mercoledì 24 aprile 2019

Recensione: "Essere amiche a Kabul" - Deborah Rodriguez

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Titolo: "Essere amiche a Kabul"
Autrice: Deborah Rodriguez
Editore: Piemme




A Kabul, nel cuore di una zona di guerra, c'è un piccolo caffè frequentato da stranieri, afgani, mercenari, missionari ecc. Una clientela composita che rende questo posto vivo e intrigante. Sono tutti in cerca di un posto tranquillo dove poter stare insieme, parlare, passare del tempo in compagnia, ritrovando serenità e calma.
Il posto è il regno indiscusso di Sunny, una donna americana di 38 anni, trasferitasi 6 anni prima in cerca di se stessa e di un futuro. La vita della donna non è stata semplice, piena di sventure e scelte sbagliate che l'hanno portata a seguire la sua strada e il suo futuro in un'altra parte del mondo.
Sunny, finalmente, ha trovato una casa accogliente dove essere serena, amici importanti e un gruppo di lavoro coeso.
Sunny ha finalmente trovato se stessa.

Ormai si era abituata alla luce del sole e si era ripromessa di non nascondersi mai più nel'ombra, a costo della vita.”
(citazione tratta dal testo)

La vita pulsa in ogni tavolo e angolo del caffè, dove si intrecciano persone, problemi, lingue e culture differenti che danno anima e colore al luogo e al romanzo, come ad esempio Yasmina, vedova e incinta, in pericolo perché, purtroppo, secondo la tradizione una donna senza un uomo è considerata zero. Harajan è una donna forte e moderna, costretta a seguire le regole della sua cultura, Isabel giornalista britannica free lance, Candance americana ed ex moglie di un ambasciatore e molte altre persone che si legheranno in un stretto rapporto di amicizia che cambierà, non solo le loro esistenze, ma anche il modo di affrontare i problemi e la vita.

“Non importava che avesse conosciuto quelle donne solo di recente. Nei loro cuori erano uguali: donne che ambivano a una vita piena, all'amore, ad avere amici con cui ridere, bere, piangere.”
(citazione tratta dal testo)

Quali sono gli argomenti delle loro chiacchierate?
Cosa accade nel caffè e nelle vite di tutte queste persone?
Per scoprirlo, vi basterà affidarvi alle parole di Deborah Rodriguez, immergendovi in una realtà difficile e controversa.
L'autrice ha vissuto e lavorato per anni a Kabul come parrucchiera, collaborando con un'associazione per aiutare le donne a trovare l'indipendenza economica. La conoscenza del territorio, della cultura islamica, dei problemi reali del paese e la difficile condizione delle donne, le hanno permesso di affrontare e inserire alcune tematiche all'interno del romanzo in maniera equilibrata e veritiera. Le descrizioni, infatti, risultano vere e reali, regalando al lettore la sensazione di vivere in quelle strade tra povertà, indigenza e immondizia. Avvertendo, sulla propria pelle, il pericolo di alcune situazioni, o la sensazione claustrofobica del burqa.

“Ma conosceva le regole, anche sotto il burqa: tenere sempre la testa bassa e lo sguardo a terra. Era inaccettabile guardare un uomo dritto negli occhi o ridere forte, sorridere a un bambino o fissare con desiderio un vestito al mercato.”
(citazione tratta dal testo)

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“L'Afghanistan era da troppo tempo un campo di battaglia, di lotta per il potere, un'enorme piantagione di papaveri dove la gente restava ignorante, analfabeta, povera e completamente priva di diritti, senza voce in capitolo.”
(citazione tratta dal testo)

Deborah Rodriguez ha scritto un romanzo piacevole e delicato, riuscendo a inserire al suo interno tradizioni, usi e costumi che ci aiutano a comprendere i comportamenti, i pensieri e le azioni del popolo afgano.
I personaggi sono ben delineati, in modo particolare le donne, protagoniste indiscusse del romanzo. La loro amicizia sarà il filo conduttore della storia e il pilastro che sostiene e innalza il romanzo, rendendolo gradevole, interessante ed emozionante. Molte saranno le tematiche affrontate al suo interno, le differenze culturali, i matrimoni combinati, la maternità e la difficile situazione nelle carceri femminili. Tematiche che daranno spessore e intesità al testo.
“Essere amiche a Kabul” è un romanzo pieno di speranza. Ogni pagina e avvenimento ci ricordano che tutto è possible se si crede in se stessi e nell'altro. Purtroppo, il finale risulta scontato e banale, troppo stucchevole e intriso di retorica, ma il romanzo risulta comunque gradevole e interessante.
Amo i testi in cui l'amicizia tra donne è il fulcro della storia, evidenziando il confronto intimo, personale e vero tra donne diverse per carattere, estrazione sociale e vita personale.

