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venerdì 22 novembre 2019

Recensione: "La casa degli specchi" - Cristina Caboni

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Titolo: "La casa degli specchi"
Autrice: Cristina Caboni
Editore: Garzanti



La paura è un'emozione destabilizzante e paralizzante. È infida e colpisce quando si abbassa la guardia, quando si è più indifesi e impreparati a gestirla e combatterla. Arriva e immobilizza, il battito accellera e ci sentiamo sopraffatti dal terrore, incapaci di muoverci, agire e pensare con razionalità. È talmente forte il senso di disagio e panico che ci blocchiamo, ci chiudiamo in noi stessi, timorosi di tutto ciò che ci circonda, delle persone e dei luoghi. Ci chiudiamo al mondo pensando di risolvere i problemi ma, in realtà, ci stiamo imprigionando in noi stessi insieme al terrore che ci accompagna come un fedele compagno in qualsiasi posto decidiamo di nasconderci. È sempre lì a ricordarci che esiste, che possiamo fuggire anche dall'altra parte del mondo, illudendoci di essere finalmente liberi, ma quando meno ce l'aspettiamo eccola, la paura, spuntare di nuovo e colpire. Fino a quando non decidiamo di affrontarla e combatterla definitivamente, liberandoci dal senso di oppressione, insicurezza e dalla sensazione di doverci sempre guardare le spalle e difenderci.
Non è semplice, ci vuole una grande forza di volontà per trovare il coraggio di riappropriarci di noi stessi, della nostra vita, per essere finalmente liberi di vivere appieno ogni attimo della nostra esistenza con leggerezza e serenità. Un percorso irto di difficoltà ma, nella vita nulla è facile e se vogliamo qualcosa dobbiamo imparare a lottare strenuamente ed è ciò che impareranno le protagoniste dell'ultimo libro di Cristina Caboni. Due donne unite da un legame di sangue e da un passato che cela misteri e sparizioni.

“Sapeva cos'era la paura e come poteva ridurre una persona: viveva in casa sua da sempre, era stata una compagna costante per i suoi genitori e poi, tramite loro, anche per lei.
Era un'amica apparentemente affettuosa, la paura, ma in realtà odiava chiunque. Uno sguardo, una parola lasciata cadere nel mezzo di una frase poteva diventare un muro invalicabile.
La paura amava solo chi la nutriva.
La paura era distacco da ogni cosa.”
(citazione tratta dal testo)

Questa volta l'autrice ci conduce tra le strade e i vicoli di Positano, una terra dove i profumi dei limoni e del mare si mischiano e amalgamano insieme ai colori e al calore di una terra ricca e passionale. Qui si trova la “casa degli specchi”, una villa su tre piani, con un panorama mozzafiato che si affaccia sul mare blu e sconfinato. La casa ha una particolarità, un atrio circolare con 12 specchi alle pareti, le cui cornici sono state realizzate dal proprietario Michele Loffredi, conosciuto a Positano come il maestro dell'oro. Un artista gioielliere che con le sue collezioni ha fatto innamorare le grandi attrici degli anni Cinquanta e Sessanta.
Oggi Michele ha 90 anni e la sua memoria gli sta giocando brutti scherzi. L'uomo soffre di Alzheimer e il passato si va piano piando sbiandendo e sparendo. Non tutto, qualcosa rimane ancora vivido nella sua memoria, il ricordo della moglie Eva Anderson, sparita senza alcuna spiegazione logica anni e anni prima. Cosa le è accaduto? Nessuno lo sa, ma il passato sta tornando a bussare alla porta della villa facendo riemergere ricordi, emozioni e misteri mai svelati. Durante i lavori di recinzione, si apre una buca nel terreno, riportando alla luce uno scheletro che giace lì da anni, a chi appartiene? È Eva Anderson? Quale mistero si cela dietro questo ritrovamento? È ciò che si chiede Milena, nipote di Michele e protagonista del romanzo. La ragazza si è rifugiata a Positano, non solo per stare accanto al nonno ma, per prendere una decisione importante riguardante la sua vita. Ciò che non sa è che, invece, si ritroverà a scoprire un passato di cui non sapeva nulla, recuperando la figura della nonna che per lei e sempre stata una figura evanescente...un fantasma. Nessuno in casa ha mai parlato troppo di questa donna, sparita nella vita e nei ricordi familiari. Ricordi che scopriremo insieme a Milena e grazie a un salto indietro nel tempo, quando una giovanissima Eva arriva in Italia intorno alla fine degli anni Cinquanta. Una giovane attrice in cerca di lavoro che appena giunta a Venezia conosce Michele e l'amore tra i due giovani scatta in maniera forte e intensa ma, qualcosa nel passato di Eva la perseguita, una paura che ha cercato di lasciare in America per ricostruire una nuova vita e sentirsi finalmente libera. Ma il passato sta tornando anche per Eva e potrebbe minare l'amore e la serenità che la ragazza sta costruendo con Michele. Chi minaccia la sua felicità? Di cosa ha paura? Chi o cosa la perseguita? Scoprirlo sarà il vostro compito, io vi lascio sulla terrazza della villa e nel mentre mi godrò il panorama e i colori di Positano. Posso però dirvi cosa ne penso del romanzo, senza svelarvi nulla sulla storia e l'epilogo.

