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mercoledì 16 dicembre 2020

Recensione: "Le Inseparabili" - Simone de Beauvoir

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Titolo: Le Inseparabili

Titolo Originale: Les Inséparables

Autrice: Simone de Beauvoir

Editore: Ponte alle Grazie



L'amicizia è un sentimento puro e delicato. Ci fa sentire amati, compresi, accettati con tutti i nostri pregi e difetti.

È sostegno, risate, sofferenza, abbracci, litigi, offese etc.

L'amicizia è un legame indissolubile che ci lega all'altro per sempre, anche oltre la morte. Una morte che la renderà eterna, rafforzandola e rendendola immortale.

Sylvie Lapage porterà per sempre, nel suo cuore, la sua cara amica Andrée.

Sylvie e Andrée si conoscono a 9 anni, in Francia, durante la seconda guerra mondiale. Andrée è la nuova compagna di scuola e la sua personalità indipendente, a volte irriverente, attira immediatamente Sylvie e piano piano, tra le due bambine, nasce una profonda e sincera amicizia. Un'amicizia fatta di risate, chiacchiere, confidenze.

Un'amicizia che a noi sembra fredda e distaccata, con quel darsi del lei, ma che rispecchia quegli anni e la cultura di alcuni ambienti sociali dell'epoca.

Le due bambine diventano in poco tempo inseparabili. Un legame forte che provoca fastidi, non solo alle insegnanti, ma anche ai genitori, convinti che l'influenza l'una dell'altra, incida negativamente sull'andamento scolastico e sul loro carattere. Sylvie, in particolare, non viene vista di buon occhio dalla madre di Andrée.

Vivere senza di lei non era vivere”

(citazione tratta dal testo)

Sylvie e Andrée crescono e con esse anche il loro legame e la loro personalità. I rapporti evolvono e cambiano, Sylvie all'inizio più ossessiva, negli anni diventa più indipendente e si stacca un pochino dall'amica, senza lasciarla, anzi, si preoccupa della ragazza e dell'influenza della madre e della famiglia che offuscano e opprimono la personalità di Andrée, costretta a sottostare alle regole e ai canoni morali e religiosi dell'epoca, e a una famiglia che richiede costantemente la sua presenza e vitalità.

Le due ragazze crescono, si innamorano, frequentano l'università e qualcosa di inaspettato, come la morte, segnerà le loro vite.

No, tranquilli, non ho svelato nulla che non si sappia già, perché ciò che vi sto raccontando è la storia romanzata della vera amicizia tra la grande scrittrice Simone De Beauvoir e Elisabeth Lacoin, detta Zaza.

Un'amicizia profonda e intensa che la scrittrice racconterà in diversi libri. Un modo, questo, per esorcizzare il dolore per la morte di Zaza. Un lutto difficile da affrontare e superare. E in questo libro, Simone de Beauvoir, dedica il giusto spazio per narrare e, per me, rendere omaggio alla sua cara amica.

“Le inseparabili” è un romanzo intenso, delicato ma anche triste e nostalgico. In ogni pagina si respira un senso di malinconia che avvolge e abbraccia il lettore, facendogli percepire quel senso di mancanza, forte e intenso.

È un romanzo breve, inedito, al cui interno racchiude un mondo fatto di rapporti umani, sentimenti importanti, debolezze e fragilità. In ogni parola o frase si respira la delicatezza e la sofferenza di Zaza che, purtroppo, ha vissuto una vita breve, schiacciata dal rapporto con la madre, la religione e una società bigotta che hanno spento la sua vitalità e il suo essere se stessa fino in fondo. Simone de Beauvoir denuncia tutto questo, attraverso parole delicate e lievi, che colpiscono il lettore.

La scrittrice non mette mai in primo piano Sylvie, anche se è la voce narrante, al contrario, attraverso le sue parole e il suo racconto, mette Zaza al centro della storia e del romanzo, donandole tutto lo spazio e l'importanza che, forse, non ha ricevuto nella sua vita terrena.

Non ci si può impedire di pensare ciò che si pensa”

(citazione tratta dal testo)

Un romanzo che, non solo pone al centro la figura di Elisabeth ma, attraverso la sua figura, racconta la condizione della donna...una donna schiacciata da una società bigotta.

Una storia lieve che si posa nei nostri cuori come una carezza.

Un libro da leggere e custodire.

Buona lettura.



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

martedì 10 dicembre 2019

Recensione: "L'arte di correre sotto la pioggia" - Garth Stein

libro, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, amicizia, recensione, cane, speranza

Titolo: "L'arte di correre sotto la pioggia"
Titolo Originale: "The Art of Racing in the Rain"
Autore: Garth Stein
Editore: Piemme




Per raggiungere i propri obiettivi occorre lottare con forza e determinazione senza mai perdere la speranza, perché gli imprevisti sono sempre in agguato pronti a intralciare il nostro cammino, facendo di tutto per farci crollare a terra e desistere dai nostri propositi. È proprio in questi momenti che il coraggio e la determinazione devono avere il sopravvento sulla paura e il timore di non farcela, sostenendoci nella caduta e nella voglia di rivalsa, perché nella vita si impara attraverso gli errori e gli imprevisti. Si impara cadendo. Si impara sbagliando, provando e amando, sì perché l'amore è il motore della nostra esistenza ed è lui che alimenta la nostra forza e determinazione.
L'amore per se stessi, per gli altri, per la vita. L'amore infinito...l'amore che ci aiuta e sostiene nei momenti di sconforto, e Denny Swift è circondato d'amore, in particolare, quello del suo cane Enzo.
Denny e Enzo vivono a Seattle, l'uomo lavora dietro il bancone di un'autofficina come assistente ai clienti. Ama i motori ed è un pilota di auto da corsa che non ha mai espresso in pieno le sue capacità e potenzialità. Ama il suo cane e insieme condividono la passione per le corse automobilistiche che guardano spesso in TV.
Enzo, invece, è un cane particolare, adora guardare la televisione, soprattutto i documentari del National Geographic e le gare automobilistiche ed ha un sogno: poter rinascere nel corpo di uomo. Il cane è convinto di essere nato nel corpo sbagliato, perché sente di essere in tutto e per tutto un essere umano. Ama follemente il suo padrone, ma questo non vuol dire che non sia obiettivo nei suoi riguardi, sa benissimo che l'uomo è imperfetto, per questo quando parla di lui non omette i limiti e i lati negativi.
Enzo è tranquillo e appagato fino a quando nella vita di Denny non arriverà l'amore di Eve a travolgere la loro esistenza. Una terza persona che cambierà gli equilibri della loro vita e a cui Enzo dovrà abituarsi con calma e pazienza, soprattutto quando la malattia e la morte incomberanno nella loro famiglia portando dolore e sofferenza, ma a raccontarvi il resto della storia ci penserà il nostro protagonista a quattro zampe che sarà il testimone diretto di ogni avvenimento del romanzo, io posso solo suggerirvi di prepararvi a una storia commovente, coinvolgente e dolorosa.

