le sorelline Kolsky fuggite dal Jersey che, vi consiglio di non perdere di vista perché...no, non aggiungo altro.

Quello che è importante sapere è che la biblioteca diventa cuore pulsante della comunità sotterranea ma anche rivoluzionaria per la vita di alcune persone, in particolare le donne. Clare, Ruby e le altre donne impareranno, attraverso la lettura e il confronto, quanto sia importante credere in se stesse, nelle proprie capacità, cercando l'indipendenza per liberarsi da uomini, fidanzati e mariti violenti e alcolizzati, liberarsi da una vita fatta solo di lavoro, figli e cucina. La maggior parte di loro e, quindi, delle donne dell'epoca, ignorano qualsiasi forma o controllo delle nascite, sono poco istruite, costrette a lavorare per aiutare la famiglia.

Leggere rappresenta, oggi come allora, un atto sovversivo. Un atto che apre le menti, allarga gli orizzonti e istruisce, aiutando a migliorare la propria condizione economica, imparando a prendersi cura di se stesse e non lasciando più all'uomo la prerogativa di scegliere per loro, vita e futuro.

I libri diventano una fuga dalla realtà e dall'ignoranza. Diventano una speranza per un futuro migliore, diverso da quello che si sta vivendo. I libri sono la cura per la loro e la nostra anima. E questo romanzo ha in sé tutto questo.

...le operaie si avventarono sugli scatoloni come un cieco che aveva appena recuperato la vista. Che meraviglia vedere la gioia contagiosa che dava la lettura! I libri fornivano loro una via di fuga verso un altro mondo, meno duro. Passavano in rassegna i dorsi dei volumi con voracità, qualcuna andava direttamente all'ultima pagina, altre partivano dalle prime. Era come stare a guardare centinaia di sogni diversi che a poco a poco prendevano vita.”

(citazione tratta dal testo)

“Sotto le strade di Londra” è un romanzo in cui si respira costantemente la speranza e la voglia di ricostruire e andare avanti. Pur essendo un romanzo con personaggi inventati, è importante sottolineare che la storia è ispirata a fatti realmente accaduti. Tutto ciò che vi ho raccontato sui bombardamenti, sui rifugi, la città e la biblioteca sotterranea, sono esistiti realmente. Personalmente ero a conoscenza della situazione critica di Londra durante il secondo conflitto mondiale, ma non sapevo nulla di una biblioteca sotterranea e questo libro mi ha aperto un'altra finestra sul passato.

Grazie alla scrittura fluida, semplice e intensa dell'autrice si entra facilmente nel cuore romanzo. La storia è coinvolgente ed emozionante con molte tematiche su cui riflettere, come ad esempio: la violenza domestica, il potere dei libri, il lutto, la libertà sessuale, il controllo delle nascite. L'indipendenza economica, il patriarcato, la libertà di leggere ciò che si vuole etc.

...una donna non è proprietà del marito! Se grazie ai libri che ho prestato loro hanno trovato la forza di reagire e di seguire le proprie idee, allora benissimo, ne sono felice.”

(citazione tratta dal testo)

Il romanzo è scorrevole, emozionante e coinvolgente. Ogni personaggio è ben delineato, in particolare le protagoniste che emergono con le loro differenze e contraddizioni caratteriali e psicologiche. Ogni personaggio è facilmente riconoscibile e alcuni di loro mi sono rimasti nel cuore, come ad esempio Sparrow, Ruby, Clare, Billy e gli altri, ma lascerò a voi il piacere di scoprirli e conoscerli.

Ho amato il libro in ogni suo aspetto, ad essere sinceri pensavo di leggere una semplice storia ambientata durante il secondo conflitto mondiale, invece ho trovato emozione, sofferenza, amicizia, rinascita, speranza e amore per la lettura.

Spesso, a noi lettori, viene chiesto quale importanza hanno i libri nella nostra vita, beh oggi posso dirvi che la risposta è riassunta perfettamente in questo libro e in questa storia. Ogni libro è una medicina per i mali della vita, una cura per il dolore, la sofferenza, la perdita ma anche molto altro che però non ho voglia di spiegare perché sarà il libro a parlare per me.

