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martedì 10 dicembre 2019

Recensione: "L'arte di correre sotto la pioggia" - Garth Stein

libro, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, amicizia, recensione, cane, speranza

Titolo: "L'arte di correre sotto la pioggia"
Titolo Originale: "The Art of Racing in the Rain"
Autore: Garth Stein
Editore: Piemme




Per raggiungere i propri obiettivi occorre lottare con forza e determinazione senza mai perdere la speranza, perché gli imprevisti sono sempre in agguato pronti a intralciare il nostro cammino, facendo di tutto per farci crollare a terra e desistere dai nostri propositi. È proprio in questi momenti che il coraggio e la determinazione devono avere il sopravvento sulla paura e il timore di non farcela, sostenendoci nella caduta e nella voglia di rivalsa, perché nella vita si impara attraverso gli errori e gli imprevisti. Si impara cadendo. Si impara sbagliando, provando e amando, sì perché l'amore è il motore della nostra esistenza ed è lui che alimenta la nostra forza e determinazione.
L'amore per se stessi, per gli altri, per la vita. L'amore infinito...l'amore che ci aiuta e sostiene nei momenti di sconforto, e Denny Swift è circondato d'amore, in particolare, quello del suo cane Enzo.
Denny e Enzo vivono a Seattle, l'uomo lavora dietro il bancone di un'autofficina come assistente ai clienti. Ama i motori ed è un pilota di auto da corsa che non ha mai espresso in pieno le sue capacità e potenzialità. Ama il suo cane e insieme condividono la passione per le corse automobilistiche che guardano spesso in TV.
Enzo, invece, è un cane particolare, adora guardare la televisione, soprattutto i documentari del National Geographic e le gare automobilistiche ed ha un sogno: poter rinascere nel corpo di uomo. Il cane è convinto di essere nato nel corpo sbagliato, perché sente di essere in tutto e per tutto un essere umano. Ama follemente il suo padrone, ma questo non vuol dire che non sia obiettivo nei suoi riguardi, sa benissimo che l'uomo è imperfetto, per questo quando parla di lui non omette i limiti e i lati negativi.
Enzo è tranquillo e appagato fino a quando nella vita di Denny non arriverà l'amore di Eve a travolgere la loro esistenza. Una terza persona che cambierà gli equilibri della loro vita e a cui Enzo dovrà abituarsi con calma e pazienza, soprattutto quando la malattia e la morte incomberanno nella loro famiglia portando dolore e sofferenza, ma a raccontarvi il resto della storia ci penserà il nostro protagonista a quattro zampe che sarà il testimone diretto di ogni avvenimento del romanzo, io posso solo suggerirvi di prepararvi a una storia commovente, coinvolgente e dolorosa.

Avevo sempre desiderato amare Eve come la amava Denny, ma non ci ero mai riuscito perché mi spaventava. Lei era la mia pioggia. Il mio fattore imprevedibile. La mia paura. Ma un pilota non deve avere paura della pioggia, la deve accettare. Solo io potevo manifestare un cambiamento in ci che mi circondava. Mutando il mio stato d'animo, la mia energia avevo permesso a Eve di vedermi in modo diverso. E anche se non posso dire di essere padrone del mio destino, posso dire di ave avuto un attimo di padronanza, e ora so su cosa devo lavorare.”
(citazione tratta dal testo)

Enzo è la voce narrante del romanzo che ci guiderà tra le pagine del libro e la vita di Denny, attraverso i suoi pensieri e le sue riflessioni profonde e intelligenti. Il suo punto di vista ci permetterà di conoscerà a fondo l'uomo, la sua famiglia e il lungo e difficile percorso che dovrà affrontare per difendere ciò che ha costruito e ciò che rimane della sua famiglia travolta da un dolore immenso e inconsolabile.
Il punto di vista di Enzo ci porterà a riflettere su temi seri e importanti quali: la vita, la morte, l'amore, le passioni, la speranza, la sofferenza ecc. Un punto di vista sincero, vero, soprattutto, quando parla di Denny, perché il cane è del parere che gli eroi non sono perfetti e non renderebbe giustizia al suo padrone, parlando di lui solo in termini positivi, elogiandolo anche quando commette dei sbagli. Sono gli sbagli e i difetti a renderci unici, belli, interessanti e veri.

