Titolo: Salvami!
Autore: Alessandro Severi
Editore: Casa Editrice Kimerik
Alessandro Riva è un ragazzo di
vent’anni, vive in una bella casa a Cernusco sul Naviglio, vicino
Milano. Le sue giornate trascorrono tra le lezioni all’università
la mattina, lo studio il pomeriggio e il divertimento la sera. È un
ragazzo estroverso, sicuro, strafottente, spavaldo, menefreghista,
sempre pronto a sfidare tutto e tutti e ha una scarsa considerazione
delle donne, le tratta come oggetti, cercandole solo per divertirsi.
Questo suo atteggiamento è in realtà
una maschera dietro cui nascondersi, per affrontare meglio il mondo.
Gli avvenimenti della vita, purtroppo, lo metteranno di fronte alla
necessità di uscire dal suo nascondiglio, smussando e cambiando
alcuni atteggiamenti del suo carattere. Perché non è mai troppo
tardi per maturare e cambiare se stessi, ma lo capirà dopo un
tragico avvenimento: la morte di Matteo, il fratello minore.
Una tragedia che sconvolgerà la sua
famiglia e lo porterà a cercare se stesso, attraverso la conoscenza
del fratello, con il quale aveva un rapporto fatto di silenzi ed
esperienze non condivise.
Attraverso il romanzo, impareremo a
conoscere Alessandro, Matteo e un tratto della società moderna
caratterizzata da superficialità, menefreghismo e violenza.
Alessandro Severi ci mostra uno
spaccato del mondo dei giovani di oggi, fatto solo di divertimento,
soldi, scarsa considerazione dell’altro, della donna e con una
visione sbagliata della realtà che li circonda. Ma l’autore ci
mostra anche l’altra faccia della medaglia, quella caratterizzata
dal rispetto, dai valori e dalla caparbietà di alcuni giovani nel
voler cambiare il mondo aiutando gli altri, mettendoli al primo posto
rispetto a se stessi. Combattendo la solitudine a cui la società
moderna ci ha costretti a vivere, aiutando gli emarginati, gli
indifesi, gli ultimi: l’altro.
L’autore ci mostra due facce
contrapposte e rappresentative della società moderna. Ha
tratteggiato e descritto bene, la natura complessa del protagonista.
Non ha nascosto nulla del suo carattere, non ha voluto renderlo
necessariamente simpatico al lettore, al contrario, il suo modo di
fare lo rende antipatico e la sua strafottenza esce prepotentemente
dalle pagine del testo. Del resto, anch’io ho avuto una forte
avversione e antipatia per lui, non riuscendo ad affezionarmi al suo
essere complicato e insicuro.
Matteo, invece, vive solo attraverso
i ricordi delle persone che l’hanno amato. La sua non presenza, nel
testo, è forte, potente, incisiva e si percepisce in ogni pagina,
riga o frase del romanzo, avvolgendo il lettore e mostrandogli
l’altra faccia della medaglia, quella dei buoni sentimenti, del
rispetto degli altri, dell’amore per la famiglia, gli amici e la
vita.
Unico appunto, l’eccessivo uso di
parolacce nelle prime parte del testo. Vanno bene per evidenziare
alcuni momenti e stati emotivi ma quando, in poche righe ne emergono
un bel po’, allora la ritengo un’esagerazione e forzatura.
Fortunatamente nelle pagine successive, l’uso è alquanto limitato.
Questo libro è un viaggio, un
cammino verso la scoperta di se stessi. Un cammino spirituale verso
la fede.
Un testo che ci ricorda quanto la
vita sia breve e quanto è importante aiutare gli ultimi e gli
emarginati.
Buona lettura.
(Marianna Di Bella)
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