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venerdì 18 dicembre 2020

Recensione: "Gridalo" - Roberto Saviano

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Titolo: Gridalo
Autore: Roberto Saviano
Editore: Bompiani




Roberto Saviano è tornato ad allietare le nostre letture e le nostre menti con un nuovo e potente libro.

Un libro imponente, non solo per il numero di pagine, ma per la forza delle storie in esso contenute e per il messaggio che ognuna di loro porta con sé.

In questo testo, l'autore si rivolge direttamente al lettore in un dialogo intimo e personale. Un dialogo che diventa una confidenza profonda. Un sostegno. Una di quelle chiacchierate che si fanno tra amici, in cui ci si confronta e aiuta, dandosi consigli e suggerimenti su problemi personali, sociali etc.

L'autore diventa il nostro confidente, quell'amico sincero che preferisce dirci la verità, anche se fa male, piuttosto che illuderci che tutto vada bene. Un amico che, nonostante tutto, sarà al nostro fianco consigliandoci e aiutandoci a vedere la realtà dei fatti, oltrepassando la cortina della superficialità e dell'apparenza, svelandoci gli intrighi, le falsità e il gioco nascosto dietro finti sorrisi e parole. Abbattendo quel gioco di illusioni che la società, la politica etc. vogliono propinarci per nascondere le vere intenzioni. E proprio come un amico, ci aiuta senza ergersi a professore e senza voler impartire lezioni trattandoci con freddezza e distacco, affermando e imponendo le sue idee come giuste e vere. Niente di tutto questo perché Roberto Saviano non è così e non lo è mai stato. Sin dalle prime frasi della prefazione ci mette a nostro agio, dandoci del tu e confidandoci che, seppure rivolgendosi al se stesso adolescente, questo testo è per tutti, nessuno escluso e, cosa più importante, non vuole dirci cosa dobbiamo fare o pensare, al contrario vuole darci gli strumenti per comprendere i giochi di potere e svelare la verità in modo che possiamo capire da soli cosa sia giusto o sbagliato e come agire di conseguenza seguendo sempre il nostro pensiero.

Allora parlo a te, che mi stai leggendo, come fossi un altro me.

(…)

Sei un uomo, sei una donna, anche questo in qualche modo è indifferente, sei comunque tu, l'altro me, quello a cui gli incastri non tornano e che ha sempre la sensazione di vivere il rovescio della storia e non il suo dritto.

Ecco, io voglio mostrarti cosa c'è sotto traccia...”

(citazione tratta dal testo)

Roberto Saviano ci regala un libro che vuole essere una mappa per attraversare e comprendere un mondo sempre più difficile e repressivo che ci vuole tutti uguali, senza identità e senza libertà di parola. Una mappa che ci aiuta a capire i meccanismi, e non a trovare scorciatoie, perché la cosa importante non è la lunghezza della strada per giungere all'obiettivo, ma capire, imparare e sbagliare lungo il tragitto, perché solo sbagliando si comprendono gli errori e si migliora.

Consegnandoti una mappa, cerco solo di farti arrivare al punto dove sono arrivato io, cosicché tu possa patire da dove io non ce l'ho fatta ad andare oltre. Non voglio farti percorrere strade già battute per tenerti dentro a un sentiero segnato, non voglio insegnarti la prudenza, al contrario voglio portarti nel punto in cui la prudenza deve diventare azzardo e la saggezza temerarietà, perché forse solo così si arriva a tracciare una strada nuova.”

(citazione tratta dal testo)

“Gridalo” sarà la nostra mappa. La bussola che ci condurrà, non solo verso la comprensione di fatti importanti, ma anche alla comprensione di noi stessi e l'autore sceglie come guide le storie di persone diverse per vissuto, professione, nazione ecc. ma tutte accomunate dalla loro forza interiore, dalla potenza delle loro parole. Persone che hanno lottato strenuamente per difendere il diritto alla parola e all'espressione. Quella parola che, ieri come oggi, è il vero nemico dei poteri forti. Un nemico da abbattere e sconfiggere in ogni modo, perché la parola è la sola e unica arma in grado di svelare la verità. Allora pur di fermarla tutto diventa lecito e giustificato, perché permettere alle persone di pensare autonomamente, vuol dire dare loro la chiave per svelare gli intrighi, per ribellarsi e contestare ogni cosa, difendendo il proprio pensiero e lottando per i propri diritti.

