martedì 21 dicembre 2021

Recensione: "La guerra dentro" - Lilli Gruber

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Titolo: La guerra dentro. Martha Gellhorn e il dovere della verità

Autrice: Lilli Gruber
Editore: Rizzoli


Viviamo in un periodo storico in cui è importante difendere la verità e la buona informazione. Nel mondo dilagano fake news, finti scoop, notizie diverse e contrastanti, che creano sempre più confusione nel pubblico, allontanandolo dalla figura del giornalista e dal suo lavoro . Per questo si avverte, in maniera intensa e preponderante, l'esigenza di ridare luce e vigore all'informazione, riportando i fatti per ciò che sono e non per come gli altri vogliono farci credere.

Per questo motivo, Lilli Gruber ha posto al centro del suo nuovo libro, il tema della verità delle informazioni presentandoci Martha Gellhorn, una delle più importanti reporter di guerra del Novecento; narrandone non solo la sua vita ma, in particolare, il suo grande lavoro di giornalista che l'ha vista presente nei più grandi e noti scenari di guerra. Inoltre, attraverso la sua figura, evidenzia quel giornalismo che è cambiato negli anni per esigenze politiche, economiche etc. e che dovrebbe tornare ad essere.

Facciamo un passo indietro e iniziamo da quello che, ammettiamolo, è il quesito che ci siamo posti tutti: chi è Martha Gellhorn?

Devo essere sincera, prima dell'uscita di questo testo non sapevo nulla di questa giornalista. Un giorno ascoltando un'intervista di Lilli Gruber, in cui presentava il libro e accennava sommariamente alla vita della protagonista, mi sono ritrovata a voler conoscere questa grande inviata di guerra. Così, eccomi qui con il libro, che ho appena finito di leggere, e un foglio bianco su cui scrivere le mie impressioni su ciò che ho letto, scoperto e amato.

Per coloro che la conoscono, Martha Gellhorn è stata la terza moglie di Ernest Hemingway, ma se andiamo oltre e approfondiamo la conoscenza, scopriremo che c'è molto altro: una vita interessante e appassionante, perché lei è stata l'unica delle quattro mogli che ha lasciato il grande scrittore per ritrovare se stessa, la sua indipendenza e non vivere più all'ombra di un uomo ingombrante.

Martha Gellhorn non è stata “la moglie di”...lei è la più grande reporter di guerra del Novecento.

Devo vivere a modo mio, non solo a modo tuo, o non ci sarebbe nessuna me per amarti.”

(citazione tratta dal testo)

(...) per lei non ci può essere amore senza indipendenza.”

(citazione tratta dal testo)

Nata nel 1908 a St. Louis (Missouri) negli Stati Uniti, da una famiglia progressista, ha sempre cercato la sua libertà e indipendenza. Donna intelligente, impavida, bella, decisa, sincera. Una donna la cui volontà di ferro, curiosità, determinazione e lucidità l'hanno sempre portata a perseguire i suoi obiettivi e a non arrendersi mai di fronte agli ostacoli e ai comportamenti maschilisti e misogini di tutti coloro che hanno cercato di limitare il suo lavoro di reporter, relegandola nelle retrovie.

...è stata fin da giovane una pioniera dei diritti femminili e sosterrà per tutta la vita che il miglior modo per difenderli sia farsi avanti.”

(citazione tratta dal testo)

La sua etica e chiarezza morale, insieme al suo odio verso l'arroganza del potere l'hanno portata a seguire e parlare dei grandi conflitti, ponendo particolare attenzione per gli indifesi, i poveri e i dimenticati. Il suo lavoro di reporter si formerà con la Guerra Civile Spagnola, ponendo le basi e i princìpi fondamentali del suo modo di lavorare.

... portare con sé solo l'essenziale; essere veloce; essere temeraria ma non incosciente, affrontando le situazioni di rischio senza lasciare che la paura diventi panico; imparare a distinguere armi ed esplosivi anche solo dal suono che producono; saper individuare strategie e motivazioni dei vari attori in campo; selezionare le fonti. E la regola d'oro: essere sempre dove le cose accadono.”