“La verità è tutto ciò che importa davvero.”
(citazione tratta dal testo)

Cristina Caboni sa narrare e appassionare il lettore con storie semplici, delicate e piene di sentimenti. La lettura è coinvolgente e scorrevole e, come sempre, l'autrice riesce a trovare un episodio storico su cui costruire parte della romanzo, integrandolo perfettamente alla trama e ai personaggi. Questa volta il nostro viaggio nel tempo riguarderà il periodo del maccartismo e la caccia alle streghe degli americani contro i cittadini sovietici residenti negli Stati Uniti d'America. Una caccia, spesso illogica, verso qualsiasi cittadino di origine russa, o che abbia avuto anche solo un legame superficiale con l'Unione Sovietica. Un clima di persecuzione e paura che hanno vissuto non solo i cittadini di russi ma anche tutti coloro che esprimevano un pensiero che poteva essere ritenuto filorusso. L'autrice ha preso questo tema, l'ha contestualizzato all'interno della trama, inserendovi altri elementi interessanti come il cinema, il mistero, la sensazione di paura e oppressione, l'amore, la famiglia, i silenzi e ha creato un romanzo delicato e piacevole.
Seppur piacevole, questa volta, i protagonisti e i vari personaggi non mi hanno affascinata e ammaliata, li ho trovati poco empatici e anche un po' controversi nelle emozioni e negli atteggiamenti, soprattutto, Milena. Nel romanzo afferma di essere diretta senza girare intorno alle cose, e mi aspettavo un carattere forte e deciso, invece l'ho trovata insicura e titubante. Così come non mi hanno affascinata gli altri personaggi a cui personalmente avrei dato più spazio, ho sempre avuto la sensazione che rimanessero delle figure ai margini della storia senza dare un'impronta decisa e forte, come ad esempio la figura del maresciallo che conduce le indagini, di cui non si capisce fino in fondo il suo carattere e se nasconde o meno qualcosa. Oppure la fiugra della mamma di Milena, nonché figlia di Michele e Eva, sappiamo che muore giovane e poi basta, altra figura evanescente che si perde tra le righe del romanzo.
Un'altra cosa che non mi ha convinta del tutto, è la costruzione del testo. Le basi e gli elementi sono gli stessi: due protagoniste legate o da un legame di sangue o da una passione reciproca, un viaggio temporale tra passato e presente, una morte misteriosa e una ricerca nel passato per comprendere e migliorare il presente. Elementi che rendono, almeno per me, la storia prevedibile, perdendo quel senso di unicità e pathos che ci si aspetta dal romanzo. Peccato perché, ripeto, il romanzo è piacevole, delicato e l'autrice sa affrontare molto bene i sentimenti e le emozioni dell'essere umano, eppure molte di queste, personalmente, le ho vissute in maniera prevedibile e poco emozionante.
Come sempre lascio a voi il piacere di scegliere, leggere e scoprire il testo.
Buona lettura.




(Marianna Di Bella)

giovedì 1 marzo 2018

Recensione: "Alter Ego. Memorie di un viaggiatore ultracorporeo" - Giuliano Golfieri

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Titolo:
"Alter Ego. 
Memorie di un viaggiatore ultracorporeo"