Lasciatevi avvolgere dall'atmosfera del romanzo. Lasciatevi cullare dalle parole dell'autrice e perdetevi anche voi tra i binari della metropolitana di Bethnal Green e tra gli scaffali della biblioteca gestita da Clare e Ruby.

Ahhhh dimenticavo! Avete capito chi è l'anziana signora che ha dato inizio al romanzo? No? Beh allora scopritelo leggendo “Sotto le strade di Londra”, io credo lascerò passare un po' di tempo per rileggerlo di nuovo e scoprire altri particolari sfuggiti ad una prima lettura.



Marianna Di Bella

venerdì 13 settembre 2024

Recensione: "Mistero alla Libreria Sherlock Holmes" - Vicki Delany

 

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Titolo: Mistero alla Libreria Sherlock Holmes

Titolo Originale: Elementary, She Read

Autrice: Vicki Delany

Editore: Newton Compton Editori




Buongiorno lettori,


vi andrebbe di fare un viaggio alla scoperta di una libreria particolare? Sì? Bene. Non vi preoccupate per i bagagli o il passaporto, per questo viaggio servirà solo tanta fantasia e la voglia di svelare un mistero. Pronti?

Bene, allora trasferiamoci negli Stati Uniti, esattamente a West London, una piccola cittadina di villeggiatura situata sull'isola di Cape Cod, nel Massachusetts. Dirigiamoci al seguente indirizzo: 222 Baker Street e troveremo...come? No, tranquilli non sto facendo confusione con Londra, so dove siamo diretti. A questo indirizzo si trova la “Libreria Emporio Sherlock Holmes”

Una libreria particolare, gestita da una libraia particolare.

All'interno del negozio possiamo trovare tutto ciò che riguarda il famoso detective: ristampe dei volumi originali scritti da Sir Athur Conan Doyle, nuove pubblicazioni, imitazioni, citazioni e numerosi gadget riguardanti il famoso e carismatico investigatore inglese.

La libreria è di proprietà di Arthur Doyle e della nipote Gemma Doyle. La gestiscono insieme da quando la ragazza si è trasferita in America dopo il divorzio dal marito. Gemma è una donna caratterialmente introversa ma dotata di una grande intelligenza, spiccata attenzione ai particolari ed è molto deduttiva. Queste sue capacità la mettono spesso nei guai, perché la sua meticolosa analisi d'insieme la porta a comprendere le situazioni prima degli altri. Un pregio e un difetto insieme; perché se da una parte riesce a comprendere le cose, dall'altra si priva del piacere della sorpresa.

Gemma è consapevole di tutto questo, ma non può reprimere se stessa. Lo sanno bene le persone che le vogliono bene, come la sua amica e socia d'affari, Jayne Wilson. Le due donne, insieme al prozio di Gemma, sono proprietari della sala da tè “La sala da tè della signora Hudson”, situata accanto alla libreria e comunicante attraverso una porta interna.

Le due donne, seppur diverse caratterialmente, sono molto amiche e comprendono l'una i difetti e i pregi dell'altra.

Qualcosa, però, sta per stravolgere la loro quotidianità.

In una normale giornata lavorativa. Gemma trova tra gli scaffali una rivista rara e dall'alto valore economico. Chi l'ha abbandonata? Forse è stata la donna trasandata entrata nel pomeriggio? Per quale motivo l'ha abbandonata su uno scaffale?

È ciò che si chiede Gemma e tutti noi lettori. Ma mentre ci poniamo queste domande, la donna viene trovata morta. La polizia inizia ad indagare e la prima indiziata è proprio la nostra protagonista che si vede costretta ad investigare, soprattutto dopo il ritrovamento di un secondo cadavere.

Chi è stato ucciso? Sono collegate le due morti? Se sì, chi è l'omicida? Un collezionista? Un serial killer?

Gemma inizia a indagare, aiutata da Jayne e da noi lettori, perché ammettiamolo, appena leggiamo un giallo, il “piccolo detective incompreso” che è in noi, si scatena e viene fuori in tutta la sua esuberanza. Così, insieme alla nostra protagonista, iniziamo a osservare tutto meticolosamente, a soffermarci su: dialoghi, descrizioni e qualsiasi cosa ci possa essere utile per sciogliere la matassa e svelare il mistero.