Fanno paura, le parole! Le parole attraversano i secoli, bucano le pareti, prendono dimora nei cuori, abitano le coscienze, non sono isolate dalla segregazione, non vengono strozzate dalla corda, sono immuni al fuoco, non vengono dilaniate con lo squartamento, non vengono colpite dai proiettili né sventrate dal tritolo.

Il punto è se pronunciarle o no, quelle parole. Perché ogni parola ha un prezzo altissimo, e questo prezzo si paga in termini di fastidio, astio, di derisione, di calunnia, d'invidia, d'isolamento, di minaccia, di tortura, di reclusione, di morte.”

(citazione tratta dal testo)

Meglio tenere la gente all'oscuro nella loro ignoranza, perché meno parole conoscono e meno possibilità hanno di esprimere pensieri e opinioni relegandole al vuoto e all'annientamento mentale, rendendole simili nei gusti, nelle scelte e quindi facilmente controllabili e gestibili. Fortunatamente, c'è sempre chi si ribella a tutto questo diventando così il nemico da sconfiggere. Come distruggerlo? No, non con la violenza, quella è la soluzione estrema, bensì con altre tecniche più subdole e deleterie: la delegittimazione dell'individuo in quanto tale, denigrando la sua persona con commenti cattivi sull'aspetto fisico, sulla vita privata ecc. Denigrare la persona e non il pensiero è l'arma per distruggere chi vuole difendere se stesso e gli altri.

La delegittimazione distrugge più della morte perché insinua cellule cancerogene non nei nemici, ma negli amici. Ecco perché l'unico modo di combatterla, non appena ci si accorge che sta cominciando a iniettare il suo veleno, è gridarlo. Gridarlo forte.”

(citazione tratta dal testo)

Roberto Saviano ci presenta, così, diversi personaggi che, in un modo o nell'altro, hanno lottato per difendere i propri diritti. Donne e uomini che hanno usato la loro intelligenza e parola per lottare. Uomini e donne che di fronte alla verità e alla possibilità di svelarla, non si sono tirati indietro e hanno lottato con coraggio per dare voce a tutti. Hanno gridato forte e chiaro il proprio pensiero e le proprie idee. Un grido che arriva dritto alle nostre orecchie, alle nostre anime, colpendo in nostri pensieri lasciandoci tramortiti a riflettere su tutto, facendoci prendere atto che non ci si può più nascondere o voltare la testa dall'altra parte, ma bisogna prendere esempio e gridare ogni volta che assistiamo a un'ingiustizia, violenza, delegittimazione, qualsiasi cosa che colpisca l'individuo.

Gridare per difendere i nostri e altrui diritti.

Gridare sempre e comunque perché la verità emerga e trionfi. E ogni capitolo, personaggio, parola scritta sono un grido forte, potente e liberatorio. Un grido passionale che scuote e riempie le nostre anime, regalandoci la speranza di riuscire a scoprire la verità, per questo è importante conoscere e comprendere il gioco subdolo della delegittimazione e dei poteri forti.

Roberto Saviano racconta in modo passionale, fluido e intenso i diversi personaggi e loro storie, regalandoci un testo importante e potente. Un libro che deve essere letto lentamente, con calma, non per la difficoltà comprensiva ma per l'importanza dei temi trattati. Ogni pagina racconta una storia che deve essere letta e riletta, perché cela al suo interno messaggi significativi e profondi che incidono sulla nostra anima.

Le storie che ti racconterò, se saprai leggerle, potrebbero all'occorrenza farti da scudo. Spero persino da munizione, una munizione particolare che, quando esplode,concede vita invece che toglierla. Considerala il regalo di un amico, di un reduce, oppure consideralo una lanterna.”

