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giovedì 26 settembre 2019

Recensione: "Passione Vintage" - Isabel Wolff

libro, romanzo, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, seconda guerra mondiale amicizia, seconde possibilità
Titolo: "Passione Vintage"
Titolo Originale: "A Vintage Affair"
Autrice: Isabel Wolff
Editore: Leggereditore




Cercate un piccolo e grazioso negozio di abiti vintage? Ho il posto che fa per voi, ma si trova in Gran Bretagna, precisamente a Blackheat. Lo so, è un po' lontano, ma tranquilli ho la soluzione adatta per un viaggio veloce ed economico. L'importante è munirsi di tanta fantasia e partire per una meta inusuale. La nostra destinazione finale sarà il “Village Vintage”, un negozio che ha aperto da poco e dove la proprietaria Phoebe Jane Swift ha investito tutta se stessa per realizzare il suo sogno e concedersi una nuova vita.
La donna non è nuova del mestiere, infatti, ha lavorato per anni nel settore tessile della famosa casa d'aste Sotheby's. Il suo compito consisteva nel valutare capi vintage e condurre le aste. Aveva un ruolo che le permetteva di avere una buona stabilità economica, ma ad un certo punto decide di abbandonare tutto per cambiare vita, concedendosi una seconda possibilità e qualcosa di diverso; qualcosa che la allontani dai sensi di colpa e dal dolore che le stanno corrodendo l'anima.
Cosa le è accaduto?
La donna ha perso la sua migliore amica e sente di non esserle stata abbastanza vicina e...andiamo con ordine e calma, altrimenti non capiamo nulla.
Phoebe ha una passione per gli abiti vintage, ed è del parere che le donne hanno voglia di individualità e non di vestiti di massa, tutti uguali e senza personalità. Le donne vogliono abiti che le facciano sentire speciali, originali, desiderate, capite e coccolate. Vogliono abiti con una anima e una storia personale unica e intrigante. Phoebe è convinta che ogni filo è parte di un tessuto intriso della storia di qualcuno.

“Perché quando compri un capo vintage, non compri solo tessuto e filo...
compri un pezzo del passato di qualcuno.”
(citazione tratta dal testo)

Grazie al suo lavoro, la donna entrerà in contatto con moltissime persone che le doneranno, non solo confidenze e storie personali, ma soprattutto, insegnamenti, forza e amicizia. Persone come Therese Bell, la quale le regalerà, attraverso la sua storia, la chiave per capire e affrontare definitivamente il dolore per la perdita di Emma, la sua migliore amica.
Questo doppio raffronto tra le vite delle due donne ci porterà a viaggiare, capitolo dopo capitolo, in uno spazio temporale che copre il presente e il periodo della seconda guerra mondiale. Un romanzo dove l'Olocausto, l'egoismo femminile, l'amicizia e i sensi di colpa saranno gli elementi che sosterranno il romanzo e intorno a cui si dipanerà la storia.
Il romanzo è carino ma non estremamente entusiasmante. Il contesto storico, soprattutto quello riguardante la seconda guerra mondiale e l'idea dei vestiti vintage, come metafora delle seconde possibilità nella vita, sono interessanti e intriganti, ma il resto del romanzo non mi ha lasciata nulla di particolare ed emozionante.
Ho trovato la scrittura pesante e in alcuni punti addirittura noiosa, le emozioni sono poche e non mi hanno aiutata ad entrare in empatia con la storia. La protagonista è senza personalità, con poco carattere, senza brio come alcuni alcuni punti del testo. I personaggi presenti nel romanzo sono tanti, ognuno con una storia da raccontare e svelare, e questo provoca solamente caos e confusione. Un grande minestrone di storie che non aiutano durante la lettura.
Il romanzo non è frivolo al contrario i temi sono profondi, ma la stesura e la struttura del testo non permettono alle emozioni di venire fuori in maniera completa ed esaustiva, coinvolgendo il lettore.
Una cosa, in particolare, non ho apprezzato, e ha influenzato parte del mio giudizio su questo romanzo: l'atteggiamento egoista di Phoebe verso Emma, quando un uomo apparirà nella loro vita allontanandole. Un comportamento che ha compromesso il mio parere su questa donna mettendola sotto una luce negativa.

