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mercoledì 21 maggio 2025

Recensione: "L'Agnese va a morire" - Renata Viganò

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Titolo: L'Agnese va a morire

Autrice: Renata Viganò

Editore: Einaudi



Ci sono dei libri che lasciano un segno indelebile nella nostra anima e nella nostra cultura, affrontando tematiche importanti, riportando alla luce un periodo storico che, purtroppo, molti decidono deliberatamente di ignorare, relegandolo in fondo al cassetto della memoria. Una memoria, in questo caso, storica, che invece non può e non deve essere dimenticata, perché ignorare il passato, vuol dire dimenticare chi siamo, da chi veniamo, cosa abbiamo perso e cosa abbiamo conquistato.

Dimenticare il passato vuol dire dimenticare noi stessi e la nostra Storia.


“L'Agnese va a morire” di Renata Viganò è un testo intenso che tutti dovrebbero leggere per comprendere un periodo storico che è stato di vitale importanza per la liberazione del nostro Paese dal nazi-fascismo. Un libro che ricorda e rende onore a tutti i partigiani e le partigiane che, con il loro coraggio, i loro ideali e le loro vite hanno lottato perché l'Italia fosse libera, perché noi, cittadini del futuro, fossimo liberi di pensare. Liberi di vivere.

Quando ho deciso di leggere libri riguardanti il periodo storico della Resistenza, la mia scelta è caduta proprio sul testo di Renata Viganò, un libro che, ahimè, non avevo ancora letto. Mi è bastato leggere il primo capitolo per ritrovarmi immersa in un romanzo bello e intenso. Un libro che mi ha conquistata, emozionata e mi ha permesso di osservare da vicino il merito dei partigiani e la figura emblematica di Agnese.

Siamo nel settembre del 1943 e l'Italia ha firmato l'armistizio. Questo, però, non ha posto la fine della guerra ma solo l'inizio di un'occupazione pericolosa e mortale.

Agnese vive nel suo paesino, insieme al marito malato. La sua vita è ordinaria e scandita da semplici attività: il lavoro di lavandaia e il prendersi cura del marito. Agnese è una donna semplice, non ha idee politiche, non ha grandi ambizioni e non si è mai posta al centro della sua esistenza.

Un giorno, però, la sua ordinarietà viene stravolta, perché i tedeschi si presentano a casa per prelevare il marito e obbligarlo ai lavori forzati. A loro non interessa che sia malato, hanno bisogno di forza lavoro e non si fermano neanche davanti a persone anziane e malate. Perseguono il loro obiettivo ad ogni costo.

Agnese, rimasta sola, continua a lavorare e sperare che il marito torni a casa. Una sera si presentano alcuni amici del marito e capisce che l'uomo, oltre ad avere delle idee politiche ben definite, probabilmente collaborava con la Resistenza. Agnese si offre di aiutare, dando così il suo contributo alla causa. La sua collaborazione diventa sempre più costante, esegue gli ordini con disciplina e semplicità. Mette il bisogno e l'interesse degli altri sempre al primo posto, relegando se stessa ai limiti della cornice della sua esistenza. Questa sua insicurezza la porta spesso a dubitare di sé, ha timore di non fare abbastanza e di sbagliare mettendo in pericolo gli altri.

Non si rende conto che, invece, più il tempo passa e più diventa sempre più importante per il gruppo. Fa da staffetta, si occupa del recupero delle armi e degli alimenti, cucina e accudisce ogni singolo ragazzo, diventando in poco tempo una figura materna. I mesi passano, il fisico si stanca ma la sua mente si fa sempre più agile ed organizzata, esponendola però, in questo modo, al pericolo e....a una storia che vi invito a leggere e scoprire se ancora non lo avete fatto.

“L'Agnese va a morire” 'è un libro che ho amato in ogni sua sfumatura, donandomi la bellezza di una storia intensa, forte e difficile da dimenticare.

Quando ho iniziato la lettura non sapevo cosa avrei trovato e quali emozioni avrei vissuto, però per tutto il tempo c'è stata una domanda che mi ha bonariamente assillata. Una domanda posta da Sebastiano Vassalli nella sua prefazione al testo

Cos'è l'Agnese? Ebbene, che a questa domanda ognuno cerchi di rispondere come può e come vuole.”

(citazione tratta dal testo)

Devo ammettere che, inizialmente, credevo di non essere in grado di rispondere, ma giunta alla fine del testo ho capito di aver trovato la mia risposta. Giusta o sbagliata, è la mia risposta, anzi la mia modesta e personale opinione.