(citazione tratta dal testo)

“Gridalo” è un libro che ho amato moltissimo, non solo per le diverse storie, ma per il modo unico e inimitabile che ha Roberto Saviano di raccontare persone e avvenimenti. Un modo empatico e diretto attraverso il quale fa sentire il lettore completamente immerso nella storia, respirandone il dramma, il dolore, la forza, la caparbietà delle azioni e delle idee.

Leggere il libro è un'esperienza unica e intensa che consiglio a tutti, perché dopo averlo fatto vi renderete conto di guardare il mondo in maniera diversa, più consapevoli e maturi, capendo che non si può più voltare la testa dall'altra parte, non si può più ignorare la realtà dei fatti, non si può aspettare che siano solo gli altri a lottare...è arrivato il momento di fare la nostra parte, gridando forte il nostro dissenso.

Prendete il libro, apritelo e fate vibrare la voce di Roberto Saviano, lasciandovi guidare dalle sue parole e dalle sue storie. Seguitele e intraprenderete un viaggio da cui tornerete diversi e più consapevoli. Un viaggio in cui scoprirete quella voglia di gridare che avete represso perché, finalmente, non vi sentirete soli ma sostenuti e compresi da un autore che sa benissimo cosa si prova ad essere attaccati dalla macchina del fango. Un uomo che parla direttamente alle nostre anima e coscienze, aprendo i nostri occhi e i nostri cuori. Un uomo che ci invita a gridare e allora gridiamo più forte che possiamo.

Gridalo che non vale la pena

vivere a queste condizioni,

gridalo che tutto deve cambiare.”

(citazione tratta dal testo)

Buona lettura.



Marianna Di Bella



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

venerdì 17 gennaio 2020

Recensione: "La scomparsa di Stephanie Mailer" - Joël Dicker

 

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Titolo: "La scomparsa di Stephanie Mailer"
Titolo Originale: "La Disparition de Stephanie Mailer"
Autore: Joël Dicker
Editore: La Nave di Teseo



 
A una settimana dalla pensione e durante un piccolo ricevimento organizzato per salutare i colleghi, il capitano Jesse Rosenberg viene avvicinato dalla giornalista dell'Orphea Chronical, Stephanie Mailer. La donna comunica al capitano che il caso seguito da lui e dal suo amico e collega Derek Scott, vent'anni prima, esattamente nel 1994, non è stato risolto in maniera adeguata perché la persona incriminata era ed è innocente.

Ha visto ciò che voleva vedere e non ciò che le veniva mostrato. È stato questo il suo sbaglio, vent'anni fa.”
(citazione tratta dal testo)