Avevo sempre desiderato amare Eve come la amava Denny, ma non ci ero mai riuscito perché mi spaventava. Lei era la mia pioggia. Il mio fattore imprevedibile. La mia paura. Ma un pilota non deve avere paura della pioggia, la deve accettare. Solo io potevo manifestare un cambiamento in ci che mi circondava. Mutando il mio stato d'animo, la mia energia avevo permesso a Eve di vedermi in modo diverso. E anche se non posso dire di essere padrone del mio destino, posso dire di ave avuto un attimo di padronanza, e ora so su cosa devo lavorare.”
(citazione tratta dal testo)

Enzo è la voce narrante del romanzo che ci guiderà tra le pagine del libro e la vita di Denny, attraverso i suoi pensieri e le sue riflessioni profonde e intelligenti. Il suo punto di vista ci permetterà di conoscerà a fondo l'uomo, la sua famiglia e il lungo e difficile percorso che dovrà affrontare per difendere ciò che ha costruito e ciò che rimane della sua famiglia travolta da un dolore immenso e inconsolabile.
Il punto di vista di Enzo ci porterà a riflettere su temi seri e importanti quali: la vita, la morte, l'amore, le passioni, la speranza, la sofferenza ecc. Un punto di vista sincero, vero, soprattutto, quando parla di Denny, perché il cane è del parere che gli eroi non sono perfetti e non renderebbe giustizia al suo padrone, parlando di lui solo in termini positivi, elogiandolo anche quando commette dei sbagli. Sono gli sbagli e i difetti a renderci unici, belli, interessanti e veri.

Il vero eroe è imperfetto. La vera prova per un campione non è riuscire a trionfare, ma piuttosto riuscire a superare gli ostacoli – meglio se creati a lui stesso – che gli impediscono di trionfare. Un eroe senza imperfezioni non interessa né al pubblico né all'universo...”
(citazione tratta dal testo)

Enzo è paziente, comprensivo, un compagno fedele, amico, confidente e guida silenziosa che sarà sempre al fianco del suo amico, nel bene e nel male, sostenendolo come può, con piccoli e significativi gesti che valgono più di tanti discorsi o parole.

I gesti sono tutto ciò che ho, e a volte devono essere eclatanti.”
(citazione tratta dal testo)

Garth Stein ha scritto un romanzo semplice ma al tempo stesso disarmante, utilizzando le descrizioni della guida come metafore della vita, regalando speranza, forza, tenacia e ricordandoci che non bisogna arrendersi mai di fronte agli imprevisti della vita, ma essere pronti a lottare con forza in ciò in cui si crede e per le persone che si amano e, in questo romanzo, la speranza, la tenacia e l'amore sono i pilastri del libro.
La lettura è coinvolgente; lo stile leggero, semplice e al tempo stesso profondo. La storia è quasi banale nell'evolversi degli eventi e del finale se non fosse per la prospettiva originale del punto di vista di Enzo che risulta una voce narrante profonda, intelligente, forse fin troppo umana. Ad essere sinceri le continue descrizioni delle corse e delle modalità di guida possono tediare e risultare fastidiose per chi non ama le corse automobilistiche e non capisce nulla di guida, rendendo la lettura difficoltosa e noiosa.
“L'arte di correre sotto la pioggia” è un romanzo piacevole, tenero, delicato, commovente e non è dedicato solo a chi ama i cani o le corse automobilistiche, è un piccolo dono che l'autore ha creato per tutti i lettori, ricordando loro che la vita non è priva di ostacoli, e che gli imprevisti sono sempre in agguato pronti a metterli alla prova, perché la vita è bella nella sua imperfezione...come noi, artefici del nostro destino e piloti della nostra vita.

...ciò che manifestiamo è davanti a noi; siamo noi gli artefici del nostro destino. Intenzionalmente o meno, siamo soltanto noi i responsabili dei nostri successi e dei nostri fallimenti.”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura!




(Marianna Di Bella)

lunedì 11 novembre 2019

Recensione: "Ti regalo le stelle" - Jojo Moyes

libro, romanzo, indipendenza femminile, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, amicizia, biblioteca a cavallo

Titolo: "Ti regalo le stelle"
Titolo Originale: "The Giver of Stars"
Autrice: Jojo Moyes
Editore: Mondadori




Buongiorno lettori!!
Vi va di fare un viaggio indietro nel tempo, alla scoperta degli Appalachi Meridionali, circondati dalla natura e paesaggi meravigliosi?
Bene, perché oggi voglio portarvi con me nelle terre del Kentucky, esattamente nella seconda metà degli anni Trenta, quando i territori erano ancora impervi, le famiglie vivevano isolate e i luoghi erano difficili da raggiungere. Un viaggio alla scoperta di un'epoca difficile, non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale, sociale e territoriale.
Siamo nella seconda metà degli anni Trenta, subito dopo la “Grande Depressione”, i cui effetti catastrofici si sono riversati, non solo sull'economia nazionale, ma su tutte quelle famiglie che in poco tempo hanno visto svanire risparmi, lavori e sogni. Ma, soprattutto, ci troviamo in un territorio difficile, inospitale, abitato prevalentemente da famiglie di montagna stoiche, dal carattere rude, poco inclini a manifestazioni di affetto o vulnerabilità, molte con mentalità chiuse e con una forte impronta religiosa e morale.
In questo clima difficile, isolato e provinciale, prende vita il romanzo di Jojo Moyes.
Siamo a Baileyville, una piccola cittadina di provincia, qui vive Alice Wright, una giovane donna inglese trasferitasi dall'Inghilterra dopo essersi sposata con Bennett Van Cleve. La ragazza è impulsiva, briosa e il matrimonio con Bennett rappresenta per lei un modo per lasciare il clima soffocante della famiglia di appartenenza, vedendo nella vita coniugale un modo per vivacizzare la sua esistenza e per evadere dalla routine. Cambiando paese e cultura pensa di trovare nel matrimonio un'avventura unica da vivere ma in realtà si rivelerà un'altra prigione, una delusione totale. Una vita coniugale accanto a un uomo debole, totalmente sopraffatto dal volere del padre che decide ogni aspetto della loro vita, ad esempio come vivere, cosa mangiare, quale musica ascoltare ecc. Una vita stretta, opprimente, claustrofobica, fino a quando qualcosa o qualcuno non stravolgerà l'esistenza di Alice.
Durante una delle interminabili riunioni in chiesa, viene presentato un progetto nuovo e innovativo: il programma di biblioteche a cavallo della WPA (Works Progress Administration). Un sistema di biblioteche mobili, il cui scopo consiste nel diffondere la cultura e i libri in quei posti difficili da raggiungere, per portare i libri in prestito a famiglie che non possono usufruire del servizio bibliotecario. Il programma prevede l'aiuto e l'ausilio di bibliotecarie a cavallo che si spostano tra zone impervie, per raggiungere le famiglie isolate portando con sé libri, riviste, abbecedari etc. da dare in prestito a tutti coloro che hanno desiderio e voglia di leggere e imparare, diffondendo in questo modo cultura e conoscenza. Un vero e proprio lavoro regolarmente retribuito. Per Alice un'opportunità da cogliere al volo per evadere dalla routine matrimoniale, per allontanarsi dagli sguardi degli altri sempre pronti a criticarla per ogni suo comportamento, gesto, atteggiamento o parola. Finalmente ha trovato qualcosa a cui dedicarsi per il suo piacere personale e non per ottenere l'approvazione degli altri. Inizia, così, la sua avventura lavorativa in un progetto che la porterà a conoscere altre donne, che diventeranno sue amiche ma, soprattutto, imparerà a conoscere e amare se stessa, scoprendo e apprezzando la bellezza della natura, delle persone e di tutto ciò che la circonda.

