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venerdì 28 febbraio 2020

Recensione: "Il circolo delle invincibili sognatrici" - Ana B. Nieto


romanzo, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, identità, abbandono

Titolo: Il circolo delle invincibili sognatrici
Titolo Originale: El club de las cinquenta palabras
Autrice: Ana B. Nieto
Editore: Adriano Salani Editore




Può il dolore modificare la percezione della realtà, trasformandola e plasmandola in modo da farla aderire alla nostra psiche, compromessa da sofferenze difficili da affrontare e superare, creando un'armatura entro cui nascondere e soffocare il nostro vero essere?
Quanto è labile il confine tra la realtà e l'immaginazione?
Quanto è difficile affrontare avvenimenti tragici senza subirne delle conseguenze psicologiche ed emotive?
Cosa accade quando il dolore colpisce la vita e la psiche di un bambino?
La mente umana è un grande mistero, inesplorato e spesso imprevedibile, in particolare di fronte ad avvenimenti traumatici che modificano la vera lettura e percezione della realtà. Si difende dalle sofferenze creando muri e armature che l'aiutino a tutelare la psiche per non soccombere e soffrire. Cerca di contenere tutto questo per gestirlo e viverlo senza lasciarsi travolgere in maniera traumatica, creando un mondo parallelo dove la fantasia e l'immaginazione prendono il sopravvento rispetto alla realtà nuda e cruda.

"Il mare è indomabile, ma ci sono modi per camuffarsi, quasi a far parte dell'onda, dei pesci e del sale. Serve solo una maschera di vento per raggiungere con loro una meta comune. Ero ancora un bambino quando ho imparato che lottare contro l'oceano significa perdere senza speranza. Bisogna danzare insieme a lui, lasciarsi cingere in vita e farsi guidare. Invece la parola 'sfida' è rischiosa. L'oceano è capace di strapparti tutto in un solo istante."
(citazione tratta dal testo)

David Steer ha solo otto anni quando la sua vita viene stravolta in maniera dolorosa e scioccante. È troppo giovane perché possa difendersi, in maniera adeguata, ai traumi della vita.
È troppo piccolo per affrontare le sofferenze dell'anima e per comprendere l'abbandono della madre.
Andiamo con ordine e cerchiamo di conoscere meglio il nostro protagonista.
David vive con la mamma Alice, in una piccola località balneare spagnola. Una vita tranquilla e serena, dove il piccolo nucleo familiare gode dell'amore e della presenza l'uno dell'altro.

“Il nostro rapporto era così stretto che riuscivamo a capirci sotto il velo del silenzio.”
(citazione tratta dal testo)

Ogni primo mercoledì del mese, la casetta ospita un gruppo di donne che arrivano da ogni parte del paese: il club delle cinquanta parole.
Il circolo si riunisce per parlare di libri, di sé, della vita e intorno a queste figure femminili ruota David, che tra un gioco e l'altro, si abituerà alla loro presenza, al sottofondo delle loro storie alimentando la sua immaginazione.
Un giorno la madre parte improvvisamente e sparisce definitivamente dalla vita del bambino.
Cosa le è accaduto? Dove è andata? Perché non ha portato il figlio con sé? Cosa si nasconde dietro questa misteriosa sparizione?
Domande che assillano e turbano il nostro piccolo protagonista. Il bambino si sente abbandonato, solo e disperato. Non riesce a capire lo strano comportamento della madre e nessuno degli adulti che lo circondano, riesce a dargli delle risposte esaustive che riescano a calmare la sua anima sofferente. David vive prima con Emilia, un'amica della madre e poi affidato alle cure dello zio Javier, il guardiano del faro. Da questo momento in poi, la vita del bambino seguirà il ritmo cadenzato e poetico del mare. Ondate di sofferenza alternate a momenti di serenità e mistero.
La fantasia, compagna di giochi, diventerà presto una sua grande alleata, un'armatura dietro cui nascondersi, creando e trasformando la difficile realtà in un'avventura stimolante, unica e interessante, dove il mare sarà il protagonista, il compagno e quella carezza lieve e delicata in grado di toccare la sua anima.
Un mare che sarà una figura simbolica importante nel romanzo e che farà da ponte tra passato e presente. Realtà e finzione. Dolore e serenità. Ricerca e abbandono.
Un ponte dover poter vivere e rivedere sua madre.
Un ponte che vi consiglio di attraversare, perché solo in questo modo riuscirete a comprendere appieno la complessità psicologica del ragazzo.
Un ponte che vi svelerà una storia intrigante, ricca di mistero, malinconica e delicata: la storia di David.
Prima di tutto, non aspettatevi un testo incentrato sulle figure femminili del circolo di lettura, perché le cinquanta donne non sono le protagoniste e non sono presenti fisicamente nel romanzo, ma la loro essenza aleggerà all'interno del romanzo e nell'anima di David perché le donne rappresentano un elemento simbolico importante e significativo nella vita del ragazzo.