Naturalmente la donna ha le prove necessarie per confermare la sua accusa, deve solo incontrare la perona che le fornirà le giuste risposte su quel misterioso caso. Il destino, però, giocherà un brutto scherzo perché Stephanie scomparirà misteriosamente e con lei le risposte e il probabile assassino.
Cosa è accaduto alla ragazza?
Aveva realmente capito l'identità del vero assassino?
E, soprattuttto, di quale caso si sta parlando?
Vent'anni prima, nella piccola cittadina balneare di Orphea, nella regione degli Hamptons (Stato di New York), vennero brutalmente uccise quattro persone. Meghan Palladin, mentre faceva jogging, il sindaco, sua moglie e il figlio di dieci anni. Un omicidio apparentemente inspiegabile e complesso, condotto da due giovani e ambiziosi agenti: Jesse Rosenberg e Derek Scott.
L'indagine risulta da subito complessa e articolata ma, i due giovani uomini sono tenaci e si impegnano con tutte le loro forze e capacità nel trovare l'assassino, soprattutto, perché è la loro prima indagine e si stanno giocando credibilità e professionalità. Con coraggio e determinazione i due uomini portano a termine l'indagine svelando l'identità dell'assassino, ma dopo le rivelazioni della giornalista tutto acquista un nuovo significato, i dubbi emergono portando tanta confusione. Cosa è realmente accaduto la sera del 30 luglio 1994?
Lascio a voi scoprire la verità, dovrete solo seguire le nuove e vecchie indagini condotte da Jesse, Derek e da una nuova compagna, la vicecomandante Anna Kanner. I tre protagonisti verranno completamente assorbiti dalle nuove indagini, testimoni, personaggi e depistaggi che li porteranno a scoprire verità troppo a lungo celate. Un'indagine che sarà un ritorno al passato, tra verità, misteri e fantasmi scomodi.
La lettura è scorrevole e conquista subito il lettore, grazie ai capitoli brevi e ricchi di particolari e suspense che accendono la sua curiosità spingendolo a proseguire la lettura per approfondire alcuni dettagli e scoprire la verità.
Ogni capitolo vede protagonisti diversi personaggi che saranno anche le voci narranti delle loro vicende personali e non, dandoci il loro punto di vista sulla situazione, evidenziando pensieri, dubbi, perplessità, arricchendo in questo modo la nostra conoscenza del caso. Putroppo, all'interno dei capitoli, capita spesso di ritrovarsi a passare da una narrazione in prima persona a parti narrate in terza pesona. In questo modo si crea molta confusione e sinceramente ha inciso sulla mia lettura, rendendola un po' difficoltosa, costringendomi a fermarmi per cercare di capire di chi si stesse parlando in quel preciso momento.
Altro particolare negativo sono i numerosi personaggi che si intrecciano all'interno del romanzo, insieme alle loro numerose verità che si svelano durante la lettura depistando il lettore e portandolo spesso fuori strada, confondendolo e allontandandolo dalla verità e dalla soluzione del caso. Probabilmente è tutto creato appositamente dall'autore per costruire uno stile narrativo coinvolgente e interssante ma, io ho trovato alcune verità e alcuni personaggi eccessivi, inutili e non di vitale importanza per la storia. Tutto questo, purtroppo, ha inciso sulla trama, rendendola troppo lunga. Le prime pagine sono interessanti e coinvolgenti, ma addentrandosi nella storia le troppe verità e i numerosi personaggi fanno perdere di mordente alla trama.
L'autore, nonostante questi particolari, scrive in maniera semplice, interessante e piacevole e il romanzo è a sua volta semplice e diretto come le sue parole.
Cosa è accaduto a Stephanie Mailer?
Chi ha commesso il quadruplo omicidio?
Cosa si nasconde dietro i tanti misteri?
Riusciranno Jesse, Derek e Anna a risolvere l'indagine?
A voi scoprire il mistero, preparatevi perché la storia è lunga e la mole del libro richiede attenzione, curiosità e concentrazione.

...l'importanza di un segreto, in fondo, è più in ciò che nasconde che in quello che rivela.”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura.



(Marianna Di Bella)

venerdì 22 novembre 2019

Recensione: "La casa degli specchi" - Cristina Caboni

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Titolo: "La casa degli specchi"
Autrice: Cristina Caboni
Editore: Garzanti



La paura è un'emozione destabilizzante e paralizzante. È infida e colpisce quando si abbassa la guardia, quando si è più indifesi e impreparati a gestirla e combatterla. Arriva e immobilizza, il battito accellera e ci sentiamo sopraffatti dal terrore, incapaci di muoverci, agire e pensare con razionalità. È talmente forte il senso di disagio e panico che ci blocchiamo, ci chiudiamo in noi stessi, timorosi di tutto ciò che ci circonda, delle persone e dei luoghi. Ci chiudiamo al mondo pensando di risolvere i problemi ma, in realtà, ci stiamo imprigionando in noi stessi insieme al terrore che ci accompagna come un fedele compagno in qualsiasi posto decidiamo di nasconderci. È sempre lì a ricordarci che esiste, che possiamo fuggire anche dall'altra parte del mondo, illudendoci di essere finalmente liberi, ma quando meno ce l'aspettiamo eccola, la paura, spuntare di nuovo e colpire. Fino a quando non decidiamo di affrontarla e combatterla definitivamente, liberandoci dal senso di oppressione, insicurezza e dalla sensazione di doverci sempre guardare le spalle e difenderci.
Non è semplice, ci vuole una grande forza di volontà per trovare il coraggio di riappropriarci di noi stessi, della nostra vita, per essere finalmente liberi di vivere appieno ogni attimo della nostra esistenza con leggerezza e serenità. Un percorso irto di difficoltà ma, nella vita nulla è facile e se vogliamo qualcosa dobbiamo imparare a lottare strenuamente ed è ciò che impareranno le protagoniste dell'ultimo libro di Cristina Caboni. Due donne unite da un legame di sangue e da un passato che cela misteri e sparizioni.