Un mistero e un romanzo che vi consiglio di leggere perché, personalmente, l'ho trovato coinvolgente, gradevole e divertente. La lettura è scorrevole e sin dalle prime pagine attira l'attenzione grazie alla cura dei dettagli e alle descrizioni che rendono tutto credibile.

Durante tutta la lettura ho sempre percepito, pur trattandosi di un giallo, un'atmosfera calda e avvolgente, tanto da sentirmi parte del romanzo, della libreria e della vita a West London.

“Mistero alla Libreria Sherlock Holmes” è un giallo interessante e mai pesante o opprimente, infatti, l'accento è posto, in particolare, sulle indagini e sulle modalità di ragionamento e investigazione di Gemma, attraverso le descrizioni particolareggiate e un linguaggio semplice e mai pomposo e artefatto.

I personaggi sono tutti ben costruiti, soprattutto Gemma e Jayne a cui mi sono molto affezionata. Sono tutti interessanti, con una personalità particolareggiata e quella sottile ironia che non infastidisce durante la lettura. Del resto, sono anche convinta che per alcuni di loro ci sia molto altro da scoprire sulla loro personalità e sul loro vissuto e credo che a questo romanzo ne seguiranno altri, dando vita a una serie di cui, sono sicura, mi innamorerò follemente.

Come si fa a non amare una libreria dall'atmosfera calda e accogliente, oppure affezionarsi al gatto Moriarty padrone assoluto della libreria che fa le fusa a tutti tranne che alla protagonista: e a Violet, la dolce cagnolina?

Personalmente, durante la lettura, mi sono divertita, avevo bisogno di leggere un giallo coinvolgente e interessante. Un giallo che vi consiglio di leggere.

Buona lettura.



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook

giovedì 29 agosto 2024

Recensione: "Racconti del Giappone" - Antonietta Pastore (a cura di)

 

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Titolo: Racconti del Giappone

Autrice: (a cura di) Antonietta Pastore

Editore: Einaudi




Non è facile riuscire a parlare e comprendere appieno la cultura di un paese, senza rischiare di cadere nei pregiudizi e negli stereotipi. Ci vogliono anni di studio per capire gli usi e i costumi, le tradizioni, la lingua etc. spogliandosi di ogni pregiudizio e osservando le cose con occhio neutrale. Il Giappone è un Paese che affascina e ammalia per la sua cultura, ricca e pregna di tradizione e modernità. Una dicotomia che attira come una calamita l'Occidente. Le grandi metropoli con insegne luminose, la parte tecnologica, le sopraelevate, la grande produzione di servizi e prodotti si amalgamano e si fondono con la parte più tradizionale, delicata ed elegante, i giardini zen, la natura, gli origami, i fiori di ciliegio etc.

Le due città che meglio rappresentano questa dicotomia sono: Tokyo e Kyoto. Tokyo è una megalopoli abitata da quattordici milioni di persone, mentre Kyoto è più piccola e tranquilla con le tipiche case in legno. Ma attenzione, perché in realtà questa dicotomia, questa netta contrapposizione, esiste solo per noi occidentali. Modernità e tradizione coesistono in maniera vera e autentica, e l'una è legata all'altra in maniera imprescindibile

Come fare allora per comprendere appieno questo paese? Come evitare di cadere nella trappola del turista che vede e consuma per diletto e per appagare un piacere effimero? Come riuscire a osservare per comprendere senza preconcetti?

Affidandosi alle parole e agli studi di giornalisti, antropologi, letterati, studiosi etc. che ci descrivono, in maniera neutrale e il più corrispondente alla realtà, parti del Giappone poco conosciuti, dandone voce e informazione.

“Racconti del Giappone” assolve in parte a questa funzione, perché raccoglie al suo interno diversi racconti scritti da altrettanti autori che affrontano tematiche diverse a seconda del loro settore di competenza e studio, delle loro esperienze di vita, del loro lavoro etc.

Antonietta Pastore, curatrice del testo, ha effettuato un accurata selezione di numerosi racconti di scrittori orientali ed europei, scegliendo, infine, quelli presenti nel libro.

Ogni racconto è stato scritto da un autore diverso ed ognuno di loro affronta ed esamina diverse tematiche tutte molto interessanti, come ad esempio gli evaporati, i terremoti, la condizione delle donne etc.

