Titolo: Il mio migliore amico
Autore: Fabio Angelino
Editore: Lettere Animate Editore
Il dolore non avvisa quando
arriva, non aspetta di essere invitato ad entrare, irrompe nelle vite
delle persone, sconvolgendole e cambiandole radicalmente. Si insidia
nelle loro vite e difficilmente le abbandona.
Il dolore pietrifica,
indebolisce, soffoca e affievolisce la nostra vitalità. Con il tempo
la sofferenza si fa meno evidente, si posiziona in un angolo e
continua il suo logorio mentale e fisico. Dall'esterno sembra di
essere riusciti a superare il tormento e il dolore, sembriamo forti
ma non è così, semplicemente si impara a nascondere agli altri ciò
che si prova. Si impara a conviverci e a volte arrendersi a esso.
Marco sa bene cosa vuol dire
soffrire e convivere con il dolore. È entrato, ospite inatteso,
quando lui era molto piccolo, assistendo impotente alla morte del
fratellino più grande, Samuele.
Era un caldo giorno
d'estate, i due bambini erano in salotto a giocare con un palloncino
mentre i genitori erano impegnati a dipingere il bagno. Il
palloncino, sfortunatamente, vola oltre la ringhiera del balcone e
Samuele per riuscire a prenderlo, si sporge troppo cadendo giù. La
scena si svolge davanti a un Marco sconvolto, pietrificato e muto di
fronte alla catastrofe, ma dentro di sé urla tutto il suo orrore e
la sua disperazione. Da quel momento il dolore si insinua nella sua
famiglia, disgregandola. Come spesso accade, di fronte a traumi del
genere, ognuno reagisce in maniera diversa, molti chiudendosi in se
stessi; come fanno i genitori di Marco. Ognuno perso nel suo
tormento, chiuso in se stesso, non comunicano più. La mamma perde
vitalità, il suo cuore si pietrifica, mangia sempre meno e prende
ansiolitici. Il padre invece diventa insicuro, fragile e molto spesso
si lascia andare all'alcool.
Ognuno reagisce in maniera
diversa ma tutti e due non prestano molta attenzione a Marco. Il
bambino ha bisogno di conforto, fiducia, attenzione; è costretto a
crescere e maturare prima dei suoi coetanei, ma dentro è e rimane un
bambino in cerca di amore e attenzione.
Dopo due anni dalla
tragedia, la mamma riprende a lavorare e il padre ottiene una
promozione e questo comporta cambi di orari e di abitudini e Marco
dopo la scuola dovrà andare dal nonno paterno fino all'arrivo del
padre. Nonno che non vede dal funerale del fratello.
Il nonno è un tipo burbero,
austero, freddo, algido ma è tutta apparenza e Marco lo scoprirà
presto. Il nonno si dimostrerà una persona importante, gli farà
amare la lettura senza imposizioni, gli darà importanti lezioni di
vita, impareranno a conoscersi attraverso il silenzio entrando l'uno
nel mondo dell'altro. Diventeranno migliori amici.
Grazie al nonno imparerà
che la felicità è nelle piccole cose, come ad esempio vedere un
film con qualcuno che si ama. Imparerà che nonostante i momenti di
dolore c'è sempre qualcosa per cui vale la pena sorridere, un
gelato, un amico perso e ritrovato; che la cura per rendere meno dura
la vita è stare insieme e che anche nei posti sbagliati si possono
trovare le persone giuste. E voi capirete che leggere questo libro è
una delicata carezza per la vostra anima.
Un testo delicato, narrato
altrettanto delicatamente e con eleganza da Fabio Angelino.
L'autore riesce attraverso
la sua scrittura a creare uno stato di forte empatia tra il lettore e
la storia. Non si può fare a meno di commuoversi e provare tenerezza
per la trama, il rapporto tra nonno e nipote e soprattutto i
sentimenti che ne scaturiscono.
Il testo non è mai banale o
scontato, al contrario, riesce a sorprendere il lettore con un finale
che non si aspetta. Ognuno di noi durante la lettura del romanzo,
proverà nostalgia per le persone perse e per l'amore ricevuto da
loro.
Un libro che consiglio a
tutti e sono convinta che molti di voi ricorderanno i propri nonni e
quello che di più bello hanno saputo lasciarci e insegnarci, l'amore
per la vita, l'amore per la famiglia...semplicemente l'amore.
Buona lettura!!
Marianna Di Bella
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