“Sapeva cos'era la paura e come poteva ridurre una persona: viveva in casa sua da sempre, era stata una compagna costante per i suoi genitori e poi, tramite loro, anche per lei.
Era un'amica apparentemente affettuosa, la paura, ma in realtà odiava chiunque. Uno sguardo, una parola lasciata cadere nel mezzo di una frase poteva diventare un muro invalicabile.
La paura amava solo chi la nutriva.
La paura era distacco da ogni cosa.”
(citazione tratta dal testo)

Questa volta l'autrice ci conduce tra le strade e i vicoli di Positano, una terra dove i profumi dei limoni e del mare si mischiano e amalgamano insieme ai colori e al calore di una terra ricca e passionale. Qui si trova la “casa degli specchi”, una villa su tre piani, con un panorama mozzafiato che si affaccia sul mare blu e sconfinato. La casa ha una particolarità, un atrio circolare con 12 specchi alle pareti, le cui cornici sono state realizzate dal proprietario Michele Loffredi, conosciuto a Positano come il maestro dell'oro. Un artista gioielliere che con le sue collezioni ha fatto innamorare le grandi attrici degli anni Cinquanta e Sessanta.
Oggi Michele ha 90 anni e la sua memoria gli sta giocando brutti scherzi. L'uomo soffre di Alzheimer e il passato si va piano piando sbiandendo e sparendo. Non tutto, qualcosa rimane ancora vivido nella sua memoria, il ricordo della moglie Eva Anderson, sparita senza alcuna spiegazione logica anni e anni prima. Cosa le è accaduto? Nessuno lo sa, ma il passato sta tornando a bussare alla porta della villa facendo riemergere ricordi, emozioni e misteri mai svelati. Durante i lavori di recinzione, si apre una buca nel terreno, riportando alla luce uno scheletro che giace lì da anni, a chi appartiene? È Eva Anderson? Quale mistero si cela dietro questo ritrovamento? È ciò che si chiede Milena, nipote di Michele e protagonista del romanzo. La ragazza si è rifugiata a Positano, non solo per stare accanto al nonno ma, per prendere una decisione importante riguardante la sua vita. Ciò che non sa è che, invece, si ritroverà a scoprire un passato di cui non sapeva nulla, recuperando la figura della nonna che per lei e sempre stata una figura evanescente...un fantasma. Nessuno in casa ha mai parlato troppo di questa donna, sparita nella vita e nei ricordi familiari. Ricordi che scopriremo insieme a Milena e grazie a un salto indietro nel tempo, quando una giovanissima Eva arriva in Italia intorno alla fine degli anni Cinquanta. Una giovane attrice in cerca di lavoro che appena giunta a Venezia conosce Michele e l'amore tra i due giovani scatta in maniera forte e intensa ma, qualcosa nel passato di Eva la perseguita, una paura che ha cercato di lasciare in America per ricostruire una nuova vita e sentirsi finalmente libera. Ma il passato sta tornando anche per Eva e potrebbe minare l'amore e la serenità che la ragazza sta costruendo con Michele. Chi minaccia la sua felicità? Di cosa ha paura? Chi o cosa la perseguita? Scoprirlo sarà il vostro compito, io vi lascio sulla terrazza della villa e nel mentre mi godrò il panorama e i colori di Positano. Posso però dirvi cosa ne penso del romanzo, senza svelarvi nulla sulla storia e l'epilogo.

