Autrice: Barbara Bellomo
Editore: Salani
Buongiorno lettori.
Leggendo il mio blog, avrete sicuramente capito che prediligo le storie ambientate durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Leggo romanzi, saggi, biografie, qualsiasi testo che mi aiuti a conoscere e comprendere questo periodo storico complesso, ricco di eventi e storie, alcune ancora poco conosciute.
Ogni testo mi aiuta ad ampliare la mia conoscenza, accendendo la mia curiosità e la voglia di continuare a conoscere e studiare.
Quando in libreria uscì il testo “La casa del carrubo” di Barbara Bellomo, non sentì subito il desiderio di leggerlo.
Ancora oggi non so spiegarmi il perché di questa “non scelta”. Ricordo solo di averlo segnato nella lista dei testi riguardanti il secondo conflitto mondiale e di averlo dimenticato. Un giorno, gironzolando tra gli scaffali della biblioteca comunale, mi imbatto in questo testo e, senza pensarci due volte, lo prendo in prestito. Inizio a leggerlo e, in poco tempo, mi ritrovo coinvolta e conquistata dalla storia e dai suoi personaggi.
Sfoglio le pagine e magicamente mi ritrovo in Sicilia nel 1943. Un momento storico di vitale importanza per le sorti del secondo conflitto mondiale. Le forte alleate sono in una fase di stallo e stanno cercando il modo di aprire altri fronti per accerchiare l'esercito tedesco.
Il 23 gennaio del 1943, a Casablanca, i grandi esponenti politici e militari delle forze alleate (Churchill, Roosevelt, Charles De Gaulle, il generale britannico Harold Alexander e il generale americano Dwight Eisenhower) si riuniscono per discutere e dare forma ad un nuovo e importante piano d'azione: l'operazione Husky, vale a dire lo Sbarco in Sicilia.
Non mi dilungherò sulle questioni puramente tecniche e militari, mi concentrerò, invece, sulla trama e i personaggi di questo romanzo
È il 15 aprile del 1943 e le forze alleate colpiscono in maniera violenta, la città di Catania, distruggendo edifici e uccidendo centinaia di civili.
“Poi un nuovo boato. Un muro si squarcia e una profonda fenditura si apre minacciosa sulla volta sopra le loro teste. Polvere bianca e impalpabile scende giù, copiosa, riempiendo la stanza di una nuvola che toglie il respiro.”
(citazione tratta dal testo)
In pochissimo tempo la vita di molte persone viene stravolta, in particolare quella di Vittorio Floridia e della sua famiglia.
“È strano vivere in guerra, considera. Se ne parla tanto, ma fino a quando non bussa alla tua porta sembra sempre meno cattiva di quel che è.”
(citazione tratta dal testo)
L'uomo, un professore di latino e greco, vede in pochi secondi cambiare la sua vita. La casa viene distrutta dal bombardamento e i suoi familiari feriti. Vittorio si rende conto che se vuole salvare la sua famiglia, deve mandarli via dalla città, in un luogo lontano e possibilmente al sicuro dalla morte e dalla fame. Decide così di accettare l'invito del suo amico Luigi Villalba che vive in campagna nella casa del carrubo.
Agata, la moglie, e i suoi tre figli, Luca, Elena e Michele, partono per primi, mentre lui li seguirà in un secondo momento, perché vorrebbe recuperare i risparmi di una vita, prima che arrivino gli sciacalli per fare incetta di tutto ciò che trovano.
La famiglia si mette in viaggio in uno stato di shock e terrore, consapevoli che quella è l'unica soluzione possibile. Arrivati alla casa del carrubo, si rendono conto che quello non è un semplice nome, ma si riferisce al grande albero che spicca al centro del terreno. Un albero maestoso che troneggia sulla proprietà e sui suoi abitanti.
Luigi Villalba non è solo il proprietario della casa, ma anche un uomo che nasconde la parte più passionale e combattiva del suo essere, insieme ad un passato e un segreto che saranno il cuore di questo romanzo. L'uomo vive nella grande casa insieme alla sorella Assunta, alla nipote Nunzia e alla governante Lina.
Personaggi che intrecceranno le loro vite in maniera forte ed emozionante, accomunati non solo dal contesto storico, ma anche dagli effetti della guerra e da molteplici segreti che vi invito a scoprire. Non procederò oltre nel continuare a raccontarvi la trama, perché farlo vorrebbe dire svelare troppo di questo romanzo. Ogni singolo evento e ogni personaggio sono strettamente legati e correlati tra loro e parlare di uno, vorrebbe dire anticipare e svelare la storia dell'altro. Quindi, lascio questo immenso vuoto per dare a voi l'opportunità di riempirlo, lasciandovi coinvolgere dai destini dei singoli personaggi.
“La casa del carrubo” è un romanzo che racchiude, al suo interno, alcuni fatti storici realmente accaduti, insieme ad avvenimenti e personaggi inventati. I grandi personaggi della storia si intrecciano ai destini e alle vicende dei civili, mostrandoci un capitolo storico importante: lo Sbarco in Sicilia degli Alleati.
Da questo connubio prende vita una storia emozionante, coinvolgente e interessante. L'autrice, Barbara Bellomo, utilizza una scrittura fluida, semplice che non si perde dietro ghirigori narrativi e alte elaborazioni lessicali ma, narra in maniera chiara, sincera e diretta, quelli che sono i fatti rendendoli, in questo modo, più reali per chi legge. I capitoli sono brevi e questo permette a noi lettori una lettura dinamica e mai pedante, permettendoci di entrare velocemente nel cuore della storia.
I personaggi sono ben costruiti e tutti hanno in comune un segreto da custodire e un passato da affrontare. Alcuni di loro mi hanno intrigata di più rispetto ad altri che, pur avendo un ruolo importante per lo svolgersi della storia, non hanno saputo trasmettermi molto a livello emotivo, lasciandomi per lo più indifferente.
I personaggi che mi hanno maggiormente colpita sono: Don Luigi, un uomo e un combattente costretto, dal periodo storico, a mettere a tacere una parte di sé ma, durante la storia, ritroverà se stesso e i suoi ideali. Nunzia, invece, è una ragazza, curiosa, ribelle e libera rispetto all'epoca storica, costretta a cambiare e maturare in maniera repentina e traumatica, così come traumatica sarà la crescita di Elena che da personaggio quasi bambinesco e per nulla incisivo, durante l'evolversi della storia acquisirà più presenza scenica e, devo essere sincera, è il personaggio che ho riscoperto e apprezzato. Infine, c'è il tenente Sullivan, che passando attraverso il dolore e la delusione capirà che tutto ciò a cui più ambiva, in realtà non gli porta nulla se non la consapevolezza che quella guerra reca con sé solo morte e distruzione. Le cui vittime sono sempre e solo anime innocenti.
È importante ricordare e affrontare il passato per liberarsi dai segreti che divorano l'anima, influenzando i destini. Comprendere gli sbagli e, possibilmente correggerli, vuol dire non ripetersi, non tornare a compiere lo stesso errore. È facile? No, e dagli ultimi eventi storici direi che non abbiamo capito nulla di ciò che i nostri nonni hanno affrontato per renderci liberi.
Però possiamo continuare a provare a cambiare, ad andare avanti.
“La vita, pensa, è troppo breve per non godere dei singoli momenti di felicità che ci riserva.”
(citazione tratta dal testo)
Buona lettura.
Marianna Di Bella
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