(citazione tratta dal testo)

Nel 1943 decide di partire per l'Europa e lasciare la vita matrimoniale e agiata perché, non solo ha bisogno di ritrovare se stessa, ma perché capisce che dalla guerra che si sta combattendo dipende il futuro del mondo e lei vuole essere testimone di ciò che sta accadendo. Sarà, infatti, l'unica donna corrispondente di guerra a calpestare le spiagge dello Sbarco in Normandia. Lei che, secondo i burocrati del tempo, doveva stare confinata e al sicuro nelle retrovie, perché alle donne era severamente vietato seguire l'esercito in prima linea.

Come ci è riuscita? Non posso e non voglio dirvelo, altrimenti vi perdereste la possibilità di scoprire una figura importante e un libro bello e interessante.

Attraverso questo testo, Lilli Gruber ci permette di scoprire una reporter poco conosciuta e un campo lavorativo, come il giornalismo, che negli anni ha perso molto in termini di buona informazione. L'autrice, infatti, nel presentare la vita e il lavoro di Martha Gellhorn, evidenzia ciò che prima era il giornalismo, indicando alcune tematiche interessanti e importanti come ad esempio: il ruolo delle donne nel giornalismo; la censura e il controllo del lavoro; la manipolazione della notizia per la propria propaganda; la facile reperibilità delle notizie, attraverso i video e i social, che non possono essere verificate; il cambiamento del giornalismo, da investigativo e di qualità ad un adeguamento a ciò che vuole il pubblico: spettacolo, snaturando la sua influenza e importanza. Temi, questi, che ci lasciano molto riflettere, non solo sul passato ma, in particolare, sul presente e su ciò che viviamo quotidianamente con l'informazione.

Lilli Gruber ha scritto un libro bello, interessante e ben documentato, infatti, nelle ultime pagine troviamo un bibliografia utile a chi vuole approfondire l'argomento e conoscere gli articoli e i reportage di Martha Gellhorn.

L'autrice ci tiene a sottolineare che, questo testo, non è una biografia, ma un cammino che, passo dopo passo, ci fa entrare nella vita e nel lavoro di Martha Gellhorn, infatti, i capitoli non seguono una sequenza cronologica e non iniziano presentandoci l'infanzia della giornalista, al contrario pongono in evidenza quello che è stato il suo lavoro, dando particolare risalto all'evento dello Sbarco in Normandia, la guerra in Europa e la scoperta del campo di concentramento di Dachau, perché segneranno in maniera indelebile la sua vita personale e lavorativa.

«Dachau mi ha cambiato la vita. Da allora non sono più stata la stessa, non ho più veramente provato speranza, innocenza e gioia.»

(citazione tratta dal testo)

Altra particolarità che ho apprezzato di questo libro, è che Lilli Gruber inserisce nel testo narrativo frasi estrapolate dagli articoli e dalle lettere che Martha Gellhorn scrisse agli amici, perché per lei scrivere lettere era un modo per dare sfogo ai suoi sentimenti e per ricongiungersi alle emozioni che doveva allontanare quando lavorava sui suoi articoli per rimanere sempre fedele alla realtà dei fatti. Il buon giornalista non deve mai porre se stesso al centro della storia e della notizia che sta scrivendo, non è lui la parte attiva ma solo colui che osserva e riporta fedelmente la verità e la realtà.

Inserire frasi o estratti delle sue lettere regala a noi lettori la sensazione che la grande reporter ci stia parlando e svelando parte dei suoi pensieri e Lilli Gruber li inserisce in modo fa darci l'idea che sia un dialogo non solo tra lei e la giornalista ma anche con tutti noi lettori.

In alcuni capitoli, Lilli Gruber dà voce e spazio ad altri giornalisti contemporanei, per narrare le loro esperienze sul campo e, probabilmente, per mettere in evidenza le differenze lavorative, tra gli inviati di oggi e quelli del passato. Devo essere sincera, questi capitoli, non mi hanno convinta del tutto, ho avuto l'impressione che interrompessero quel legame empatico e narrativo che si stava creando con la storia di Martha Gellhorn; a parte questo ho molto amato il libro. È fluido, interessante, appassionante e alla fine della lettura mi sono ritrovata a volerne sapere di più, e conoscere meglio gli articoli di questa grande reporter, peccato che siano stati pubblicati e tradotti in italiano, solo uno o due libri.

Ve lo consiglio? Assolutamente sì. Regalatevi la possibilità di conoscere la più importante inviata di guerra del Novecento. Date di nuovo voce a Martha Gellhorn.

«Nessuno può impedire a una donna di vivere la sua vita»

(citazione tratta dal testo)

Buona lettura.



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.
 

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