“Si erano incontrate al caffè solo poche volte, ma le persone a Kabul si conoscevano in fretta, legate dall'esperienza, dalla paura e dalla solitudine. Il tempo era come accelerato, i rapporti progredivano in fretta e i consueti tempi di attesa prima di entrare in intimità con qualcuno saltavano a piè pari.”
(citazione tratta dal testo)

Un romanzo in grado di regalare speranza e ore di lettura piacevoli ed emozionanti.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

martedì 23 aprile 2019

I consigli di Mirtilla: "Giovanna prende il treno" - Kathrin Schärer

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Titolo: "Giovanna prende il treno"
Autrice: Kathrin Schärer
Editore: Officina Libraria



C'era una volta una maialina curiosa e intraprendente.
Il suo nome è Giovanna.
Ama viaggiare e osservare tutto ciò che la circonda, per questo ora si trova seduta all'ultimo scompartimento di un treno.
Dove sta andando?
Nessuno lo sa, neanche Kathrin Schärer, l'autrice di questo libro illustrato.
La storia nasce e si sviluppa pagina dopo pagina, grazie all'aiuto e ai suggerimenti della piccola protagonista. Incuriosita e affascinata da tutto ciò che la circonda, Giovanna interagisce con la disegnatrice chiedendole cose, come ad esempio un vestitino per coprirsi, oppure mostrandole gli avvenimenti che si stanno svolgendo intorno a lei e che stanno sfuggendo all'occhio dell'autrice.
Il libro è ben realizzato e scandito da un'alternanza di pagine colorate e pagine in bianco e nero. Le pagine colorate sono utilizzate per narrare la storia della piccola Giovanna, mentre le pagine in bianco e nero evidenziano, non solo la mano della disegnatrice, ma anche tutto ciò che riguarda il suo lavoro. Questo alternarsi permette ai bambini e ai ragazzi di comprendere i diversi piani di lettura e il lavoro creativo che si cela dietro la realizzazione di un libro illustrato, di un progetto, una storia ecc. Altro elemento particolare da sottolineare è il taglio e formato di alcune pagine, ad esempio quando la storia si concentra su un personaggio allora il formato della pagina è più piccolo rispetto al resto del libro.
Questo non è solo un libro illustrato, ma un viaggio nella vita della piccola Giovanna. Un viaggio in cui la nostra protagonista osserverà il mondo e immaginerà storie, e alla fine sarà pronta per continuare da sola il suo viaggio, vivendo nuove avventure e amicizie. Lasciando libera l'autrice di scrivere e disegnare nuove storie, per il giovani lettori.
Buona lettura!

Mirtilla



(Marianna Di Bella)

giovedì 18 aprile 2019

Recensione: "Resto qui" - Marco Balzano

 

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Titolo: "Resto qui" 

Autore: Marco Balzano

Editore: Einaudi



Restare per lottare contro i soprusi.
Restare per affermare la propria identità.
Restare per far riemergere la verità sommersa dai silenzi e dall'acqua.
Restare per sopravvivere.
Restare per raccontare...
Raccontare una storia intensa ed emozionante, in grado di toccare i cuori di molti lettori.
Ma procediamo con calma, torniamo indietro nel tempo e volgiamo il nostro sguardo verso un piccolo paesino situato nella Val Venosta: Curon.
Il posto è tranquillo ed è abitato da gente povera ma onesta, legata al proprio lavoro, ai valori e alla propria identità. Qui abita anche la protagonista e voce narrante del romanzo: Trina.
La donna affida alle pagine del libro, la storia della sua vita. Una voce delicata e leggera che prende sempre più corpo e consistenza, mettendo a nudo la sua anima e la storia del suo paese natìo.
La storia prende vita più o meno nel 1923, quando una giovane Trina sta per affrontare gli esami di maturità alla scuola magistrale. Il suo sogno è poter insegnare alle nuove generazioni, ma in quegli anni Mussolini, non solo cambia il sistema scolastico, ma fa italianizzare tutto, dai nomi personali, alle insegne degli esercizi commerciali fino ai nomi incisi sulle tombe. La lingua ufficiale diventa l'italiano e anche gli insegnanti, questo porterà a una spaccatura e a una netta divisione tra italiani e sud tirolesi. L'”altro” diventa il nemico e l'identità culturale, linguistica, etnica e sociale viene lacerata.

Dal primo momento è stato noi contro loro. La lingua di uno contro quella dell'altro. La prepotenza del potere improvviso e chi rivendica radici di secoli.”
(citazione tratta dal testo)

Il sogno di insegnare di Trina, si scontra contro la realtà e si frantuma in mille pezzi. Ma la ragazza è forte e determinata e inizierà a insegnare clandestinamente, comprendendo l'importanza nel mantenere viva la propria identità e questo sarà solo l'inizio della sua storia, delle sofferenze e dei problemi che dovrà affrontare nel futuro. La donna affronterà molte prove, come la perdita della secondogenita Marica, l'avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale, la resistenza, la fuga, la morte e la costruzione della diga che segnerà il destino di tutta la comunità.
Tutti questi eventi influenzeranno la vita di Trina e ci aiuteranno a comprendere meglio la sua vita e il contesto storico e sociale in cui è ambientato il romanzo. Avvenimento dopo avvenimento scopriremo una ferita dolorosa del nostro paese e in particolare del Sud Tirolo ma, per conoscere appieno il romanzo e Trina, vi lascerò seguire le sue parole, i suoi pensieri e i suoi racconti, lasciandovi perdere tra i suoi ricordi.