Esaminiamone alcuni, giusto per capire di cosa stiamo parlando e cosa è presente all'interno del libro.

Nel racconto “Attraverso la città in fiamme”, Paul Claudel, poeta e drammaturgo nonché diplomatico francese, ci descrive, con rispetto e senza alcun giudizio, una delle calamità naturali più terrificanti che minaccia costantemente il paese: i terremoti.

Più di ogni altra parte del pianeta, il Giappone è un paese in pericolo e in allarme continuo, esposto a qualche catastrofe: maremoto, ciclone, eruzione, terremoto, incendio, inondazione. Il suo terreno non ha alcuna solidità. È fatto di molti depositi alluvionali lungo un ammasso precario di materiali disgreganti, pietre e sabbia, lava e ceneri, trattenuti tenacemente dalle radici di una vegetazione semitropicale.”

(Paul Claudel)

Paul Claudel presente al terremoto del 1° settembre, assiste a morte, distruzione, incendi che distruggono tutto ciò che incontrano: edifici, industrie, case etc. L'autore osserva, in particolare, la compostezza dei giapponesi nel reagire alle catastrofi, infatti, consapevoli della fragilità della vita, non si attaccano troppo al materiale. se non a ciò che serve per sopravvivere.

E come il giapponese ha adattato alle circostanze la sua casa e il mobilio, nello stesso modo ha adattato il suo animo.”

(Paul Claudel)

Ercole Patti, giornalista, nel racconto “Casa da tè con geishe”, ci conduce all'interno di una tipica casa da tè. Trovandosi in Giappone per lavoro, un giorno accompagna un collega viennese, che aveva insistentemente richiesto la sua compagnia per visitare una casa da te e vedere, in particolare, le geishe. Patti assiste a questa esperienza con discrezione, senza alcun preconcetto o stereotipizzazione e osserva tutto ciò lo circonda, spiegando con estrema attenzione e cura la cultura e il significato della figura femminile della geisha. Evidenziando, dall'altra parte, anche il comportamento del collega, che durante la visita incarna la tipica figura del turista che si crea delle aspettative, distorcendo le cose per il proprio piacere e tornaconto, dando significati allusivi che vanno al di là della cultura giapponese.

Nel leggere questo racconto mi sono spesso vergognata del comportamento del collega, mostrando apertamente l'ignoranza, la maleducazione e la prevaricazione del turista che pretende senza mettersi nella posizione di comprendere e rispettare un'altra cultura.

I racconti si succedono uno dietro l'altro, capitolo dopo capitolo, svelandoci un Giappone spesso a noi sconosciuto, come ad esempio, in quello di Léna Mauger, giornalista francese, in cui esamina il fenomeno sociale degli evaporati. Uomini e donne che, a causa di problemi economici e finanziari, spariscono, dall'oggi al domani, senza lasciare traccia. Questo è un fenomeno che, non solo svela quella parte del Giappone più in ombra, ma anche un episodio attivo a partire dagli anni Novanta, quando a causa dello scoppio della bolla finanziaria, molti impiegati del settore per sfuggire ai creditori, e non avendo più alcuna entrata economica, sono costretti a lasciare tutto e sparire nel nulla. Ma a questi si affiancano anche molte famiglie che, contraendo molti debiti, spesso con la Yakuza, si vedono costretti a fuggire, spesso aiutati da persone esperte. Sono molti gli evaporati in Giappone, ma per chi come noi che non è a conoscenza di questo fenomeno, non sa che molte persone sono scivolate nell'oblio, sparendo dalla società lasciando tutto.

Ho trovato molto belli e toccanti anche i due racconti scritti da Dacia Maraini e da suo padre Fosco Maraini. In quello scritto dal padre, si percepisce in ogni parola e descrizione lo sguardo dell'antropologo che, non solo racconta il suo ritorno nella via dove aveva abitato con la moglie e le figlie, descrivendo i vicini, ma anche la vita quotidiana vissuta negli anni. Ci spiega come per i bambini sia più facile entrare nell'anima di una cultura, in questo caso quella giapponese, attraverso le canzoncine, le filastrocche, la lingua e l'etichetta.

