Titolo: Il ristorante dell'amore ritrovato
Titolo Originale: Shokudô Katatsmuri
Autrice: Ito Ogawa
Editore: Neri Pozza
Buongiorno lettori,
per parlare di questo libro occorre fare un piccolo viaggio e trasferirci in Giappone.
Dobbiamo andare a Tokyo, cercare un appartamento in particolare e aspettare che Ringo, la protagonista di questo romanzo, torni a casa dal lavoro. Al rientro, purtroppo, avrà una brutta sorpresa, l'appartamento è stato completamente svuotato. No, non sono stati i ladri, ma il compagno che, stanco di stare con lei, decide di lasciarla senza alcuna spiegazione portandosi via tutto, anche i sofisticati utensili da cucina che la ragazza aveva comprato con i suoi risparmi. Ringo ama profondamente cucinare, una passione che le è nata grazie alla nonna materna che, oltre ad averla accolta e cresciuta, le ha insegnato ad amare la cucina.
Aprire quella porta e vedere la propria vita sgretolarsi senza alcuna spiegazione è uno shock talmente forte che la voce la abbandona. Non riesce ad emettere alcun suono, come se tutto il dolore si fosse riversato e sfogato in quel modo.
Ringo non ha più nulla, materialmente, economicamente e affettivamente, così è costretta a tornare a casa dalla madre, nel villaggio dove è nata. Un posto da cui è scappata quando aveva 15 anni, per cercare se stessa e per allontanarsi da una madre con cui ha un pessimo rapporto.
Tornata a casa, la donna le fa subito capire che deve riprendere in mano la sua vita e contribuire economicamente all'andamento della casa.
Dopo i primi momenti di sconforto e sofferenza, Ringo ha l'idea di prendere in affitto il granaio adiacente alla casa familiare, e aprire un piccolo ristorante con un solo tavolo da servire. Un rifugio in cui dare sfogo alla sua creatività di cuoca, e un luogo in cui far sentire i clienti a proprio agio, creando un menù apposito per ognuno di loro.
Nasce, così, “Il Lumachino”, un ristorante che, inaspettatamente, acquisirà il magico potere di esaudire desideri e sogni d'amore I clienti che si avvicenderanno, rappresenteranno per Ringo, non solo un guadagno ma anche un insegnamento e una crescita emotiva e personale.
Cliente dopo cliente, storia dopo storia, la trama prende forma e vita regalandoci un romanzo dall'andamento tipicamente giapponese, senza particolari colpi di scena, ma con descrizioni ambientali belle e coinvolgenti. Non posso certo dire lo stesso della protagonista che, sinceramente, ho trovato piatta, noiosa e passiva. A parte perdere la voce, non ha reazioni particolari, non fa nulla per riprendere almeno le sue cose e non cerca un confronto diretto con la madre. Accetta e subisce tutto in maniera troppo passiva. Certo, durante la lettura, ho messo in considerazione le differenze culturali tra il Giappone e il mondo occidentale, in modo particolare il modo di relazionarsi, ma, in questo testo l'ho trovato troppo marcato.
Le descrizioni e la scrittura sono belle, eleganti e accattivanti ma il resto rimane piatto e poco coinvolgente. Per tutto il tempo della lettura ho sempre avvertito la sensazione di distacco e freddezza. L'autrice, infatti, non si sofferma sulle emozioni dei clienti o sui pensieri profondi e intimi di Ringo, impedendo, in questo modo, di creare un contatto empatico tra il lettore e i personaggi del libro.
Ma c'è una cosa che più di tutto ho trovato fastidioso, le innumerevoli pagine dedicate alle descrizioni dei piatti e della loro preparazione e, in particolare, quelle incentrate sulla descrizione della macellazione del maiale. Non aggiungono nulla alla trama e non sono fondamentali per il proseguo della storia. Sinceramente ne avrei fatto a meno.
Peccato.
Come sempre a voi la scelta se leggerlo o meno.
Buona lettura.
Marianna Di Bella
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