martedì 25 gennaio 2022

Recensione: "La figlia del sole e della pioggia" - Markus Orths

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Titolo: La figlia del sole e della pioggia

Titolo Originale: "Catalina"

Autore: Markus Orths

Editore: Piemme



17 aprile 1585

San Sebastián, Spagna.


È una bellissima giornata di sole quando, improvvisamente, una pioggia strana colpisce gli abitanti di San Sebastián. Un mistero atmosferico e meteorologico definito da molti scienziati: “il giorno di pioggia e di sole”.

Proprio quel giorno e in quell'esatto momento, su una spiaggia, nasce Catalina de Erauso, la protagonista di questo libro.

Catalina è l'ultima di sei figli di una facoltosa famiglia basca. Non è bella e per questo viene soprannominata, in modo sgarbato e irridente: “Monaca alfiere”. Ma è anche testarda, arrogante, violenta e ha una volontà di ferro. È molto legata al fratello maggiore Miguel, che ha rappresentato per lei un padre, perché l'ha cresciuta e accudita.

Trascorrono gli anni e Miguel, ormai grande, parte per il Nuovo Mondo per gestire gli affari di famiglia. Un duro colpo per Catalina che vede in questa partenza un addio difficile da sopportare, perché dovrà staccarsi da l'unica persona che l'ama e da cui si sente difesa. Così, a soli otto anni decide che se non può partire con il fratello, può sempre raggiungerlo più avanti, ma per farlo deve trovare il modo di essere indipendente e istruita.

Deve studiare, pensare, apprendere, capire per poter raggiungere il suo obiettivo e l'unico luogo adatto e accessibile a una ragazza dell'epoca è il convento.

Catalina entra, così, in convento, mettendo da parte il suo carattere turbolento per adeguarsi con passività e rassegnazione alle regole, aspettando il momento opportuno per scappare e partire per il Nuovo Mondo. E l'occasione arriva dopo otto anni. Catalina fugge e si nasconde in una grotta, qui cercherà di ritrovare se stessa, dopo anni passati a recitare la parte della ragazza buona, devota, passiva, costretta a subire angherie. Un processo difficile che la condurrà a sentirsi più consapevole e sicura di sé.

Decide così di cambiare la sua vita, imbastendone una nuova di zecca, guardando tutto con meraviglia e stupore, come se fosse la prima volta. Si taglia i capelli, si veste da uomo e diventa: Francisco.

Essere un uomo le farà scoprire delle libertà negate a una donna, perché potrà parlare e viaggiare liberamente e fare ciò che vuole della propria vita.

Catalina è pronta a seguire la sua strada che la porterà a definire un'identità tutta usa, libera di scegliere il proprio destino.

Inizia così la sua avventura per raggiungere il Nuovo Mondo, il fratello e anche se stessa.

Purtroppo tutte queste belle prerogative che fanno ben sperare in una storia intensa ed entusiasmante, si sono rivelate per me una profonda delusione, perché sono del parere che la storia sia stata sviluppata male. Ho trovato l'elaborazione della trama piatta, inefficace, noiosa e di poco spessore al punto da non suscitare in me alcun coinvolgimento.

La figura di Catalina mi ha lasciata impassibile perché l'ho trovata emotivamente piatta e sembra sempre che ci sia un muro o un ostacolo che non permette di travalicare, lasciando tutti fuori, anche il lettore che non può conoscere in maniera piena e approfondita i suoi veri sentimenti.

Pur essendo narrato in prima persona, i suoi pensieri sembrano rimanere celati dietro un vetro e tutto questo non mi ha permesso di creare un legame empatico con la sua figura. Una donna che ha sempre represso le sue emozioni per poi esplodere in una rabbia e violenza, scatenate da una profonda delusione. Una donna che poteva dare molto in termini di sensazioni, emozioni, pensieri ma che purtroppo nel libro non vengono sviluppate e descritte con il giusto merito e il giusto coinvolgimento.

In alcuni punti ho trovato il testo poco credibile, come ad esempio il dover necessariamente infarcire la storia di una sensualità scadente e non incisiva per il romanzo.

La trama pur ispirandosi alla vera storia di Catalina de Erauso e alla sua autobiografia, e promettendo un testo incentrato sulla ricerca della libertà e della propria identità, in realtà è stato una delusione. Le mie aspettative erano alte. Un'occasione mancata che poteva essere intensa ed emotivamente coinvolgente. Peccato.

Buona lettura.


Marianna Di Bella

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