Il vero eroe è imperfetto. La vera prova per un campione non è riuscire a trionfare, ma piuttosto riuscire a superare gli ostacoli – meglio se creati a lui stesso – che gli impediscono di trionfare. Un eroe senza imperfezioni non interessa né al pubblico né all'universo...”
(citazione tratta dal testo)

Enzo è paziente, comprensivo, un compagno fedele, amico, confidente e guida silenziosa che sarà sempre al fianco del suo amico, nel bene e nel male, sostenendolo come può, con piccoli e significativi gesti che valgono più di tanti discorsi o parole.

I gesti sono tutto ciò che ho, e a volte devono essere eclatanti.”
(citazione tratta dal testo)

Garth Stein ha scritto un romanzo semplice ma al tempo stesso disarmante, utilizzando le descrizioni della guida come metafore della vita, regalando speranza, forza, tenacia e ricordandoci che non bisogna arrendersi mai di fronte agli imprevisti della vita, ma essere pronti a lottare con forza in ciò in cui si crede e per le persone che si amano e, in questo romanzo, la speranza, la tenacia e l'amore sono i pilastri del libro.
La lettura è coinvolgente; lo stile leggero, semplice e al tempo stesso profondo. La storia è quasi banale nell'evolversi degli eventi e del finale se non fosse per la prospettiva originale del punto di vista di Enzo che risulta una voce narrante profonda, intelligente, forse fin troppo umana. Ad essere sinceri le continue descrizioni delle corse e delle modalità di guida possono tediare e risultare fastidiose per chi non ama le corse automobilistiche e non capisce nulla di guida, rendendo la lettura difficoltosa e noiosa.
“L'arte di correre sotto la pioggia” è un romanzo piacevole, tenero, delicato, commovente e non è dedicato solo a chi ama i cani o le corse automobilistiche, è un piccolo dono che l'autore ha creato per tutti i lettori, ricordando loro che la vita non è priva di ostacoli, e che gli imprevisti sono sempre in agguato pronti a metterli alla prova, perché la vita è bella nella sua imperfezione...come noi, artefici del nostro destino e piloti della nostra vita.

...ciò che manifestiamo è davanti a noi; siamo noi gli artefici del nostro destino. Intenzionalmente o meno, siamo soltanto noi i responsabili dei nostri successi e dei nostri fallimenti.”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura!




(Marianna Di Bella)

mercoledì 6 novembre 2019

Recensione: "Quella metà di noi" - Paola Cereda

libro, mdb, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, vita, segreti

Titolo: "Quella metà di noi"
Autrice: Paola Cereda
Editore: Giulio Perrone Editore





Segreti.
Grandi o piccoli.
Importanti o superficiali.
Tutti ne custodiamo almeno uno, nessuno escluso. Li teniamo nascosti in un angolino sperduto della nostra mente, e li lasciamo lì a prendere polvere, sperando di dimenticarli, perché rievocarli vorrebbe dire rivivere quel senso di vergogna, imbarazzo o dolore che ci hanno procurato.
Segreti che potrebbero svelare una parte intima di noi stessi, mettendo a nudo la nostra anima.

Di segreti di cui vergognarsi ne aveva uno soltanto che trattava al pari di una brutta malattia, invisibile allo sguardo degli altri eppure velenosa. Si vergognava ma non si sentiva in colpa, preda com'era dell'euforia da appropriazione indebita che danno gli sbagli commessi di nascosto e con piacere.”
(citazione tratta dal testo)

Un unico segreto che la protagonista di questo romanzo cerca di non svelare a nessuno.
Un unico segreto che, forse, potrebbe migliorare il dialogo con la figlia, o almeno spiegare il perché di alcune scelte intraprese.

I segreti sono?

Spazi di intimità da preservare, nascondigli per azioni incoerenti, fughe, sguardi, libertà particolari, il trucco che nasconde l'evidenza, pozze in cui saltare a piedi scalzi, regali senza mittente, errori, vendette. Persone amate.

Chi non ha qualcosa da nascondere, ha almeno una verità da raccontare.