L'Agnese è lei stessa il romanzo, ma per me è il simbolo di quegli anni. Il simbolo della Resistenza. Lei è l'esempio e la testimonianza di ciò che accadeva tra le montagne, nei boschi e nei paesi occupati dalle forze naziste. È il simbolo di quel gruppo di uomini e donne che non si sono mai arresi di fronte alla presenza dei tedeschi e all'occupazione del proprio paese. Hanno lottato, mettendo a repentaglio la propria vita pur di cacciarli dal proprio territorio, sabotando ogni loro attività, attaccando ogni convoglio e ogni truppa. Hanno vissuto nella solitudine, nascondendosi e vivendo da emarginati. Spesso venivano aiutati dagli abitanti della propria zona di azione ma, venivano anche traditi e questo li costringeva a non fidarsi di nessuno e ad avere continuamente paura. Hanno dato la loro vita per la Libertà. Una libertà sognata, combattuta e vinta. Una libertà a cui le nuove generazioni sono talmente abituate da non comprendere che ciò che loro pensano gli sia dovuto, non è così. La libertà che stiamo vivendo è un diritto che non si acquisisce per nascita, ma è stato conquistato con spirito di sacrificio da uomini e donne che hanno lottato per raggiungerla. Hanno dato la loro vita perché noi potessimo vivere liberi e, dimenticare il passato e il loro contributo è un oltraggio al loro sacrificio e alle loro esistenze. È importante ricordare e onorare i partigiani, perché il loro contributo ha segnato le nostre vite e tutelato i nostri diritti.

Potrete dirlo, quello che avete patito, e allora tutti ci penseranno prima di farne un'altra di guerra.”

(citazione tratta dal testo)

L'Agnese è il simbolo e l'esempio che non occorreva avere per forza una fede politica ben radicata per essere un partigiano, perché spesso bastava la voglia e il coraggio di lottare per cacciare il nemico comune e riconquistare la propria libertà

Renata Viganò ha posto tra le nostre mani un dono di inestimabile valore. Una romanzo e una testimonianza vitali per la nostra memoria storica. Lei stessa è stata una partigiana e ha vissuto tra quegli uomini e quelle donne che hanno contribuito alla liberazione dell'Italia. In questo romanzo ha dato voce e testimonianza di ciò che avveniva nelle bande partigiane, la loro organizzazione, le loro azioni, ma anche il modo di agire, pensare e regolarsi per procedere nelle loro azioni.

L'autrice ha, inoltre, conosciuto la vera Agnese e in questo testo, ne ha riportato parte della sua memoria, in particolare il coraggio che l'ha guidata fino alla fine. Una donna che ha continuato a perseguire i suoi compiti anche quando il peso del dolore per la perdita dei propri compagni, diventa sempre più pesante e sfiancante, gravando sul fisico e sull'animo. Lei, come ogni partigiano, ha continuato a lottare senza indietreggiare mai...neanche di fronte alla morte.

“L'Agnese va a morire” è un libro che deve essere letto per preservare la nostra memoria storica. Ad 80 anni dalla Liberazione dell'Italia è importante leggere i testi sulla Resistenza, non solo per comprendere ma anche ridare voce e vita a ogni singolo partigiano. Onorando uomini e donne che con le loro gesta eroiche hanno conquistato la Libertà.

Io non dimentico.

Non voglio dimenticare, e questo libro mi ha regalato emozioni, sensazioni e molti spunti di riflessione da cui trarrò ancora più forza per andare avanti seguendo i miei valori e ideali. Lottando ogni giorno per preservare i miei diritti e quelli degli altri.



Marianna Di Bella


lunedì 9 settembre 2019

Recensione: "Le ragazze di Parigi" - Pam Jenoff

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Titolo: "Le ragazze di Parigi"
Titolo Originale: "The Lost Girls of Paris"
Autrice: Pam Jenoff
Editore: Newton Compton Editori




Accettare la verità non è facile, ma arriva un momento nella vita in cui non è più possibile sottrarsi ad essa, e allora bisogna decidere se soccombere per sempre o affrontarla a muso duro, consapevoli che le vecchie ferite potrebbero riaprirsi facendoci provare un dolore indicibile.
Affrontare la verità vuol dire riportare alla luce segreti celati; vuol dire guardare in faccia se stessi e le scelte intraprese fino ad allora. Perché la verità non è formata solo dal bianco e dal nero, bensì da una serie di sfumature che ci aiutano a spiegare e comprendere le scelte iprese.
Ci aiutano a riconoscere e accettare comportamenti spesso incomprensibili.
Ci aiutano a trovare pace nella nostra anima e in quella degli altri.
La verità è liberazione.