Diventa una vertigine, il dolore. Qualcosa di familiare e nello stesso tempo di clandestino, di cui non si parla mai.”
(citazione tratta dal testo)

Marco Balzano ci regala un romanzo intenso ed emozionate. Con calma e pazienza fa riemergere dai documenti e dai recessi della memoria un passato storico poco conosciuto, e una storia dolorosa e lacerante. Nel romanzo affronta molti temi importanti su cui riflettere, come ad esempio l'esproprio forzato delle terre, la prepotenza e l'abuso di potere di uno stato per un proprio tornaconto economico, la disintegrazione di una comunità e della sua identità culturale, la costruzione di una diga, vietata per anni, su un terreno fragile e non adatto ecc.
La lettura è fluida e scorrevole. La scrittura e lo stile narrativo sono diretti ed essenziali. L'autore non si perde dietro formalismi, pietismi o autocommiserazione, al contrario è diretto nel dire le cose e nel descrivere i sentimenti dei protagonisti, dando rilievo ai fatti e agli eventi. Il testo è ben documentato e non ha pretese saggistiche, per questo la scelta del romanzo permette a tutti i lettori di affrontare e comprendere pienamente un tema delicato e poco conosciuto.
Trina è un personaggio ben costruito ed emerge nel testo in maniera forte e incisiva, mentre alcuni personaggi secondari sono lievemente accennati, non delineati al punto da renderli memorabili, ma solo delle figure evanescenti che si perdono tra le pieghe del racconto. Probabilmente una maggiore descrizione e delineazione dei caratteri, ci avrebbero permesso di avere risposte ai molteplici dubbi che rimangono aperti nel testo, come ad esempio il destino della figlia Marica. Questo però non toglie bellezza al romanzo che riesce ad afferrarci alla bocca dello stomaco, trascinandoci tra le vie del paesino e nell'anima di Trina.

...se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne di appartengono, non devi aver paure di restare.”
(citazione tratta dal testo)

Un testo intenso ed emozionante.
Un testo velato di malinconia.
Un testo che ci ricorda di lottare per i nostri diritti e resistere allo scorrere del tempo.
Un testo...a voi scoprirlo e continuare la frase.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

martedì 16 aprile 2019

Recensione: "Restare vive" - Victoria Redel

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Titolo: "Restare vive"
Autrice: Victoria Redel
Editore: Einaudi




In un tranquillo e sereno fine settimana, cinque amiche si rivedono per trascorrere del tempo insieme tra chiacchiere e risate.
Cinque amiche che si conoscono dai tempi delle scuole elementari e che giunte alla soglia della mezza età continuano a vedersi e frequentarsi, rinsaldando quel rapporto così unico e profondo. Cinque amiche cresciute insieme affrontando problemi, matrimoni, nascite, divorzi, risate e tutto ciò che la vita le ha riservato.

“Erano state bambine insieme e insieme madri.”
(citazione tratta dal testo)

Un'amicizia forte, intensa e unica.
Un'amicizia sempre attenta e presente, soprattutto, nei momenti più difficili e dolorosi...come oggi, perché questo, purtroppo, non è un tranquillo pomeriggio fatto di chiacchiere e risate. È un incontro per aiutare e sostenere per l'ennesima volta Anna. La donna è malata da molti anni, un tumore si è insinuato nell'atrio sinistro del suo cuore. Una massa tumorale che negli anni non l'ha mai abbandonata, devastandola con gli effetti nocivi dei medicinali, costringendola a cambiare continuamente le cure e ad affrontare cadute e recidive. Ha lottato per anni, attaccandosi alla vita e all'immenso aiuto dei familiari e delle amiche, ma ora è stanca. Stanca di lottare, soffrire e credere in una remissione. Stanca di essere forte per se stessa e per gli altri. Anna è stanca di vivere. Per questo ha deciso di smettere con le medicine e di seguire un iter di cure palliative domestiche che la porteranno lentamente alla morte e alla fine della sua atroce e indescrivibile sofferenza. La donna ha informato tutti della sua decisione: i figli, l'ex marito, i fratelli e le amiche. Loro vorrebbero farle cambiare idea, farla lottare ma lei è decisa e irremovibile. La donna che ha sempre tenuto unito il gruppo è pronta a lasciarlo, consapevole che la sua scelta è fonte di perplessità e dubbi.

