martedì 3 giugno 2025

Recensione: "Le Bibliotecarie di Lisbona" - Suzanne Nelson

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Titolo: Le Bibliotecarie di Lisbona

Titolo Originale: The Librarians of Lisbon

Autrice: Suzanne Nelson

Editore: Newton Compton Editori




I libri sono macchine del tempo che ci portano in epoche passate alla scoperta di storie, eventi e personaggi poco conosciuti o dimenticati dalle grandi pagine di Storia.

I libri sono viaggi che tutti possiamo fare, non servono grandi preparativi, occorre solo una buona dose di intraprendenza, curiosità e un testo che ci guidi aiutandoci a districarci tra gli eventi che si succedono pagina dopo pagina. Una mappa entro cui muoversi per vivere un'avventura meravigliosa e indimenticabile.

Quando ho letto la trama del romanzo “Le Bibliotecarie di Lisbona” di Suzanne Nelson, sapevo che per me avrebbe rappresentato, non solo un viaggio in un periodo storico interessante, la Seconda Guerra Mondiale, ma anche un ampliamento del mio bagaglio di conoscenza, scoprendo particolari ed aspetti per me sconosciuti.

Pur essendo un'opera di fantasia, il romanzo si è ispirato a fatti, luoghi e persone che sono realmente esistiti, dando, in questo modo al romanzo, un'impronta storica più interessante e incisiva. Il romanzo, infatti, è ambientato in Portogallo, una nazione che, durante tutto il periodo della guerra, si dichiarò neutrale, giocando un ruolo fondamentale per le sorti del conflitto. Accolse rifugiati, e la città di Lisbona divenne l'epicentro per lo spionaggio, per gli affari clandestini, per il contrabbando di tungsteno e il mercato nero di visti, documenti etc.

Lisbona è stato il cuore delle più rischiose operazioni di spionaggio da parte degli Alleati. Numerose spie si sono incrociate, scontrate, sfiorate tra le vie della città, per raccogliere importanti informazioni sul nemico, ribaltando, in questo modo, le sorti del conflitto. Donne e uomini che coraggiosamente hanno messo a repentaglio la propria vita per salvarne altre.

Protagoniste di questo romanzo sono due spie. Due donne americane che, pur essendo diverse per carattere, estrazione sociale e storia personale, si ritrovano in un periodo particolare della loro vita e diventano amiche. Grandi amiche.

Bea e Selene vivono e lavorano a Boston come bibliotecarie fino a quando il destino non le porterà ad essere ingaggiate dai servizi segreti americani e mandate in missione a Lisbona per raccogliere informazioni e segreti sul nemico, dando in questo modo il loro contributo alla causa bellica e a una guerra atroce e disumana.

Bea è una ragazza molto intelligente, ha una eccezionale memoria visiva ed è bravissima a decifrare i codici. Ama la vita tranquilla, i libri e ha accettato l'incarico in Europa perché vorrebbe ritrovare il fidanzato, catturato dai nazisti.

Il suo incarico a Lisbona, consiste nel recuperare tutti i manuali che spieghino l'utilizzo dei mezzi e delle armi nemiche e tutte le pubblicazioni straniere scampate alla censura tedesca. Ma la sua genialità e le sue doti mnemoniche non passano inosservate e la ragazza viene ingaggiata dall'agenzia di intelligence più segreta ed enigmatica della Gran Bretagna per una missione di vitale importanza: scoprire il doppiogiochista che vende il tungsteno ai nazisti.

Aveva passato la vita a rendersi più piccola, più silenziosa, per risparmiarsi il disagio di essere notata. Ciò che aveva fatto per autoconservazione si era in qualche modo trasformato in un talento invidiabile.”