Autore:
Giuliano Golfieri




Francia. Siamo in un bosco bellissimo, il fruscio del vento tra gli alberi, la calma e il silenzio ci avvolgono completamente, regalandoci momenti di pace e serenità. Gironzoliamo tra gli alberi, incuriositi dal paesaggio e dalla natura incontaminata. Riflettendoci forse troppo incontaminata per essere nell'anno 2018; per ora non pensiamoci e godiamoci questo momento lontani dal caos della vita quotidiana. Ad un tratto un rumore strano irrompe nella tranquillità del bosco, dei passi affrettati e...un ragazzo nudo corre tra gli alberi! C'è qualcosa che non va, il ragazzo è spaventato e impaurito. Chi è? Cosa gli è accaduto? Seguiamolo e scopriamo la sua storia.
Una storia complicata ed enigmatica, ma andiamo con ordine. Il ragazzo trova ospitalità presso il prete del paesino situato vicino al bosco, non ricorda nulla di sé, il suo nome, la sua famiglia, dove vive o come è arrivato fin lì; l'unica cosa certa è la ferita al polso sinistro. Come se l'è procurata? Anche questo rimane un mistero...per ora.
Il prete e gli abitanti del paese lo accolgono bene, dopotutto è un giovanotto educato, gentile, rispettoso e sempre disponibile ad aiutare gli altri. Gli viene dato anche un nome: Ariel. Un nome angelico, per lui che è apparso come un angelo nel bosco e nella vita del borgo.
Il ragazzo rimane lì per cinque anni, fin quando non sente il desiderio di andare a Parigi, qualcosa lo attira in quella città, forse il suo passato? Probabilmente. Ariel si trasferisce nella capitale francese e subito si sente a casa, trova lavoro e la sua vita sembra procedere bene fino a quando una sera, durante un piccolo incidente, non scopre di essere in grado di trasmigrare nel corpo di altre persone. Attraverso la ferita al polso, mai rimarginata, e al contatto del sangue di un'altro essere vivente, il suo corpo misteriosamente sparisce e la sua anima trasmigra in quello dell'altra persona. A questo punto il mistero sull'identità di Ariel si infittisce sempre di più, ma sarete voi a scoprirlo, seguendo le sue trasmigrazioni e la sua storia.
Attenzione, c'è una cosa che non vi ho ancora detto, la storia non è ambientata esattamente nella nostra epoca, bensì nel 1745, in un periodo storico in cui la povertà dilagava a macchia d'olio e nel paese regnava Luigi XV. Sì, lo so avrei dovuto dirvelo prima, ma ho pensato di prepararvi psicologicamente al mistero che aleggia in tutto il romanzo, facendovi provare quel senso di smarrimento e confusione che vive il nostro protagonista.
Ariel è un personaggio in continua evoluzione, cresce, matura, ama, soffre, si perde come qualsiasi essere umano, solo che ha più tempo e più occasioni per vivere e affrontare gli avvenimenti che gli si presentano, perché il suo dono lo aiuta a vivere più a lungo, a riflettere su se stesso e quindi a metabolizzare meglio le situazioni.
Giuliano Golfieri, ha creato una storia in grado di catturarvi letteralmente, sin dalle prime righe, tenendovi incollati alle pagine, desiderosi non tanto di scoprire la verità, quando di comprendere gli innumerevoli eventi che si susseguono trasmigrazione dopo trasmigrazione.
L'autore ha una grande capacità narrativa che gli ha permesso di riuscire a legare insieme fatti reali con altri inventati, rendendo la storia coerente e credibile. La sua scrittura è fluida e accattivante, infatti, attraverso le descrizioni e la costruzione attenta e profonda dei personaggi, riesce a tenere sempre desta l'attenzione del lettore, accendendo la sua curiosità e la voglia di capire il mistero celato dietro le trasmigazioni e l'identità di Ariel.
Questo romanzo è soprattutto un viaggio. Un viaggio nell'anima del protagonista. Un viaggio alla scoperta di emozioni, paure e sofferenze di un uomo, che per moltissimi anni vive con la consapevolezza di non sapere nulla del suo passato e della sua vera identità. Un viaggio introspettivo nell'animo umano. Un viaggio che ci avvicina ai misteri della vita, facendoci riflettere su noi stessi, sulla nostra esistenza e sull'influenza che alcune decisioni possono avere su alcuni eventi.
Riuscirà Ariel a scoprire la sua verà identità e il mistero celato dietro le tramisgrazioni? A voi scoprirlo, continuando la lettura e seguendo le peripezie, le avventure e gli intrighi politici di cui Ariel si troverà, suo malgrado, ad essere protagonista.
Buona lettura!!!



(Marianna Di Bella)