Verità.
Quella che stanno cercando le protagoniste di questo nuovo romanzo storico di Pam Jenoff.
L'autrice ci accompagna in un nuovo viaggio alla scoperta di un altro capitolo riguardante la Seconda Guerra Mondiale, e come sempre le protagoniste sono donne forti e coraggiose.
Donne come Marie, Eleanor e Grace.
Ma andiamo con ordine, calma e pazienza e cerchiamo di capire chi sono le tre giovani protagoniste.
Il romanzo prende vita a New York, nel 1946, in una fredda e ventosa mattinata di febbraio. La gente corre trafelata cercando di giungere in orario al proprio posto di lavoro, destreggiandosi tra i mezzi pubblici e il traffico che blocca le principali vie della città.
Cosa succede? Un grave incidente ha paralizzato il centro, una donna è stata investita vicino alla Grand Central, la stazione newyorkese, e tutto sembra essersi fermato, bloccato. Ed è qui che troviamo Grace, una delle nostre protagoniste. Una giovane donna trasferitasi da poco meno di un anno nella Grande Mela per sfuggire a un dolore intenso che le sta divorando l'anima: la morte del marito Tom.
Grace sta cercando di ricostruire se stessa, ritrovando il suo equilibrio e la forza di lasciarsi dietro le spalle la sofferenza per la perdita del marito. E allora eccola aggirarsi vicino alla Grand Central, camminando trafelata cercando un punto di passaggio per superare il blocco, per arrivare in orario al lavoro. Ma la sua camminata verrà interrotta da uno scontro che le cambierà la giornata e, perché no, anche la vita. La donna, infatti, inciampa in una valigia nascosta sotto una panchina. Notoriamente curiosa, Grace apre la valigia e al suo interno trova indumenti e accessori da toilette, ma la sua attenzione verrà completamente catturata da 12 foto che immortalano giovani donne vestite con uniformi militari.
Chi sono? Perché le loro foto si trovano all'interno di quella valigia? A chi appartiene?
Grace rimane affascinata dalle foto e istintivamente le prende con sé, e questo piccolo gesto darà il via al romanzo e al nostro viaggio indietro nel tempo.
Un viaggio che ci riporterà al 1944, quando l'Europa era nel pieno della guerra, gli Alleati dovevano ancora sbarcare in Normandia e la fine del conflitto sembrava ancora lontana. La Francia era sotto attacco dei tedeschi e i partigiani cercavano di ostacolare i loro piani, grazie all'aiuto di spie inglesi intervenute per aiutarli negli atti di sabotaggio, riarmo e preparazione fisica e tattica.

Le spie non potevano nascondersi. Dovevano essere in grado di interagire con la gente del posto per poter ottenere informazioni.”
(citazione tratta dal testo)

Ed è in questo contesto storico che troveremo le altre due voci del romanzo: Eleanor e Marie.
Eleanor Tiggs è una donna fredda, distacca, che lavora come segretaria presso il SOE, una sezione dei servizi segreti, nata con lo scopo di “incendiare l'Europa”, inviando agenti inglesi per eseguire opere di sabotaggio alle infrastrutture francesi, rallentando l'avanzata dei tedeschi e preparando l'arrivo degli Alleati.
Purtroppo, qualcosa non va nel suolo francese, il numero degli agenti inglesi scoperti e arrestati è sempre più alto, così Eleanor propone di creare una rete di spie femminili.

Le donne erano mobilitate e avevano assunto ogni sorta di ruolo sul fronte interno, non solo come infermiere e sentinelle. Presidiavano i cannoni della contraerea e pilotavano aerei. Perché l'idea che potessero fare anche questo era tanto difficile da comprendere?”
(citazione tratta dal testo)

Eleanor è convinta che le donne siano le uniche a non destare troppi sospetti, e altrettanto capaci di destreggiarsi tra sabotaggi, comunicazioni via radio e rapporti con i cittadini francesi, osservando e carpendo ogni possibile informazione utile allo scopo.
Nasce, così, la sezione femminile che avrà una grande importanza strategica e storica, ma a cui purtroppo non verrà mai riconosciuto il giusto merito nel panorama storico e politico. Basti pensare che all'epoca le donne non potevano combattere, così, per aggirare l'ostacolo le spie lavoravano ufficialmente come membri del Fany, la Guardia Nazionale delle infermiere per il primo soccorso. Per non parlare poi del fatto che non tutti gli uomini accettarono di buon grado questa loro nuova missione, cercando di ostacolare il loro lavoro, ma si sa, non si può fermare la storia e il progresso sociale.