E la verità, a volte, è il più grande di tutti i segreti.”
(citazione tratta dal testo)

Matilde ha 65 anni, vive nella zona nord-est di Torino ed è un'ex insegnante di sostegno delle elementari in pensione. È una donna posata, tranquilla e la sua esistenza è sempre stata pacata, decorosa, senza alcun eccesso o avvenimento particolare che possa aver scosso la sua esistenza. È una donna apparentemente fragile, ma ha sempre lottato e resistito alle avversità della vita, trovando i lati positivi anche nelle situazioni più incerte, dolorose e difficili. Non si è mai arresa, neanche quando ha dovuto cercare lavoro come assistente familiare per integrare la sua pensione.
Perché? Cosa le è accaduto? Beh il segreto che custodisce e non vuole svelare, l'ha messa nella condizione di rivedere la sua tranquilla vita da pensionata, trovando un lavoro fisicamente faticoso ma umanamente intenso e istruttivo. Occuparsi dell'infermità fisica dell'ingegnere Dutto, la pone di fronte alle problematiche della vita, facendola riflettere sui rapporti familiari, di coppia, e su quei segreti che vengono custoditi per proteggere e aiutare l'altro.

...ci sono segreti che sono gesti d'affetto.”
(citazione tratta dal testo)

Difficilmente un segreto rimane tale per sempre, perché nella vita di tutti, prima o poi arriva un momento in cui si deve prendere coraggio e dare voce a ciò che si custodisce da troppo tempo e che spesso ci tormenta e soffoca l'anima. Arriva un momento in cui il confronto con se stessi e gli altri è di vitale importanza e quando Emanuela, la figlia della nostra protagonista, pretenderà da lei un aiuto economico, perché lei è la madre ed esiste solo per aiutarla e soddisfare i suoi bisogni...be' Matilde capirà che è arrivato il momento di affrontare e fare i conti con qualcosa che ha taciuto per troppo tempo...e da qui prende vita, anima e corpo il romanzo di Paola Cereda. Un romanzo intimo, delicato, forte e vero, scritto in maniera intensa ed emozionante.
L'autrice riesce, non solo a dare voce al lato intimo e personale dei personaggi, ma racconta e descrive la vita così com'è, senza filtri o orpelli per abbellirla. Ne racconta le imperfezioni, le difficoltà, la bellezza, i rimpianti, i momenti di felicità, le scelte giuste o sbagliate. Intinge la sua penna nell'inchiostro della vita e tratteggia scenari e panorami intensi facendoci riflettere sui rapporti sociali e familiari, evidenziando i limiti dell'essere umano e aiutandoci a trovare il coraggio di esprimere ciò che sentiamo e chi siamo.
Paola Cereda racconta la quotidianità, l'amore, il dolore. Racconta la vita, fatta di scelte, luoghi, incontri, persone. Racconta quella metà di noi che nessuno conosce e lo fa con uno stile narrativo intimo e vero, attraverso una scrittura delicata e incisiva che sa toccare le corde più profonde dell'anima e lo fa in maniera credibile, coerente e aderente alla realtà, ad eccezione delle figure della figlia e delle nipoti di Matilde che ho trovato eccessive, odiose, sopra le righe e fin troppo forzate.
I personaggi sono tutti ben descritti, delineati e approfonditi, anche quelli che rimangono ai margini della storia o ne fanno fa sfondo e ci regalano una visione completa e credibile del mondo della protagonista.
Matilde, naturalmente, oltre ad essere il personaggio principale è quello meglio descritto ed emerge in maniera forte, nonostante il suo carattere calmo e tranquillo. È una donna che cammina in punta di piedi nella vita, come se avesse timore di dare fastidio o creare problemi. Sempre attenta alle esigenze degli altri, ai loro sentimenti e a quegli sguardi che sanno raccontare meglio di mille parole.

...regalare a qualcuno uno sguardo attento, significa autorizzarlo all'esistenza.”
(citazione tratta dal testo)

Una donna apparentemente fragile, la cui forza viene fuori piano piano come il segreto che custodisce, svelandoci lentamente e dolcemente i motivi delle sue scelte e quella metà di se stessa che nessuno conosce, a parte lei.

Si chiese se ci fossero parole adatte a descrivere quella metà di noi che non viene raccontata e che continua a esistere, nonostante l'imbarazzo.”
(citazione tratta dal testo)

Quella metà di noi che a volte ci condanna e a volte ci salva...quella metà che custodisce una parte importante del nostro essere...quella metà di noi che vi consiglio di leggere, perché non farlo vorrebbe dire privarvi della piacevolezza di un romanzo intimo e profondo. Vorrebbe dire non conoscere una donna delicata e intensa e dei personaggi che si intrecciano e combaciano come le tessere di un puzzle, mostrandoci una vita quotidiana contemporanea e vera. Una vita fatta di amore, dolore, coraggio...una vita...la nostra.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)

martedì 25 giugno 2019

Recensione: "Non stancarti di andare" - Teresa Radice; Stefano Turconi

graphic novel, libro, mdb,  libri il nostro angolo di paradiso, speranza, amore, vita
Titolo: "Non stancarti di andare"
Autori: Teresa Radice  - Stefano Turconi
Editore: Bao Publishing




Passato.
Silenzi.
Incomprensioni.
Amore.
Accoglienza.
Speranza.
Radici.
Vita.


