Titolo: "Quella piccola libreria in fondo alla strada"
Autrice: Camilla D'Amore
Editore: Newton Compton Editori
Adagiata tra le colline
dell'Inghilterra del Sud, si trova una cittadina tranquilla,
silenziosa, con splendidi viali alberati. Mills è la città dei
fiori ed è una delle più pittoresche della regione. Negozi
caratteristici, si susseguono l'uno accanto all'altro, regalando non
solo la vista di oggetti e merci interessanti ma, soprattutto,
l'intrecciarsi di storie, persone e vite passate e presenti.
Tra le sue strade si
incrociano vite, destini e due solitudini che attirano la nostra
attenzione. Due ragazzi destinati a conoscerci, dando vita e anima a
questo romanzo.
Elise Evans, la protagonista
femminile, vive e lavora a Mills. La sua vita scorre tranquilla e
serena tra la famiglia e il lavoro alla libreria del signor Clancy. È
una ragazza senza grilli per la testa, non ama rischiare e preferisce
stare chiusa al sicuro nel suo mondo fatto di libri, cucito e abiti
stravaganti. Il suo carattere schietto e gentile, attirerà
l'attenzione del nuovo vicino di casa: Sefron Wyler.
Il ragazzo ama la
solitudine, è un violinista affermato e si è rifugiato a Mills per
risolvere un problema che gli preclude la possibilità di continuare
a suonare.
Difficile dire come queste
due solitudini potranno avvicinarsi, riconoscersi e comprendersi, ma
a questo ci penserà Camilla D'Amore, attraverso le sue parole, che
ci sveleranno la storia e i misteri che si celano tra le pagine del
romanzo e tra le vite dei vari personaggi, che si incroceranno e
influenzeranno intensamente.
L'autrice ha narrato una
storia carina, delicata, trattando una problematica seria come la
distopia. Nonostante tutto, la storia non sembra coinvolgere in pieno
il lettore, molti sono gli avvenimenti, i personaggi e le storie che
si intrecciano e sembrano rimanere in superficie senza entrare più
in profondità. Ritengo che alcune situazioni, avessero bisogno di
più tempo e spazio per venire fuori con forza e potenza, per dare
più carattere e incisività alla storia.
La solitudine dei due
protagonisti è comprensibile, meno la loro incapacità di comunicare
su argomenti importanti e a volte anche su questioni semplici, spesso
si ha la sensazioni di girare intorno a dubbi e perplessità che
potevano essere risolti con una frase o ponendo una semplice domanda.
Questo girarci intorno, se
protratto a lungo potrebbe stancare e annoiare il lettore.
Mi dispiace, perché ho
creduto fortemente nella trama.
Lascio a voi, come sempre,
la scelta di leggerlo e sovvertire completamente il mio punto di
vista. Aspetto i vostri pareri e buona lettura!!!
(Marianna Di Bella)
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