...avevano diritto di sapere quanto fossero state valorose le figlie, e a quale destino fossero andate incontro. Sentiva la rabbia bruciarle dentro pensando a quelle ragazze che avevano dato tutto per una promessa tradita.”
(citazione tratta dal testo)

Così, se Eleanor è agente capo del reclutamento della sezione femminile, Marie è una delle spie reclutate e inviate in Francia e...e qui mi fermo, ho detto e svelato anche troppo, quindi farò un passo indietro e vi lascerò scoprire da soli la storia. Vi lascerò conoscere tre donne che, con le loro voci, daranno vita e intensità a questo romanzo storico bello ed emozionante. Una storia dove il coraggio delle donne farà da sfondo a una storia intrigante e piena di suspense.
Il coraggio e la ricerca della verità sono i pilastri del romanzo. Elementi che sostengono e danno corpo al testo.
Pam Jenoff è un'esperta e attenta conoscitrice del periodo della Seconda Guerra Mondiale e per questo, ci regala un romanzo intenso e in grado di svelare ogni volta un capitolo storico interessante e poco conosciuto. Questa volta, ad esempio, conosceremo meglio il lavoro dell'agenzia SOE e comprenderemo il grande contributo dato dalle donne nei servizi segreti.
L'autrice ha uno stile impeccabile ed efficace nella costruzione del testo e nell'attrarre il lettore, tenendolo inchiodato alle pagine per tutto il tempo della lettura. Sa dosare bene l'attesa e la scoperta dei fatti, in un perfetto e delicato gioco di equilibrio tra il racconto e la verità degli avvenimenti.
La trama si sviluppa su tre piani temporali diversi che si rincorrono e si intrecciano dando ritmo al romanzo. Un ritmo ben cadenzato e delineato, ricco di suspense, che lascia il lettore con il fiato sospeso dall'inizio alla fine della storia.
La scrittura è scorrevole e intrigante. La lettura è fluida e non ci sono momenti lenti o noiosi.
I personaggi sono costruiti molto bene, ogni protagonista è diversa ed è caratterizzata da elementi, anche psicologici, che le rendono uniche e differenti l'una dall'altra. Ogni personaggio è ricco di sfumature caratteriali tali da renderli credibili nella lettura, così come credibile è la storia, ad eccezione di alcuni elementi inseriti alla fine del romanzo, che però non incidono negativamente sul risultato finale e sull'efficacia del testo.
Ve lo consiglio?
Sì. Ho amato profondamente questo romanzo, ha saputo regalarmi emozioni intense, particolari a me sconosciuti e ha saputo coinvolgermi e farmi sentire parte della storia.
Amo i romanzi storici ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, con protagoniste donne forti, coraggiose e determinate e questo testo è riuscito a coniugare tutti gli elementi in maniera, elegante, emozionante, intrigante e fluida.
Una storia che porterò con me per molto tempo.
Un libro che vi invito a scoprire e amare.

Aveva avuto il permesso di essere la persona che voleva essere, di vivere la vita a modo suo.”
(citazione tratta dal testo)

Inseguite la verità, affrontatela e vivete pienamente e liberamente la vostra vita.
Buona lettura.


(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

mercoledì 10 ottobre 2018

Recensione: "La custode dei profumi perduti" - Fiona Valpy

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Titolo: "La custode dei profumi perduti"
Autrice: Fiona Valpy
Editore: Newton Compton Editori




Nel cuore della campagna francese, vicino alla cittadina di Coulliac, si trova l'antico Château Bellevue. Annesso al castello, c'è un vecchio mulino con un grande salice piangente, le cui cime si riversano sulle acque che un tempo davano vita e movimento alla ruota.
Questo non è solamente un posto ricco di storia, ma un luogo magico, energetico, in grado di accogliere tutte quelle persone che hanno bisogno di ritrovare se stesse e di rimarginare le ferite dell'anima.

Sai, Abi, tutti ci portiamo dietro il nostro bagaglio. Forse è proprio quello che abbiamo in comune, noi esseri umani; forse è ciò che ci lega. Quando conoscerai un po' più a fondo questo posto, inizierai a capirlo.”
(citazione tratta dal testo)


Sediamoci sulla riva del fiume, chiudiamo gli occhi e lasciamoci cullare dal rumore dell'acqua e dal vento che accarezza la pelle. Dopo pochi secondi sentiremo voci che giungono da lontano, voci pronte a raccontarci due storie in grado di legarsi e intrecciarsi in maniera indissolubile, ricordandoci quando sia importante aiutare gli altri e ribellarsi ai soprusi.

