Titolo: "Figlie del mare"
Autrice: Mary Lynn Bracht
Editore: Longanesi
Ogni mattina, sulla
piccolissima isola di Jeju in Corea, alcune donne si svegliano
prestissimo, si dirigono in spiaggia e si immergono in acqua per ore.
Scendono in profondità, nel blu intenso del mare, pescano e
agilmente riemergono per tornare a immergersi di nuovo per ore e ore,
fino a quando non sono riuscite a procurarsi il cibo necessario per
la loro sopravvivenza e per rivenderlo al mercato. Loro non sono
semplici donne, sono haenyeo: donne del mare. Donne tenute in grande
considerazione per le loro capacità di resistere a lungo in apnea,
scendere in profondità e mantenere meglio la temperatura corporea.
Il loro non è un semplice lavoro, ma un dono che si tramanda di
madre in figlia da generazioni.
“Ci tuffiamo in mare
come le nostre madri e le nostre nonne e bisnonne hanno fatto prima
di noi per secoli. Il dono è il nostro orgoglio, perché ci rende
libere di non dover rispondere a nessuno, né ai nostri padri, né ai
mariti o ai fratelli maggiori, e neanche ai soldati giapponesi
durante la guerra. Ci procuriamo da sole il cibo che ci basta e
vendiamo il resto guadagnando con il nostro lavoro; il mare è la
nostre fonte di sopravvivenza e di benessere. Viviamo in armonia con
la natura...”
(citazione tratta dal testo)
Tra le haenyeo c'è anche
Emi, una delle nostre protagoniste. Ha settantasette anni, molti
problemi di salute e ultimamente i suoi incubi notturni
l'accompagnano anche durante il giorno, rendendola irrequieta, stanca
e preoccupata. La donna sa da cosa derivano quegli incubi, ma
affrontarli vorrebbe dire riaprire il cassetto dei ricordi e far
riemergere tutto il male che lei e la sua famiglia hanno subito negli
anni passati. Quindi scaccia via il pensiero, relegando di nuovo i
ricordi in un angolo buio e nascosto della sua mente, illudendosi di
cancellare di nuovo il suo passato.
“La mente aveva
cancellato i ricordi di quel doloroso passato in modo che lei potesse
crescere i suoi figli e sopravvivere. Questo, però, non aveva
fermato i sogni.”
(citazione tratta dal testo)
Sogni o incubi che la
porteranno a Seul a incontrare i suoi figli e a un appuntamento
annuale a cui non manca mai. Qui ogni mercoledì moltissime persone,
tra cui donne, manifestano affinché il governo giapponese si assuma
le colpe dei crimini di guerra perpetrati contro donne innocenti,
rapite e costrette a prostituirsi. Schiave sessuali derubate della
dignità, dell'infanzia, della salute. Donne la cui storia è stata
insabbiata dal governo giapponese che non si è mai assunto la
responsabilità di un atto così atroce, privando migliaia di donne
della loro dignità e delle giuste scuse. Migliaia di donne di cui
ancora oggi non si conosce il destino crudele a cui sono andate
incontro. Vittime innocenti. Donne senza volto. Donne senza identità,
conosciute solo come “donne di conforto”.
Emi non è mai stata una
donna di conforto ma è lì tra tutte quelle persone, perché
qualcosa o qualcuno la lega a tutti quei destini. L'anziana donna si
guarda intorno in cerca di un viso familiare. Un volto che riemerge
con forza dalla nebbia dei ricordi. Il volto di una ragazza fragile e
forte al tempo stesso, che ha fatto di tutto per proteggere Emi dal
male e dai soldati giapponesi. Una ragazza di soli 16 anni che nel
1943 venne rapita dall'esercito giapponese, allontanata con la forza
dalla sua famiglia e dalla piccola Emi. Chi è la ragazza? Presto
detto, il suo nome è Hana ed è la sorella maggiore di Emi. Quella
sorella di cui si sono perse le tracce da più di sessant'anni, ma a
cui l'anziana donna non ha mai smesso di pensare, nonostante abbia
cercato in tutti i modi di dimenticare il suo passato. Un passato che
è riemerso prepotentemente per essere affrontato, perché possiamo
pensare di nascondere tutto il dolore sotto la sabbia, riprendere in
mano la nostra vita e fare finta di nulla, ma quello che non sappiamo
è che non possiamo lottare contro il mare. Lui torna sempre e onda
dopo onda fa riemergere ciò che avevamo celato sotto la sabbia.
Perché il mare ci riporta ciò che era nostro, anche il dolore e
allora non ci si può voltare dall'altra parte, ma dobbiamo
affrontarlo, gettandoci con coraggio tra le sue acque e affrontare
finalmente noi stessi. Anche per Emi è arrivato il momento di
affrontare il suo passato e per noi quello di conoscere finalmente la
storia di Hana.
“A volte le vecchie
ferite devono essere riaperte per poter guarire davvero...”
(citazione tratta dal testo)
Emi e Hana saranno le due
voci narranti che si alterneranno in questo splendido e struggente
romanzo scritto da Mary Lynn Bracht. Due voci narranti che ci
catapulteranno in due epoche storiche diverse, svelandoci non solo la
storia delle due protagoniste, ma un periodo storico doloroso e
violento, dove la paura e la sofferenza hanno accompagnato per molti
anni i coreani, costretti a sottostare al predominio e al potere del
governo giapponese. Un predominio caratterizzato da violenza e
soprusi, negando ai coreani la possibilità di parlare o leggere
nella loro lingua madre, trattandoli come cittadini di second'ordine,
i cui diritti e la cui dignità vennero calpestati senza alcun
rispetto.
Mary Lynn ha scritto un
romanzo bellissimo, intenso, emozionante e profondo. La sua scrittura
è fluida e le sue parole, apparentemente semplici, sono in realtà
dirette ed efficaci. Parole che diventano dei veri e propri pugni che
colpiscono il lettore, lasciandolo spiazzato, dolorante e con un
senso di vergogna che l'accompagna per tutta la durata della lettura.
L'autrice è riuscita a
trovare il giusto equilibrio tra l'alternarsi dei salti temporali e
delle voci narranti rendendo la lettura scorrevole e la trama
intrigante, catturando l'attenzione del lettore sin dalle prime
pagine.
Il personaggio di Hana
cattura letteralmente la scena, la sua storia è così dolorosa e
intensa che afferra il lettore e non lo lascia andare fino alla fine
del romanzo, portandolo con sé e facendogli vivere tutte le
umiliazioni, i soprusi e le violenze subite, costringendolo a
guardare dritto negli occhi del nemico, a vivere in prima persona le
violenze e a non arretrare mai di fronte al dolore.
Riuscirà Hana a
sopravvivere? Emi ritroverà Hana?
Non voglio svelarvi nulla
perché il romanzo va letto e vissuto intensamente.
Seguite Emi e Hana,
tuffatevi tra le acque della piccola isola di Jeju, immergetevi con
le donne haenyeo, riportate alla luce le voci silenziose delle donne
di conforto e fatevi avvolgere dalla bellezza del romanzo, ne
uscirete diversi e consapevoli che dal passato si può imparare e
migliorare, ma soprattutto non si deve dimenticare.
Buona lettura!!
Marianna Di Bella
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