mercoledì 20 marzo 2019

Recensione: "Inviata Speciale" - Jean Echenoz

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Titolo: "Inviata speciale"
Autore: Jean Echenoz
Editore: Adelphi



Francia.
In un ufficio, apparentemente anonimo, con una grande scrivania verde, due uomini sono intenti a confabulare tra di loro. Sono alle prese con un incarico importante, la cui riuscita dipenderà dalle loro abilità e capacità nel cercare la persona giusta che possa riuscire nell'impresa.
Lo so, non ci state capendo nulla e in parte è colpa mia, ma mi sono fatta prendere la mano dall'atmosfera di mistero che aleggia nella stanza. Mi ricompongo e procedo con calma.
Siamo sempre in Francia, precisamente a Parigi e nell'ufficio ci sono due uomini importanti. Due figure di spicco nelle operazioni di spionaggio, il primo è il Generale Bourgeaud, ex agente del Service Action, e l'altro Paul Objat. Il Generale vuole organizzare una nuova operazione segreta per destabilizzare la Corea del Nord, il bersaglio ideale è Gang Un-ok, nuovo consigliere del leader nordcoreano. Per riuscire nel loro piano hanno bisogno di infiltrare un agente, che possa minare dall'interno la figura del nuovo consigliere.
Un agente esperto? No.
Un agente il cui curriculum si compone di missioni e lavori sotto copertura di impagabile valore? No.
Un agente esperto di politica nordcoreana? No.
La figura che cercano i due uomini è lontana dall'idea che abbiamo della spia.
La figura che cercano deve essere una donna estranea all'ambiente...

Be', insomma, un'ingenua, ha sintetizzato il generale. Una che non capisce niente di niente, che fa quello che le si dice di fare e non chiede spiegazioni. Carina, possibilmente.”
(citazione tratta dal testo)

Caratteristiche non facili da trovare, ma Objat ha già un'idea su chi potrebbe essere la nuova inviata.
Lei è Constance Coste, 34 anni e sposata con Lou Task. Una donna poco attiva, poco qualificata che a malapena ha un diploma di scuola superiore, insoddisfatta nell'amore e forse in parte della sua vita. L'apice nella sua esistenza, l'ha raggiunto con “Excessif”, una canzone scritta da suo marito, che ha avuto un successo planetario, facendo ballare tutto il mondo. Una meteora nel firmamento musicale.
L'inviata ideale che i due agenti stanno cercando, ma prima di mandarla in missione, la donna deve essere addestrata e...il romanzo continua, ma sarete a voi a terminare la lettura, io faccio un passo indietro, lasciandovi il tempo e lo spazio per metabolizzare il romanzo. Sì, metabolizzare, perché questo romanzo è spiazzante, non per le scene rocambolesche di spionaggio che non ci sono, ma per la sua storia senza capo né coda.
Spiazzante è il termine adatto per spiegare il testo ma, soprattutto, per affermare come mi sono sentita una volta terminata la lettura. Ho chiuso il libro e mi sono chiesta, più e più volte, cosa avessi letto e quale fosse l'obiettivo a cui voleva giungere l'autore. Ho dubitato della mia capacità nel comprendere il messaggio, così, ho deciso di leggere i commenti di altri lettori, per capire meglio. Ho riscontrato una netta divisione tra chi è rimasto deluso e chi ha apprezzato lo stile narrativo e la trama in generale. Leggendo attentamente i diversi pareri, mi sono resa conto che io ero, anzi sono a metà, tra lati positivi e negativi del romanzo.
Jean Echenoz ha scritto una spy story, ma non è un vero e proprio romanzo di spionaggio, è più una
parodia, una visione ironica del genere e dei moderni agenti segreti. Dove i tanti personaggi che compongono il romanzo, rivestono il ruolo di improbabili e improponibili spie, sequestratori o rapiti, subendo tra l'altro la Sindrome di Stoccolma o di Lima a seconda dei loro ruoli. Non esistono eroi, ma semplici esseri umani, con pregi e difetti, che si lasciano influenzare dai loro istinti.
La figura della donna non è tratteggiata bene, infatti, i personaggi femminili rappresentano donne assertive, senza cervello, in cerca di uomini che possano cambiare la loro vita, soprattutto quella economica.
I personaggi sembrano slegati tra di loro, ma in realtà, le loro vite e storie sono intrecciate in una fitta rete, questo perché l'autore ha saputo creare, anzi no giocare con le loro vite e con noi lettori, presentandoci fatti e avvenimenti apparentemente distanti, per poi ricollegare il tutto in una trama ben precisa. Ogni dettaglio fa parte di un quadro più ampio di cui solo l'autore ne conosce il senso.
Ho apprezzato lo stile narrativo con quella vena ironica che rende il tutto un pochino più godibile, ma il romanzo è lento, in alcuni punti fin troppo lento. Un po' di movimento si ha verso la fine del libro, ma per arrivarci ci vogliono pazienza, costanza e la ferma decisione nel non abbandonare la lettura.
Leggere il romanzo è come avventurarsi in un viaggio di cui non si conoscono le tappe e la meta finale, dove tutto è ignoto e imprevedibile, con episodi noiosi o divertenti, capeggiati da una guida e voce narrante ironica e pungente in grado di presentarci notizie extra, che variano dal puro intrattenimento ad altre più interessanti.
Un viaggio che si svela davanti ai nostri occhi, pagina dopo pagina, come se fosse la sceneggiatura di un film. Un viaggio surreale, lento, spiazzante, ironico, incomprensibile.
Un viaggio a cui potrete partecipare solo se consapevoli che potrebbe non piacervi, rimanendone delusi...molto delusi.
Il mio viaggio è stato spiazzante, a metà tra pregi e difetti, tra passaggi incomprensibili e altri più ironici, tra personaggi detestabili e altri un po' più divertenti, tra il “cosa ho letto?” e “perché l'ho scelto?”, tra avvenimenti lenti e altri ancora più lenti. Una lettura che non mi ha pienamente convinta e soddisfatta, ma come sempre lascerò a voi giudicare. Un piccolo consiglio, lasciatevi andare agli eventi e vedete dove vi portano, chissà che non siate più fortunati di me, riuscendo ad apprezzare ciò che io ho visto e percepito come difetti.
Buona lettura!



(Marianna Di Bella)

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