...la tua storia mi ha aiutata a riconoscere il mio potere: la forza della resistenza umana contro la paura e la violenza.”
(citazione tratta dal testo)

Abi ed Eliane sono le due protagoniste del romanzo.
Due donne vissute in epoche diverse, accomunate da un passato fatto di paura e violenza.
Due donne che sono i pilastri di questo piacevole ed emozionante romanzo.
Abi Howes è londinese e si ritrova al castello per un puro caso del destino. La donna si sta lentamente riprendendo dalle ferite e dal trauma di un brutto incidente automobilistico in cui ha perso il marito. Un incidente che le ha lasciato molte problematiche, non solamente fisiche ma, soprattutto, psicologiche, con attacchi d'ansia, insonnia, incapacità nell'andare avanti con la propria vita. Soggiornare nel castello le permetterà, non solo di ritrovare se stessa, ascoltare il proprio dolore e trovare la forza per riprendere in mano la propria vita, ma di scoprire la storia di Eliane.
Una giovane donna, che durante la seconda guerra mondiale, viveva nel mulino e lavorava come aiuto cuoca nel castello. Aveva un tocco magico per l'orto, amava la natura e in particolar modo le sue api, che allevava in apposite arnie, producendo un miele dolcissimo che vendeva al mercato. La sua vita era tranquilla e serena, fino allo scoppio della guerra e all'occupazione tedesca. Una guerra che stravolgerà la vita di tutti, cambiandola radicalmente e richiedendo scelte e prese di posizione.

Ho dovuto fare delle scelte e prendere delle decisioni, proprio come te. Tutti quanti non facciamo altro che provare a sopravvivere.”
(citazione tratta dal testo)

Abi ed Eliane, seppur in epoche diverse, dovranno prendere decisioni importanti per la loro vita, ma troveranno in loro una grande forza morale e una grande voglia di vivere, resistendo alla paura e alla violenza.
Due donne e due storie che scopriremo grazie alla scrittura delicata ed emozionante di Fiona Valpy. L'autrice ci condurrà, tra un salto temporale e l'altro, tra le pagine del libro e all'interno di una trama articolata e intrigante.
La trama è ben costruita e i salti temporali non creano difficoltà durante la lettura, al contrario, lasciano quel senso di sospensione e attesa, tra un capitolo e l'altro, che accentua la voglia di scoprire l'evolversi della storia. Creando, così, delle pause narrative che permettono al lettore di riordinare le idee e le emozioni.
La scrittura è fluida e le parole semplici e delicate riescono a toccare i cuori dei lettori, facendo vibrare le loro anime. L'autrice riesce a toccare con sensibilità e accuratezza molti temi importanti come la violenza sulle donne, la paura, la morte, la violenza dell'uomo e l'amore, accostandosi a loro con garbo ed eleganza, evitando di cadere nella pesantezza e nel pietismo.
I personaggi sono vari, ben caratterizzati e coerenti al periodo storico in cui sono inseriti. Eliane è il personaggio che meglio cattura i cuori dei lettori con la sua sensibilità, i suoi silenzi, il suo amore per le api, la sua calma, la capacità di vedere oltre la superficie e di leggere l'anima delle persone che la circondano. Una ragazza che vedrà il suo mondo sgretolarsi ma che non permetterà al male di cambiarla, continuando ad amare gli altri e la vita. Abi, invece, è l'amica da proteggere e tutelare dalle violenze del mondo.
Due donne fragili e forti al tempo stesso.

Le api da sole non sono molto forti, ma se restano unite e formano una comunità allora sono capaci di sopravvivere al più duro degli inverni, e riescono a spaventare e cacciare via anche i predatori più agguerriti...”
(citazione tratta dal testo)

Amo i testi ambientati durante il periodo storico della seconda guerra mondiale, e prediligo i libri con protagoniste donne forti e questo libro è un connubio piacevole e delicato di questi due elementi. Però ho trovato poco convincente la descrizione del rapporto tra Eliane e Jacques Lemaître. Personalmente avrei dato più spazio e spessore alla loro storia e a questo personaggio maschile, per comprendere meglio il suo carattere e la sua personalità, che ho preferito di gran lunga a quella di Mathieu.
Seguite il dolce e delicato profumo del miele, sedetevi sulle rive del fiume, chiudete gli occhi e lasciatevi cullare dalle parole di Fiona Valpy.
Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.