“Anna chiuse gli occhi. Ascoltava. Così famigliari le cadenze e gli accenti delle voci delle sue amiche. Perfino le pause di Caroline per trovare la parola più adatta. Non riusciva a spiegare quando si sentisse sollevata. Non l'avrebbe mai immaginato. Parte del sollievo era non doverci più provare.”
(citazione tratta dal testo)

Helena, Ming, Molly, Caroline...le sue amiche. Eccole stringersi intorno a lei per vivere i suoi ultimi giorni, permettendo a noi lettori di entrare in punta di piedi nella casa di Anna per conoscere le loro vite e la loro amicizia e accompagnando la donna in questo ultimo viaggio. Un viaggio fatto di ricordi che emergono in ogni pagina e pensiero delle cinque donne. Ricordi che sembrano delle vecchie polaroid che immortalano una vita passata fatta di risate, sentimenti profondi, rapporti intensi. Ricordi che prendono vita, dando forma e contenuto a questo intenso ed emozionante romanzo di Victoria Redel.
L'autrice è riuscita ad affrontare un tema delicato, intenso e profondo con delicatezza e sensibilità. Soffermandosi sui sentimenti e su un'intensa introspezione di Anna e delle altre protagoniste. Introspezione che permette al lettore di scoprire e conoscere l'anima delle cinque donne.
La lettura è fluida e scorrevole e la scrittura è semplice ma intensa.
A molti probabilmente non piaceranno i continui salti temporali tra un ricordo e l'altro, le frasi brevi o i piccoli paragrafi che compongono i capitoli, ma io l'ho amato proprio per questo, perché credo che questa costruzione del testo renda il romanzo più intimo e introspettivo, permettendo al lettore di entrare in empatia con le cinque donne.

“Ma Anna sapeva che l'eccezionale avviene sottovoce dentro il quotidiano. Senza ornamenti, spesso inosservato.”
(citazione tratta dal testo)

Un romanzo scelto per caso.
Una lettura piacevole che lascia riflettere il lettore su temi importanti come il dolore e la morte.
Un libro che è un inno all'amicizia.

“La bellezza di quell'amicizia stava proprio nella volontà di restare unite attraverso i cambiamenti.”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

lunedì 15 aprile 2019

I Consigli di Mirtilla: "I fiori della piccola Ida" - Hans Christian Andersen; Daniela Iride Murgia

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Titolo: I fiori della piccola Ida
Autore: Hans Christian Andersen
Libera traduzione e illustrazioni:  Daniela Iride Murgia 
Editore: Edizioni Corsare 




Oggi la piccola Ida è triste. I suo bellissimi fiori hanno le foglie appassite e non sa spiegarsi come mai si comportino in questo modo. Sono malati? Sono tristi? Cosa sta accadendo?
Il giovane studente, presente nella stanza, ascoltando le sue preoccupazioni, cerca di risollevarle il morale spiegandole cosa accade ai suoi amati fiori. Sono semplicemente stanchi dopo una nottata trascorsa a danzare al palazzo del re e della regina.
Ida è affascinata e meravigliata dalla storia. Vuole saperne di più, vuole conoscere ogni particolare della storia e del ballo, così, inizia a fare tantissime domande al giovane studente che risponde a tutto con calma e pazienza.
Come si svolge la festa? Chi può partecipare? Come avvengono gli inviti? Com'è il palazzo reale? Lo studente inizia a raccontare e magicamente le scene prendono vita grazie, soprattutto, alle meravigliose e delicate illustrazioni di Daniela Iride Murgia, che in omaggio al suo amore per la Danimarca e alle favole di Hans Christian Andersen, dedica loro questo splendido lavoro.
Il libro illustrato lascerà letteralmente a bocca aperta non solo i giovani lettori, ma anche gli adulti più romantici che si perderanno tra le pagine del libro e la bellezza delle sue illustrazioni.
Una storia delicata e lieve che pone al centro della trama l'amore per i fiori, rappresentati con delicatezza ed eleganza da immagini poetiche e romantiche.
Un libro da leggere e custodire.
Osservate con molta attenzione i vostri fiori...potrebbero essere appena tornati da una festa al palazzo del re.
Buona lettura!


Mirtilla


(Marianna Di Bella)

giovedì 11 aprile 2019

Recensione: "Miss Miles" - Mary Taylor

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Titolo: Miss Miles
Autrice: Mary Taylor
Traduttrice: Alessandranna D'Auria
Editore: Darcy Edizioni



