Autrice: Gemina
Buon Pomeriggio lettori,
oggi vorrei portarvi alla scoperta di un giallo interessante e coinvolgente, ambientato nella città più bella, carismatica, ricca di arte e storia: Roma.
“Roma aspetta tutti. Con quante cose ti aspetta! Con quanta fiducia sa di non deluderti.”
(citazione tratta dal testo)
Prima di immergerci nella storia, occorre fare un viaggio indietro nel tempo, esattamente nel 1878. Roma è completamente diversa da come la conosciamo oggi. Niente traffico, lavori in corso, smog ma solo la vita quotidiana dell'epoca. Per iniziare al meglio questo viaggio dovrete raggiungere Via di Banchi Vecchi. Una volta arrivati, percorrete la strada fino a quando non trovate la bottega d'arte “Ditta Almaviva. Belle Arti”.
Trovata? Bene.
Entrate. Gironzolate nella bottega, ma attenti a Maritozzo, il gargoyle che accoglie i clienti. Lo so, è strano ma la sua presenza rende il posto ancora più caratteristico. Alcesti vi è affezionata....come? Chi è Alcesti? Giusto, ho dimenticato di presentarvi la proprietaria della bottega e protagonista di questo romanzo.
Alcesti Almaviva ha aperto da poco la sua attività, grazie all'aiuto di Sor Leo, vicino di bottega, nonché amico e locatore dell'immobile. Un personaggio importante che scoprirete durante la lettura. Ma torniamo alla nostra protagonista, la donna è tornata a vivere a Roma, la sua città natale, dopo aver trascorso vent'anni della sua vita in Sicilia. Alcesti era sposata, ma qualcosa nel matrimonio non ha funzionato, ma non esamineremo ora le cause della sua fine perché ciò che ci interessa è conoscere meglio la donna e i personaggi che ruotano intorno alla sua vita e alla bottega.
Alcesti è una donna intensa, carismatica e combattiva. Una donna pronta a tutto pur di essere libera ed economicamente indipendente. Non è più disposta a sottomettersi all'autorità e al volere di un uomo. Non è più disposta ad annullarsi e rinunciare ai suoi sogni, e se non può più diventare un'artista giramondo, creando e firmando le sue opere, può comunque rimanere nel mondo artistico vendendo pennelli, colori, album, aiutando e sostenendo gli altri a creare opere artistiche.
Non pensiate che per lei sia un ripiego, perché ama il suo lavoro, ciò che ha costruito ma, soprattutto, è affezionata ad alcuni clienti che frequentano la sua bottega.
Valentino Carrasco, ad esempio, è un giovane e talentuoso artista e la donna si affeziona immediatamente a questo ragazzo introverso che disegna dei paesaggi magnifici. Per aiutarlo e sostenerlo decide di assumerlo come aiutante, dandogli la possibilità di esporre e vendere le sue opere. Un'opportunità importante che il ragazzo prende al volo, permettendogli di comprare tutto il materiale che gli occorre.
Altro personaggio che frequenta la bottega di Alcesti, ma per altri motivi, è Davi, una ragazzo arguto, ironico e attento, che l'aiuta nel reperire alcuni materiali artistici, come ad esempio il carboncino.
Due ragazzi caratterialmente diversi ma legati da un'amicizia sincera e da un bene filiale che la donna sente per loro.
La loro vita scorre più o meno tranquillamente fino a quando una sera non accade qualcosa che travolge la vita di Alcesti.
Cosa?
Una morte misteriosa.
Di chi?
Attilio Bonadie, un professore di scienze.
Cosa gli è accaduto? Si è sentito male? Ha avuto un incidente? Lo hanno ucciso?
È troppo presto per svelarvi la storia, ciò che posso sicuramente anticiparvi è che Alcesti scopre il cadavere e, suo malgrado, si ritrova a indagare per comprendere e appagare la sua voglia di agire e investigare. Istintivamente prende il suo quaderno da disegno e inizia a riprodurre su carta la scena e...direi basta così, altrimenti svelo troppo, togliendovi il piacere di leggere e scoprire un giallo emozionante e divertente.