“La verità è tutto ciò che importa davvero.”
(citazione tratta dal testo)

Cristina Caboni sa narrare e appassionare il lettore con storie semplici, delicate e piene di sentimenti. La lettura è coinvolgente e scorrevole e, come sempre, l'autrice riesce a trovare un episodio storico su cui costruire parte della romanzo, integrandolo perfettamente alla trama e ai personaggi. Questa volta il nostro viaggio nel tempo riguarderà il periodo del maccartismo e la caccia alle streghe degli americani contro i cittadini sovietici residenti negli Stati Uniti d'America. Una caccia, spesso illogica, verso qualsiasi cittadino di origine russa, o che abbia avuto anche solo un legame superficiale con l'Unione Sovietica. Un clima di persecuzione e paura che hanno vissuto non solo i cittadini di russi ma anche tutti coloro che esprimevano un pensiero che poteva essere ritenuto filorusso. L'autrice ha preso questo tema, l'ha contestualizzato all'interno della trama, inserendovi altri elementi interessanti come il cinema, il mistero, la sensazione di paura e oppressione, l'amore, la famiglia, i silenzi e ha creato un romanzo delicato e piacevole.
Seppur piacevole, questa volta, i protagonisti e i vari personaggi non mi hanno affascinata e ammaliata, li ho trovati poco empatici e anche un po' controversi nelle emozioni e negli atteggiamenti, soprattutto, Milena. Nel romanzo afferma di essere diretta senza girare intorno alle cose, e mi aspettavo un carattere forte e deciso, invece l'ho trovata insicura e titubante. Così come non mi hanno affascinata gli altri personaggi a cui personalmente avrei dato più spazio, ho sempre avuto la sensazione che rimanessero delle figure ai margini della storia senza dare un'impronta decisa e forte, come ad esempio la figura del maresciallo che conduce le indagini, di cui non si capisce fino in fondo il suo carattere e se nasconde o meno qualcosa. Oppure la fiugra della mamma di Milena, nonché figlia di Michele e Eva, sappiamo che muore giovane e poi basta, altra figura evanescente che si perde tra le righe del romanzo.
Un'altra cosa che non mi ha convinta del tutto, è la costruzione del testo. Le basi e gli elementi sono gli stessi: due protagoniste legate o da un legame di sangue o da una passione reciproca, un viaggio temporale tra passato e presente, una morte misteriosa e una ricerca nel passato per comprendere e migliorare il presente. Elementi che rendono, almeno per me, la storia prevedibile, perdendo quel senso di unicità e pathos che ci si aspetta dal romanzo. Peccato perché, ripeto, il romanzo è piacevole, delicato e l'autrice sa affrontare molto bene i sentimenti e le emozioni dell'essere umano, eppure molte di queste, personalmente, le ho vissute in maniera prevedibile e poco emozionante.
Come sempre lascio a voi il piacere di scegliere, leggere e scoprire il testo.
Buona lettura.




(Marianna Di Bella)

lunedì 9 settembre 2019

Recensione: "Le ragazze di Parigi" - Pam Jenoff

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Titolo: "Le ragazze di Parigi"
Titolo Originale: "The Lost Girls of Paris"
Autrice: Pam Jenoff
Editore: Newton Compton Editori




Accettare la verità non è facile, ma arriva un momento nella vita in cui non è più possibile sottrarsi ad essa, e allora bisogna decidere se soccombere per sempre o affrontarla a muso duro, consapevoli che le vecchie ferite potrebbero riaprirsi facendoci provare un dolore indicibile.
Affrontare la verità vuol dire riportare alla luce segreti celati; vuol dire guardare in faccia se stessi e le scelte intraprese fino ad allora. Perché la verità non è formata solo dal bianco e dal nero, bensì da una serie di sfumature che ci aiutano a spiegare e comprendere le scelte iprese.
Ci aiutano a riconoscere e accettare comportamenti spesso incomprensibili.
Ci aiutano a trovare pace nella nostra anima e in quella degli altri.
La verità è liberazione.

