Titolo: Il paese delle stelle nascoste
Autrice: Sara Yalda
Editore: Piemme
Ognuno di noi ha dentro di sé una ferita, un dolore, che teniamo
ben custodito in fondo alla nostra anima, al riparo dagli altri e da
noi stessi, fino a quando non ci sentiamo pronti ad affrontarlo o a
parlarne con qualcuno. Anche Sara Yalda ha un dolore e una ferita
dentro di sé e ha provato a parlarne, scrivendo e raccontando parte
della sua storia attraverso questo libro.
Giornalista francese di origine iraniane, ha trascorso ventisette
anni lontana dal suo paese di origine senza mai farvi ritorno. Anni
in cui ha cercato di integrarsi alla civiltà occidentale,
conformarsi al modo di vita francese, cambiando perfino il nome, ma
perdendo di vista una parte importante: se stessa. Ed è proprio
questo che cercherà di ritrovare e capire, ritornando a Teheran e
affrontando le sue origini, la sua famiglia, il suo passato.
Tornando in Iran troverà un paese cambiato. In superficie legato
ai precetti dell'Islam, ma sotto un cuore che pulsa. Giovani che
trasgrediscono come possono, partecipando a feste, bevendo, ragazze
che sotto il velo indossano minigonne e sfoggiano trucchi pesanti e
unghie colorate. Perché truccarsi, mettere lo smalto alle unghie e
il profumo, vestirsi con sensualità non è solamente un modo per
piacere a se stesse è soprattutto un modo per ribellarsi e sfidare
il regime. Vuol dire non arrendersi. Ma basta allontanarsi dalla
città e spostarsi di pochi chilometri e già l'atmosfera cambia e
una donna sola non può sedersi e prendere qualcosa al bar.
Il viaggio servirà a Sara a ricongiungersi con la sua famiglia,
soprattutto con il padre, con la sua patria, la sua cultura e con se
stessa. Non possiamo capire noi stessi senza capire il nostro
passato, siamo totalmente e inestricabilmente legati, ma sta a noi
farne tesoro e esempio per il nostro avvenire e per la strada da
intraprendere.
Mi è piaciuto molto questo libro, semplice e al tempo stesso
profondo. Spiega in maniera chiara e non troppo complicata la storia
di Teheran, la società odierna, il modo di ribellarsi dei giovani e
i piccoli e profondi cambiamenti che stanno avvenendo. Forse avrei
approfondito un pochino di più la storia di Sara, il rapporto con il
padre , la sua decisione di cambiare il nome, la sua vita in Francia,
le sue emozioni, ma a volte non si può pretendere troppo, è già un
grande regalo quando una persona scrive e parla di sé mostrando le
proprie debolezze, i propri sbagli, non tutti sono in grado di farlo.
Quindi godetevi questo piccolo regalo, l'anima di una donna che per
anni ha nascosto e perso se stessa. Se proprio dovete criticare
almeno fatelo con delicatezza, giusta o sbagliata è la sua storia,
chi siamo noi per criticare e giudicare la vita degli altri?
Vi lascio con un bellissimo passo tratto dal libro:
«Ecco
da dove vengo»,
mi dico. E d'improvviso mi appare chiara una cosa: anch'io sono
venuta qui a prendere qualcuno. Una bimbetta che mi sta aspettando in
cima alle scale. Una bambina della quale non sopporto più le
angosce; quella bambina che devo soffocare per sconfiggere il mal di
pancia; quella che ho sempre cercato d'ignorare guardando
esclusivamente in avanti; quella contro la quale ho studiato
all'Università, ho scelto gli amici, mi sono innamorata; quella
malgrado la quale ho costruito me stessa fino a oggi. Esattamente
quella bambina che sono venuta a ritrovare.
Non è più sola, adesso.
Scenderemo le scale insieme, piano piano, stando attente a non
scivolare; e anche se non arriveremo proprio a una festa, forse
riusciremo a ballare lo stesso, sulle note di un ritornello
qualsiasi, io e lei insieme.
(citazione tratta dal testo)
Buona lettura!!
Marianna Di Bella