Amava le montagne e la gente del posto e il cielo infinito. Amava la sensazione di fare un lavoro che significava qualcosa, mettersi alla prova ogni giorno, cambiare la vita delle persone parola per parola.
(…)
aveva costruito una nuova Alice sull'impalcatura di un'altra se stessa nei cui panni non si era mai sentita del tutto a suo agio.”
(citazione tratta dal libro)

Tra le bibliotecarie, emerge Margery O'Hare, una donna indipendente, volitiva, forte, determinata a vivere come vuole lei senza dover rendere conto agli altri delle sue scelte. Un figura femminile che crea parecchie chiacchiere nella cittadina, soprattutto, per gli stereotipi e la morale dell'epoca
che voleva la donna consapevole del proprio ruolo all'interno della famiglia, delle proprie responsabilità nei confronti del marito a cui deve obbedire senza lamentarsi o proferire parola, anche quando viene picchiata. Perché ciò che conta non è la sua felicità o il suo benessere, ma la rispettabilità della famiglia.
In questo clima culturale e sociale, si snoda la storia e la vita di Alice, Margery e delle altre bibliotecarie, viste e criticate per la sconvenienza del loro lavoro.

Credo che mandare in giro delle donne da sola sia di sicuro la via verso il disastro. E non vedo nient'altro se non il rischio di fomentare pensieri irriverenti e comportamenti sbagliati con questa iniziativa malsana...”
(citazione tratta dal libro)

Il programma di biblioteche a cavallo istituito dalla WPA è realmente esistito e si è sviluppato il 1935 e il 1943, riuscendo a distribuire i libri a migliaia di famiglie delle zone rurali. Un programma utile e importante a cui, purtroppo, la storia non ha dato il giusto risalto e valore. Jojo Moyes, invece, ha ripreso questo programma e l'ha contestualizzato all'interno del suo nuovo romanzo, integrandolo con altri elementi importanti, come ad esempio il lavoro sottopagato e sfruttato nelle miniere di carbone, la sfruttamento del territorio, la violenza sulle donne, la conoscenza del proprio corpo, il rapporto tra marito e moglie, l'amicizia e l'indipendenza femminile. Elementi che, sapientemente mescolati, danno vita e corpo a un romanzo piacevole ed emozionante.

Sai qual è la cosa peggiore che può capitarti quando un uomo ti picchia?
(…)
Non è il dolore. È la scoperta, in quel preciso istante, di cosa significhi essere donna. Ti rendi conto che non importa quanto tu sia intelligente, quanto tu sia brava ad argomentare rispetto a loro, quanto tu sia migliore di loro, punto e basta. Capisci che possono sempre e comunque metterti a tacere con un pugno. Così.”
(citazione tratta dal libro)

L'autrice riesce sempre a trattare temi complessi e a forte impatto emotivo con delicatezza e sensibilità, senza cadere nella trappola della retorica. Il suo stile narrativo è semplice, diretto e riesce a colpire il cuore del lettore creando un legame empatico forte e coinvolgente. Affascinandolo sin dalle prime pagine, catturando la sua attenzione sulla storia, sui personaggi e sulle descrizioni dei paesaggi. Descrizioni talmente vivide e reali che sembra di vivere e respirare l'aria incontaminata di quei luoghi, perdendo il proprio sguardo tra montagne e valli meravigliose, cavalcando al fianco di Alice e Margery condividendo pensieri, dubbi, paure, tormenti, sogni, amori ecc.
i personaggi sono ben delineati e costruiti, anche quelli non protagonisti, ognuno di loro ha una diversa caratterialità e impronta psicologica ben definita. Margery e Alice, naturalmente, sono le protagoniste e occupano completamente la scena del romanzo, emergendo e affascinando il lettore grazie al loro carattere e alle loro storie. Personalmente, ho amato la figura di Margery, una donna che, per tutto il romanzo, ha lottato contro gli stereotipi, le chiacchiere, agendo sempre in maniera coerente al suo modo di pensare, vivere e amare. Una donna che per l'epoca era considerata troppo libera, indipendente e forte...una donna da fermare.

Ma non è soltanto la libertà di agire senza dover chiedere il permesso a nessuno, è la libertà mentale. La consapevolezza di non dover rispondere a nessuno. La possibilità di andare dove voglio. Fare ciò che voglio. Dire ciò che voglio...”
(citazione tratta da libro)

La storia è piacevole e affascinante anche se, a onor del vero, il finale e il colpo di scena sono abbastanza scontati e prevedibili ma, questo non toglie nulla alla piacevolezza della lettura e della storia.
Un libro che vi consiglio di leggere e scoprire.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

giovedì 26 settembre 2019

Recensione: "Passione Vintage" - Isabel Wolff

libro, romanzo, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, seconda guerra mondiale amicizia, seconde possibilità
Titolo: "Passione Vintage"
Titolo Originale: "A Vintage Affair"
Autrice: Isabel Wolff
Editore: Leggereditore




Cercate un piccolo e grazioso negozio di abiti vintage? Ho il posto che fa per voi, ma si trova in Gran Bretagna, precisamente a Blackheat. Lo so, è un po' lontano, ma tranquilli ho la soluzione adatta per un viaggio veloce ed economico. L'importante è munirsi di tanta fantasia e partire per una meta inusuale. La nostra destinazione finale sarà il “Village Vintage”, un negozio che ha aperto da poco e dove la proprietaria Phoebe Jane Swift ha investito tutta se stessa per realizzare il suo sogno e concedersi una nuova vita.
La donna non è nuova del mestiere, infatti, ha lavorato per anni nel settore tessile della famosa casa d'aste Sotheby's. Il suo compito consisteva nel valutare capi vintage e condurre le aste. Aveva un ruolo che le permetteva di avere una buona stabilità economica, ma ad un certo punto decide di abbandonare tutto per cambiare vita, concedendosi una seconda possibilità e qualcosa di diverso; qualcosa che la allontani dai sensi di colpa e dal dolore che le stanno corrodendo l'anima.
Cosa le è accaduto?
La donna ha perso la sua migliore amica e sente di non esserle stata abbastanza vicina e...andiamo con ordine e calma, altrimenti non capiamo nulla.
Phoebe ha una passione per gli abiti vintage, ed è del parere che le donne hanno voglia di individualità e non di vestiti di massa, tutti uguali e senza personalità. Le donne vogliono abiti che le facciano sentire speciali, originali, desiderate, capite e coccolate. Vogliono abiti con una anima e una storia personale unica e intrigante. Phoebe è convinta che ogni filo è parte di un tessuto intriso della storia di qualcuno.