“Non pretesi mai di dominare quelle donne. Tentai solo di comprenderle e ascoltarle. Fu così, quando compresi come comunicare con ognuna di loro, che imparai a navigare.”
(citazione tratta dal testo)

I veri protagonisti del romanzo sono il mare, il dolore, l'abbandono, la ricerca, la malinconia e la speranza, e David dovrà gestire questa serie di emozioni per difendersi dalla sofferenza per l'assenza e la separazione dalla madre e lo farà nel modo più adatto alla sua psiche e alla sua anima, costruendo, grazie alla sua immaginazione, una realtà parallela dove poter vivere e sopravvivere.

“Mia madre, come Teti, mi è apparsa ogni volta che ne ho avuto bisogno. Si è trasformata nella protezione e nella fede che mi servivano per superare i limiti che quel mondo sovrumano mi imponeva.”
(citazione tratta dal testo)

“Il circolo delle invincibili sognatrici” è un romanzo che racchiude misteri che si sveleranno piano piano durante la lettura, permettendo, in questo modo, al lettore di entrare lentamente in sintonia con la psiche del bambino, creando un rapporto empatico profondo che lo aiuti a comprenderlo meglio e in maniera più approfondita.
Il ritmo narrativo del romanzo è come il movimento del mare, s'infrange sulla battigia investendo il lettore per poi ritirarsi senza fretta lasciando dietro di sé segni e spunti di riflessione che lo aiuteranno a comprendere la storia. Onda dopo onda la trama si svela e nel lettore nasce la consapevolezza di stare leggendo molto di più della storia di un bambino che cerca di non vedere andare in frantumi la sua identità; il lettore si rende conto che la sua lettura non è altro che un viaggio intenso e malinconico. Un viaggio psicologico ed emotivo, bello e avvincente che, personalmente, ho apprezzato moltissimo. L'inizio non è di facile comprensione, si ha come l'idea che non ci sia un senso logico tra l'alternarsi delle due voci narranti, ma ben presto tutto diventa più chiaro e delineato e la navigazione all'interno del romanzo si fa più tranquilla e piacevole.
Un testo malinconico, introspettivo e con un pizzico di speranza.

“Non ti arrendere mai alla tenebra assoluta. Alimenta una luce, tienila sempre accesa.”
(citazione tratta dal testo)

Un romanzo che mi ha obbligata a osservare e andare oltre le apparenze, oltre le verità assolute per entrare in empatia con la storia e il protagonista.
La scrittura è scorrevole, elegante e coinvolgente. I capitoli si alternano tra passato e presente, seguendo le due voci narranti, quella di David e della giornalista che vuole conoscere meglio la figura dell'uomo. Sì, perché pagina dopo pagina non solo conosceremo David ma lo vedremo crescere e diventare un uomo che navigherà intorno al mondo e all'interno di se stesso, mentre la giornalista sarà la nostra bussola all'interno del romanzo, colei che ci guiderà alla comprensione della trama, perché se David rappresenta l'immaginazione, la donna è la parte razionale.
Ana B. Nieto ha scritto un romanzo piacevole e coinvolgente, ricco di sfumature ed emozioni. La struttura del testo e la narrazione affascinano e ha utilizzato il mare e il viaggio come metafore della vita. Un viaggio che vi consiglio di intraprendere.

“Arriva il giorno in cui tutti dobbiamo tornare e affrontare la realtà.”
(citazione tratta dal testo)

Prendete per mano David e lasciatevi guidare dalle sue parole, dalla sua fantasia e dalla sua personale avventura.
Buona navigazione e buona lettura.


Marianna Di Bella


 

(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

mercoledì 26 febbraio 2020

Recensione: "L'isola delle donne" - Roberto Bertinetti

libro, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso, regno unito, donne
Titolo: L'isola delle donne
Autore: Roberto Bertinetti
Editore: Bompiani





9 ritratti.
9 storie.
9 vite.
9 donne inglesi che con la loro forza d'animo, tenacia e determinazione, hanno cambiato per sempre la vita politica, sociale e culturale del proprio Paese.


“...è venuto il momento di riconoscere che spetta alle donne il merito di aver ideato e difeso alcuni mutamenti di portata rivoluzionari in molti ambiti. Cambiando così per sempre il corso delle cose nei palazzi del potere, nel canone letterario, nelle regole di comportamento sociale.”
(citazione tratta dal testo)

In questo libro, Roberto Bertinetti prende in esame nove figure femminili che, nell'arco di quattro secoli, hanno cambiato la storia della Gran Bretagna, mettendo in crisi il patriarcato. Un processo lungo, lento e graduale che ha visto scardinare dall'interno, le idee e l'egemonia maschilista, utilizzando le loro vite, la loro forza e tenacia come esempio di cambiamento, influenzando e coinvolgendo ogni ramo sociale, culturale e politico di appartenenza.
L'autore studia, analizza e prende in esame nove donne diverse per estrazione sociale, tempi storici, modi di vivere e ha dedicato loro dei brevi ritratti da cui emergono la determinazione e la caparbietà nel cercare il loro posto nel mondo, diventando dei punti di riferimento per la gente, in ambito letterario, politico, sociale ecc.
Il testo inizia prendendo in esame la figura di Elisabetta I, donna e regina, ultima discendente dei Tudor. Una donna che ha dedicato la sua vita a rendere grande e potente l'Inghilterra, votando la sua esistenza ad un'unica missione: garantire il benessere al suo popolo. Dotata di rigore mentale, tenacia e grande virtù, ha scardinato la figura femminile dell'epoca, considerata solo come oggetto di piacere e scambio nei giochi di potere e alleanze politiche.
Dopo Elisabetta I, l'autore tratteggia la figura della regina Vittoria, una donna apparentemente timida e riservata, in realtà si è rivelata una donna determinata e con una grande forza di carattere. La regina non ha mai accettato l'idea di dover sottomettere la propria volontà a quella di uomo ed è diventata il simbolo della stabilità istituzionale e della determinazione nel perseguire il progresso per il benessere del suo popolo e di un'intera nazione.

