giovedì 18 aprile 2019

Recensione: "Resto qui" - Marco Balzano

 

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Titolo: "Resto qui" 

Autore: Marco Balzano

Editore: Einaudi



Restare per lottare contro i soprusi.
Restare per affermare la propria identità.
Restare per far riemergere la verità sommersa dai silenzi e dall'acqua.
Restare per sopravvivere.
Restare per raccontare...
Raccontare una storia intensa ed emozionante, in grado di toccare i cuori di molti lettori.
Ma procediamo con calma, torniamo indietro nel tempo e volgiamo il nostro sguardo verso un piccolo paesino situato nella Val Venosta: Curon.
Il posto è tranquillo ed è abitato da gente povera ma onesta, legata al proprio lavoro, ai valori e alla propria identità. Qui abita anche la protagonista e voce narrante del romanzo: Trina.
La donna affida alle pagine del libro, la storia della sua vita. Una voce delicata e leggera che prende sempre più corpo e consistenza, mettendo a nudo la sua anima e la storia del suo paese natìo.
La storia prende vita più o meno nel 1923, quando una giovane Trina sta per affrontare gli esami di maturità alla scuola magistrale. Il suo sogno è poter insegnare alle nuove generazioni, ma in quegli anni Mussolini, non solo cambia il sistema scolastico, ma fa italianizzare tutto, dai nomi personali, alle insegne degli esercizi commerciali fino ai nomi incisi sulle tombe. La lingua ufficiale diventa l'italiano e anche gli insegnanti, questo porterà a una spaccatura e a una netta divisione tra italiani e sud tirolesi. L'”altro” diventa il nemico e l'identità culturale, linguistica, etnica e sociale viene lacerata.

Dal primo momento è stato noi contro loro. La lingua di uno contro quella dell'altro. La prepotenza del potere improvviso e chi rivendica radici di secoli.”
(citazione tratta dal testo)

Il sogno di insegnare di Trina, si scontra contro la realtà e si frantuma in mille pezzi. Ma la ragazza è forte e determinata e inizierà a insegnare clandestinamente, comprendendo l'importanza nel mantenere viva la propria identità e questo sarà solo l'inizio della sua storia, delle sofferenze e dei problemi che dovrà affrontare nel futuro. La donna affronterà molte prove, come la perdita della secondogenita Marica, l'avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale, la resistenza, la fuga, la morte e la costruzione della diga che segnerà il destino di tutta la comunità.
Tutti questi eventi influenzeranno la vita di Trina e ci aiuteranno a comprendere meglio la sua vita e il contesto storico e sociale in cui è ambientato il romanzo. Avvenimento dopo avvenimento scopriremo una ferita dolorosa del nostro paese e in particolare del Sud Tirolo ma, per conoscere appieno il romanzo e Trina, vi lascerò seguire le sue parole, i suoi pensieri e i suoi racconti, lasciandovi perdere tra i suoi ricordi.

Diventa una vertigine, il dolore. Qualcosa di familiare e nello stesso tempo di clandestino, di cui non si parla mai.”
(citazione tratta dal testo)

Marco Balzano ci regala un romanzo intenso ed emozionate. Con calma e pazienza fa riemergere dai documenti e dai recessi della memoria un passato storico poco conosciuto, e una storia dolorosa e lacerante. Nel romanzo affronta molti temi importanti su cui riflettere, come ad esempio l'esproprio forzato delle terre, la prepotenza e l'abuso di potere di uno stato per un proprio tornaconto economico, la disintegrazione di una comunità e della sua identità culturale, la costruzione di una diga, vietata per anni, su un terreno fragile e non adatto ecc.
La lettura è fluida e scorrevole. La scrittura e lo stile narrativo sono diretti ed essenziali. L'autore non si perde dietro formalismi, pietismi o autocommiserazione, al contrario è diretto nel dire le cose e nel descrivere i sentimenti dei protagonisti, dando rilievo ai fatti e agli eventi. Il testo è ben documentato e non ha pretese saggistiche, per questo la scelta del romanzo permette a tutti i lettori di affrontare e comprendere pienamente un tema delicato e poco conosciuto.
Trina è un personaggio ben costruito ed emerge nel testo in maniera forte e incisiva, mentre alcuni personaggi secondari sono lievemente accennati, non delineati al punto da renderli memorabili, ma solo delle figure evanescenti che si perdono tra le pieghe del racconto. Probabilmente una maggiore descrizione e delineazione dei caratteri, ci avrebbero permesso di avere risposte ai molteplici dubbi che rimangono aperti nel testo, come ad esempio il destino della figlia Marica. Questo però non toglie bellezza al romanzo che riesce ad afferrarci alla bocca dello stomaco, trascinandoci tra le vie del paesino e nell'anima di Trina.

...se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne di appartengono, non devi aver paure di restare.”
(citazione tratta dal testo)

Un testo intenso ed emozionante.
Un testo velato di malinconia.
Un testo che ci ricorda di lottare per i nostri diritti e resistere allo scorrere del tempo.
Un testo...a voi scoprirlo e continuare la frase.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

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