martedì 30 gennaio 2018

Recensione: "L'Uomo di Gesso" - C. J. Tudor


Titolo: 
"L'Uomo di Gesso

Autrice: 
C. J Tudor

Editore: 
Rizzoli Libri




Per riuscire a comprendere meglio noi stessi e il nostro presente, dobbiamo volgere lo sguardo al nostro passato. A quell'insieme di azioni, avvenimenti, emozioni, sensazioni che abbiamo vissuto e che hanno condizionato il nostro presente. Dobbiamo compiere un viaggio indietro nel tempo e affrontare le paure, gli avvenimenti, le sensazioni, le sofferenze che ci hanno influenzato, cambiato e ci hanno reso le persone che siamo oggi.
Non tutti sono pronti ad affrontare questo tipo di viaggio, c'è chi decide di riprendere in mano la propria vita, affrontando e sconfiggendo ciò che lo angustia, aspirando ad un minimo di pace e serenità, mentre c'è chi preferisce dimenticare, accantonando in un angolo della propria mente tutto il dolore e la sofferenza che hanno provato. Ma al passato non interessa, perché prima o poi tornerà a chiudere definitivamente i conti e allora non ci si potrà sottrare, l'unica soluzione sarà affrontarlo.
Ed Adams, il nostro protagonista, ha vissuto gli ultimi trent'anni cercando di non far riemergere alcuni ricordi tragici della sua adolescenza. Ma il passato torna a bussare alla sua porta, sconvolgendo la sua vita, apparentemente tranquilla.
È un insegnante di letteratura inglese, ha 42 anni, non si è mai sposato e vive a Anderbury, nella vecchia casa di famiglia. Un giorno riceve una busta, al cui interno c'è il disegno di un omino stilizzato e la sua mente torna immediatamente all'estate del 1986, quando dodicenne trascorreva le sue giornate giocando e divertendosi insieme ai suoi migliori amici. Durante quell'estate, accade qualcosa che cambierà profondamente le loro vite e la loro adolescenza.
La banda era formata da:
  • Ed, il nerd del gruppo, studioso e amante delle collezioni;
  • Gav la Palla, leale e generoso;
  • Hoppo, un ragazzino gentile sempre pronto a cercare di mettere pace tra tutti i membri;
  • Mickey Metallo, aveva un modo tutto suo di cambiare la verità;
  • Nicky, l'unica ragazza nel gruppo.
Passavano le giornate giocando nei boschi, costruendo il loro fortino, oppure gironzolando con le loro biciclette.
Un giorno nel bosco vengono ritrovati i resti di una ragazza: Elise Rendell.
Il corpo è stato fatto a pezzi e sparso nel bosco, ad eccezione della testa che non verrà mai ritrovata. Chi ha trovato la ragazza? Proprio loro, i nostri piccoli protagonisti, che seguendo una serie di omini stilizzati, disegnati con il gesso ad indicare il percorso, trovano i resti della povera Elise.
Non è la prima volta che vedono quei disegni, erano il loro codice segreto per comunicare incontri o messaggi che nessuno doveva capire; ma qualcuno ha scoperto il loro codice. Chi?
Altri avvenimenti e morti misteriose avverrano in quel periodo, chi si nasconde dietro tutto questo? Perché gli omini stilizzati appaiono dopo trenta lunghi anni? L'Uomo di Gesso è tornato? Cosa vuole da Ed e dagli altri membri del gruppo?
Lascio a voi il piacere di investigare e scoprire il mistero che si nasconde dietro le figure disegnate con il gesso e dietro le vite dei cinque ragazzi.
Munitevi di grande spirito di osservazione, di calma e pazienza perché gli avvenimenti che si succederanno, saranno tanti e tutti molto importanti per comprendere e scoprire la storia.
C. J. Tudor riesce a catturare il lettore sin dalle prime pagine, sospingendolo in una spirale di emozioni , avvenimenti e misteri da cui difficilmente riuscirà ad uscire se non alla fine del libro. Niente è come sembra, ogni personaggio nasconde un segreto che l'autrice cela e fa emergere al momento opportuno, creando quello stato di suspense in grado di accendere la curiosità del lettore, attirandolo pagina dopo pagina fino a scoprire l'ultimo pezzetto di puzzle, quello che completerà il quadro e svelerà la storia e i suoi misteri.
Il libro è strutturato in capitoli che rappresentano continui salti temporali tra il 1986 e il 2016. Viaggi temporali che sveleranno piano piano la trama, e pagina dopo pagina il lettore si ritroverà a raccogliere indizi che l'aiuteranno a comprendere meglio gli avvenimenti e la struttura psicologica di ogni personaggio.
Un romanzo che ha il sapore e il ricordo nostalgico di “Stand by me” di Stephen King, delle estati spensierate, del mistero e di quel pizzico di paura che non guasta, e che rendono il libro interessante, accattivante e psicologico.
Quindi preparatevi a viaggiare tra le pagine di questo libro, cercando di risolvere il mistero e se me lo permettete vi lascio con un piccolo suggerimento, anzi in realtà ve lo lascia il papà di Ed:

...non dare mai nulla per scontato. Tieni sempre gli occhi aperti. Dubita di tutto. E guarda sempre cosa c'è dietro quello che ti sembra ovvio.”

Buona lettura!!!


(Marianna Di Bella)