Questo non è un semplice elenco e le parole non sono scritte a caso. Ognuna di loro evidenzia, caratterizza e riassume al meglio, questa splendida graphic novel. Sono i pilastri su cui si poggia tutta la storia rendendola viva, intensa ed emozionante.
Iris e Ismail sono i protagonisti, due ragazzi intenti a sistemare l'appartamento che li vedrà convivere e creare quella famiglia che hanno sempre desiderato.
Progettano la loro vita, il loro futuro insieme.
Iris è un'illustratrice naturalistica, mentre Ismail sta per intraprendere una nuova carriera in Italia come professore di calligrafia e insegnante di arabo. Il ragazzo è siriano ed è stato professore di arte all'Università di Damasco. Per amore di Iris si è trasferito in Italia, anche se ogni tanto torna in patria per visitare la famiglia e sistemare le ultime questioni burocratiche.
La situazione politica in Siria si fa ogni giorno sempre più seria e pericolosa, tra bombardamenti, rastrellamenti, irruzioni delle scuole ed esecuzioni pubbliche, nessuno è al sicuro. Neanche Ismail che tornato in patria per risolvere le ultime questioni, verrà rapito, ritrovandosi a lottare per la sua sopravvivenza e per tornare a casa da Iris.
Iris che aspetta con trepidazione il suo ritorno, inconsapevole della delicata situazione politica in Siria e del rapimento di Ismail.

Attendere: infinito del verbo amare.”
(citazione tratta dal testo)

Iris che aspetta pazientemente il ritorno dell'uomo che ama, incinta del loro primo figlio, un bambino voluto, cercato e desiderato da entrambi.

Sei con noi dall'attimo in cui, anni e anni fa, il tuo papà e io ci siamo guardati e abbiamo capito che desideravamo continuare il cammino insieme. Verso l'infinito e oltre.
Un cammino di mille e mille storie da scrivere, disegnare, osare, sperimentare, attendere, contemplare. Le storie della nostra storia. E tra queste ci sei tu. Da sempre.”

Le vicissitudini dei due ragazzi daranno vita a una serie di ricordi che si snoderanno durante la lettura, presentandoci storie che si alterneranno tra passato e presente, in una continua ricerca di radici e identità che aiuteranno i protagonisti e noi lettori a comprendere il loro presente.
I salti temporali ci faranno viaggiare nella storia, tra il golpe argentino e i desaparecidos negli anni Settanta, i viaggi della speranza dei migranti, l'adolescenza della madre di Iris, l'incontro tra i due ragazzi e la figura carismatica di Padre Saul. Una figura centrale e mai protagonista. Un personaggio in grado di attrarre il lettore e far avvertire la sua presenza anche quando non è presente fisicamente nelle tavole.

A volte la soluzione arriva là dove t'aspettavi un intoppo.
A volte basta solo lasciarsi sorprendere.”
(citazione tratta dal testo) 

Le storie e i destini dei diversi personaggi si intrecceranno pagina dopo pagina, dando forma a una graphic novel intensa ed emozionante che vibra di vita e speranza ad ogni tavola.
La trama è bella e affronta con sensibilità temi attuali e importanti. La narrazione è veritiera e senza fronzoli eccessivi atti ad abbellire la storia. Si attiene ai fatti e grazie al giusto equilibrio tra stili grafici diversi, salti temporali, disegni e narrazione, il risultato è eccellente.
A onor del vero, occorre affermare che il testo non è semplice, la sua struttura è complessa, ci sono diversi piani di lettura e i continui salti temporali costringono il lettore a prestare molta attenzione alla storia e ai messaggi. La trama è lunga e alcune parti narrate risultano pesanti e troppo lunghe, come ad esempio le lettere che Iris scrive al futuro figlio, in questo caso la lettura rallenta notevolmente, rischiando di far annoiare il lettore.
Cambiare ritmo di lettura, tra parti brevissime e altre più lunghe, ha messo a dura prova la mia attenzione e concentrazione, ma la bellezza delle tavole, dello stile grafico che cambia a seconda del periodo storico, la delicatezza e l'intensità delle parole hanno reso la lettura di questo testo un'esperienza bellissima, arricchita da messaggi importanti pieni di vita e speranza. Messaggi che aiutano a riflettere profondamente sulla vita, sulle tragedie e il dolore dell'essere umano.

