Titolo: Le donne del castello
Autrice: Jessica Shattuck
Editore: HarperCollins
Seconda Guerra Mondiale.
Burg Lingenfels è un antico
castello ubicato nella campagna della Germania dell'Ovest.
L'imponente fortezza appartiene alla famiglia Von Lingenfels e
solitamente è disabitato per una buona parte dell'anno, è privo di
acqua corrente e possiede un generatore elettrico che basta a
malapena a far funzionare un grammofono.
Con la fine del Terzo Reich,
Marianne Lingenfels torna a vivere nel castello insieme ai suoi tre
figli, per allontanarsi dal pessimo clima che aleggia nella città.
La donna è vedova di Albrecht, uno dei membri del gruppo che
organizzò l'attentato a Hitler. Come moglie di un traditore di
sangue nobile, è costretta a un solitario confinamento. La donna non
è preoccupata per questo, al contrario, è concentrata su un
obiettivo importante, tenere fede alla promessa fatta al marito e
agli altri uomini della resistenza: trovare le mogli e i figli di
tutti i membri del gruppo che ha cospirato contro Hitler, per
prendersi cura di loro. Così con l'aiuto del tenente americano
Peterman inizia la sua ricerca e trova Benita e suo figlio Martin;
Ania e i suoi due figli.
Questa nuova e allargata
famiglia, si ritroverà a vivere insieme cercando di sopravvivere
alla fame, al dolore e agli innumerevoli segreti che tormentano le
loro anime già sofferenti da anni di guerra.
Tre donne diverse per
estrazione sociale e culturale.
Tre donne diverse
caratterialmente.
Tre donne con un passato
fatto di dolore e sofferenza.
Tre donne che conviveranno e
si coalizzeranno in un periodo storico in cui la diffidenza, la
sfiducia, l'indifferenza e la paura rappresentano lo stato emotivo
dell'epoca.
“(...)Benita non
si faceva illusioni. Era un animale come tutti, indifferente alle
sofferenze degli altri come gli altri lo erano delle sue.”
(citazione tratta dal testo)
Jessica Shattuck ha creato
una trama intensa, struggente e forte nel suo messaggio. Un romanzo
che colpisce al cuore e allo stomaco del lettore, lasciandolo
sorpreso e basito di fronte a certe scelte o atteggiamenti delle
donne. Atteggiamenti che appaiono freddi, impassibili, a volte
enigmatici e spesso incomprensibili. Ma nulla è lasciato al caso, al
contrario, l'autrice ha evidenziato quelli che potevano essere i
comportamenti di allora, togliendo spazio al sentimento per far
spazio al coraggio e alla caparbietà di tre donne che hanno fatto di
tutto per sopravvivere, anestetizzando il loro cuore e la loro anima.
L'autrice ha posto il
lettore al centro di ogni scena o scelta, infondendogli innumerevoli
dubbi e molteplici domande, spingendolo a chiedersi come avrebbe
reagito se si fosse trovato nei panni delle tre protagoniste o se
avesse vissuto in quell'epoca. Avrebbe assecondato il proprio istinto
o seguito la corrente? Avrebbe guardato dall'altra parte, chiudendo
gli occhi di fronte all'orrore, la miseria e la morte? Avrebbe
lottato, perseguendo la verità e la giustizia o avrebbe scelto il
silenzio?
Difficile dare una risposta,
quello che il lettore può fare è leggere la storia scevro da
qualsiasi pregiudizio o preconcetto.
“La pace e
l'abbondanza degli ultimi tempi erano come una sottile trapunta
allargata su un mucchio di letame. Nessuno era innocente.”
(citazione tratta dal testo)
Marianne, Benita e Ania sono
tre donne apparentemente fragili, ma la loro determinazione,
caparbietà e coraggio le ha salvate da loro stesse e in momenti
critici. Sono donne dalle molteplici sfumature che il lettore
imparerà a conoscere pagina dopo pagina, avvenimento dopo
avvenimento. Spesso sono un enigma l'una per l'altra e pur
condividendo lo stesso spazio e un tratto della loro vita, molti dei
loro segreti rimangono chiusi ermeticamente nel loro cuore.
Ho trovato il personaggio di
Marianne meno energico e forte rispetto a Benita e Ania, forse avrei
dato più spazio e incisività al suo carattere e alla sua storia.
“Le loro vite si
erano intrecciate in uno strano momento, un momento senza tempo,
reciso dal passato, prima del futuro. Un momento dettato da bisogni
basilari. Cosa ne sapevano in realtà, l'una dell'altra?”
(citazione tratta dal testo)
“Se c'era una cosa
che aveva imparato, era che bisognava agire. Tirarsi su e affrontare
gli ostacoli che si incontravano sulla propria strda. Stare seduti ad
aspettare equivaleva alla morte.”
(citazione tratta dal testo)
Cosa succederà ad Ania, Benita e Marianne? Riusciranno a dimenticare
gli orrori della guerra? Riusciranno a ricostruire se stesse e la
propria vita?
A voi scoprirlo, lasciandovi travolgere dalle parole e dal romanzo
di Jessica Shattuck.
“Le donne del castello” vi aspettano.
Buona lettura!!
(Marianna Di Bella)
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