Visualizzazione post con etichetta giappone. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta giappone. Mostra tutti i post

venerdì 6 dicembre 2019

Recensione: "Il guardiano della collina dei ciliegi" - Franco Faggiani

libro, mdb, libro il nostro angolo di paradiso, giappone, recensione, pace interiore, ciliegi

Titolo: "Il guardiano della collina dei ciliegi"
Autore: Franco Faggiani
Editore: Fazi Editore





Sulla costa nord del Giappone è situato un piccolo villaggio flagellato, in inverno, dai venti artici e dove si vive seguendo le regole della natura. Il villaggio si chiama Rausu e per molti anni è rimasto incontaminato dalla modernità, dall'inquinamento e dalla vita frenetica. La vita ha un ritmo lento e cadenzato dalla natura e dalle sue stagioni. Sulle sue alture è situato un luogo magico e sacro: la collina dei ciliegi.
Gli Yamazakura sono ciliegi selvatici di montagna resistenti al freddo e alla siccità. Sono alberi longevi, ritenuti i gran sacerdoti degli alberi. Gli Yamazakura hanno bisogno di dedizione, cura e attenzione perché possano crescere in tutta la loro magnificenza, regalando ai visitatori una vista spettacolare, soprattutto, durante il periodo della fioritura. Su questa collina, in completo isolamento, vive il guardiano dei ciliegi, colui che per anni si è preso cura degli alberi, amandoli e proteggendoli dalle intemperie, dagli animali e da qualsiasi altro fenomeno nocivo per la loro esistenza.
Yuki Kahida è il guardiano, colui che dal 1915 al 1967 ha vissuto a stretto contatto con questi gran sacerdoti. L'uomo ha vissuto, meditato, amato, sofferto e riflettuto all'ombra delle loro chiome che l'hanno sempre protetto e accompagnato nel suo percorso di vita. Ma l'uomo nasconde qualcosa che non ha mai svelato a nessuno, nemmeno a sua moglie: la sua vera identità.
Il suo vero nome è Shizo Kanakuri, originario della città di Tanama, dell'isola di Kyushu, Giappone. L'uomo ha lasciato la sua terra d'origine nel 1912 quando, appena ventenne, partecipa alle Olimpiadi di Stoccolma, rappresentando il suo paese nella maratona. Il ragazzo amava correre, era il solo momento in cui si sentiva libero e felice. Libero di essere se stesso. Libero di immergersi nella natura e non pensare a nulla.

“...ero sempre dell'idea che la corsa non fosse un motivo per competere con gli altri ma con me stesso, che fosse un'occasione per conoscere sempre più a fondo la natura e i paesaggi intorno e ritrovare la sintonia con i kami. La corsa toglie di dosso tutto quello che è superfluo, mette a nudo, evidenzia quello che si è capaci di fare in ogni momento in cui un passo sopravanza l'altro. La corsa è crudele, non offre protezione.”
(citazione tratta dal testo)

Nel 1912, Shizo era un semplice studente universitario, amante della natura, degli alberi, della botanica, della corsa e costretto dal padre a studiare economia. Una vita tranquilla, posata che cambia improvvisamente quando all'università si accorgono del suo potenziale nella corsa e viene scelto per rappresentare il suo paese nelle Olimpiadi. Il Giappone e l'imperatore fanno grande affidamento su di lui, e questo grava sulla sua anima semplice che non ha mai vissuto la corsa come competizione, ma solo come un momento di felicità e libertà tutto suo.

“Alla fine di quell'incontro mi sentii sulle spalle il peso di un masso e dentro la fragilità delle foglie quando l'autunno sta per cedere all'inverno. Il fardello incominciò ben presto a incombere anche sulla mia anima. Temevo che, come le foglie secche, anche lei si sarebbe sbriciolata.”
(citazione tratta dal testo)


Shizo non viene meno ai suoi obblighi e partecipa alla gara ma...non arriverà mai alla fine della corsa. Perché? Beh non è importante scoprire perché o cosa è accaduto, ma come ha reagito a questa disfatta che negli anni ha sempre considerato un'onta, un fallimento verso il suo paese. Una mancanza di rispetto, di onore e lealtà che non ha saputo mantenere nei confronti di se stesso e della sua nazione. Tutto questo lo fa sentire fallito e l'unica cosa che vuole è sparire, rendersi invisibile agli occhi del mondo perché ha disatteso le aspettative dell'imperatore, di suo padre e del suo paese. Inizia così un viaggio in cerca di un posto dove vivere ma, soprattutto, un viaggio dentro se stesso.
Un viaggio che lo porterà alla collina dei ciliegi, prendendosi cura di questi magnifici e imponenti alberi sacri, vivendo con loro e per loro...per rendersi conto che forse sono stati gli alberi a prendersi cura della sua anima, imparando che non è disonorevole fuggire, ma restare immobili e vedere la propria vita scorrere senza agire e fare qualcosa. Imparando che una sconfitta non è necessariamente sinonimo di fallimento, ma è solo un momento di stasi, un ostacolo da affrontare lungo il percorso della nostra vita e che ci si può sempre rialzare e ripartire per perseguire e raggiungere i propri obiettivi.

“La strada per trovare la pace interiore era fatta di piccoli passi, non privi di invisibili ostacoli su cui inciampare, di molte rinunce e di solitudine assoluta.”

(citazione tratta dal testo)

Ognuno di noi reagisce agli eventi della vita in maniera diversa, seguendo i propri tempi e affrontandoli secondo la propria indole e caratterialità, l'importante non è fermarsi ma imparare dagli eventi negativi per rialzarsi e continuare a percorrere la propria strada, raggiungendo i propri sogni, la propria meta, perché ciò che ci rende diversi dagli altri non è la realizzazione di qualcosa ma cosa siamo diventati e come abbiamo vissuto durante il percorso. E Shizo capirà che la vita ha ancora in serbo delle sorprese e che il fallimento non consiste nel non portare a termine la corsa, ma rialzarsi e riprendere a correre. Correre verso il traguardo che non ha mai raggiunto, tagliando la linea di arrivo dopo ben 54 anni. Correre per ritrovare se stesso, l'amore per la corsa, per la natura e la vita. Un amore che si respira a pieni polmoni in ogni pagina, frase e parola scritta da Franco Faggiani che ci ha regalato un romanzo intimo, delicato e riflessivo.
L'autore si è basato sulla vera storia di Shizo Kanakuri e ha costruito la trama del romanzo, usando la fantasia per creare un seguito diverso, ponendo al centro l'uomo evidenziando il suo lato intimo e riflessivo.
La lettura è fluida, piacevole, poetica e delicata. La prosa è elegante e le descrizioni sono intense e particolareggiate, in grado di regalare al lettore, non solo la sensazione di trovarsi immersi nell'animo del protagonista, ma a stretto contatto con la natura, in un rapporto sacro e di grande amore e rispetto.
La narrazione è in prima persona e la voce narrante è quella di Shizo che con calma e serenità ci accompagna all'interno dei suoi pensieri e del suo travaglio interiore che ci permette di entrare in completa empatia con lui comprendendone le sue azioni e i suoi pensieri. Un narrazione che prende la forma di un diario intimo attraverso cui scopriamo un animo sensibile, e dove spesso il silenzio è più significativo e profondo di tante parole messe insieme.
Franco Faggiani ci prende per mano e ci conduce all'interno di una cultura diversa dalla nostra, dove valori come onore, lealtà e rispetto hanno un peso e una valenza più profonda e sentita, facendoci immergere nell'atmosfera più vera del Giappone evidenziando il travaglio interiore del protagonista. Non è un romanzo tormentato o triste, al contrario emergono la gioia di vivere, l'amore per la natura e la sacralità degli alberi, la forza del silenzio, la riflessione e la comprensione di determinati insegnamenti che ci ricordano che quando accadono determinate situazioni non si può perdere tempo e dare la colpa agli altri, ma occorre prendere coscienza che sbagliare fa parte della vita e bisogna sempre rialzarsi con più forza e determinazione.
“Il guardiano della collina dei ciliegi” è un romanzo profondamente intimista, in grado di regalare al lettore molti momenti di riflessione.
Siete pronti ad accompagnare Shizo in questo percorso?
Siete pronti ad immergervi nella natura e comprendere che occorre sempre rialzarsi e correre verso i propri obiettivi? Sì?
Allora non mi resta che augurarvi buona corsa e buona lettura e mi raccomando....non è mai troppo tardi.

“Comincia dall'inizio e vai avanti fino alla fine.”

(citazione tratta dal testo)




(Marianna Di Bella)

giovedì 24 ottobre 2019

Recensione: "Un litro di lacrime" - Kitō Aya

libro, mdb, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, kito aya, diario, malattia, giappone

Titolo: "Un litro di lacrime"
Autrice: Kitō Aya
Editore: Rizzoli



Ci sono libri che sono incontri inaspettati, speciali, emozionanti, indimenticabili. Libri in grado di donarci storie che entrano nelle nostre anime scuotendole e toccandole nel profondo, lasciando un segno indelebile che custodiremo e porteremo sempre con noi come insegnamento e ricordo.
Sono i libri di cui ci innamoriamo sin dalle prime pagine e con cui si crea un legame emotivo intenso, a volte inspiegabile, con una storia apparentemente normale, ma che nel profondo si lega a noi in maniera indissolubile, lasciandoci meravigliati e molto spesso compresi nel profondo.
Un litro di lacrime” ha rappresentato per me tutto questo. Un incontro inaspettato, intenso ed emozionante. Una lettura che mi ha lacerato l'anima, scatenando una groviglio di emozioni, facendomi piangere, riflettere e arrabbiare. Un libro che ho amato subito e a cui mi sono legata in maniera profonda, ma adesso che sono qui davanti a questo foglio bianco per parlarne e consigliarlo a voi lettori, mi ritrovo persa, senza parole. Non che non abbia nulla da dire, al contrario, le emozioni che ho provato durante la lettura sono state tante, ma esprimerle a parole è difficile perché c'è la paura di cadere nella banalità, di non esprimere al meglio il messaggio e la bellezza del libro e, cosa ancora più difficile, vorrebbe dire tirare fuori anche parte del mio vissuto e venire a contatto con quelle emozioni che tengo gelosamente custodite in un angolino della mia anima. Ma non farlo, non sarebbe giusto nei confronti di Aya, della sua vita e del suo diario, perché la sua storia merita di essere conosciuta, compresa e amata.

Ma ho deciso come mi comporterò: mostrerò a tutti il mio vero io, sin dall'inizio e senza nasconderlo.”
(citazione tratta dal testo)

Ecco che le parole di Aya mi ritornano in mente aiutandomi a sbloccare questa situazione di impasse e decido, così, di seguire me stessa e lasciare che le emozioni e le parole vengano fuori libere, senza legami o costrizioni. Libere di posarsi su questo foglio facendo rivivere Aya e la sua storia. Sì perché questo libro custodisce le pagine del diario di Kitō Aya, una ragazzina quindicenne che sul finire degli anni Ottanta ha commosso e conquistato il Giappone con la sua vita, minata da una malattia letale.
Il diario venne pubblicato, all'epoca, dalla mamma come regalo per quella figlia forte e coraggiosa che ha lottato e sofferto a causa di una malattia che l'ha lentamente devastata nel fisico e nell'anima, portandola inevitabilmente alla morte. Una mamma che ha amato profondamente sua figlia, al punto da fare qualsiasi cosa per aiutarla, pur sapendo che il suo destino era segnato, vedendola morire ogni giorno e rimproverandosi di non essere stata una buona madre e di non aver fatto abbastanza per lei e per i suoi figli.
La pubblicazione del diario ha commosso ed emozionato tantissimi lettori giapponesi, che attraverso le parole di Aya hanno conosciuto un'animo delicato, sensibile e al tempo stesso forte e coraggioso. Un'anima fragile che ha saputo essere se stessa fino alla fine, dando voce al dolore, all'umiliazione, alla stanchezza ma anche all'amore per la sua famiglia, alla sua voglia di vivere e a quelle lacrime che hanno rigato spesso le sue guance e che goccia dopo goccia sono entrate nelle nostre anime, lasciandoci spiazzati e commossi.

Ogni persona cova un dolore inesprimibile.
Quando ripenso al passato mi viene da piangere, ed è un guaio.
La vita è stata terribilmente crudele con me, e l'ho attraversata a fatica.
Non mi ha offerto nemmeno un sogno.
Quando immagino il futuro, altre lacrime cominciano a cadere.”
(citazione tratta dal testo)


Aya scopre di essere malata a soli 15 anni, quando si rende conto che il suo corpo non risponde come dovrebbe, dimagrisce, cammina piegata con il busto in avanti, le gambe diventano rigide, non ha buoni riflessi. Una caduta, apparentemente innocua, sarà l'inizio del suo lungo calvario, perché scoprirà, attraverso analisi e ricerche che è affetta da una malattia letale: l'atassia spinocerebellare. Le cellule appartenenti al cervelletto, che regolano l'equilibrio, il movimento e i riflessi stanno morendo, provocando l'irrigidimento del corpo e portando il malato alla morte.

Come vivrò? Ho poche strade di fronte a me, e di certo saranno tutte ripide, ma ho deciso di guardare avanti e non mollare, anche se dovessi percorrerle strisciando. Non posso permettermi di esitare.”
(citazione tratta dal testo)

Aya è giovane, delicata, dolce, sensibile, dedita allo studio e sempre pronta a impegnarsi per raggiungere i suoi obiettivi, e a quindici anni è troppo giovane per accettare una malattia del genere, rassegnandosi al lento declino e irrigidimento del suo corpo. Così, decide di porsi dei piccoli obiettivi da raggiungere per rallentare la malattia, lottando per non darsi per vinta, anche se spesso dovrà rinunciare alla maggior parte dei suoi sogni. Ma avrà accanto una famiglia e una mamma che l'aiuteranno a spronarla nei momenti di difficoltà, vietandole di crogiolarsi nel dolore e nell'autocommiserazione, esortandola a non darsi per vinta, ad assumere una visione diversa della vita e a lottare. E lei affronterà tutto con coraggio, forza e dignità, lasciandosi andare ai momenti di tristezza, disperazione e umiliazione. Sì umiliazione, perché vivrà sulla sua pelle la difficile condizione di disabile, gli sguardi curiosi e pieni di pietà che la gente le rivolgerà vedendola arrancare sulle scale quando cercherà di raggiungere le aule scolastiche, le prese in giro per la sua camminata strana, le difficoltà nell'articolare le parole e parlare in maniera fluida e comprensibile ecc.
Ma lei non mancherà mai di rivolgersi agli altri con educazione, rispetto e quel sorriso aperto e naturale che la faranno amare da chiunque avrà avuto la fortuna di incontrarla e conoscerla.

Tutto ciò che posso fare è rispondere all'amore con un sorriso.”
(citazione tratta dal testo)

Attraverso i capitoli del libro percorreremo i suoi dieci anni di malattia, crescendo con lei e maturando attraverso il tempo, passando da giovane adolescente a donna in un disequilibrio tra lato infantile e maturo.
Il diario è scritto con semplicità così come semplice era Aya. Una scrittura delicata come l'anima della ragazzina che ha riversato sulle pagine del diario i suoi pensieri, trovando conforto e forza nello scrivere le sue emozioni e sofferenze.
Una disperazione che viene fuori con semplicità e intensità senza farsi mai coinvolgere e condizionare dalla rabbia, ma facendo emergere forza, determinazione e dignità per continuare a lottare e vivere.

A me non è concesso la libertà di amare o essere amata?”
(citazione tratta dal testo)

Io sono lenta in tutto, anche nelle reazioni. A volte mi sembra quasi di non riuscire a entrare in contatto con la me stessa disabile.
Ho toccato il fondo. Eppure non desidero la morte. Penso che, prima o poi, arriveranno tempi felici...”
(citazione tratta dal testo)

Leggere il suo diario è un'esperienza unica e struggente. Non si può rimanere impassibili davanti alla sua storia e al suo dolore. Ogni pagina trasuda forza e amore, avvinghiandoci a sé fino alla fine del testo quando, con le lacrime agli occhi, chiuderemo il libro e la saluteremo augurandoci che ora possa finalmente camminare sulle gambe e non gattonare come era costretta a fare in questa vita terrena.
Chiuderemo il libro consapevoli di aver ricevuto un dono enorme. Un insegnamento da custodire, ricordandoci di non cedere mai alle avversità della vita, ma di continuare a sorridere mantenendo la propria sensibilità e dolcezza senza farsi abbruttire e incattivire dalla rabbia e dalla malattia.
Chiuderemo il libro rivolgendo un pensiero pieno di affetto e dolcezza a una giovane donna che ha saputo conquistare il nostro cuore con la sua sensibilità e dignità.
Chiuderemo il libro e ognuno vivrà le sue emozioni...io seguirò le mie, lasciandomi condurre in quell'angolino della mia anima dove le ho accantonate per un po'.

Che problema c'è a cadere?
Puoi sempre rialzarti.
Quando cadi, solleva gli occhi al cielo.
Anche oggi si stende sopra di te, azzurro e sconfinato.
Riesci a vederne il sorriso?
Sei vivo”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura!!



(Marianna Di Bella)




(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

sabato 9 febbraio 2019

Recensione: "La Ragazza del Convenience Store" - Murata Sayaka

libro, romanzo, mdb, recensione, libri il nostro angolo di paradiso, giappone, disagio sociale, accettazone, diversità
Titolo: "La Ragazza del Convenience Store"
Autrice: Murata Sayaka
Editore: Edizioni E/O




Furukura Keiko è una donna di 36 anni e vive in Giappone. È laureata e da 18 anni lavora come commessa part-time in un konbini, un minimarket aperto, solitamente, 24 ore su 24.
Il konbini rappresenta, per la nostra protagonista, un microcosmo in cui vivere e sentirsi tranquilla, normale e protetta. Quelle quattro mura rappresentano per lei un abbraccio protettivo, un rifugio, una posto dove sentirsi finalmente a casa. Le regole del konbini sono ferree e ben precise, questo l'aiuta a sentirsi normale e non tagliata fuori da una società che vuole omologarla ai comportamenti e agli stili di vita degli altri. Una società che non accetta i diversi perché sfuggono alla loro comprensione, non rientrando in quei parametri e in quelle regole che li aiutano a classificare e catalogare le persone come “normali”. Keiko non si è mai considerata “normale”, sin da piccola si è sempre sentita diversa, o meglio gli altri l'hanno etichettata come “strana”, facendola sentire fuori posto, diversa e incompresa. Così, per non creare ulteriori problemi ai suoi genitori, decide di assumere dei comportamenti che la facciano passare inosservata, evitando di prendere iniziative, adeguandosi agli altri in tutto e per tutto, non parlando a sproposito e scegliendo di stare in silenzio e in disparte.

“Me ne stavo sulle mie senza dare sfogo alla mia stravaganza ed evitando di condividere le mie idee con anima viva.”
(citazione tratta dal libro)

Keiko cresce e con lei le aspettative della sua famiglia e della società che la vorrebbero sposata e con un lavoro adeguato alla sua età e al suo titolo di studio. La donna ci ha provato a conformarsi alle loro regole e aspettative, ma l'unico luogo dove finalmente si sente a casa e mai fuori posto è dentro il minimarket.


La scatola rettangolare di vetro luminoso e trasparente mi accoglie dentro di sé. Un mondo perfetto, immutabile, che continua a girare senza sosta. Nutro una fede cieca e assoluta in questo microcosmo lucente.”
(citazione tratta dal libro)


La donna vive e respira nel konbini. Per lei è ossigeno, è casa, è la bussola che regola tutto il suo mondo. È il luogo dove tutto è più semplice, grazie a delle regole che la fanno sentire “normale”, accettata e parte di un gruppo. Ma la sua tranquillità, però, verrà presto scombussolata dall'arrivo di un nuovo collega che le instillerà dei dubbi e perplessità circa la sua vita.
Come reagirà Keiko? Si lascerà convincere a lasciare il konbini, soddisfare le aspettative della sua famiglia e conformarsi alla società? O sceglierà di continuare a lavorare nel minimarket, vivendo secondo le sue inclinazioni?


...sono cambiata, ora sono il risultato del mondo che ho assimilato negli ultimi anni. Dentro di me non resta neanche una goccia dell'acqua che fluiva nel mio organismo in passato. Adesso nel mio corpo scorre un fluido diverso, che ha alterato la mia forma e mi ha tramutato quasi in un'altra persona.”
(citazione tratta dal libro)


Lascerò a voi il piacere di scoprire quali saranno le scelte di Keiko.
Vi lascerò entrare nel konbini per osservare tutto ciò che vi circonda e per capire come funziona.
Vi lascerò in silenzio ad ascoltare i pensieri della protagonista, perché possiate capire la sua personalità.
Vi lascerò il tempo di leggere il libro e scoprire una storia apparentemente semplice, ma con spunti di riflessioni intensi e profondi.
Il libro di Murata Sayaka affronta tematiche sociali attuali, come ad esempio l'alienazione, l'omologazione, la diversità, l'accettazione, e lo fa con uno stile semplice e diretto. L'autrice non si perde dietro frasi ad effetto o contorte per arricchire e abbellire il messaggio, al contrario, la sua scrittura è essenziale, stringata, quasi asettica nel raccontare la storia e la figura di Keiko.
I comportamenti e l'ambientazione sono tipicamente giapponesi e l'autrice racconta una problematica della sua società, fatta di alienazione, disagio sociale e continua ricerca di affermazione e accettazione. Una società in cui è difficile essere se stessi, dove la forma e l'apparenza contano più della sostanza e della profondità di una persona. Ma a ben guardare, questo è un problema che non riguarda solamente la società giapponese ma è ascrivibile a tutta la società contemporanea. Chi non riesce a omologarsi al gruppo, chi non rientra nelle regole e nei parametri sociali imposti, è considerato ed etichettato un “diverso”, un individuo da scansare, da allontanare per il timore di venire contagiati dalla sua voglia di affermare ed essere se stesso. Un individuo da biasimare ed evitare, come Keiko, che per anni si è sentita diversa rispetto alle sue amiche, alla sua famiglia e alla società che la circonda. Ha provato a farsi accettare dal mondo, adeguandosi a parte delle sue regole. Vorrebbe guarire...ma da cosa? Essere diversi non è una malattia e Keiko ha solo un modo tutto suo di pensare, di vivere la sua vita, di fare le sue scelte...di essere se stessa. Pur essendo un personaggio piatto, a volte fin troppo noioso, ha comunque un suo fascino che la rende credibile per il lettore. È un personaggio che lentamente prende coscienza di se stessa fino alla decisione finale. Una scelta che non sta a noi giudicare, ma solo comprendere.
Quale scelta? E no, non posso svelarvi nulla, perché altrimenti vi toglierei il piacere di soffermarvi e riflettere sui tanti spunti di riflessione che l'autrice ci regala durante la narrazione.
Ciò che posso fare è solo consigliarvi la lettura del romanzo, lasciandovi incantare dallo stile giapponese, da una storia profonda e se vogliamo anche crudele per l'animo umano. Una storia apparentemente piatta e monotona, ma che sa colpire dritto al cuore di chi non si ferma all'apparenza, ma sa andare oltre la superficialità delle cose e delle persone.


“Gli altri non si fanno scrupoli e perdono ogni freno davanti a tutto ciò che esce dall'ordinario, pretendono delle spiegazioni e sono convinti di avere il diritto di sapere tutto. Lo trovo assurdo, di un'arroganza esasperante.”
(citazione tratta dal libro)


Io non do fastidio a nessuno ma gli altri si permettono di violare la mia vita privata, solo perché sono diverso e in minoranza.”
(citazione tratta dal libro)


Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

venerdì 13 ottobre 2017

Recensione: "Yōkai" - Marco Mancinelli - Olivia Balzar - Monica Serra - Valerio la Martire

Titolo: "Yōkai - Spiriti Inquieti"
Autori: Marco Mancinelli - Olivia Balzar - Monica Serra - Valerio la Martire
Editore: Bakemono Lab



Quattro novelle.
Quattro spiriti inquieti.
Quattro viaggi tra le nostre paure.
Un solo libro...questo libro...


Per comprendere e vivere appieno la bellezza dei quattro racconti e l'atmosfera suggestiva che li accompagna, vi suggerisco di liberare la vostra mente da ogni pensiero. Abbandonate ogni vostra razionalità e difesa di fronte a ciò che non può essere compreso e spiegato razionalmente. Perché questa non sarà una semplice lettura, bensì un viaggio tra gli spiriti che popolano la cultura giapponese e soprattutto un viaggio all'interno di voi stessi e delle vostre paure.
Durante la lettura sarete trasportati da un'epoca all'altra, da un paese all'altro, da un mistero all'altro. Vi ritroverete in pieno inverno, in un piccolo cimitero. La neve ricopre ogni cosa, statue, tombe e un vento si libra tra gli alberi emettendo un suono sinistro che fa scorrere i brividi lungo la schiena. Il cimitero è popolato da bambini con deformazioni fisiche, che giocano tra le tombe. Nel mentre una bambina stenta a prendere sonno, perchè sente dei rumori strani che le fanno paura. Magicamente verrete catapultati indietro nel tempo, in un Giappone antico, i cui territori erano contesi da signori della guerra e allora vi ritroverete a passeggiare tra gli alberi, in uno spazio magico e senza tempo. Respirerete la paura dell'ignoto di fronte a fatti inspiegabili o vi ritroverete in una casa strana, gestita da uno spirito uomo-cane che sovrintende e controlla l'andamento della vita nell'abitazione, dove le cose avvengono sempre uguali, ogni giorni...ripetitivamente.
Questo libro è suggestivo, maliconico, brillante, poetico, macabro...è semplicemente meraviglioso.
Quattro racconti scritti in modo magnifico, dove i quattro autori hanno cercato di reinterpretare il folclore giapponese, lasciandosi guidare dalle suggestioni, che operano su di loro, trasmettendoci così le loro paure, inquietudini, emozioni più segrete.
Il mondo degli spiriti non può essere compreso razionalmente, deve essere vissuto. Quindi, lasciate perdere qualsiasi tentazione di comprendere ciò che avviene e lasciatevi trasportare dallo spirito narrativo di questi quattro racconti.
Buona lettura!!


(Marianna Di Bella)