“Do a questi abiti una nuova prospettiva. E mi piace il fatto di poterli riparare. Mentre ci sono così tante cose nella vita che non possono essere riparate.”
(citazione tratta dal testo)

Un romanzo che purtroppo non è stato all'altezza delle mie aspettative.
Peccato.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

mercoledì 5 giugno 2019

Recensione: "Almarina" - Valeria Parrella

libro, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, solitudine, speranza

Titolo: "Almarina"
Autrice: Valeria Parrella
Editore: Einaudi



 
Possono due solitudini incontrarsi e liberarsi da quel senso di oppressione che schiaccia e soffoca le loro anime?
Può la nostra protagonista entrare nel carcere di Nisida e sentirsi finalmente libera?
Può un posto, simbolo della chiusura e della prigionia dell'uomo, rappresentare la libertà e il luogo dove il tempo si ferma e si vive in una sorta di sospensione temporale? Dove la vita reale rimane chiusa fuori e le vite di adolescenti, insegnanti e guardie si intrecciano a volte toccandosi, altre volte passandosi accanto senza entrare in contatto?
Sì.
Ma andiamo con ordine e spieghiamo meglio ciò che sembra apparentemente improbabile e incomprensibile.
Elisabetta Maiorano è la protagonista del romanzo e insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. È vedova e la sua esistenza è fatta di solitudine e malinconia. La sua vita è grigia, come la sua anima. Per lei tutto ciò che la circonda è senza spessore, importanza o incisività, e il suo sguardo e la sua anima sono intrisi di malinconia e tristezza.
Si sente sola e la sua vita scorre lenta, giorno dopo giorno, tra il lavoro e la sua casa vuota, senza alcun legame vero o eventi significativi che possano farla sentire viva. Entrare ogni giorno nel carcere, per lei vuol dire tornare a sentirsi libera, spogliandosi del superfluo per vestirsi solo del suo essere.

Mentre avanzo verso i vetri antiproiettile, sento che finalmente mollerò gli ormeggi da quella vita di usura che mi è capitata. È il regolamento, io non c'entro: per le prossime cinque ore non sarà responsabilità mia: come ciascuno che entri a Nisida torno libera, torno bambina.”
(citazione tratta dal testo)

Il suo lavoro è difficile, così come difficile è il rapporto con i detenuti. Sono ragazzi che nella loro breve vita hanno visto e fatto di tutto. Ragazzi che non guardano mai negli occhi di chi hanno davanti, perché farlo vorrebbe dire accettare la presenza dell'altro. Guardare negli occhi è una concessione riservata a pochi e quando questo avviene, quando quello sguardo, finalmente, si posa sull'altra persona, vuol dire conquistare interesse e lasciarsi leggere. Dentro quegli occhi ci sono racconti e vite inimmaginabili, sacrifici da parte delle famiglie di origine, o vite segnate da violenze e sopraffazioni. Vite dove è più importante essere svelti con le mani che con il cervello..

I primi tempi non mi guardavano mai negli occhi. E io me lo ricordo, quel rispondere a testa bassa dei maschi, sorridere a metà tra di loro. Saperti dire senza dire mai che non sei nessuno, che stanno perdendo tempo con te, e tu stai perdendo il tuo...”
(citazione tratta dal testo)

La vita di Elisabetta sembra procedere lenta e monotona fino a quando in classe non arriva Almarina, una ragazza di 16 anni. Una ragazzina picchiata e violentata dal padre, scappata dal suo paese d'origine per mettere in salvo il fratellino e se stessa. Una ragazzina sola contro il mondo, ma piena di speranza che donerà, inconsapevolmente, anche alla nostra protagonista.

Almarina mi consegna la sua speranza e io sbaglio.
Ma non è che si possa rifiutare. Quando entri qui dentro non puoi rifiutare più nulla, i detenuti di Nisida non ti chiedono il permesso di maltrattarti o accoglierti...”
(citazione tratta dal testo)

Almarina riuscirà a smussare i lati del carattere della donna, ammorbidendola e rendendola più accogliente. Elisabetta imparerà ad amare incondizionatamente senza aspettarsi nulla in cambio, anzi, offrendo se stessa e preparandosi a probabili “No”.
La donna imparerà ad accogliere e noi impareremo a conoscere, non solo la sua vita, ma quella che si cela dietro le mura di un carcere minorile in grado di offrire nuove opportunità a ragazzi che hanno smesso di sognare e credere di meritare delle seconde possibilità. Impareremo a vedere in maniera diversa grazie attraverso le parole dure, ruvide e intense di Valeria Parrella che ci regala un romanzo struggente e graffiante. Il suo stile è conciso, intenso, emozionante e vibrante. Uno stile in grado di toccare le corde dell'anima attraverso una narrazione densa e concisa.
L'autrice usa parole incisive che sono dei veri e proprio pugni nello stomaco. Parole che non nascondono quel sottile filo di speranza che salva la nostra protagonista e ci aiuta a riemergere dal dolore e dalla dura realtà del carcere.
Il romanzo non è molto lungo ma è poetico ed emozionante, e la voce della protagonista è un flusso di coscienza che si snoda e scivola lentamente pagina dopo pagina, avvolgendo il lettore e regalandogli pensieri e riflessioni interessanti. Le considerazioni sul carcere, ad esempio, sono notevoli. Così come acute sono le analisi che la protagonista fa su se stessa e sugli altri.
Purtroppo tutto questo non sempre facilita la lettura, infatti, alcuni passaggi risultano strutturalmente difficili, rendendo la trama non sempre godibile e interessante. Ma la bravura di Valeria Parrella è evidente e non leggere questo libro, per la presenza di alcune parti difficili, vorrebbe dire non regalarsi l'opportunità di scoprire un romanzo intenso e struggente.
Un romanzo in grado di regalare momenti di riflessione importanti.
Buona lettura!