Il romanzo di oggi, ci catapulterà indietro nel tempo, esattamente nel 1830 a Repton, un piccolo villaggio situato nella regione dello Yorkshire. Il villaggio è attraversato da un ruscello e da un lungo viale che rendono il paesaggio tipico e caratteristico. La fabbrica, la chiesa, il vicariato e il negozio di John Miles sono gli edifici di maggior attrazione, e la vita sociale ruota intorno a questi edifici.
In questo piccolo villaggio, apparentemente tranquillo, si stanno per incrociare le vite e i destini di quattro donne. Quattro donne appartenenti a ceti sociali diversi, con caratterialità ben distinte ma accomunate da un destino avverso che le porterà a lottare per la propria sopravvivenza, prendendo in mano le redini della propria esistenza e lottando contro le convenzioni sociali e morali dell'epoca che consideravano la donna poco e nulla, e solo in funzione di un marito o di un padre.
Sarah Miles è la protagonista principale e il fulcro del romanzo. La ragazza è figlia del negoziante John Miles, trascorre le giornate tra le pulizie di casa e cantando con gli amici. È tranquilla e i suoi sogni sono modesti, vorrebbe studiare, lavorare e farsi strada nella vita, trovando il suo posto nel mondo. Seguire la sua storia ci permetterà di comprendere meglio, non solo i suoi pensieri, ma anche la vita dell'epoca. La vedremo crescere, maturare, trovare la sua strada sempre accompagnata da due genitori presenti e attenti al buon nome della figlia.
Maria Bell si è da poco trasferita nel villaggio, dopo la morte di entrambi i gentori, e sa che per sopravvivere deve lavorare. Decide così di trasferisi, affittare una casa e insegnare alle signorine di Repton. La donna dovrà affrontare molte problematiche, come ad esempio la solitudine, la depressione, il poco lavoro e la fame, ma la donna è forte e non si arrenderà tanto facilmente.
Trasferendosi a Repton, Maria ha lasciato la sua migliore amica Dora Wells ad affrontare il suo destino avverso e cattivo. La sua vita è segnata da problematiche, disperazione, fame e povertà, dovrebbe cercare lavoro ma materialmente non sa fare nulla o non vuole fare nulla?
E per finire conosceremo la piccola Amelia Turner, cugina di Maria, appartenente a una famiglia ricca che purtroppo cade in disgrazia e semi povertà. La ragazza vorrebbe lavorare per risollevare le sorti familiari ma la morale di quegli anni e l'opinione negativa della sua famiglia la faranno desistere dal suo proposito, considerato poco giudizioso e scellerato, rendendola insicura e sopraffatta alle decisioni degli altri.

Era questo il destino delle donne? Non era altro che l'egoista crudeltà in fondo a tutta l'attenzione profusa su di loro? Si ribellò profondamente contro il suo destino. Da allora inanzi sospettò di tutti e non credette più a nessuno. Si sarebbe irrigidita contro la regola, non apertamente, ma costantemente.”
(citazione tratta dal testo)

Sarah, Maria, Dora e Amelia vivranno sulla loro pelle le restrizioni dell'epoca, costrette a rimettersi al volere e alle decisioni degli uomini e della famiglia di appartenenza. Non hanno diritti, non possono decidere autonomamente della propria vita, non possono studiare ed essere indipendenti economicamente e intellettivamente.
Grazie alla penna di Mary Taylor, avremo l'opportunità di segurie le storie delle quattro donne durante l'arco della loro vita scoprendone pensieri, decisioni e cambiamenti.
“Miss Miles” è l'unico romanzo scritto dall'autrice e pubblicato nel 1890. È considerato uno dei manifesti femministi dell'Ottocento e questa è la prima pubblicazione in italiano, grazie al lavoro di traduzione di Aessandranna D'Auria.
Mary Taylor è stata, non solo la migliore amica di Charlotte Brönte, ma una donna indipendente che non ha mai permesso che qualcuno la ingabbiasse in un matrimonio non voluto. Ha scelto l'indipendenza, viaggiando e lavorando in giro per il mondo.
Quest'unica opera ha risentito dell'inesperienza letteraria e narrativa dell'autrice, infatti, la lettura è difficile e faticosa, dovuta a uno stile onnisciente che risulta spesso incomprensibile al lettore, constringendolo a tornare più volte sugli stessi passaggi per comprendere il significato delle descrizioni e dei dialoghi, che risultano confusionari ed ermetici. Spesso non si capisce chi sta parlando, e si avverte la netta sensazione che la scrittrice non si preoccupa del lettore, lasciandolo all'oscuro delle sue intenzioni, dando per scontati alcuni passaggi
Lo stile narrativo è diretto, distaccato e secco, non si perde dietro sentimentalismi o pietismi, anzi, l'autrice narra i fatti così come avvengono, rendendo un quadro reale e veritiero della vita all'interno del romanzo.
La lettura non è fluida e spesso i personaggi si avvicendano e si alternano in maniera incomprensibile, sembrano inseriti a forza all'interno della storia. Le quattro donne sono ben costruite, ognuna con una sua caratterialità ben definita, ma gli altri personaggi non sono particolarmente delineati o evidenziati, non lasciano il segno e molti di loro risultano essere ambigui e negativi.
La lettura di questo romanzo non è semplice e sono convinta che molti desisteranno durante la lettura, anch'io ho avuto la stessa sensazione, indecisa se continuare o meno. La lettura difficile, incomprensibile e noiosa in alcuni passaggi e l'inesperienza dell'autrice non hanno aiutato, e devo essere sincera ho resistito per un solo motivo: la fotografia reale dell'epoca. La fotografia sulla condizione sociale delle donne. L'autrice, infatti, ci offre un quadro attento e preciso sulle problematiche delle donne appartenenti a qualsiasi ceto sociale, sulla loro mancanza di diritti, il divieto di frequentare la scuola come gli uomini, la difficoltà nel lavorare e vivere autonomamente e in funzione di un matrimonio. Una fotografia reale sull'annullamento sociale e vitale delle donne, ostacolate e derise da uomini che le considerano vuote e incapaci di qualsiasi cosa. Tutto questo mi ha fatto desistere dal voler abbandonare la lettura e mi ha spinta a non arrendermi di fronte alle difficolta e a scoprire una realtà molto lontana dalla nostra. Ricordandoci quanto è importante lottare per i propri diritti, per se stesse e la propria vita.

