venerdì 14 settembre 2018

Recensione: "La treccia" - Laetitia Colombani


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Titolo: La Treccia
Autrice: Laetitia Colombani
Editore: Casa Editrice Nord





Tre donne.
Tre destini.
Tre storie.
Tre fili...una sola treccia.


Smita, Giulia e Sarah sono tre giovani donne che non hanno nulla in comune. Vivono in continenti e realtà culturali diverse. Il loro status sociale ed economico è disuguale, così come la famiglia, il lavoro, gli studi e la quotidianità. Tre donne che non si conoscono, eppure qualcosa di sottile e fragile le unirà profondamente e in maniera indissolubile.
Smita vive in India ed è una dalit, un'intoccabile. Costretta a vivere ai margini della società, del sistema, esclusa da tutto e senza alcun diritto. Oltre ad essere un'intoccabile, Smita è invisibile agli occhi del mondo e del villaggio in cui vive, costretta a camminare a bordo della strada, abbassando lo sguardo e a non attirare troppo l'attenzione. Non ha diritti, solo obblighi a cui deve sottostare e da cui non può sfuggire. Ma Smita è forte, combattiva, con una volontà incrollabile tale da decidere che sua figlia non seguirà il suo stesso destino. No, sua figlia Lalita andrà a scuola e avrà un futuro migliore e nuove possibilità, ma per farlo dovrà ribellarsi e fuggire dal villaggio.
Giulia, invece, vive a Palermo e lavora nel laboratorio di famiglia. Una piccola azienda famosa per la creazione di parrucche realizzate con capelli veri. Un lavoro che si tramanda da generazioni, un lavoro a cui il padre si dedica con forza e determinazione; ma qualcosa costringerà Giulia a prendere in mano le redini della situazione per evitare il fallimento dell'azienda.
Sarah, invece, vive a Montréal ed è socia in un famoso studio di avvocati. È divorziata, ha tre figli e ha sacrificato molto della sua famiglia e della sua vita per inseguire il successo, affermandosi nel lavoro, accrescendo il suo Io sociale. Ma qualcosa la costringerà a fermarsi, un male che non guarda in faccia a nessuno e colpisce tutti indistintamente.
Smita, Giulia e Sarah dovranno trovare il loro personale coraggio per affrontare le sfide che la vita pone loro davanti. Ci riusciranno? A voi scoprirlo. Seguite i tre fili e lasciatevi avvolgere dalle loro storie, soprattutto da quella di Smita che risulta essere la più forte, la più incisiva, intensa ed emozionante. Una donna la cui forza viene fuori con potenza e intensità in ogni rigo e pagina. Una donna che decide di rischiare tutto, anche la vita, pur di non legare sua figlia al suo misero destino di invisibile e intoccabile.

(...) sii felice, non dovrai fare la mia vita, crescerai sana, non tossirai, avrai una vita migliore, più lunga, e la gente ti rispetterà. Non sarai marchiata da questo fetore infame, da quest'odore indelebile e maledetto, avrai una dignità. Nessuno ti lancerà gli avanzi come un cane. Non chinerai mai la testa né lo sguardo.”
(citazione tratta dal testo)

Le altre due storie, in confronto, sono deboli e presentano alcuni luoghi comuni o stereotipi che non ho gradito. Sarah rappresenta la donna occidentale moderna, dedita al lavoro e alla carriera, convinta che nulla possa fermarla lungo l'ascesa al successo....nulla tranne la malattia. Ho trovato la descrizione della donna troppo fredda, preoccupata solo del lavoro e inesistente nella vita dei figli. È talmente concentrata su se stessa e la sua carriera da non creare legami affettivi con nessuno. Ho trovato il personaggio e la sua descrizione una forzatura per incanalarlo nella figura della donna di successo, estremizzando la sua ossessione per il lavoro, per l'affermazione sociale di sé e il totale disinteresse verso i figli. Neanche la malattia la pone di fronte a una presa di coscienza del valore della vita e della sua famiglia. È troppo in tutto e in maniera negativa. È un personaggio con cui non sono riuscita a creare un rapporto empatico, pur cercando di comprendere il suo modo di ragionare e vivere.
Giulia è il personaggio meno forte nel romanzo e a mio parere è quello che necessitava di più descrizione, attenzione e analisi del suo carattere. Anche qui ho trovato luoghi comuni che non ho apprezzato, plausibili e comprensibili in un determinato periodo storico e in alcuni paesini, ma inverosimili nella Palermo di oggi.

“Come vorrebbe essere diversa, avere la forza di agire invece di stare seduta in un angolo mentre la vita le passa accanto.”
(citazione tratta dal testo)

La trama è bella, la scrittura fluida, semplice e il messaggio finale è forte, coinvolgente ed emozionante, ma amando profondamente i libri con protagoniste femminili forti e combattive, non ho apprezzato gli stereotipi con cui sono state rappresentate. Mi aspettavo molto da questo romanzo e purtroppo le mie aspettative sono state deluse, ma ciò non vuol dire che voi dobbiate pensarla come me, al contrario, è importante che scopriate da soli la storia per farvi un opinione personale e chissà...confermare o meno il mio punto di vista.
Buona lettura!!!



(Marianna Di Bella)

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