venerdì 28 gennaio 2022

Recensione: "Hey, sembra l'America" - Michele Di Mauro

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Titolo: Hey, sembra l'America. Diario di un anno di insegnamento in USA

Autore: Michele Di Mauro

Editore: Battaglia Edizioni



Nikos Kazantzakis afferma che: “Gli insegnanti ideali sono quelli che si offrono come ponti verso la conoscenza e invitano i loro studenti a servirsi di loro per compiere la traversata; poi, a traversata compiuta, si ritirano soddisfatti, incoraggiandoli a fabbricarsi da soli ponti nuovi.” Questi sono gli insegnanti speciali che molti hanno avuto la fortuna di incontrare lungo il loro percorso scolastico, insegnanti che hanno lasciato un segno profondo in ogni alunno, regalando loro quel ponte di conoscenza che li ha aiutati a comprendere meglio il mondo, l'Altro e se stessi.

Insegnanti che lavorano con dedizione e impegno, ben consapevoli, non solo delle difficoltà nell'approcciarsi ad ogni alunno, ma anche di tutto il contesto burocratico, amministrativo etc. che rende sempre più faticoso e impossibile il loro lavoro.

Una vita precaria fatta di supplenze, spostamenti tra diverse scuole, trasferimenti, stipendi bassi e poca considerazione. Un lavoro di cui molti, ignorantemente, vedono solo l'immaginario dei giorni liberi durante le vacanze estive e festive, senza andare oltre la superficie e conoscere meglio un lavoro determinante per le menti e la crescita dei nostri ragazzi.

E se ci fermassimo a conoscere meglio il loro mondo? Ad andare oltre e vedere cosa ruota intorno al loro mestiere, tra burocrazia, problemi amministrativi, senza lamentarsi ogni volta con la solita frase “negli altri paesi va meglio...”, “le scuole europee o americane sono migliori...”.

Già, cosa avviene negli altri Paesi, in particolare negli Stati Uniti d'America? Perché non scoprirlo con un libro che, tranquilli non è un saggio o un'inchiesta, ma semplicemente un romanzo o meglio il diario di un insegnante italiano alle prese con la scuola statale americana? Bene, perché questo è il libro adatto a tutti coloro che sono curiosi di conoscere un mondo e una realtà diversa dalla nostra, scritta con un pizzico di ironia mista a serietà, mescolati con una dose di finzione e un'altra di realtà che ci regalano un diario fatto di esperienze e conoscenze interessanti.

Michele Di Mauro è realmente un insegnante di latino che lavora negli Stati Uniti, presso una scuola superiore, e scrive su un blog storie verosimili sul mondo scolastico americano, e parte di quel mondo lo ritroviamo anche in questo testo.

Il protagonista e io narrante è Mister D, un professore italiano che insegna latino presso l'Istituto Silvana High School nel North Carolina. Lui ci guiderà attraverso la sua nuova vita, tra difficoltà del districarsi con la burocrazia e la mentalità americana. Capitolo dopo capitolo capiremo molte cose, i vari iter amministrativi per poter insegnare, come ad esempio il possedere una certificazione apposita, se sprovvisti occorre fare degli esami aggiuntivi pena la revoca del contratto di lavoro. Scopriremo gli orari delle lezioni, le classi e il rapporto che si instaura tra insegnanti e alunni. Studenti che devono confrontarsi con la difficoltà del latino e nel cercare di capire un professore di cui non conoscono il paese e le diverse modalità di vita e pensiero. Alunni che imparano a rispettare Mister D. prendendolo comunque in giro, criticandolo ma che non esitano ad aprirsi con lui mostrando le loro fragilità e il loro vissuto difficile e turbolento, confessandogli paure e speranze. Una dualità tipica del loro paese, ricco, competitivo, il paese dove tutti possono realizzare i propri sogni ma dall'altra parte anche problematico, difficile, dove avvengono le sparatorie nelle scuole, dove c'è la diversificazione delle classi tra chi va bene e chi male, tra ragazzi problematici che vivono in quartieri degradati o che non hanno neanche una casa e quelli benestanti con una vita apparentemente tranquilla e agiata; una diversificazione che segna in maniera netta un divario, non solo scolastico ma anche sociale, tra ricchi e poveri.

Una dualità che tende a celare il negativo, per mostrare solamente il bello, quella superficialità che ormai dilaga sempre con più frequenza. Mostrare più che essere.

Mostrare una scuola efficiente ma composta da un corpo insegnanti frustrato perché disprezzati, declassati, sottomessi, derisi da genitori, dal personale amministrativo, dalla società intera. Mostrare un sistema scolastico buono senza dare voce ad un grande problema come l'assenteismo degli insegnanti, proprio perché disprezzati e il cui lavoro non è preso in seria considerazione.

Mister D. ci racconta la sua vita scolastica come se fosse un diario, presentandoci alunni, corpo insegnanti, cerimonie e feste, il tutto narrato con uno sguardo aperto e un pizzico di ironia che non cade mai nella presa in giro, al contrario assumendo serietà e professionalità nel narrare ed evidenziare problematiche, come ad esempio le sparatorie nelle scuole, i contenziosi frivoli, le disparità sociali, l'avvelenamento da piombo che procura un deficit intellettivo nei bambini. Ma non aspettatevi un saggio, perché l'autore ci ha regalato le sue esperienze lavorative e umane mischiandole con quel pizzico di fantasia che aiuta a renderle più leggere, fluide e dirette, raccontandole attraverso la forma più intima e racchiusa del diario. Accompagnate da note, scritte in corsivo, che spiegano meglio e in maniera più approfondita alcune tematiche interessanti che ho già citato in precedenza.