Verità.
Quella che stanno cercando le protagoniste di questo nuovo romanzo storico di Pam Jenoff.
L'autrice ci accompagna in un nuovo viaggio alla scoperta di un altro capitolo riguardante la Seconda Guerra Mondiale, e come sempre le protagoniste sono donne forti e coraggiose.
Donne come Marie, Eleanor e Grace.
Ma andiamo con ordine, calma e pazienza e cerchiamo di capire chi sono le tre giovani protagoniste.
Il romanzo prende vita a New York, nel 1946, in una fredda e ventosa mattinata di febbraio. La gente corre trafelata cercando di giungere in orario al proprio posto di lavoro, destreggiandosi tra i mezzi pubblici e il traffico che blocca le principali vie della città.
Cosa succede? Un grave incidente ha paralizzato il centro, una donna è stata investita vicino alla Grand Central, la stazione newyorkese, e tutto sembra essersi fermato, bloccato. Ed è qui che troviamo Grace, una delle nostre protagoniste. Una giovane donna trasferitasi da poco meno di un anno nella Grande Mela per sfuggire a un dolore intenso che le sta divorando l'anima: la morte del marito Tom.
Grace sta cercando di ricostruire se stessa, ritrovando il suo equilibrio e la forza di lasciarsi dietro le spalle la sofferenza per la perdita del marito. E allora eccola aggirarsi vicino alla Grand Central, camminando trafelata cercando un punto di passaggio per superare il blocco, per arrivare in orario al lavoro. Ma la sua camminata verrà interrotta da uno scontro che le cambierà la giornata e, perché no, anche la vita. La donna, infatti, inciampa in una valigia nascosta sotto una panchina. Notoriamente curiosa, Grace apre la valigia e al suo interno trova indumenti e accessori da toilette, ma la sua attenzione verrà completamente catturata da 12 foto che immortalano giovani donne vestite con uniformi militari.
Chi sono? Perché le loro foto si trovano all'interno di quella valigia? A chi appartiene?
Grace rimane affascinata dalle foto e istintivamente le prende con sé, e questo piccolo gesto darà il via al romanzo e al nostro viaggio indietro nel tempo.
Un viaggio che ci riporterà al 1944, quando l'Europa era nel pieno della guerra, gli Alleati dovevano ancora sbarcare in Normandia e la fine del conflitto sembrava ancora lontana. La Francia era sotto attacco dei tedeschi e i partigiani cercavano di ostacolare i loro piani, grazie all'aiuto di spie inglesi intervenute per aiutarli negli atti di sabotaggio, riarmo e preparazione fisica e tattica.

Le spie non potevano nascondersi. Dovevano essere in grado di interagire con la gente del posto per poter ottenere informazioni.”
(citazione tratta dal testo)

Ed è in questo contesto storico che troveremo le altre due voci del romanzo: Eleanor e Marie.
Eleanor Tiggs è una donna fredda, distacca, che lavora come segretaria presso il SOE, una sezione dei servizi segreti, nata con lo scopo di “incendiare l'Europa”, inviando agenti inglesi per eseguire opere di sabotaggio alle infrastrutture francesi, rallentando l'avanzata dei tedeschi e preparando l'arrivo degli Alleati.
Purtroppo, qualcosa non va nel suolo francese, il numero degli agenti inglesi scoperti e arrestati è sempre più alto, così Eleanor propone di creare una rete di spie femminili.