“Perché quando compri un capo vintage, non compri solo tessuto e filo...
compri un pezzo del passato di qualcuno.”
(citazione tratta dal testo)

Grazie al suo lavoro, la donna entrerà in contatto con moltissime persone che le doneranno, non solo confidenze e storie personali, ma soprattutto, insegnamenti, forza e amicizia. Persone come Therese Bell, la quale le regalerà, attraverso la sua storia, la chiave per capire e affrontare definitivamente il dolore per la perdita di Emma, la sua migliore amica.
Questo doppio raffronto tra le vite delle due donne ci porterà a viaggiare, capitolo dopo capitolo, in uno spazio temporale che copre il presente e il periodo della seconda guerra mondiale. Un romanzo dove l'Olocausto, l'egoismo femminile, l'amicizia e i sensi di colpa saranno gli elementi che sosterranno il romanzo e intorno a cui si dipanerà la storia.
Il romanzo è carino ma non estremamente entusiasmante. Il contesto storico, soprattutto quello riguardante la seconda guerra mondiale e l'idea dei vestiti vintage, come metafora delle seconde possibilità nella vita, sono interessanti e intriganti, ma il resto del romanzo non mi ha lasciata nulla di particolare ed emozionante.
Ho trovato la scrittura pesante e in alcuni punti addirittura noiosa, le emozioni sono poche e non mi hanno aiutata ad entrare in empatia con la storia. La protagonista è senza personalità, con poco carattere, senza brio come alcuni alcuni punti del testo. I personaggi presenti nel romanzo sono tanti, ognuno con una storia da raccontare e svelare, e questo provoca solamente caos e confusione. Un grande minestrone di storie che non aiutano durante la lettura.
Il romanzo non è frivolo al contrario i temi sono profondi, ma la stesura e la struttura del testo non permettono alle emozioni di venire fuori in maniera completa ed esaustiva, coinvolgendo il lettore.
Una cosa, in particolare, non ho apprezzato, e ha influenzato parte del mio giudizio su questo romanzo: l'atteggiamento egoista di Phoebe verso Emma, quando un uomo apparirà nella loro vita allontanandole. Un comportamento che ha compromesso il mio parere su questa donna mettendola sotto una luce negativa.

“Do a questi abiti una nuova prospettiva. E mi piace il fatto di poterli riparare. Mentre ci sono così tante cose nella vita che non possono essere riparate.”
(citazione tratta dal testo)

Un romanzo che purtroppo non è stato all'altezza delle mie aspettative.
Peccato.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

venerdì 28 giugno 2019

Recensione: "Donne coraggiose" - Soraya M. Lane

libro, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, recensione, seconda guerra mondiale, infermiere, amicizia, donne,speranza, amore
Titolo: "Donne coraggiose"
Titolo Originale: "Wives of war"
Autrice: Soraya M. Lane
Editore: La Corte Editore




Londra, 1944.
In una stazione londinese, tra il via vai dei soldati in partenza per raggiungere le loro unità, e i civili in attesa dei treni che li condurranno lontani dai bombardamenti che da mesi e mesi stanno assediando la città, ci sono due ragazze vestite con eleganti uniformi grigie, mantelli e la fascia della Croce Rossa sul braccio. Sono le nuove infermiere militari, appartenenti al servizio infermieristico imperiale della regina Alessandra. Giovani donne volontarie addestrare per aiutare, assistere e sostenere i medici negli ospedali di guerra, portando conforto alle anime e ai corpi martoriati dei soldati.
Le due ragazze hanno da poco terminato il periodo di addestramento e stanno raggiungendo le loro unità di appartenenza; sono elettrizzate e impaurite al tempo stesso, le loro vite stanno per cambiare e l'unica cosa certa è la loro nuova amicizia, nata su quella banchina in attesa del treno che le condurrà verso il loro futuro.
Le due ragazze sono Scarlet ed Ellie, diverse caratterialmente e per estrazione sociale.
Scarlet appartiene all'alta società inglese, la sua vita è segnata da party e pic nic, ma il bisogno di affermare se stessa, di aiutare gli altri e il desiderio di ritrovare il fidanzato, ufficiale dell'esercito scomparso da settimane, l'hanno spinta verso la decisione di diventare infermiera volontaria, andando contro il volere della famiglia, che sognavano per lei un futuro roseo e un matrimonio degno del suo livello sociale e non bende, ferite e sangue. Ma Scarlet è convinta della sua scelta, è decisa a ritrovare il suo fidanzato e aiutare i soldati che stanno difendendo l'Europa e le vite di milioni di persone.

“Ora era molto di più di una ragazza in attesa di un uomo. Era un'infermiera, un'infermiera capace e sicura di sé che aveva messo da parte la sua posizione sociale per lavorare fianco a fianco con infermiere e dottori di tutti i tipi, per medicare qualsiasi soldato, a prescindere dalle sue ferite.”
(citazione tratta dal testo)

Ellie, invece, è irlandese e si è trasferita da soli cinque anni a Londra con la sua famiglia. È una ragazza solare, allegra e con una gran voglia di vivere. Anche lei, come i suoi tre fratelli, ha deciso di dare il suo contributo alla guerra, e fare l'infermiera volontaria le è sembrata la soluzione ideale.
Scarlet ed Ellie scopriranno che la loro destinazione è la regione della Normandia, cuore della battaglia e dello storico sbarco degli Alleati. Qui conosceranno Lucy, un'altra infermiera, il cui più grande desiderio è diventare medico. È una ragazza seria, attenta e scrupolosa nel suo lavoro; ha un carattere forte al punto da essere spesso il pilastro portante dell'amicizia delle tre donne.
Scarlet, Lucy ed Ellie stanno per intraprendere un viaggio che cambierà profondamente le loro vite. Un viaggio che le porterà a scoprire se stesse e la forza interiore che l'aiuterà a sopportare dolore e sofferenze.

“A volte mi chiedo se ci torneremo mai a casa. Quand'e che tutto questo finirà?”
(citazione tratta dal testo)

Cosa accadrà alle loro vite?
Riusciranno a tornare a casa sane e salve?
Quanto la guerra cambierà le loro anime, corrodendole in maniera irreparabile?
Difficile raccontarlo in poche parole, perché gli avvenimenti che si succederanno nel romanzo sono tanti e tutti influenzeranno la loro esistenza e la nostra lettura.
Le voci narranti delle tre ragazze si alterneranno nei capitoli, dandoci il loro diverso punto di vista, permettendoci di capire meglio le loro emozioni, i loro pensieri, dubbi e paure. Attraverso le loro esperienze personali, verremo a contatto con un lato della guerra poco conosciuto e affrontato nei romanzi: il duro lavoro delle infermiere. Costrette a lavorare seguendo ritmi frenetici, con pochissime pause per dormire e mangiare, perché lottare contro il tempo voleva dire salvare il maggior numero di soldati. Ma la morte, le ferite, le sofferenze e i continui bombardamenti hanno spezzato molte di loro, provocando dei veri e propri choc, perché nessuno essere umano è preparato al dolore e alla distruzione che la guerra porta con sé.

“Aveva oltrepassato la soglia della stanchezza, ecco tutto. Quella giornata era stata carica di lavoro e terrificante, e lei non aveva ancora avuto un minuto di tranquillità per rendersi conto di dove era e di cosa avrebbero dovuto affrontare. Ricacciò tutto giù, rifiutandosi di farsi sopraffare dalle emozioni. L'unico modo di continuare era andando avanti, erano queste le parole che doveva dire a se stessa.”
(citazione tratta dal testo)

Soraya M. Lane ha utilizzato le figure delle tre ragazze, non solo per raccontare il periodo storico, ma per mettere in risalto il duro lavoro delle infermiere, evidenziando la loro forza e determinazione. Ha alleggerito la trama, inserendo delle storie d'amore e portando quel senso di leggerezza di cui a volte si ha bisogno.
Si può pensare all'amore, quanto tutto intorno incombe solo morte, distruzione e bombardamenti? Devo essere sincera, ci ho pensato spesso durante la lettura e sono giunta alla conclusione che sì, è spesso vitale farlo perché è proprio in quei momenti tragici che ci si rende conto della brevità della vita e vivere un attimo di felicità, allevia i tormenti dell'anima.
La lettura è scorrevole e la scrittura è semplice, le ragazze sono descritte bene anche se all'inizio risultano un po' troppo superficiali, ma se l'intento era evidenziare il cambiamento psicologico che le tre ragazze dovranno affrontare allora è comprensibile.
Purtroppo ci sono errori grammaticali che rendono difficile e incostante la lettura.
Il romanzo non ha la pretesa di essere annoverato tra i romanzi storici, al contrario è un romanzo dove l'amore ha un ruolo fondamentale, ricordando che si può amare nonostante tutto, ma soprattutto è un romanzo dove la forza delle donne viene fuori in maniera positiva. Quindi se vi aspettate un romanzo storico lasciate stare, non è questo il liblro adatto a voi. Se, invece, cercate un romanzo leggero, romantico e piacevole in cui l'amore, l'amicizia e la speranza solo le protagoniste, ambientato durante la seconda guerra mondiale, allora è il libro per voi.

