giovedì 20 aprile 2017

Recensione: "Chiaro di Venere" - Claudio Demurtas


Titolo: "Chiaro di Venere"
Autore: Claudio Demurtas
Editore: Edizioni EventualMente

Sardegna inizio anni '60, il mondo è in grande fermento politico, economico e culturale. Un ragazzo si aggira per la città, riportando alla luce ricordi d'infanzia e riflettendo su cosa fare della sua vita. Ha solo vent'anni e tanta strada da percorrere prima di capire e scoprire chi vuole essere. Ora i suoi unici problemi sono di riuscire a dare gli esami universitari, innamorarsi e decidere se accettare la proposta di diventare professore temporaneo nelle scuole medie. Il suo nome? Presto detto, Federico Nemis, studente universitario alla facoltà di Legge. Ragazzo insicuro, sia per la sua eccessiva magrezza che per la forte miopia. Ha la tendenza a commiserarsi, sentirsi inadeguato e perdente in alcune occasioni. Vede i suoi giorni trascorrere senza riuscire a lasciare una traccia di sé nel mondo e non vede alcun futuro roseo. I progetti che porta avanti riescono a dargli una soddisfazione temporanea, per poi ricadere nell'apatia, lasciandogli un vuoto dentro. Si innamora facilmente ma in modo superficiale, idealizzando le ragazze e l'amore. Vive chiuso nel suo piccolo mondo, dove i suoi problemi sono di vitale importanza lasciando fuori tutto il resto, senza informarsi sulla politica del momento, evitando così di creare una sua coscienza politica, sociale e morale. Il suo unico interesse e organo informativo è Il Corriere dello Sport.
Un giorno conosce Luisella e finalmente il suo sogno d'amore si realizza anche se dovrà spesso scontrarsi con le differenze culturali e politiche della ragazza. Questo sprona Federico a porsi delle domande, iniziando piano piano a prendere coscienza di ciò che avviene intorno a lui.
Riuscirà a capire cosa vuole dalla vita? A trovare la sua strada e a prendere coscienza e fiducia in sé? Lo scoprirete solo leggendo il libro, lasciandovi catturare dalla capacità narrativa dell'autore che vi farà entrare in punta di piedi nella vita di Federico, percorrendo con lui un tratto di strada, lungo dieci anni, durante i quali potrete comprendere meglio il suo carattere e le sue scelte, ma lo farete in silenzio, senza giudicare, semplicemente riflettendo.
Io mi sono lasciata ammaliare dalle descrizioni e dal contesto sociale e politico; tutto ciò grazie alla capacità dello scrittore Claudio Demurtas di far vivere e sentire appieno le sensazioni del ragazzo e le bellissime descrizioni ambientali e temporali. A volte si respira quel senso di sospensione, sia di tempo che di vita, dove tutto il resto del mondo è fuori e lontano. Si percepisce la nostalgia della fine delle vacanze estive e della gioventù, come di un qualcosa di perso e difficile da recuperare, finito per sempre.
Lo scrittore è riuscito a descrivere molto bene il protagonista senza ometterne i lati negativi, anzi lo rende vivo agli occhi del lettore, descrivendo bene il senso di inadeguatezza, insoddisfazione e incertezza tanto da sentire e capire perfettamente cosa sta passando.
Ho apprezzato moltissimo questo testo soprattutto per le tematiche sociali, culturali e politiche e sono del parere che alcuni argomenti, come ad esempio la crescita e la conoscenza di sé, siano molto attuali; perché in qualsiasi epoca o parte del mondo ci troviamo, non è facile crescere, diventare adulti, superare l'età dell'indecisione per capire cosa si vuole. Tutti crescendo abbiamo avuto gli stessi dubbi, le stesse problematiche, insicurezze affettive, personali e sociali, l'unica differenza è che ognuno di noi ha trovato nel tempo la strada e il modo per giungere alla piena consapevolezza di sé. Arrivare a questo non è mai facile e indolore, ognuno deve superare le proprie paure e insicurezze, rischiando a volte di lasciare dietro di sé qualcuno o qualcosa di importante.
Quindi chiunque vogliate essere e qualunque sia la vostra strada...buona fortuna e buona lettura!


(Marianna Di Bella)

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