Mentre nel racconto della scrittrice ci ritroviamo a vivere l'esperienza della fame nel campo di prigionia, in cui lei e la sua famiglia vennero rinchiusi per due anni durante il periodo della seconda guerra mondiale. Due anni in cui la fame ha scandito la loro vita, spingendola a mangiare qualsiasi cosa, dalle formiche con la loro tossicità, alle ghiande non commestibili, ai funghi correndo il rischio dell'avvelenamento o della dissenteria. Un senso di fame che ancora oggi segna la sua vita.

Molti sono i racconti che si snodano in questa raccolta. Racconti che ho apprezzato perché ognuno di loro mi ha regalato un pezzetto di Giappone spesso poco noto, evidenziandone contraddizioni, problematiche, fenomeni sociali e naturali preoccupanti etc.

Bei racconti che vi consiglio di leggere uno alla volta, lasciando trascorrere del tempo l'uno dall'altro per assorbire meglio il loro significato, la profondità del tema e le emozioni che ne possono derivare. La bellezza di questa raccolta è che ci permette di immergerci nei racconti e nella cultura giapponese, senza filtri o influenze, comprendendo e apprezzando un popolo e una cultura affascinante e al tempo stesso complessa.

Un libro che vi consiglio di leggere se amate comprendere e conoscere una cultura diversa e se amate le parole e le descrizioni di grandi studiosi, letterati, giornalisti etc.

Buona lettura.



Marianna Di Bella


martedì 13 agosto 2024

Recensione: "Running Wild. Amore, baci e caos" - Melanie Lane

 

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Titolo: Running Wild. Amore, baci e caos

Titolo Originale: Running Wild

Autrice: Melanie Lane

Editore: Newton Compton Editori




Francesca Archer Bishop, per gli amici Chess, è una giovane ragazza che ama profondamente gli animali. Secondogenita di una famiglia dell'alta società americana, si è sempre distanziata e differenziata dai suoi genitori, cercando la propria indipendenza e la sua strada nel mondo. La madre e il padre, purtroppo, non hanno mai accettato le sue scelte, perché contravvenivano al loro volere. I due genitori hanno sempre cercato di manipolare il futuro dei figli, le loro scelte di vita. Cercando di plasmarli secondo i loro valori morali: potere, ricchezza, supponenza; ma Francesca si è sempre ribellata a questo modo di vivere e pensare, per questo è considerata una vergogna e una delusione per le loro aspettative che la volevano un promettente avvocato, come il padre e il fratello.

Chess, invece, ha scelto di studiare psicologia animale e comportamentale, specializzandosi nello studio del comportamento e dell'allevamento. La ragazza è dotata per questo lavoro, riesce a creare un forte legame empatico con gli animali, per questo vorrebbe aprire uno studio medico per aiutarli al meglio. Ma la strada per realizzare il suo sogno è lunga, impervia e costosa. Deludendo le aspettative dei genitori, ribellandosi alla loro autorità, infatti, ha perso il loro aiuto economico, anche se sarebbe meglio dire che ha rinunciato, perché Chess è decisa a farcela da sola, rimanendo fedele ai suoi ideali e valori morali.

Ogni animale merita di essere protetto da te.”

(citazione tratta dal testo)

La nostra protagonista è volitiva, intelligente, divertente, con la risposta pronta, un vero e proprio uragano di energia e caos assoluto, ama la sua indipendenza, i numerosi tatuaggi che coprono il suo corpo e i suoi adorati animali: le galline, i gatti, il cane Mango e l'alpaca Ross. Ah dimenticavo, c'è qualcun altro che ama da tempo: Matthew Brady, il migliore amico e socio in affari di suo fratello Peter.

Quando Peter sparisce a poche settimane dal suo matrimonio, Chess decide di andare a cercare suo fratello. Prende il suo vecchio pulmino e porta con sé il cane, l'alpaca e Matt che riappare nella sua vita per aiutarla a ritrovare Peter.