Che la vita è la storia di “gente che va avanti nonostante”...
...che inciampa e si rialza, che dà senso alla propria esistenza.”
(citazione tratta dal testo) 

“Non stancarti di andare” è una storia dove l'attesa e la distanza sono elementi che influenzano il presente dei protagonisti e fanno da ponte a un passato che ha segnato le loro esistenze. Un ponte attraversato da amore, comprensione e speranza, elementi che aiuteranno i personaggi a cercare il dialogo e a riconciliarsi con se stessi e gli altri.
Una graphic novel curata in ogni dettaglio.
Un testo che ha bisogno di tempo, attenzione, concentrazione e apertura mentale per fare in modo che l'intensità e la profondità della storia entri dentro di noi, radicandosi nella nostra anima e piantando i semi della speranza.

La speranza non è certezza che tutto andrà bene. È consapevolezza che quello che stai facendo, comunque vada, ha un significato.”
 (citazione tratta dal testo)

Buona lettura!




(Marianna Di Bella)

venerdì 30 novembre 2018

Recensione: "Gente del Sud" - Raffaello Mastrolonardo

libro, recensione, saga familiare, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, storia italiana
Titolo: "Gente del Sud"
Autore: Raffaello Mastrolonardo
Editore: TRE60


 

Esistono luoghi a cui siamo profondamente legati. Luoghi che ci rappresentano, custodi dei momenti più belli e intensi che abbiamo vissuto. Sono città, paesi, case, appartamenti etc. da cui spesso scappiamo perché sentiamo la nostra identità soffocare, tra regole morali e sociali che non sentiamo più come nostre. Cerchiamo affermazione, indipendenza, identità. Vogliamo allontanarci per diventare finalmente quello che sentiamo di dover essere: noi stessi. Partiamo. Pieni di speranza e fiducia, poniamo le basi della nostra nuova esistenza. Viviamo, felici di ciò che stiamo realizzando, inconsapevoli che prima o poi inizieremo a sentire un piccolo richiamo. Una voce esile ma decisa che diventerà ogni giorno sempre più forte e insistente: il richiamo delle nostre radici.
Torniamo, così, nei luoghi da cui siamo andati via. Ci guardiamo intorno, osservando con molta attenzione ciò che ci circonda, ed è allora che comprendiamo di essere finalmente a casa...di essere finalmente completi.
Per essere noi stessi non serve fuggire, cambiare città o casa, ma affrontare, comprendere e accettare il proprio passato e le proprie radici, perché solo così possiamo capire chi siamo e costruire il nostro futuro.

“Il passato resterà sempre qui ad aspettarti."
(citazione tratta dal testo)


Raffaello Parlante torna a Balsignano, in Puglia, per il funerale dello zio Nello, a cui era profondamente legato. L'uomo gironzola per la casa, osservando tutto con particolare attenzione. Ogni angolo, mobile e stanza gli ricorda il periodo della sua infanzia, vissuta tra la casa degli zii e quella dei nonni. I ricordi si rincorrono velocemente tra una stanza e l'altra, fino a quando il suo sguardo non si posa su un oggetto particolare: il vecchio album di famiglia.

“Mi balzò agli occhi, era sempre stato lì, dimenticato, dove nessuno ne se curava più da anni: un volume di pelle nera con i bordi definiti da una greca continua, l'album di famiglia, muto custode d'un passato che reclamava i suoi diritti.
Ora si mostrava a me.
Lo sollevai, era massiccio, impolverato. Iniziai a sfogliarlo."
(citazione tratta dal testo)