Le donne erano mobilitate e avevano assunto ogni sorta di ruolo sul fronte interno, non solo come infermiere e sentinelle. Presidiavano i cannoni della contraerea e pilotavano aerei. Perché l'idea che potessero fare anche questo era tanto difficile da comprendere?”
(citazione tratta dal testo)

Eleanor è convinta che le donne siano le uniche a non destare troppi sospetti, e altrettanto capaci di destreggiarsi tra sabotaggi, comunicazioni via radio e rapporti con i cittadini francesi, osservando e carpendo ogni possibile informazione utile allo scopo.
Nasce, così, la sezione femminile che avrà una grande importanza strategica e storica, ma a cui purtroppo non verrà mai riconosciuto il giusto merito nel panorama storico e politico. Basti pensare che all'epoca le donne non potevano combattere, così, per aggirare l'ostacolo le spie lavoravano ufficialmente come membri del Fany, la Guardia Nazionale delle infermiere per il primo soccorso. Per non parlare poi del fatto che non tutti gli uomini accettarono di buon grado questa loro nuova missione, cercando di ostacolare il loro lavoro, ma si sa, non si può fermare la storia e il progresso sociale.

...avevano diritto di sapere quanto fossero state valorose le figlie, e a quale destino fossero andate incontro. Sentiva la rabbia bruciarle dentro pensando a quelle ragazze che avevano dato tutto per una promessa tradita.”
(citazione tratta dal testo)

Così, se Eleanor è agente capo del reclutamento della sezione femminile, Marie è una delle spie reclutate e inviate in Francia e...e qui mi fermo, ho detto e svelato anche troppo, quindi farò un passo indietro e vi lascerò scoprire da soli la storia. Vi lascerò conoscere tre donne che, con le loro voci, daranno vita e intensità a questo romanzo storico bello ed emozionante. Una storia dove il coraggio delle donne farà da sfondo a una storia intrigante e piena di suspense.
Il coraggio e la ricerca della verità sono i pilastri del romanzo. Elementi che sostengono e danno corpo al testo.
Pam Jenoff è un'esperta e attenta conoscitrice del periodo della Seconda Guerra Mondiale e per questo, ci regala un romanzo intenso e in grado di svelare ogni volta un capitolo storico interessante e poco conosciuto. Questa volta, ad esempio, conosceremo meglio il lavoro dell'agenzia SOE e comprenderemo il grande contributo dato dalle donne nei servizi segreti.
L'autrice ha uno stile impeccabile ed efficace nella costruzione del testo e nell'attrarre il lettore, tenendolo inchiodato alle pagine per tutto il tempo della lettura. Sa dosare bene l'attesa e la scoperta dei fatti, in un perfetto e delicato gioco di equilibrio tra il racconto e la verità degli avvenimenti.
La trama si sviluppa su tre piani temporali diversi che si rincorrono e si intrecciano dando ritmo al romanzo. Un ritmo ben cadenzato e delineato, ricco di suspense, che lascia il lettore con il fiato sospeso dall'inizio alla fine della storia.
La scrittura è scorrevole e intrigante. La lettura è fluida e non ci sono momenti lenti o noiosi.
I personaggi sono costruiti molto bene, ogni protagonista è diversa ed è caratterizzata da elementi, anche psicologici, che le rendono uniche e differenti l'una dall'altra. Ogni personaggio è ricco di sfumature caratteriali tali da renderli credibili nella lettura, così come credibile è la storia, ad eccezione di alcuni elementi inseriti alla fine del romanzo, che però non incidono negativamente sul risultato finale e sull'efficacia del testo.
Ve lo consiglio?
Sì. Ho amato profondamente questo romanzo, ha saputo regalarmi emozioni intense, particolari a me sconosciuti e ha saputo coinvolgermi e farmi sentire parte della storia.
Amo i romanzi storici ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, con protagoniste donne forti, coraggiose e determinate e questo testo è riuscito a coniugare tutti gli elementi in maniera, elegante, emozionante, intrigante e fluida.
Una storia che porterò con me per molto tempo.
Un libro che vi invito a scoprire e amare.

Aveva avuto il permesso di essere la persona che voleva essere, di vivere la vita a modo suo.”
(citazione tratta dal testo)

Inseguite la verità, affrontatela e vivete pienamente e liberamente la vostra vita.
Buona lettura.


(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.