Dopo tutto, la nostra felicità è tutta nelle nostre mani. Ci serve poco. E non dobbiamo permettere che le nostre menti rimuginino troppo sulla possibilità che quel poco ci deluda. I pensieri vanno messi in atto e basta. Quanto non ci resta niente da fare, dovremmo prepararci a sfidare il destino.”
(citazione tratta dal testo)

Come sempre lascio a voi la scelta di leggere o meno il testo, ricordandovi di non arrendervi mai.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la traduttrice per la copia del libro.

lunedì 8 aprile 2019

I Consigli di Mirtilla: "Zeb e la scorta di baci" - Michel Gay

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Titolo: Zeb e la scorta di baci
Autore: Michel Gay
Editore: Babalibri



Oggi è un giorno importante per Zeb. Il nostro piccolo protagonista è in partenza per il campo estivo, insieme ad altre piccole zebre, per trascorrere un'estate indimenticabile tra giochi e risate. Una nuova avventura che lo spaventa perché non si è mai allontanato dai suoi genitori, figuriamoci dormire da solo senza mamma, papà e i loro baci della buonanotte e del buongiorno.
Come farà senza di loro? Non lo sa e questo lo intimorisce ancora di più, ma i suoi genitori hanno una piccola sorpresa in serbo per lui. Una scatola di latta piena di foglietti bianchi. Come? Non avete capito a cosa servono? Usate un pizzico di fantasia, non è difficile. I foglietti bianchi sono "bacicaramelle". Tanti piccoli e teneri baci della mamma e del papà. Tanti baci per quanti sono i giorni del campo estivo. Baci che lo aiuteranno a non farlo sentire solo, rassicurandolo nei momenti tristi.

“I baci della mamma si riconoscono dal rossetto. Mamma e papà piegano poi i foglietti, una volta, due volte, tre volte. Sembrano delle caramelle nella loro bella scatola di latta.”
(citazione tratta dal testo)

Rassicurato da questo inaspettato e fantasioso regalo, Zeb prende il treno e una volta salito si renderà conto che non è l'unico ad essere spaventato, anche i suoi compagni sono tristi e hanno bisogno di rassicurazioni e di quelle "bacicaramelle" che presto diventeranno la medicina che li aiuterà a superare il distacco.

“Questa volta gli servono almeno due baci. Li appoggia forte forte contro le orecchie per non sentire più la piccola zebra che piange a dirotto.”
(citazione tratta dal testo)

Per i nostri cuccioli il distacco non è mai semplice e indolore. Allontanarli dalla protezione dei genitori, li fa sentire esposti e indifesi. Soli di fronte a situazioni inaspettate, nuove e sconosciute. Spaventati perché per la prima volta devono affrontare il mondo da soli. Spesso basta una piccola rassicurazione per riuscire a superare il momento e sentirsi, così, pronti per affrontare nuove avventure, conoscere nuovi amici e custodire nuovi ricordi. Saranno pronti a crescere e ad essere un pochino più indipendenti, ma come sempre, il lavoro più importante lo devono fare i genitori, preparando e rassicurando i propri figli, trovando anche dei piccoli ritrovi per farli sentire forti e sicuri, come una semplice scatola di baci. Un'idea che ho trovato splendida ed emozionante, perché ammettiamolo chi non terrebbe da parte una piccola "baciocaramella" e tirarla fuori per ricordarci che mamma e papà ci vogliono bene e sono sempre con noi? Sono sicurissima che anche i grandi custodirebbero gelosamente dei piccoli baci di carta, ricordando l'amore, il calore e l'affetto dei propri genitori. Si cresce, si diventa adulti ma una parte di noi rimarrà sempre piccola, in attesa del bacio della buonanotte o del buongiorno.
Preparate una scorta di baci per i vostri bambini e rassicurateli del vostro amore.
Buona lettura!!