(citazione tratta dal testo)

Selene, invece, è una ricca ereditiera caduta in disgrazia ridotta a lavorare in una biblioteca pubblica di Boston. Quando si imbatte nel manifesto di reclutamento del dipartimento della guerra, la ragazza non esita neanche un secondo e si arruola. Ha bisogno di allontanarsi da quella città e da chi la conosce, ha bisogno dell'anonimato e raggiungere l'Europa è la soluzione ideale. Selene cerca la fuga, l'anonimato, il brivido. Il suo compito è di inserirsi nel jet set della città per scovare la spia che fa uccidere i rifugiati e i personaggi importanti.

Riusciranno le due ragazze nel loro compito? È ancora troppo presto per svelarlo, posso però dirvi che in questo gioco di spionaggio e controspionaggio si inserisce una variabile instabile e pericolosa per i soggetti interessati: l'amore. Un sentimento bellissimo che, inserito in un gioco così delicato e pericoloso, sbilancia e influenza il lavoro, l'imparzialità e le scelte delle due ragazze.

Siate intelligenti e scoprirete dei segreti. Siate fiduciose e vi ritroverete morte.”

(citazione tratta dal testo)

Di chi fidarsi? Di nessuno? Di tutti?

Una decisione difficile che, però, lascerò a voi scoprire.

“Le bibliotecarie di Lisbona” è un romanzo piacevole, interessante ma, personalmente, ho trovato alcune parti poco entusiasmanti e scontate. La storia di Selene, ad esempio, l'ho trovata prevedibile, banale, poco emozionante e con dei dialoghi superficiali. Il suo personaggio non trasmette quella serietà e quella professionalità che ci si aspetta da una spia che si trova a vivere in costante pericolo e impegnata a carpire informazioni vitali per le sorti della guerra. È, più che altro. una ragazzina che gioca a fare la spia e a inseguire il suo amore romantico e poco credibile.

Bea, al contrario, è il personaggio che ho apprezzato di più perché ha una crescita personale più significativa ed emozionante. Bea arriva in Portogallo come una semplice ragazza che cerca di superare le proprie sofferenze e passo dopo passo imparerà a conoscere se stessa e a prendere consapevolezza delle sue capacità e della sua forza. Una crescita personale che la porterà, non solo a prendere consapevolezza di sé, ma anche a scoprire e seguire i suoi sogni, i suoi desideri. Scoprendo una donna piacevole, indipendente e coraggiosa. I capitoli dedicati alla sua storia sono quelli che ho apprezzato di più. Mi hanno emozionata e incuriosita talmente tanto da non vedere l'ora di leggerli, desiderando saltare, a volte, quelli dedicati a Selene

Non ho apprezzato la scelta, da parte dell'autrice, di focalizzare il romanzo sulle storie d'amore, perché le ho trovate superficiali, poco coinvolgenti e poco credibili. Personalmente avrei dato più profondità e spazio al loro lavoro di spie, soffermandomi sulla pericolosità e l'ambiguità del lavoro e dei rapporti interpersonali. Avrei dato più spazio alla parte storica che ho trovato molto più interessante e incisiva perché affronta tematiche poco conosciute, come ad esempio il contrabbando del tungsteno, un materiale molto ricercato per la costruzione del materiale bellico; il ruolo del Portogallo come paese neutrale ma invischiato in giochi di potere e sotterfugi clandestini e fulcro di spie e contrabbandieri pericolosi. Oppure il ruolo delle bibliotecarie del congresso americano che avevano il delicato compito di trovare i libri condannati a sparire dalla censura nazista o i manuali dei mezzi bellici tedeschi. Un compito estremamente delicato, pericoloso e di vitale importanza per l'andamento della guerra. Una parte storica, questa, poco conosciuta e che merita il giusto riconoscimento e la giusta attenzione. Personalmente l'ho apprezzata molto e credo che la prossima ricerca verterà proprio su queste tematiche.

Peccato per le parti che non ho apprezzato, perché il romanzo poteva essere ancora più interessante ed entusiasmante.

Buona lettura.


Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia dell'ebook

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