Titolo: Le sorelle Donguri
Titolo Originale: Donguri shimai
Autrice: Banana Yoshimoto
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
Ci sono libri che entrano nella nostra vita in maniera del tutto casuale e nei momenti più importanti. Arrivano in silenzio, senza destare troppo scalpore, e aspettano, buoni e tranquilli, di essere letti. Non scalpitano per essere scelti e letti per primi, ma attendono pazientemente che arrivi il loro turno per regalare emozioni e quell'abbraccio e quel conforto che cercavamo da tempo.
Sono libri che sembrano riuscire a leggere nel nostro cuore e nella nostra anima, donandoci quelle parole che aspettavamo di sentirci dire. Sono libri che entrano in maniera delicata nella nostra vita e vi rimangono per sempre, come dolci abbracci, sempre pronti a confortarci e rassicurarci.
Libri magici...speciali.
Tutto ciò l'ho provato con questo testo di Banana Yoshimoto. Adoro l'autrice, così, in un momento di sconforto mi sono affidata alle sue parole, sicura che vi avrei trovato almeno un po' di serenità e un posto sicuro e tranquillo dove estraniarmi dal mondo circostante e dalla mia vita. Quello che non mi aspettavo è che la dolcezza e quel senso di malinconia che aleggiano nel romanzo, mi avvolgessero in un caldo abbraccio, ponendomi di fronte a risposte e a un modo diverso di reagire al dolore. Quel dolore forte e lacerante che mi accompagna da un anno e mezzo a questa parte, un dolore che sto imparando a convogliare e trasformare in altro.
“Mi ero chiusa in me stessa quando sentivo di non poter fare altrimenti per poi rimettermi in moto al momento opportuno.”
(citazione tratta dal testo)
“Le sorelle Donguri” è un romanzo triste, malinconico, delicato e confortevole al tempo stesso, che affronta il tema della perdita e del dolore. Temi che non vengono posti al centro del libro come protagonisti assoluti cadendo nella pesantezza e nel pietismo, al contrario, l'autrice li accompagna a quel senso di rinascita che diventa il fulcro principale del testo. Da ogni sofferenza e perdita c'è sempre da imparare, l'importante è non lasciarsi sopraffare, permettendogli di avvelenare il nostro cuore rendendoci cattivi, ma bisogna imparare a trasformarlo in maniera positiva, ad esempio aiutando gli altri, amando se stessi etc. E le sorelle Donguri hanno sofferto molto nella loro vita, perdendo entrambi i genitori in un incidente quando erano piccole. Le bambine vengono affidate ai parenti, andando a vivere con diversi zii e vivendo esperienze che le segneranno profondamente, fino a quando non verranno presi in custodia dal nonno di cui si prenderanno cura amorevolmente, e proprio questo prendersi cura dell'altro le porterà a creare un sito di posta del cuore per aiutare, con messaggi e consigli, tutte quelle persone che hanno bisogno di aiuto, regalando conforto e serenità.
“Quando restiamo troppo a lungo in un posto che non è adatto a noi, ciò che custodiamo nel cuore a poco a poco si consuma finché ci ammaliamo: quella sera scoprii la forza delle persone e la fragilità.”
(citazione tratta dal testo)
Le sorelle sono Guriko e Donko, diverse ma accomunate dalla stessa voglia di aiutare l'altro. Donko è più energica e indipendente anche se scappa dall'amore. Lavora nella redazione di una rivista femminile ed è lei che si occupa di scrivere e rispondere alle mail. Guriko, invece, è più solitaria e taciturna. È lei che si occupa di controllare tutto il lavoro della posta del cuore, archivia, controlla, invia i messaggi e pensa a cosa rispondere. Guriko è la voce narrante del libro, il flusso di coscienza, la voce che ci permetterà di entrare nella storia e nella sua anima. Un'anima sofferente, che ha bisogno di chiudersi in se stessa lasciando il mondo fuori per assaporare ogni attimo, per vivere ogni stato d'animo o emozione e poi tornare a emergere. Lei sarà la nostra guida nel comprendere che la morte non deve essere vista solo in maniera negativa, un abbandono assoluto, ma come una ricrescita per la persona che rimane in vita. Ci ricorda che si può affrontare il presente solo se si ha il coraggio di affrontare il passato, perché solo così si può tornare a riemergere. Ci insegna che non si può fuggire dai problemi e dalla sofferenza, ma che bisogna imparare ad accoglierli, interiorizzarli e trasformarli in qualcosa di positivo, come ad esempio prendendosi cura degli altri come fanno le sorelle Donguri, oppure amando e perdonando se stessi.
“(...) il colore della sofferenza è diverso per ognuno di noi.”
(citazione tratta dal testo)
Banana Yoshimoto ci ha regalato un altro piccolo gioiellino, un libro breve e dalla storia minimale. Un romanzo introspettivo che ci pone davanti a noi stessi, stimolando i nostri pensieri e le nostre sensazioni.
Banana Yoshimoto ha scritto un testo delicato e triste che affronta temi importanti come la morte, il dolore, la rinascita, regalando sempre speranza, e lo fa con la sua consueta leggerezza che non è superficialità, ma il suo modo particolare di creare e regalare storie profonde senza risultare pesante e angosciante.
Un libro che ho amato tantissimo e che ho percepito come un balsamo per le mie sofferenze e fragilità. Un libro che mi ha aiutata ad avere una visione diversa del dolore e che è arrivato al momento giusto e con la giusta dose di delicatezza e sensibilità.
Un testo che consiglio caldamente, chissà che non possa aiutare anche voi a trovare quel briciolo di speranza e forza che state cercando. Saluto Guriko e Donko e mi avvio alla prossima lettura e al prossimo passo della mia vita con una speranza e un abbraccio in più.
Buona lettura.
Marianna Di Bella
Hai descritto perfettamente le sensazioni che ho sempre provato leggendo i libri di Banana Yoshimoto *___*
RispondiEliminaQuesto mi manca, lo metto subito in lista!
Grazie Sophie. >Per me leggere i libri di Banana Yoshimoto è come tornare a casa.
EliminaFammi sapere cosa pensi del libro...quando lo leggerai. Sono curiosa ^_^
Ciao e grazie per essere passata ^_^