Mirtilla


(Marianna Di Bella)

venerdì 5 aprile 2019

Recensione: "Catilina. La fine di un'epoca" - Mario Fadda

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Titolo: "Catilina. La fine di un'epoca"
Autore: Mario Fadda





In una splendida villa immersa nel verde, vive il nostro protagonista, Eric Durand. L'uomo ha un figlio di quasi quattro anni, è sposato con Sandrine, avvocato matrimonialista, ed è un dottore affermato nel campo della Paleografia. Passione nata grazie al padre Hughes, famoso storico e apprezzato docente di Storia Romana, presso l'università la Sorbona.
Eric sta lavorando a una lettera di Sulpicio Severo, è concentratissimo e nulla sembra distoglierlo dai suoi studi, ad eccezione del figlio e di una telefonata da parte del Sovrintendente degli scavi di Ercolano: Ennio De Vecchi. Una telefonata importante che cambierà il corso della sua esistenza. Perché? Be', grazie a sofisticati e moderni mezzi di ricerca, è stato scoperto e riportato alla luce un vecchio documento che potrebbe cambiare la storia, in particolare quella della Repubblica di Roma. Un documento dal valore inestimabile, occultato per venti secoli. Un documento scritto da Flavio Marzio Iovine, il quale nomina spesso Lucio Sergio Catilina. Un memoriale nel quale vuole fare chiarezza, svelando la verità su...e no, basta così. Non posso e non voglio svelarvi altro, perché dovrete essere voi a scoprire questo mistero rimasto celato per oltre due millenni. Dovrete essere voi a vestire gli abiti dei moderni ricercatori, analizzando ogni fatto raccontato, immergendovi completamente nella storia e riportando in superficie un mistero importante. Tranquilli non sarete soli in questa ricerca, perché sarete accompagnati da una guida brava e competente, l'autore del romanzo: Mario Fadda.
L'autore vi guiderà tra i vicoli della città eterna, tra segreti, congiure e tradimenti. In un susseguirsi di avvenimenti ed emozioni che vi terranno letteralmente incollati alle pagine di questo piacevole e interessante romanzo storico.
Il romanzo è strutturato su due piani temporali, il presente di Eric Durand e il passato di Catilina. Ed è quest'ultima parte a conquistarvi e catapultarvi nell'antica Roma. Le descrizioni sono dettagliate, precise e interessanti e da ogni singolo particolare storico si evince la conoscenza e la professionalità dell'autore che riesce a spiegarci bene la vita quotidiana, politica e sociale nell'antica Roma. Con semplicità e chiarezza riesce a spiegarci, mostrarci e farci vivere segreti e intrighi, descrivendoci ogni minimo particolare, anche il più piccolo e apparentemente insignificante, permettendoci in questo modo di immedesimarci completamente con il contesto storico e la vita sociale e politica dei romani.
Al contrario, la parte dedicata al presente perde di attrattiva e forza rispetto alla bellezza del passato, che conquista e ammalia il lettore tenendolo incollato alle pagine del libro. È come se non riuscisse a tenere il passo e a non essere all'altezza della storia e dei fasti romani.
I personaggi sono tutti molto interessanti e intriganti, soprattutto Catilina, il vero protagonista del romanzo, che con la sua forza e determinazione saprà conquistare i lettori. Il personaggio che sinceramente non ho apprezzato è quello della ricercatrice Elisabeth Astley. Ritengo che rappresenti tutti gli stereotipi e cliché che vengono dati negativamente a una donna. No, decisamente non l'ho apprezzato.
La lettura è scorrevole e piacevole. Lo stile non è pomposo o troppo ricercato, al contrario Mario Fadda ci permette di entrare in un periodo storico che, non solo tutti conosciamo e abbiamo studiato durante il periodo scolastico, ma lo fa aggiungendo avvenimenti, scenari, particolari e terminologie che difficilmente troveremo in un semplice testo scolastico. Leggere il romanzo è come assistere a una lezione di storia, dove il lettore non è solo uno spettatore passivo ma diventa parte del romanzo, vivendo gli intrighi e i segreti che aleggiano tra i vicoli di Roma.
Il finale è inaspettato e lascia il lettore non solo sconcertato e impreparato, ma sospeso tra mille dubbi e perplessità. È un finale aperto? Ci sarà un seguito? Oppure lascia libero il lettore di trovare il proprio epilogo?
Non lo so.
Io ci rifletto ancora un po' e, intanto, vi auguro una buona lettura.


(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio l'autore per la copia del libro.

mercoledì 3 aprile 2019

Recensione: "Ora dimmi di te. Lettera a Matilda" - Andrea Camilleri

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Titolo: Ora dimmi di te. Lettera a Matilda
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Bompiani




Quanti di noi vorrebbero ricevere una lettera dai propri nonni?
Quanti di noi vorrebbero riascoltare le loro voci, i loro racconti?
Quanti vorrebbero rivivere quell'amore incondizionato, che hanno saputo donarci quando erano in vita?
Tutti.
Rivivere quel senso di protezione, calore e amore è il sogno di tutti.
Un sogno impossibile.
E allora ci accontentiamo di guardare delle vecchie foto che hanno immortalato i loro sorrisi e attimi della loro vita. Chiudiamo gli occhi e proviamo a ricordare le loro voci, i loro visi, che si vanno sbiadendo anno dopo anno. Ci aggrappiamo ai ricordi per non dimenticare...non dimenticare chi erano e cosa ci hanno insegnato.
Tutti vorremmo ritrovare una vecchia lettera, per scoprire attraverso le loro parole, le persone che forse non abbiamo conosciuto a fondo. Non tutti avranno questa grande fortuna, ma per un attimo, solo per un attimo, potremmo rivivere quella sensazione entrando in punta di piedi nella vita di un noto scrittore e leggere la lettera indirizzata alla pronipote di quattro anni. Una lettera che prende vita all'interno di un piccolo gioiellino cartaceo, che possiamo tenere tra le mani e aprirlo con delicatezza, lasciandoci avvolgere dalle parole dell'autore.