Raffaello sfoglia l'album e il romanzo prende vita, corpo e anima.
La storia inizia nel 1895 a Napoli, durante una nuova epidemia di colera. Il medico Romualdo Parlante ha scoperto dei nuovi focolai dell'epidemia e corre disperatamente tra i vicoli della città per raggiungere la sua dimora e mettere in salvo la sua famiglia. L'uomo obbliga la moglie Palma, incinta del quarto figlio, a partire immediatamente per la Puglia e tornare a Balsignano, il loro paese natio. Il ritorno a casa della donna e dei suoi tre figli, segna l'inizio di una lunga saga familiare.
Protagonista indiscussa del romanzo è la famiglia Parlante e i suoi tantissimi componenti. La storia si sofferma soprattutto su Cipriano, ultimogenito di Romualdo. L'uomo è leale, testardo, coraggioso, onesto, determinato, responsabile verso la famiglia e gli altri, qualità che lo aiuteranno a emergere, portando avanti le attività familiari e ad ottenere quel riscatto sociale e personale che tutti o quasi i suoi parenti hanno fortemente cercato, in modo particolare il nonno Bastiano, capostipite della famiglia Parlante.

(...) Rappresentava tutto ciò che non aveva potuto o voluto essere.”
(citazione tratta dal testo)

“Gente del Sud” è un romanzo forte, intenso, emozionante e ammaliante. L'inizio è intimo e riservato e il lettore ha come la sensazione di doversi muovere in punta di piedi, rispettando il lutto e il momento privato di Raffaello, ma appena questi apre l'album di fotografie e il romanzo ha inizio, allora la narrazione cambia, diventa più incisiva e il lettore è letteralmente catapultato in un'altra epoca e in un'altra realtà sociale.
Il testo afferra il lettore e non lo lascia più, ammaliandolo con una narrazione scorrevole, avvincente e mai scontata. L'unione tra avvenimenti storici e vita dei protagonisti è perfetta, fluida, chiara, senza risultare pedante, al contrario è interessante e coinvolgente. In sole settecento pagine si ripercorrono cento anni di storia italiana, ricordando le mire colonialistiche nel Nord Africa, l'ascesa del fascismo, le due guerre mondiali, le difficile situazione dei lavoratori, in modo particolare dei braccianti agricoli, il boom economico, gli scontri sociali. La situazione di povertà, le emigrazioni, la vita sociale, le difficili condizioni delle donne, i matrimoni combinati ecc.

“La vita, come la giornata, iniziava presto e, di solito, non andava oltre i quarant'anni."
(citazione tratta dal testo)

Personalmente ho trovato molto bella e coinvolgente la parte dedicata alla prima guerra mondiale. Attraverso l'esperienza e gli stati d'animo di Cipriano, viviamo direttamente quella sensazione di rassegnazione e logoramento che milioni di soldati hanno subito e vissuto in trincea. Uomini spezzati da una lunga e interminabile attesa, dove il futuro non esiste e la morte è l'unica consolazione a una guerra fatta di attacchi, ritirate, attese per la conquista di pochi metri.
Migliaia di giovani vite spezzate in una guerra logorante e disumana.

“Qualcosa sarebbe accaduto di lì a breve e tutti stavano sospesi nel nulla a contare i minuti che non passavano, consapevoli che avrebbero potuto essere gli ultimi della loro vita. Non pensavano a ciò che stava per accadere, il futuro non esisteva: pensavano a casa, alle loro terre lontane, alle madri, alle moglie, ad amori perduti, al sudore della fatica sotto il sole cocente d'agosto, al veleno che avevano sputato per sfamare i figli e che pareva loro un Paradiso perduto rispetto a quell'inferno.
L'attesa. Nulla era più logorante dell'attesa. Qualcuno scriveva un'ultima lettera con la grafia stentata da seconda elementare, qualcuno per dare un ultimo addio, altri per continuare a mentire su quella vita e non far soffrire i propri cari più di quanto la lontananza e il tempo già non facessero. Qualcuno si era fatto scrivere un breve messaggio e lo stava ricopiando, vocale dopo consonante, parola dopo parola, come meglio poteva, volendo farlo arrivare a casa dalle sue mani ignoranti.”
(citazione tratta dal testo)


Il testo ci ricorda che il destino tesse la trama delle nostre vite regalandoci momenti di felicità e serenità, accompagnati spesso da risvolti negativi e dolorosi. Nella vita tutto ha un corrispettivo, nulla ci viene regalato e occorre lottare per ottenere diritti, riconoscimenti, per cambiare la società e noi stessi.