Inizia così un viaggio on the road fatto di imprevisti, avventure esilaranti, scene divertenti e una ritrovata affinità tra i due ragazzi che si conoscono da anni e non fanno altro che bisticciare. Matt è l'unico che non è intimidito dal suo aspetto, le tiene testa e riesce a farla sorridere. È l'unico che la capisce fino in fondo e l'affinità e l'attrazione che esiste tra i due ragazzi li porterà...dove? È quello che scopriremo viaggiando con questo strambo e divertente gruppo, alla ricerca di Peter e, soprattutto, di loro stessi. Se c'è una cosa che contraddistingue un viaggio è che non si sa mai come si torna, spesso cambiati, maturati, diversi da come si era partiti. Consapevoli di sé, dei propri limiti e delle proprie capacità. Pronti ad affrontare il mondo con una visione diversa di sé e della vita. È ciò che accade ai due ragazzi perché dovranno imparare a conoscersi di nuovo, a fare spazio all'Altro rispettando sogni, spazi e paure. Paura di lasciarsi andare. Paura del fallimento. Paura di fidarsi completamente dell'Altro.

Chess e Matt sono completamente diversi, per carattere, lei una forza della natura, lui più serio e razionale, e per storia personale, ma uniti dalla capacità di amare.

Il suo sguardo mi teneva prigioniera. In quei momenti esistevamo solo noi. Nessun altro. Nessuna preoccupazione. Nessuna paura. Nessun giudizio. Solo Matt e io.”

(citazione tratta dal testo)

“Running Wild” è un romanzo carino che mi ha coinvolta subito e in maniera leggera e divertente. Leggerlo ha significato per me, trascorrere ore di lettura in totale tranquillità, dimenticando per un po' i problemi della vita quotidiana.

Chess, Matt, Mango e Ross, si fanno amare da subito, è difficile resistere alle loro avventure esilaranti e surreali, al loro carattere e alle loro stramberie. Come si fa a non affezionarsi a un alpaca che grida quando è sotto stress o a un cane casinista che ama lanciarsi nelle pozze d'acqua?

La lettura è scorrevole e coinvolgente, con personaggi ben caratterizzati e divertenti. La storia d'amore è dolce, divertente, riflessiva e mai stucchevole.

La paura accomuna tutti i personaggi; la paura di fidarsi dell'altro, di non essere all'altezza delle aspettative altrui e quindi di deludere, di non essere accettati, di non riuscire a realizzare i propri sogni etc. Paure in cui in molti si ritroveranno e capiranno le diverse scelte e il modo di comportarsi e relazionarsi.

Melanie Lane ci ha regalato un romanzo carino e molto godibile, soprattutto in questo periodo. Chi non vorrebbe intraprendere un viaggio alla ricerca di qualcuno che si ama?

Personalmente mi sono divertita a leggerlo e spero anche voi. Lasciatevi conquistare da Chess, Matt e in modo particolare da Mango, Ross e Murphy. Chi è Murphy? Non ve l'ho detto? Oh mi dispiace, va beh lascio a voi scoprirlo.

Buona lettura.!!



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook

giovedì 8 agosto 2024

Recensione: "Amori e altre complicazioni. You, with a view" - Jessica Joyce

 

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Titolo: Amori e altre complicazioni

Titolo Originale: You, with a view

Autrice: Jessica Joyce

Editore: Newton Compton Editori




Quante volte abbiamo letto libri che ci hanno aiutato a riflettere, pensare e rivalutare alcune situazioni? Libri che ci hanno insegnato a guardare oltre la superficie delle cose e delle persone; che ci hanno aiutato a comprendere meglio l'Altro e noi stessi. Ma ci sono anche libri in grado di riaccendere ricordi che avevamo custodito in un angolo della nostra mente, riportando alla luce emozioni, sensazioni e anche dolori che non volevamo più provare. Libri che ci parlano, coccolano, che ci fanno compagnia nei momenti più tristi.

Quando ho deciso di leggere “Amori e altre complicazioni”, pensavo di rilassarmi con una storia dolce e romantica, invece, alla fine del libro mi sono ritrovata a pensare alle persone che ho amato, in particolare mio nonno.

Il romanzo è emozionante e delicato, incentrato sulla paura del fallimento, la perdita della fiducia in se stessi e, soprattutto, sul dolore per la morte di una persona importante, come ad esempio i propri nonni. Chi ha avuto la fortuna di vivere avvolti dal loro amore, sa cosa vuol dire affrontare il dolore per la loro perdita. Quel senso di vuoto e di spaesamento che accompagna i nostri passi.