“Sorridi e il mondo vedrà la donna che tu vuoi che veda, a prescindere da come ti senti davvero.”
(citazione tratta dal testo)

“Donne coraggiose” è un libro che ha saputo regalarmi ore di lettura piacevoli, leggere e spensierate.
Buona lettura.



(Marianna Di Bella)


(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

giovedì 6 giugno 2019

Recensione: "La cacciatrice di storie perdute" - Sejal Badani

romanzo, libro, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, india, speranza, scrittura, dolore, amicizia
Titolo: "La cacciatrice di storie perdute"
Titolo Originale: "The Storyteller's Secret"
Autrice: Sejal Badani
Editore: Newton Compton Editori





Due epoche diverse.
Due storie dolorose.
Due anime sofferenti.
Due donne in cerca di se stesse.
L'amore in ogni sua forma ed espressione.


Jaya è una giovane giornalista di origine indiana. È sposata da otto anni con Patrick, avvocato civilista, conosciuto ai tempi del college. La donna ha un rapporto freddo e distaccato con la madre Lena, dalla quale non ha mai avuto un gesto di affetto o una parola dolce e affettuosa.
La vita di Jaya sembra normale e appagante, ma un dolore atroce la sta lentamente consumando, erodendo parte della sua anima e del suo essere. Un dolore legato alla maternità.
La donna, infatti, non riesce ad avere un figlio, portare avanti una gravidanza è un'impresa faticosa e dolorosa. Dopo tre aborti, si sente sempre più vuota e persa. Rifugiarsi in se stessa, sembra l'unica alternativa possibile per lenire parte del suo dolore; l'unica soluzione alla disperazione che attanaglia la sua anima e la allontana sempre di più da se stesa e dal marito. I due ragazzi reagiscono in maniera diversa ai lutti, ognuno cercando la sua strada...soli e lontani l'uno dall'altro. Il matrimonio inizia a a scricchiolare e la separazione è inevitabile. Jaya si sente inerme, persa, non sa più chi è e dove sta andando. Una barca che va alla deriva. Così, appena le si offre una via di fuga, ne approfitta e scappa. Fugge, lontano da tutto e tutti, da un marito che non la comprende più, da una madre fredda e distaccata, da tre aborti che hanno segnato in maniera indelebile la sua anima. Jaya fugge in India, il paese da cui proviene la madre.
Il paese custode delle sue radici e del suo passato.
Il paese che cambierà la sua vita e il suo futuro.

Mi ero sentita persa per troppo tempo e, in quel momento, ero convinta che fuggire fosse l'unica soluzione.”
(citazione tratta dal testo)

La ragazza parte consapevole del suo dolore ma non di ciò che potrebbe trovare, una volta giunta nel villaggio di sua madre. E ciò che troverà sarà un dono per la sua anima sofferente...un segreto mai rivelato...una storia piena di speranza e amore...la storia di Amisha, la nonna materna.
Amisha, morta giovanissima, era una donna all'avanguardia per l'epoca in cui viveva. A dispetto delle convenzioni sociali e culturali, amava scrivere e andare a scuola. La scrittura le permetteva di esprimere se stessa, i suoi sentimenti, le sue sensazioni e i racconti erano lo specchio della sua anima.

“Raccontare una storia era il modo migliore che conosceva per condividere con il neomarito i suoi sentimenti, le sue paure e le sue incertezze...”
(citazione tratta dal testo)

“Ma le storie nella sua testa non sarebbero mai morte. Quando scriveva, veniva trasportata in un luogo in cui lei poteva scoprire la persona che era ma non sarebbe mai potuta essere...”
(citazione tratta dal testo)

Sposata giovanissima a un uomo che non capisce il suo bisogno di dare voce ai suoi pensieri, ha dato lavoro a un intoccabile, trovando in lui un amico fidato e unico. Un amico che custodirà un segreto importante, una storia d'amore intensa ed emozionante...la storia di Amisha e Stephen.

“Il luogotenente mi ha insegnato che io valgo, indipendentemente da chi o cosa io sia”
(citazione tratta dal testo)

Attraverso le parole di Ravi, il domestico di famiglia e grande amico di Amisha, e la voce di Jaya intraprenderemo un viaggio emozionante e insolito, esplorando le vite di due donne forti, coraggiose e piene di vita. Le loro voci ci condurranno tra le pieghe di una storia interessante e mai banale, dove il passato riuscirà a lenire le sofferenze del presente. Racconto dopo racconto le tessere della storia si andranno a ricongiungere, formando un quadro, no un romanzo pieno di amore e speranza.
L'amore, l'amicizia e la speranza sono il motore che danno vita a questo testo che vede intrecciarsi le storie di due donne distanti nel tempo ma accomunate dallo stesso sangue. Le storie di Jaya e Amisha si intrecciano e si alternano durante la narrazione in maniera equilibrata e coerente al procedere e all'evolversi della storia, seguendo la crescita delle due donne. Ad ogni passo in avanti nella vita di Amisha corrisponde una presa di coscienza di Jaya, che l'aiuterà a vedere con occhi diversi e da un'altra angolatura la sua storia e se stessa, comprendendo i suoi sbagli e trovando la forza per superare il dolore e ritrovare la speranza. Riscoprire il passato e le sue radici, aiuteranno Jaya a comprendere meglio la madre.
Nonostante i salti temporali, la narrazione è fluida, scorrevole e piacevole. Lo stile è semplice e sa colpire dritto al cuore del lettore, attirando la sua attenzione con una storia emozionante, avvolgendolo con parole sincere e piene di amore.
Sejal Badani ci ha regalato una storia d'amore struggente, dolce e coinvolgente. Una storia in cui l'amore è il protagonista assoluto, ricordandoci, pagina dopo pagina che l'amore è libertà...libertà di essere se stessi, libertà di sbagliare, libertà di lasciare andare e ritrovarsi...prima o poi. E Amisha ha amato fino in fondo. Ha lottato per trovare il suo posto nel mondo e per vivere un amore unico e intenso.

“Per una notte, lei sarebbe appartenuta a se stessa.”
(citazione tratta dal testo)

“La cacciatrice di storie perdute” è un romanzo piacevole e dal potere salvifico, in grado di regalarci molti spunti di riflessione, come ad esempio: la condizione degli intoccabili, i matrimoni combinati, l'occupazione dell'impero britannico nella seconda metà del Novecento e la condizione femminile.
Un romanzo che ho apprezzato molto e che ha saputo toccare alcune corde della mia anima. Il finale della storia di Amisha, mi ha completamente spiazzata. In tutto il romanzo aleggia la morte prematura della donna, ma non mi sarei mai aspettata un finale così tragico e commovente, un vero e proprio pugno nello stomaco che lascia sconcertati e senza fiato. Al contrario, ciò che mi aspettavo dal romanzo, era un confronto tra Jaya e sua madre, un giusto tributo a una donna che ha risentito delle scelte prese da altri, vivendo una storia di dolore e sopraffazione, ma non aggiungo altro, perché altrimenti rischierei di svelarvi troppo. Quindi lascio a voi la scelta di scoprire il testo, ma se amate la cultura indiana, se apprezzate le storie dove le donne protagoniste sono forti e coraggiose e l'amore si manifesta in ogni sua forma, allora non lasciatevi sfuggire la possibilità di scoprire un romanzo piacevole ed emozionante.

“La felicità si annida nei rituali quotidiani e nelle storie nascoste tra le nuvole passeggere. La felicità si realizza nella vita che viviamo.”
(citazione tratta dal testo)

Seguite il vostro cuore...sempre.
Buona lettura.



(Marianna Di Bella)
 
 

(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

mercoledì 5 giugno 2019

Recensione: "Almarina" - Valeria Parrella

libro, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, solitudine, speranza

Titolo: "Almarina"
Autrice: Valeria Parrella
Editore: Einaudi



 
Possono due solitudini incontrarsi e liberarsi da quel senso di oppressione che schiaccia e soffoca le loro anime?
Può la nostra protagonista entrare nel carcere di Nisida e sentirsi finalmente libera?
Può un posto, simbolo della chiusura e della prigionia dell'uomo, rappresentare la libertà e il luogo dove il tempo si ferma e si vive in una sorta di sospensione temporale? Dove la vita reale rimane chiusa fuori e le vite di adolescenti, insegnanti e guardie si intrecciano a volte toccandosi, altre volte passandosi accanto senza entrare in contatto?
Sì.
Ma andiamo con ordine e spieghiamo meglio ciò che sembra apparentemente improbabile e incomprensibile.
Elisabetta Maiorano è la protagonista del romanzo e insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. È vedova e la sua esistenza è fatta di solitudine e malinconia. La sua vita è grigia, come la sua anima. Per lei tutto ciò che la circonda è senza spessore, importanza o incisività, e il suo sguardo e la sua anima sono intrisi di malinconia e tristezza.
Si sente sola e la sua vita scorre lenta, giorno dopo giorno, tra il lavoro e la sua casa vuota, senza alcun legame vero o eventi significativi che possano farla sentire viva. Entrare ogni giorno nel carcere, per lei vuol dire tornare a sentirsi libera, spogliandosi del superfluo per vestirsi solo del suo essere.

Mentre avanzo verso i vetri antiproiettile, sento che finalmente mollerò gli ormeggi da quella vita di usura che mi è capitata. È il regolamento, io non c'entro: per le prossime cinque ore non sarà responsabilità mia: come ciascuno che entri a Nisida torno libera, torno bambina.”
(citazione tratta dal testo)

Il suo lavoro è difficile, così come difficile è il rapporto con i detenuti. Sono ragazzi che nella loro breve vita hanno visto e fatto di tutto. Ragazzi che non guardano mai negli occhi di chi hanno davanti, perché farlo vorrebbe dire accettare la presenza dell'altro. Guardare negli occhi è una concessione riservata a pochi e quando questo avviene, quando quello sguardo, finalmente, si posa sull'altra persona, vuol dire conquistare interesse e lasciarsi leggere. Dentro quegli occhi ci sono racconti e vite inimmaginabili, sacrifici da parte delle famiglie di origine, o vite segnate da violenze e sopraffazioni. Vite dove è più importante essere svelti con le mani che con il cervello..

I primi tempi non mi guardavano mai negli occhi. E io me lo ricordo, quel rispondere a testa bassa dei maschi, sorridere a metà tra di loro. Saperti dire senza dire mai che non sei nessuno, che stanno perdendo tempo con te, e tu stai perdendo il tuo...”
(citazione tratta dal testo)

La vita di Elisabetta sembra procedere lenta e monotona fino a quando in classe non arriva Almarina, una ragazza di 16 anni. Una ragazzina picchiata e violentata dal padre, scappata dal suo paese d'origine per mettere in salvo il fratellino e se stessa. Una ragazzina sola contro il mondo, ma piena di speranza che donerà, inconsapevolmente, anche alla nostra protagonista.

Almarina mi consegna la sua speranza e io sbaglio.
Ma non è che si possa rifiutare. Quando entri qui dentro non puoi rifiutare più nulla, i detenuti di Nisida non ti chiedono il permesso di maltrattarti o accoglierti...”
(citazione tratta dal testo)

Almarina riuscirà a smussare i lati del carattere della donna, ammorbidendola e rendendola più accogliente. Elisabetta imparerà ad amare incondizionatamente senza aspettarsi nulla in cambio, anzi, offrendo se stessa e preparandosi a probabili “No”.
La donna imparerà ad accogliere e noi impareremo a conoscere, non solo la sua vita, ma quella che si cela dietro le mura di un carcere minorile in grado di offrire nuove opportunità a ragazzi che hanno smesso di sognare e credere di meritare delle seconde possibilità. Impareremo a vedere in maniera diversa grazie attraverso le parole dure, ruvide e intense di Valeria Parrella che ci regala un romanzo struggente e graffiante. Il suo stile è conciso, intenso, emozionante e vibrante. Uno stile in grado di toccare le corde dell'anima attraverso una narrazione densa e concisa.
L'autrice usa parole incisive che sono dei veri e proprio pugni nello stomaco. Parole che non nascondono quel sottile filo di speranza che salva la nostra protagonista e ci aiuta a riemergere dal dolore e dalla dura realtà del carcere.
Il romanzo non è molto lungo ma è poetico ed emozionante, e la voce della protagonista è un flusso di coscienza che si snoda e scivola lentamente pagina dopo pagina, avvolgendo il lettore e regalandogli pensieri e riflessioni interessanti. Le considerazioni sul carcere, ad esempio, sono notevoli. Così come acute sono le analisi che la protagonista fa su se stessa e sugli altri.
Purtroppo tutto questo non sempre facilita la lettura, infatti, alcuni passaggi risultano strutturalmente difficili, rendendo la trama non sempre godibile e interessante. Ma la bravura di Valeria Parrella è evidente e non leggere questo libro, per la presenza di alcune parti difficili, vorrebbe dire non regalarsi l'opportunità di scoprire un romanzo intenso e struggente.
Un romanzo in grado di regalare momenti di riflessione importanti.
Buona lettura!



(Marianna Di Bella)

giovedì 30 maggio 2019

Recensione: "La posta del cuore di Mrs Bird" - AJ Pearce

romanzo, libro, mdb, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, seconda guerra mondiale, londra, lettere, corrispondenza, amicizia, donne,
Titolo: "La posta del cuore di Mrs Bird"
Autrice: AJ Pearce
Editore: Sperling & Kupfer




1940 – Seconda Guerra Mondiale

Sotto i cieli di una Londra bombardata dai tedeschi, la gente cerca vivere la propria vita normalmente, portando avanti le attività quotidiane e lavorative. La maggior parte dei ragazzi e degli uomini inglesi sono stati arruolati e impegnati al fronte, cercando di fermare l'avanzata tedesca che minaccia l'Europa. Il resto della popolazione londinese cerca di andare avanti come può, lavorando, andando a scuola, sostenendo la famiglia e la patria attraverso piccoli gesti e opere di volontariato.
Tutti contribuiscono come possono, soprattutto le donne a cui è richiesto uno sforzo maggiore, mostrandosi forti, determinate e raggianti per accogliere sorridenti e tranquille i loro uomini in licenza. Emotivamente e psicologicamente non è facile, soprattutto, quando si viene costantemente bombardati, i generi alimentari scarseggiano e le possibilità economiche vanno diminuendo. È difficile dimostrare felicità e tranquillità quando la paura e le preoccupazioni prendono il sopravvento. È difficile affrontare tutto senza lasciarsi sopraffare dal timore di non farcela, di non sentirsi all'altezza della situazione e sentirsi completamente sole. Nessuno sostegno o aiuto; nessuna parola di conforto ad alleggerire i loro cuori.
E allora che fare? Semplice. Scrivere. Sì, avete letto bene...scrivere è la soluzione perfetta per chi ha bisogno di sfogare le proprie paure. Affidare a un foglio di carta i propri dubbi, incertezze, paure e problemi è sempre stato negli anni una valvola di sfogo per tutti, soprattutto per quelle donne che, durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, hanno cercato aiuto e conforto nella posta del cuore di molte riviste femminili. Attraverso le lettere hanno affidato se stesse e parte della loro anima. Lettere intrise di speranza, dubbi e paure. Lettere piene di quesiti, problemi economici, affettivi e sentimentali da risolvere. Lettere piene di vita che Emmeline si ritrova a leggere, archiviare e...come? Chi è Emmeline? Be', lei è la nostra protagonista, vive a Londra, in un appartamento all'ultimo piano di una palazzina, insieme alla sua migliore amica Bunty. Tre notti a settimana presta opera di volontariato presso la caserma dei vigili del fuoco, rispondendo al telefono e registrando le chiamate di soccorso, soprattutto, durante i bombardamenti notturni. Il suo sogno nel cassetto è di poter diventare una reporter di guerra e aiutare, in questo modo, il suo paese. Per questo, quando legge l'annuncio pubblicato sul “London Evening Chronicle” per un posto di praticante, non esita a rispondere e accettare immediatamente il lavoro. La ragazza è al settimo cielo, finalmente i suoi sogni stanno per avverarsi, non solo diventerà un'affermata giornalista ma aiuterà concretamente la sua nazione con articoli e reportage dalle zone di guerra.
La sua penna sarà graffiante, vera e...purtroppo i suoi sogni stanno per scontrarsi con la dura realtà, perché la sua irruenza e la sua voglia di lavorare in un giornale, l'hanno talmente abbagliata da non rendersi conto che ha appena accettato un lavoro per la rivista femminile “Women's Friend”. Nessuno articolo da scrivere, nessuno reportage, dovrà solamente aiutare la direttrice Mrs Bird a smistare, scegliere e battere a macchina le lettere da pubblicare per la rubrica della posta del cuore. Un lavoro apparentemente semplice, ma il carattere impossibile e indisponente della direttrice rendono tutto più difficoltoso, per non parlare delle ferree regole morali e la lista di argomenti inaccettabili che Emmeline deve seguire nella scelta delle lettere da pubblicare. Regole talmente ferree che costringono la ragazza a cestinare la maggior parte delle lettere perché ritenute inopportune e offensive.

“Le persone che scrivevano aprivano il loro animo con franchezza e lo trovavo molto coraggioso. Mrs Bird era un'estranea che lavorava in una rivista, eppure le lettrici le raccontavano i propri segreti. Alcune sembravano seriamente in difficoltà: mogli sole con i mariti al fronte, oppure a casa ma indifferenti, o semplicemente giovani donne in cerca di una guida. Era dura per tutte in quel periodo, e la ritenevo una mancanza da parte di Mrs Bird non rispondere.”
(citazione tratta dal testo)

Lettere strappate e cestinate. Voci interrotte da chi ritiene che i problemi di quelle donne non siano da prendere in considerazione perché non rispondono alle regole morali della direttrice, convinta che se quelle donne si trovano nei guai è solo per causa loro, devono incolpare se stesse e risolvere i problemi da sé.

“I giornali non parlavano di donne come quelle che scrivevano a Mrs Bird. Donne il cui mondo era stato stravolto dalla guerra, che soffrivano per l'assenza del marito o si sentivano così sole da innamorarsi dell'uomo sbagliato. O, ancora, donne che erano semplicemente giovani e ingenue e avevano perso la testa in un momento difficile. Certi problemi erano sempre esistiti, solo che adesso, in un mondo sottosopra, ci si aspettava che le donne li affrontassero senza cedimenti.
E chi dava loro una mano?”
(citazione tratta dal testo)

Emmeline è turbata da questa censura e dalla mancanza di tatto e sensibilità della donna, la ragazza sente di dover aiutare quelle povere ragazze che hanno solo bisogno di qualcuno che le aiuti a vedere chiaro nella loro vita, di una parola di incoraggiamento che le aiuti a superare un momento di crisi. Hanno bisogno di un'amica che le capisca, come Emmeline. La ragazza non riesce a voltare le spalle a quelle grida di aiuto, deve fare qualcosa, così prende carta e penna e inizia a rispondere e...non lasciate Emmeline da sola. Aiutatela in questa azione sovversiva, appoggiatela in questa sua scelta e sostenetela nei momenti di difficoltà.

“Non ero minimamente qualificata, ma se non altro potevo mostrarmi solidale, pensai, far sapere alle lettrici che non erano sole.”
(citazione tratta dal testo)

Prendete il libro e lasciatevi avvolgere dalle sue parole e da quelle di AJ Pearce. Perdetevi tra le pagine di questo romanzo delizioso, emozionante e divertente che vi farà innamorare, ridere e piangere allo stesso tempo.
Delicatezza, intensità, ironia, amicizia e speranza sono gli ingredienti principali che mescolati bene dalla penna, dalle parole e dalla fantasia dell'autrice ci regalano un romanzo bello e divertente. Un romanzo da leggere e custodire.
La lettura è scorrevole e seppur affrontando un periodo storico importante e drammatico, l'autrice riesce a coniugare ironia, sensibilità e tristezza in maniera equilibrata senza risultare superficiale e immatura. Al contrario, affronta tematiche importanti e serie a cui spesso non si è riflettuto, ponendo l'attenzione sulle donne e le loro problematiche quotidiane durante gli anni della guerra. Durante la stesura del romanzo, l'autrice si è documentata leggendo molti libri, giornali e riviste dell'epoca, riuscendo ad avere una visione del contesto sociale e culturale dell'epoca, riproponendo i dilemmi delle donne, affrontandoli con sensibilità e delicatezza. Evidenziando, inoltre, il notevole contributo del corpo ausiliario dei vigili del fuoco e delle donne che prestavano servizio nelle caserme, rispondendo alle innumerevoli chiamate di soccorso durante i raid aerei, mantenendo calma e compostezza durante momenti di pericolo, aiutando tutti con forza e coraggio.
L'amicizia, la speranza e la forza delle donne sono i motori che danno vita e forza a questa storia, la cui voce della nostra protagonista viene fuori dapprima timidamente, quasi timorosa di farsi avanti, per poi acquisire sempre più forza e determinazione, senza dimenticare quella sottile vena ironica che la contraddistingue.