“La vita, il destino tracciano trame complesse che il più delle volte si risolvono in vicende inaspettate.”
(citazione tratta dal testo)

Raffaello Mastrolonardo ha ripercorso parte della sua storia familiare, modificando e unendo i due rami familiari, dando vita a un romanzo meraviglioso, intenso e potente.
Un romanzo pieno di vita e amore. Amore per la famiglia, per la vita, per la terra, per se stessi ecc.
Un romanzo che evidenzia la possibilità di scegliere la propria vita.
Un romanzo dove si respira la forza, il coraggio, la testardaggine di una famiglia e di un paese fiero, orgoglioso e meraviglioso.
Un romanzo che vi consiglio di leggere.
Buona lettura.


(Marianna Di Bella)


mercoledì 11 aprile 2018

Recensione: "Le radici impossibili" - Alfredo Poloniato

Le radici impossibili, viaggio, anima, se stessi, insofferenza

 Titolo:
"Le radici impossibili"

Autore:
Alfredo Poloniato

Editore:
Casa Editrice Kimerik




Ci sono momenti, nella vita, in cui sentiamo dentro di noi, il bisogno di evadere dalla noia e dalla routine quotidiana. Desideriamo viaggiare, vivere nuove avventure, scoprire posti nuovi e provare nuove emozioni. Vogliamo non avere radici per volare via, leggeri come piume.
Liberi.
Senza appigli.
Senza costrizioni o legami.
E...
E rimanere fermi. Ancorati alle nostre insicurezze e delusioni. Ci adagiamo alla vita piatta e noiosa, ripetendo gli stessi errori. Chiudiamo ermeticamente i nostri sogni in cassetti, armadi o qualsiasi altro posto e li abbandoniamo. Fino a quando quel brivido di cambiamento non ritorna, e ricominciamo tutto dall'inizio, come in un circolo vizioso. Come Adriano Spina, il protagonista del romanzo di Alfredo Poloniato.
Adriano, è nato ad Istria e la sua infanzia è stata segnata e influenzata dalla guerra e dalle privazioni fisiche ed affettive.
La seconda guerra mondiale ha segnato molte vite, molte persone che ancora oggi portano cicatrici indelebili nelle loro anime. Alcuni, per lenire il dolore e non soffrire, si sono rifugiati nei sogni e in un'altra realtà, allontanandosi dagli orrori della guerra. Anche Adriano? Probabilmente. Sin da bambino è sempre stato molto introverso, perso nei suoi sogni e difficilmente si apriva agli altri e alla sua famiglia.
Crescendo, sente sempre di più l'esigenza di andare via dal suo paese e da una terra che non sente sua e in cui non si riconosce. Non vuole avere radici, al contrario, vuole essere libero di viaggiare e vivere la sua vita. Così, un giorno, senza dire nulla ai suoi genitori, prende la sua valigia e va via di casa per trasferirsi a Trieste, meta della sua nuova esistenza.
Riuscirà Adriano a vivere la vita che sogna?
Riuscirà a superare le sue insicurezze, il suo malessere e la sua apatia?
A voi scoprirlo, seguendo la vita di un uomo complicato e insofferente. Un uomo che cerca qualcosa, ancora non bene identificato, che lo aiuti a chiudere quel buco nero che sta divorando la sua anima.
Questo romanzo è un viaggio all'interno di un animo delicato, insicuro e per questo motivo occorre entrare nella sua vita in punta di piedi, sedersi tra le righe del libro per osservare e comprendere appieno questa persona tormentata e sola. Una persona che ha stati emotivi altelenanti e ripetitivi: prima euforia per le novità, poi momentaneo appagamento e infine noia e apatia. Un circolo vizioso che lo porta a sentirsi incompleto e a non rendersi conto di ciò che ha e delle persone che realmente lo amano.
Alfredo Poloniato riesce a tratteggiare, perfettamente, il carattere di Adriano e la sua complessa struttura psicologica. Ma la bellezza del romanzo è data, soprattutto, dagli altri personaggi che prendono vita dalle parole e descrizioni dell'autore, regalandoci un libro bello e intimista.
Personaggi in cerca di se stessi e della propria libertà.
Personaggi e vite che si intrecciano come le radici di un albero, che prendono linfa vitale dalla terra, aiutandosi vicendevolmente e dove ognuno influenzerà, inconsapevolmente, l'altro.
Personaggi, vite e radici che si intrecciano, presentandoci un quadro apparentemente semplice ma che si rivelerà profondamente intimista e sofferente.
Un quadro e un libro che vi consiglio di leggere.
Buona lettura!!!


(Marianna Di Bella)