Ognuno impara a gestire e affrontare la sofferenza a modo proprio. Noelle, la protagonista di questo romanzo, è persa senza la sua adorata nonna Kat e pensa che, forse, intraprendere il viaggio che la nonna voleva fare quando era molto giovane e innamorata del suo primo e segreto amore, potrebbe aiutarla a lasciarsi dietro quel dolore che non la fa neanche respirare.

Noelle, purtroppo, non conosce appieno questa storia, convinta che nonno Joe sia stato l'unico grande amore della nonna. Ritrovarsi tra le mani una lettera e le foto di un altro uomo, la sorprendono e al tempo stesso la incuriosiscono. Chi è l'uomo? Quando e come si sono conosciuti e amati? Non sapendo come fare per avere informazioni, decide di realizzare un video e mandarlo online su TikTok. Sarà fortunata?

Direi di sì, perché il video diventa in poco tempo virale, registrando migliaia di visualizzazioni e attirando la curiosità di molte persone che rimangono affascinate da questa storia d'amore. Tra i vari commenti, ecco spuntare quello di un utente sconosciuto che afferma di conoscere l'uomo. È suo nonno.

Voglio affondare le mani nei ricordi di Paul come se stessi strizzando un asciugamano, così da poterli raccogliere tutti in un colpo solo.”

(citazione tratta dal testo)

Noelle è sorpresa, ma anche decisa a conoscere questa persona. Dopotutto cosa ha da perdere? Dalla morte della nonna ha perso tutto, in particolare, se stessa. La nonna era la sua guida, confidente e migliore amica e non averla più accanto la fa sentire sola e sperduta in un mondo ormai estraneo. Un mondo che l'ha profondamente delusa. Ha perso il lavoro e il profondo amore che nutriva per la fotografia. La ragazza si è trovata persa, senza punti di riferimento e obiettivi da perseguire se non scoprire questa storia.

...era la custode dei miei segreti, il mio diario vivente.”

(citazione tratta dal testo)

L'uomo si chiama Paul ed è, sorpresa delle sorprese, il nonno di Theo Spencer, nemico e rivale alle scuole superiori di Noelle. Per la ragazza è uno shock ritrovarselo davanti; ma la voglia di scoprire la verità è più forte e, quando viene a sapere del viaggio che l'uomo e la nonna dovevano intraprendere insieme, decide di farlo lei, scoprendo quei luoghi che nonna Kat voleva visitare.

Paul e Theo decidono di aggregarsi e seguirla in questa avventura.

Un'avventura che cambierà le loro vite aiutandoli a conoscersi meglio e, per i due ragazzi, imparare ad affrontare i propri problemi.

Un viaggio di crescita e rinascita che vi consiglio di leggere perché, sono sicura, vi affezionerete a Noelle, Theo e Paul. Imparerete a conoscere e comprendere le loro insicurezze, le paure verso il cambiamento e il fallimento, ma provocheranno anche tanta tenerezza per il profondo amore che nutrono per i propri nonni. Una tenerezza che vi accompagnerà per tutta la lettura, riaccendendo i ricordi del passato perché, ammettiamolo, chi non ha provato, almeno una volta nella vita, un senso di fallimento o insicurezza? Chi non ha avuto a che fare con soggetti che ci hanno fatto sentire dei completi fallimenti? Chi non si è sentito perso in questo mondo che corre più veloce di noi, o si è ritrovato perso e senza obiettivi da perseguire?

Credo che tutti abbiamo provato una di queste sensazioni e proprio perché li abbiamo vissuti sulla nostra pelle, possiamo comprendere Noelle e Theo. Due ragazzi che stanno cercando di capire chi sono e cosa vogliono e perché no, provare tenerezza anche per i ragazzi che siamo stati nel passato.

Adoro scoprire la storia a poco a poco, come piccole briciole che devo seguire. Vorrei portele seguire per sempre.”

(citazione tratta dal testo)

“Amori e altre complicazioni” è un romanzo gradevole, delicato, romantico e dolce. Godibile in ogni momento e mai noioso o monotono. È divertente, riflessivo e fa venire voglia di partire per scoprire la meraviglia del mondo e di noi stessi.

Una lettura perfetta per questa estate e per chi ha bisogno di una coccola romantica.

Lasciatevi conquistare da tutti i personaggi e partite con loro in questo piacevole viaggio.

Buon viaggio e buona lettura.



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook