Viviamo in un periodo
storico in cui è importante difendere la verità e la buona
informazione. Nel mondo dilagano fake news, finti scoop, notizie
diverse e contrastanti, che creano sempre più confusione nel
pubblico, allontanandolo dalla figura del giornalista e dal suo
lavoro . Per questo si avverte, in maniera intensa e preponderante,
l'esigenza di ridare luce e vigore all'informazione, riportando i
fatti per ciò che sono e non per come gli altri vogliono farci
credere.
Per questo motivo, Lilli
Gruber ha posto al centro del suo nuovo libro, il tema della verità
delle informazioni presentandoci Martha Gellhorn, una delle più
importanti reporter di guerra del Novecento; narrandone non solo la
sua vita ma, in particolare, il suo grande lavoro di giornalista che
l'ha vista presente nei più grandi e noti scenari di guerra.
Inoltre, attraverso la sua figura, evidenzia quel giornalismo che è
cambiato negli anni per esigenze politiche, economiche etc. e che
dovrebbe tornare ad essere.
Facciamo un passo indietro e
iniziamo da quello che, ammettiamolo, è il quesito che ci siamo
posti tutti: chi è Martha Gellhorn?
Devo essere sincera, prima
dell'uscita di questo testo non sapevo nulla di questa giornalista.
Un giorno ascoltando un'intervista di Lilli Gruber, in cui presentava
il libro e accennava sommariamente alla vita della protagonista, mi
sono ritrovata a voler conoscere questa grande inviata di guerra.
Così, eccomi qui con il libro, che ho appena finito di leggere, e un
foglio bianco su cui scrivere le mie impressioni su ciò che ho
letto, scoperto e amato.
Per coloro che la conoscono,
Martha Gellhorn è stata la terza moglie di Ernest Hemingway, ma se andiamo
oltre e approfondiamo la conoscenza, scopriremo che c'è molto altro:
una vita interessante e appassionante, perché lei è stata l'unica delle
quattro mogli che ha lasciato il grande scrittore per ritrovare se
stessa, la sua indipendenza e non vivere più all'ombra di un uomo
ingombrante.
Martha Gellhorn non è stata “la
moglie di”...lei è la più grande reporter di guerra del
Novecento.
“Devo vivere a
modo mio, non solo a modo tuo, o non ci sarebbe nessuna me per
amarti.”
(citazione tratta dal testo)
“(...)
per lei non ci può essere amore senza indipendenza.”
(citazione tratta dal testo)
Nata nel 1908 a St. Louis
(Missouri) negli Stati Uniti, da una famiglia progressista, ha sempre
cercato la sua libertà e indipendenza. Donna intelligente, impavida,
bella, decisa, sincera. Una donna la cui volontà di ferro,
curiosità, determinazione e lucidità l'hanno sempre portata a
perseguire i suoi obiettivi e a non arrendersi mai di fronte agli
ostacoli e ai comportamenti maschilisti e misogini di tutti coloro
che hanno cercato di limitare il suo lavoro di reporter, relegandola
nelle retrovie.
“...è stata fin
da giovane una pioniera dei diritti femminili e sosterrà per tutta
la vita che il miglior modo per difenderli sia farsi avanti.”
(citazione tratta dal testo)
La sua etica e chiarezza
morale, insieme al suo odio verso l'arroganza del potere l'hanno
portata a seguire e parlare dei grandi conflitti, ponendo particolare
attenzione per gli indifesi, i poveri e i dimenticati. Il suo lavoro
di reporter si formerà con la Guerra Civile Spagnola, ponendo le
basi e i princìpi fondamentali del suo modo di lavorare.
“... portare con
sé solo l'essenziale; essere veloce; essere temeraria ma non
incosciente, affrontando le situazioni di rischio senza lasciare che
la paura diventi panico; imparare a distinguere armi ed esplosivi
anche solo dal suono che producono; saper individuare strategie e
motivazioni dei vari attori in campo; selezionare le fonti. E la
regola d'oro: essere sempre dove le cose accadono.”
(citazione
tratta dal testo)
Nel 1943 decide di partire
per l'Europa e lasciare la vita matrimoniale e agiata perché, non
solo ha bisogno di ritrovare se stessa, ma perché capisce che dalla
guerra che si sta combattendo dipende il futuro del mondo e lei vuole
essere testimone di ciò che sta accadendo. Sarà, infatti, l'unica
donna corrispondente di guerra a calpestare le spiagge dello Sbarco
in Normandia. Lei che, secondo i burocrati del tempo, doveva stare
confinata e al sicuro nelle retrovie, perché alle donne era
severamente vietato seguire l'esercito in prima linea.
Come ci è riuscita? Non
posso e non voglio dirvelo, altrimenti vi perdereste la possibilità
di scoprire una figura importante e un libro bello e interessante.
Attraverso questo testo,
Lilli Gruber ci permette di scoprire una reporter poco conosciuta e
un campo lavorativo, come il giornalismo, che negli anni ha perso
molto in termini di buona informazione. L'autrice, infatti, nel
presentare la vita e il lavoro di Martha Gellhorn, evidenzia ciò che
prima era il giornalismo, indicando alcune tematiche interessanti e
importanti come ad esempio: il ruolo delle donne nel giornalismo; la
censura e il controllo del lavoro; la manipolazione della notizia per
la propria propaganda; la facile reperibilità delle notizie,
attraverso i video e i social, che non possono essere verificate; il
cambiamento del giornalismo, da investigativo e di qualità ad un
adeguamento a ciò che vuole il pubblico: spettacolo, snaturando la
sua influenza e importanza. Temi, questi, che ci lasciano molto
riflettere, non solo sul passato ma, in particolare, sul presente e
su ciò che viviamo quotidianamente con l'informazione.
Lilli Gruber ha scritto un
libro bello, interessante e ben documentato, infatti, nelle ultime
pagine troviamo un bibliografia utile a chi vuole approfondire
l'argomento e conoscere gli articoli e i reportage di Martha
Gellhorn.
L'autrice ci tiene a
sottolineare che, questo testo, non è una biografia, ma un cammino
che, passo dopo passo, ci fa entrare nella vita e nel lavoro di
Martha Gellhorn, infatti, i capitoli non seguono una sequenza
cronologica e non iniziano presentandoci l'infanzia della
giornalista, al contrario pongono in evidenza quello che è stato il
suo lavoro, dando particolare risalto all'evento dello Sbarco in
Normandia, la guerra in Europa e la scoperta del campo di
concentramento di Dachau, perché segneranno in maniera indelebile la
sua vita personale e lavorativa.
«Dachau
mi ha cambiato la vita. Da allora non sono più stata la stessa, non
ho più veramente provato speranza, innocenza e gioia.»
(citazione tratta
dal testo)
Altra particolarità che ho
apprezzato di questo libro, è che Lilli Gruber inserisce nel testo
narrativo frasi estrapolate dagli articoli e dalle lettere che Martha
Gellhorn scrisse agli amici, perché per lei scrivere lettere era un
modo per dare sfogo ai suoi sentimenti e per ricongiungersi alle
emozioni che doveva allontanare quando lavorava sui suoi articoli per
rimanere sempre fedele alla realtà dei fatti. Il buon giornalista
non deve mai porre se stesso al centro della storia e della notizia
che sta scrivendo, non è lui la parte attiva ma solo colui che
osserva e riporta fedelmente la verità e la realtà.
Inserire frasi o estratti
delle sue lettere regala a noi lettori la sensazione che la grande
reporter ci stia parlando e svelando parte dei suoi pensieri e Lilli
Gruber li inserisce in modo fa darci l'idea che sia un dialogo non
solo tra lei e la giornalista ma anche con tutti noi lettori.
In alcuni capitoli, Lilli
Gruber dà voce e spazio ad altri giornalisti contemporanei, per
narrare le loro esperienze sul campo e, probabilmente, per mettere in
evidenza le differenze lavorative, tra gli inviati di oggi e quelli
del passato. Devo essere sincera, questi capitoli, non mi hanno
convinta del tutto, ho avuto l'impressione che interrompessero quel
legame empatico e narrativo che si stava creando con la storia di
Martha Gellhorn; a parte questo ho molto amato il libro. È fluido,
interessante, appassionante e alla fine della lettura mi sono
ritrovata a volerne sapere di più, e conoscere meglio gli articoli
di questa grande reporter, peccato che siano stati pubblicati e
tradotti in italiano, solo uno o due libri.
Ve lo consiglio?
Assolutamente sì. Regalatevi la possibilità di conoscere la più
importante inviata di guerra del Novecento. Date di nuovo voce a
Martha Gellhorn.
«Nessuno
può impedire a una donna di vivere la sua vita»
(citazione tratta
dal testo)
Buona lettura.