“Mi prese d'istinto una frenesia nuova, che con il senno del poi mi parve teatrale e con il senno del mentre un eccentrico colpo di genio. Le mani frugarono nella borsa. Portavo sempre un taccuino da disegno per arte improvvisata, insieme a una matita e alla romanticheria di fermarmi per strada colta dall'ispirazione che offriva Roma. Catturare scorci, vecchiumi, palazzi, stemmi, colonne, mezze colonne da disegnare con l'aria assente degli artisti poveri, poveri aspiranti alla fama dei predecessori.”
(citazione tratta dal testo)
Se amate la città di Roma e volete viverla nella maniera più inconsueta, vi consiglio di leggere il libro per immergervi in una storia ricca di misteri da svelare, scorci mozzafiato da scoprire, personaggi carismatici e interessanti da conoscere e apprezzare.
Personaggi che sapranno ammaliarvi con la loro ironia. Personalmente ho apprezzato Davi, un ragazzo furbo, ironico, arguto e divertente. Sempre pronto ad aiutare e sostenere la nostra protagonista. Altro personaggio che ho apprezzato è Sor Leo. Una figura che, pur non essendo mai in primo piano, riesce ad essere presente, in particolare, nei momenti cruciali. Veglia, protegge e sostiene Alcesti da dietro le quinte, azionando una macchina di protezione efficiente e importante.
Alcesti, la nostra protagonista, è una donna intensa e avanti per quell'epoca. Dopo un matrimonio sbagliato, si ritrova a lottare per la sua libertà di donna e la sua indipendenza economica. Attraverso la vita di questa donna coraggiosa e libera, ci ritroviamo a riflettere su alcune tematiche importanti e delicate, come ad esempio l'impossibilità ad avere figli e il conseguente giudizio e biasimo da parte della società. Alcesti si ritrova a vivere sulla propria pelle il rimprovero e il sentirsi giudicata e sbagliata da un marito e da una società ristretta che preferiscono nascondere e chiudere in convento, piuttosto che comprendere e tutelare. La donna si ribella a tutto questo, non è disposta a lasciare che altri decidano della sua vita, non è disposta a sentirsi giudicata e sbagliata. Vuole dare la precedenza a se stessa e al suo benessere.
Vuole essere libera.
“Ero invecchiata senza vivere, ma consapevole di una giovinezza mentale che non accettava la resa. Il tempo attraversa e consuma, ora, proprio ora, prima che il tempo mi divorasse, lo afferro, lo lego a me, lo vivo. Ci provo, magari quasi ci riesco.”
(citazione tratta dal testo)
“La regola dei terzi” è un giallo intrigante che inizia lentamente per permettere al lettore di entrare in punta di piedi nella storia e nella comprensione della città di Roma. Una città complessa e ricca di sfumature che ha bisogno di tempo per essere compresa pienamente.
Personalmente ritengo che ci siano alcune piccoli errori e questioni da sistemare, ma ciò non toglie che la trama, i personaggi e il contesto storico, artistico e culturale siano interessanti, coinvolgenti e belli da leggere e scoprire.
Apprezzo molto la scrittura di Gemina e la sua dedizione alla scrittura e alla creazioni di romanzi gialli accattivanti, complessi e ricchi di misteri. In questo romanzo, ad esempio, riesce ad intrecciare elementi apparentemente diversi regalandoci una storia coinvolgente, con un'investigazione lenta e mai serrata che ci conduce in un'immersione totale nella società romana e in un contesto di ineguagliabile bellezza.
Non so se Gemina ha pensato ad un seguito del romanzo ma, personalmente, mi piacerebbe ritrovare Davi, Sor Leo, Guido, Valentino, Pistacchio, Ottavo Augusto e tutti gli altri personaggi.
“La regola dei terzi” è un inno d'amore dell'autrice alla Città Eterna, all'arte, all'archeologia e a tutte quelle persone che hanno influenzato la sua vita lasciando un segno indelebile nella sua anima e che ritroviamo in alcuni personaggi presenti nel libro.
Un inno d'amore che vi invito a leggere e scoprire.
Buona lettura.
Marianna Di Bella
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