Ciò che, invece, non ho apprezzato e che ho trovato estremamente fastidioso, è il continuo ripetere, in ogni capitolo, la frase: “Il monòtono beep monotòno...”, per indicare il suono della campanella, l'ho trovata una ripetizione inutile e fastidiosa che saltavo appena la vedevo comparire. Altra cosa che non ho gradito è l'uso di troppe parole in inglese, anche quelle più semplici di cui esiste il corrispettivo in italiano, sinceramente non ne ho capito la necessità, perché non agevola la lettura che risulta poco fluida.

A parer mio avrei dato più spazio ad un rapporto empatico con gli alunni, ma questo è più una mia sensazione che una critica perché comunque ho apprezzato il testo e devo dire che pur non esistendo nella realtà, il Silvana High School, il corpo insegnate e gli alunni mi sono rimasti nel cuore; mi sono affezionata alle loro vite e a quella piccola realtà scolastica americana, regalandomi ore di spensieratezza ma anche di profonda riflessione sul loro contesto sociale.

Un libro piacevole che consiglio.

Buona lettura.


Marianna Di Bella


(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.


martedì 25 gennaio 2022

Recensione: "La figlia del sole e della pioggia" - Markus Orths

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Titolo: La figlia del sole e della pioggia

Titolo Originale: "Catalina"

Autore: Markus Orths

Editore: Piemme



17 aprile 1585

San Sebastián, Spagna.


È una bellissima giornata di sole quando, improvvisamente, una pioggia strana colpisce gli abitanti di San Sebastián. Un mistero atmosferico e meteorologico definito da molti scienziati: “il giorno di pioggia e di sole”.

Proprio quel giorno e in quell'esatto momento, su una spiaggia, nasce Catalina de Erauso, la protagonista di questo libro.

Catalina è l'ultima di sei figli di una facoltosa famiglia basca. Non è bella e per questo viene soprannominata, in modo sgarbato e irridente: “Monaca alfiere”. Ma è anche testarda, arrogante, violenta e ha una volontà di ferro. È molto legata al fratello maggiore Miguel, che ha rappresentato per lei un padre, perché l'ha cresciuta e accudita.

Trascorrono gli anni e Miguel, ormai grande, parte per il Nuovo Mondo per gestire gli affari di famiglia. Un duro colpo per Catalina che vede in questa partenza un addio difficile da sopportare, perché dovrà staccarsi da l'unica persona che l'ama e da cui si sente difesa. Così, a soli otto anni decide che se non può partire con il fratello, può sempre raggiungerlo più avanti, ma per farlo deve trovare il modo di essere indipendente e istruita.

Deve studiare, pensare, apprendere, capire per poter raggiungere il suo obiettivo e l'unico luogo adatto e accessibile a una ragazza dell'epoca è il convento.

Catalina entra, così, in convento, mettendo da parte il suo carattere turbolento per adeguarsi con passività e rassegnazione alle regole, aspettando il momento opportuno per scappare e partire per il Nuovo Mondo. E l'occasione arriva dopo otto anni. Catalina fugge e si nasconde in una grotta, qui cercherà di ritrovare se stessa, dopo anni passati a recitare la parte della ragazza buona, devota, passiva, costretta a subire angherie. Un processo difficile che la condurrà a sentirsi più consapevole e sicura di sé.

Decide così di cambiare la sua vita, imbastendone una nuova di zecca, guardando tutto con meraviglia e stupore, come se fosse la prima volta. Si taglia i capelli, si veste da uomo e diventa: Francisco.

Essere un uomo le farà scoprire delle libertà negate a una donna, perché potrà parlare e viaggiare liberamente e fare ciò che vuole della propria vita.

Catalina è pronta a seguire la sua strada che la porterà a definire un'identità tutta usa, libera di scegliere il proprio destino.

Inizia così la sua avventura per raggiungere il Nuovo Mondo, il fratello e anche se stessa.

Purtroppo tutte queste belle prerogative che fanno ben sperare in una storia intensa ed entusiasmante, si sono rivelate per me una profonda delusione, perché sono del parere che la storia sia stata sviluppata male. Ho trovato l'elaborazione della trama piatta, inefficace, noiosa e di poco spessore al punto da non suscitare in me alcun coinvolgimento.

La figura di Catalina mi ha lasciata impassibile perché l'ho trovata emotivamente piatta e sembra sempre che ci sia un muro o un ostacolo che non permette di travalicare, lasciando tutti fuori, anche il lettore che non può conoscere in maniera piena e approfondita i suoi veri sentimenti.

Pur essendo narrato in prima persona, i suoi pensieri sembrano rimanere celati dietro un vetro e tutto questo non mi ha permesso di creare un legame empatico con la sua figura. Una donna che ha sempre represso le sue emozioni per poi esplodere in una rabbia e violenza, scatenate da una profonda delusione. Una donna che poteva dare molto in termini di sensazioni, emozioni, pensieri ma che purtroppo nel libro non vengono sviluppate e descritte con il giusto merito e il giusto coinvolgimento.

In alcuni punti ho trovato il testo poco credibile, come ad esempio il dover necessariamente infarcire la storia di una sensualità scadente e non incisiva per il romanzo.

La trama pur ispirandosi alla vera storia di Catalina de Erauso e alla sua autobiografia, e promettendo un testo incentrato sulla ricerca della libertà e della propria identità, in realtà è stato una delusione. Le mie aspettative erano alte. Un'occasione mancata che poteva essere intensa ed emotivamente coinvolgente. Peccato.

Buona lettura.


Marianna Di Bella