“...ho piena coscienza per raggiunti limiti di età, che mi sarà negato il piacere di vederti maturare di giorno in giorno, di ascoltare i tuoi primi ragionamenti, di seguire la crescita del tuo cervello. Insomma, mi sarà impossibile parlare e dialogare con te. Allora queste mie righe vogliono essere una povera sostituzione di quel dialogo che mai avverrà tra di noi.”
(citazione tratta dal testo)

Andrea Camilleri ha sentito l'esigenza di scrivere alla nipotina Matilda, consapevole che il tempo è tiranno e che non potrà vederla crescere, maturare e affrontare un dialogo serio con lei. Decide, così, di sconfiggere il tempo, scrivendole una lettera importante in cui racconta di sé, della sua infanzia, dei suoi sbagli e dei dubbi che hanno accompagnato la sua crescita lavorativa. Ricordi di un uomo sempre pronto ad ascoltare gli altri, testardo e tenace nel perseguire i suoi ideali. Il tutto inserito in un contesto storico importante, che ci aiuterà a ricordare, in un riepilogo incisivo e necessario, i fatti più importanti della storia italiana e di quella personale dell'autore. Un riepilogo per comprendere il passato e il presente del nostro paese, attraverso un'analisi lucida e interessante. Andrea Camilleri diventa, così, il ponte che mette in comunicazione il passato con il futuro della nipotina e delle nuove generazioni.
Anno dopo anno, esperienza dopo esperienza, l'autore mette a conoscenza i lettori di parte della sua vita e dei suoi sbagli, attraverso un testamento spirituale, in cui la sua sincerità viene fuori in maniera intensa e in uno stile narrativo in grado di ammaliare qualsiasi lettore.

“Se ti ho raccontato queste storie è per spiegarti che non ho mai avuto un carattere facile. Riuscire a sottostare a qualsiasi disciplina, riuscire a starmene zitto quando avevo qualcosa da dire, non ribellarmi a quello che credevo un ordine sbagliato era per me impossibile, non faceva parte della mia natura.”
(citazione tratta dal testo)

Probabilmente molti avranno da ridire sul tipo di messaggio rivolto alla nipote, lamentandosi della freddezza della lettera, del non essersi mai messo in gioco in maniera intima e profonda oppure per il testo breve e conciso. Devo essere sincera, qualche perplessità l'ho avuta anch'io, ma ho aspettato di terminare la lettura, chiudere il libro e riflettere su ogni singolo passaggio scritto dall'autore. Mi sono presa del tempo per metabolizzare ogni parola, ogni confidenza, ogni avvenimento presente nella lettera, e mi sono resa conto che c'è molta più intensità e profondità in queste pagine di quanto si creda. Occorre solo ricordare di vedere oltre la superficie delle cose e delle parole, perché solo allora vedremo la bellezza e gli insegnamenti racchiusi in questo piccolo testo.

“Non condividere le idee di una persona, quando esse sono acute e intelligenti, non significa affatto rifiutarle...”
(citazione tratta dal testo)

Andrea Camilleri ci ricorda di essere sempre onesti, leali con se stessi, con i propri ideali e con le proprie idee portandole avanti attenendosi ad esse. Credere nella libertà, nella giustizia, nell'autonomia intellettuale e nel rispetto verso il prossimo. Ci insegna quanto sia importante aprirsi all'altro, ascoltarlo, prendere atto delle sue parole e cambiare, se riteniamo sia giusto farlo. Non dimenticando che nella vita tutto cambia e che l'esperienza ci insegna molto, spesso anche cose inaspettate.
Ho trovato bello e incoraggiante il messaggio rivolto ai giovani, la fiducia che ripone in loro e nel loro futuro, consigliandoli di fare tabula rasa di tutto ciò che ha rovinato il paese per ripartire da nuovi ideali, ricordando che la vita si impara solo vivendola.

“I giovani hanno il loro la capacità di far questa tabula rasa di ridare alla politica la sua etica perduta, hanno la possibilità di dare un senso diverso e nuovo alla vita in comune, hanno la possibilità di far risorgere il nostro paese non solo economicamente ma infondendo la forza trascinante di un ideale nuovo. Sono certo che questa mia fiducia non sarà tradita.”
(citazione tratta dal testo)

Non servono parole o ricordi sdolcinati da inviare alla nipotina, ma insegnamenti veri, sinceri e importanti.
Insegnamenti per la donna che diventerà, per le future generazioni e per noi lettori.
E ora ditemi di voi...



(Marianna Di Bella)