“...come ripeteva sempre la mamma, la nonna non aveva passato metà della sua vita a incatenarsi alle ringhiere solo perché la donna di oggi sprecasse il suo tempo in sognante attesa di qualche uomo disposto a prendersi cura di lei.
Proprio no.”
(citazione tratta dal testo)

“La posta del cuore di Mrs Bird” è un romanzo in grado di far ridere, riflettere e piangere. Un romanzo in grado di regalare emozioni contrastanti ma intense.
Leggerlo fa bene al cuore e all'anima. È ritrovarsi a fine lettura con il sorriso sulle labbra e le lacrime agli occhi. È delicatezza e intensità. È un testo che ho amato tantissimo e per me ha rappresentato una carezza nell'anima in un momento di totale sconforto, donandomi la forza per guardare le cose in maniera diversa e con il sorriso, regalandomi serenità e allegria.

“Scopra in cosa è brava, e poi si migliori ancora di più. È questo il segreto.”
(citazione tratta dal testo)

Scoprite le vostre qualità e seguite la vostra strada.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

venerdì 24 maggio 2019

Recensione: "La voce delle cose perdute" - Sophie Chen Keller

libro, romanzo, mdb, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, emarginati, amicizia, new york, ricerca, speranza
Titolo: "La voce delle cose perdute"
Autrice: Sophie Chen Keller
Editore: Casa Editrice Nord


New York è una metropoli immensa, straordinaria e magica. Afferra il turista e lo lega a sé in maniera indissolubile, facendogli scoprire angoli meravigliosi, viste mozzafiato, ricollegandolo a se stesso e al resto del mondo.
New York è la città in cui il passato e il presente si rincorrono tra le strade trafficate e i marciapiedi calpestati da migliaia di persone. Strade calpestate da quei migranti che hanno dato vita a una mescolanza di tradizioni e lingue, rendendo la città un arcobaleno di culture
New York è la città dove tutto è possibile, dove i sogni si avverano se si crede in quel pizzico di magia che aleggia nell'aria, rendendo unica la nostra vita. La stessa magia che vi guiderà tra le sue strade conducendovi a una piccola pasticceria difficile da trovare perché: 

“Questo posto sa come nascondersi, finché non decide di farsi trovare.” 
(citazione tratta dal testo) 
 
Tranquilli, la troverete anche voi, perché è importante che conosciate la sua storia e impariate ad amare e apprezzare il piccolo protagonista del romanzo. Ma andiamo con ordine e calma, tutto si svelerà a tempo debito. Per ora prendetevi del tempo per guardare, attraverso le vetrine, l'interno della pasticceria e quando vi sentirete pronti, entrate e sedetevi a uno dei tavolini. Lasciatevi avvolgere dal clima e dalla magia che si sprigiona in ogni angolo, guardatevi intorno e osservate tutto con molta attenzione, soprattutto, le persone che vi lavorano.
La vedete quella donna al bancone, che sta raccontando una storia su uno strano libro custodito nella teca accanto a lei?
Lei è Lucy, la proprietaria. Una donna straordinaria, forte e coraggiosa che ha dovuto far fronte alle innumerevoli disavventure che hanno segnato la sua vita. Una vita fatta di sofferenze che l'hanno segnata profondamente, lasciandola sola e con un figlio straordinario da crescere e amare.
Walter junior è un bambino particolare, ha perso il papà e ha problemi nel comunicare con il mondo intero. Soffre di un disordine oro-motorio che gli procura notevoli problemi nel parlare.
Walter sa benissimo cosa dire, ma i muscoli non danno retta ai suoi impulsi, scollegandosi dal cervello. Tutto ciò gli ha procurato enormi difficoltà nel comunicare con gli altri e una grande insicurezza. Le derisioni e le prese in giro dei compagni lo hanno portato a chiudersi in se stesso, preferendo il silenzio alla musicalità delle parole. Il silenzio ha accentuato la sua capacità di osservare con estrema attenzione e sensibilità tutto ciò che lo ricorda. Uno sguardo intenso che si posa delicatamente su ogni persona e oggetto, andando oltre la superficie delle cose.

Libero dalle distrazioni del dialogo e dell'attenzione altrui, potevo concentrarmi maggiormente su quello che gli altri dicevano agli altri e a se stessi. Potevo studiare meglio la pelle del mondo che scorreva e si allungava e, se ero abbastanza ricettivo e sveglio, riuscivo a intravedere un barlume delle ossa e degli ingranaggi che copriva, affinando così la mia comprensione dei meccanismi segreti della vita.”
(citazione tratta dal testo)

Uno sguardo attento a cui non sfugge nulla, per questo riesce a ritrovare con facilità gli oggetti perduti dalle persone.

“...più insisti a cercare, più è probabile che inciamperai in qualcosa d'inaspettato. Nel cercare l'oggetto che qualcun altro ha smarrito, sto cercando anche quello che ho perduto io...”
(citazione tratta dal testo)

Cosa ha perso Walter?
In realtà molte cose, ma ciò che lo spingerà a uscire dal suo guscio, dalla sua comfort zone per girare da solo per la città di New York, immergendosi in quel mondo da cui si è volontariamente allontanato, sarà la sparizione del libro custodito nella teca. Un libro importante per la pasticceria e per la sua vita.
Cosa rappresenta questo libro? Perché è così importante?
Lo scoprirete solo se accetterete di accompagnare il piccolo Walter in questa lunga ed emozionate ricerca. Una ricerca che vi condurrà tra le strade e i sotterranei di New York, entrando in contatto con diverse tipologie di persone, in particolare con gli emarginati della società, coloro che vengono allontanati, lasciati soli e in balia del loro destino. Emarginati che non hanno mai perso la speranza e che aiuteranno il nostro piccolo protagonista a comprendere e accettare se stesso, in un lungo ed intenso percorso formativo.

“Mi rendo conto che oggi, lungo la strada, ho imparato qualcos'altro sulla vera gentilezza: la scelta di non ignorare quello che ho davanti.”
(citazione tratta dal testo)

Devo essere sincera, questo romanzo non è rivolto a tutti, ma solamente a chi crede in quel pizzico di magia che rende unica la nostra vita. Perché questa storia è una piccola e dolce favola, e come tale va letta e vissuta. Per questo, se non credete al potere benefico delle favole e della magia presente in esse, allora potete tranquillamente smettere di leggere, perché sicuramente non apprezzereste la trama.
Il romanzo è magico, poetico, delicato. Una favola moderna dal sapore malinconico, in grado di insegnare molto ai lettori, presentando un personaggio intenso e profondo.
Il libro è scritto bene e la lettura è piacevole e scorrevole. È uno di quei romanzi in grado di allietare gli animi dei lettori, di regalare un momento di magia, ricordandoci di non perdere mai la speranza perché tutto è possibile, se ci crediamo.
Le descrizioni sono attente, particolareggiate e realistiche al punto da farci sentire parte del romanzo e della vita di New York. Seguire le ricerche di Walter, vuol dire perdersi tra le strade e i sotterranei della città, presentandoci una metropoli diversa e sconosciuta a molti.
L'unica cosa che non ho apprezzato del romanzo è il voler allungare e procrastinare la ricerca del libro perso. Quando sembra che il bambino sia riuscito a trovarlo, ecco che accade qualcosa per cui Walter deve riprendere la ricerca...questo trovare per poi perdere di nuovo l'ho trovato noioso e stancante.

“Non c'è motivo di avere paura di smarrirsi: ciò che è perduto sarà ritrovato da chi è abbastanza coraggioso da aprire gli occhi per vedere, ora lo so.”
(citazione tratta dal testo)

Ogni passo fatto da Walter è un passo in avanti verso l'accettazione di se stessi.
Un passo che vi invito a compiere per scoprire una favola delicata ed emozionante.
Buona lettura!



(Marianna Di Bella)