(Marianna Di Bella)

lunedì 5 marzo 2018

Recensione: "La locanda degli amori sospesi" - Viviana Picchiarelli

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Titolo:
"La locanda degli amori sospesi"

Autrice:
Viviana Picchiarelli

Editore: 
Newton Compton Editori


Nel cuore dell'Umbria, tra il verde di questa terra meravigliosa, è adagiato e incastonato un gioiello blu di inestimabile valore: il lago Trasimeno. Su una delle sue sponde, si affaccia una casa colonica recentemente ristrutturata e trasformata in una locanda. Salici piangenti circondano l'edificio in un tenero abbraccio, regalando ai visitatori una vista mozzafiato e un'atmosfera suggestiva e romantica.
Prendetevi del tempo prima di iniziare la lettura di questo libro, tempo per immergervi completamente nell'atmosfera delicata, a volte malinconica, del romanzo e del posto. Sedetevi su questa panchina in pietra, osservate la calma del lago e lasciatevi ammaliare dalla sua anima magica. Dietro di voi, si trova il casolare divenuto negli anni un punto di riferimento per gli amanti dei libri. Sì, avete letto bene...libri.
Questa è la famosa “Locanda dei libri”, gestita da due donne forti e fragili allo tempo stesso, che hanno deciso di ridare un senso alle proprie vite, creando un posto unico nel suo genere. Un luogo per gli amanti della lettura e scrittori, ma sopratutto un posto in grado di regalare pace, calma e tranquillità a tutti coloro che hanno bisogno di ritrovare del tempo per se stessi.
Ecco le due proprietarie: Emma e Matilde. Due donne che hanno sofferto molto e che portano i segni nelle loro anime delicate e sofferenti. Emma ha perso la figlia in un brutto incidente con la moto ed è in pessimi rapporti con l'altro figlio, Riccardo. Matilde, invece, sta elaborando il divorzio e non ha mai smesso di dimenticare Matteo Rossini, conosciuto trent'anni prima quando erano due giovani universitari.
Cosa ne è stato di Matteo? È diventato avvocato e negli ultimi anni un noto scrittore di libri gialli, è divorziato e i suoi rapporti con la figlia Ginevra sono in precario equilibrio. Anche Matteo non ha mai smesso di pensare a Matilde.
Come si intrecceranno le loro vite?
Semplice, aprite il libro e sfogliate le sue pagine perché i destini dei nostri protagonisti, volteggeranno e si libreranno tra le righe di questo testo dolce, romantico e malinconico. Si incontreranno, intrecciandosi l'uno all'altro accompagnati dall'atmosfera unica e magica della Locanda dei libri. Un luogo che regalerà la possibilità di recuperare se stessi e la propria vita, salendo sul treno delle seconde possibilità, realizzando così, ciò che per paura si erano negati per troppo tempo.
La trama è ben costruita e le storie di ogni singolo personaggio, si intrecciano e si amalgamano perfettamente rendendo la storia fluida e scorrevole.
L'alternarsi delle storie e dei personaggi avviene in modo naturale ed equilibrato, evitando quella sensazione di distacco forzato e senza senso, al contrario intervallare le storie, permette al lettore di riflettere meglio su alcune situazioni, accendendo ancora di più la sua curiosità.
I protagonisti sono descritti in ogni loro sfaccettatura, facendo emergere anche i lati negativi, rendendoli più veri e vicini alla realtà. Ho apprezzato il lato introspettivo di ogni personaggio, perché permette di comprendere meglio il loro pensiero e le loro paure.
Viviana Picchiarelli ci fa dono di un testo delicato, dove la speranza è sempre pronta a far capolino in ogni pagina, nascondendosi dietro sofferenza, amori perduti e mai dimenticati, amicizia, solitudine e la paura di lasciarsi andare a nuovi amori e nuove possibilità.

Quelli come noi sono coloro che hanno vissuto una vita che credevano l'unica possibile, l'unica praticabile, quella auspicabile, quella che si adattava per lo più a esigenze di comodo. Quelli come noi sono coloro che poi, a un certo punto, hanno dovuto fare i conti con le proprie paure e hanno dovuto riconoscere i propri fallimenti. Quelli come noi sono coloro che pensano di essere in credito con la vita e provano a ricominciare daccapo, nonostante le cicatrici.”

Lasciatevi incantare dalla bellezza del romanzo e fatevi cullare dalle parole delicate e rassicuranti di Viviana Picchiarelli. Scoprirete, così, una storia dolce e romantica, una storia che vi farà commuovere...preparate i fazzoletti e buona lettura!!


(Marianna Di Bella)