“Non è l'impulso a guidare Vittoria, bensì la certezza di avere il diritto di garantire la felicità, senza sottostare alle regole di comportamento imposte alle signore in anni in cui la supremazia maschile è ritenuta incontestabile in ogni ambito. La regina infrange le regole consapevolmente.”
(citazione tratta dal testo)

Dopo di loro seguono le figure della principessa Diana, Jane Austen, Virginia Woolf, Agata Christie, Vivenne Westwood, Mary Quant e Margaret Tatcher che con il suo culto del dovere, spirito di sacrificio, rigidi principi e caparbietà ha governato e guidato un paese durante una grave crisi che l'ha vista in prima linea contrapporsi ai sindacati dei minatori. Un evento politico che ha monopolizzato per mesi e anni la politica britannica e mondiale rimanendo ferma nelle sue decisioni e comandando con polso fermo e rigido.
In questi ritratti, Roberto Bertinetti mette tutta la sua passione e il suo studio nel proporre nove donne caparbie e determinanti per il Regno Unito. La sua scrittura è fluida, accattivante, ma anche elegante, incisiva, ricca di notizie e particolari interessanti.
La lettura è scorrevole, leggera e stimolante, in grado di incuriosire e ammaliare il lettore.
Un libro interessante ed estremamente piacevole da leggere.
Un libro da custodire, non solo per chi ama la Gran Bretagna, ma per tutti coloro che vogliono scoprire meglio queste nove figure femminili e imparare da loro la forza e la tenacia nel perseguire i propri obiettivi, nel trovare il proprio posto nel mondo e lottare contro ogni forma di egemonia maschile e patriarcale.
Buona lettura.




Marianna Di Bella

lunedì 24 febbraio 2020

Recensione: "Quel che manca di te" - Elena Moretti


romanzo, recensione, mdb, libri il nostro angolo di paradiso
Titolo: Quel che manca di te
Autrice: Elena Moretti
Editore: Ugo Mursia Editore



Due persone, apparentemente diverse e incompatibili, si incontrano e si scontrano.
Due anime fragili che si nascondono dietro maschere e armature per difendersi dal mondo esterno e dai problemi che la vita ha posto sulle loro strade.
Due persone i cui destini si incrociano in maniera imprevedibile, sconvolgendo le loro esistenze e ponendoli di fronte a se stessi, ai loro dubbi e alle loro paure.
Due ragazzi.
Due anime ferite.
Eleonora e Stefano.

“Tutto quello che sono, che ho vissuto, che ho imparato, io l'ho rosicchiato da solo dentro me stesso. E da solo l'ho macinato, impastato e ingoiato.”
(citazione tratta dal testo)

Eleonora ha 22 anni e vive da sola da quando la mamma è morta dopo una lunga malattia. È una ragazza spontanea, semplice e non ha filtri. Ha sempre il sorriso sulle labbra e cerca di trovare il lato positivo nelle cose e negli avvenimenti.che le capitano. Ama cantare, infatti, la musica l'aiuta ad allontanarsi dal mondo esterno, portandola lontano, in un posto fatto di note, emozioni e vibrazioni. Si ritiene insignificante e invisibile, non ama piangersi addosso, dice sempre la verità, ed è sempre disponibile ad aiutare gli altri.
Non ha un impiego fisso, ma vive di piccoli lavoretti che possano permetterle di arrivare a fine mese. Per questo ha accettato di lavorare presso un prstigioso studio di architettura, la paga è buona e questo le permetterà di vivere tranquillamente per almeno 30 giorni

“...di solito la gente mi cerca solo per la mia allegria, per poi schivarmi volentieri quando non sono più in grado di sfoderarla.
No, forse, no-. Non è la gente che si comporta così con me, sono io che cerco gli altri quando son felice e mi rintano quando le ose non vanno, semza mai gridare aiuto, restando a consumare in solitudine il mio veleno.
O, forse, la realtà non è che una combinazione lineare di queste due cose.”
(citazione tratta dal testo)

Sul posto di lavoro incontra l'architetto Stefano Resentini, un trentenne che, invece, ha un carattere totalmente opposto al suo. L'uomo è ombroso, scontroso, esasperante, non ha mezze misure nel relazionarsi con gli altri, ed è esigente e puntiglioso sul lavoro. Ha un caratteraccio che lo porta ad avere continui contrasti con il mondo intero, e sente sempre l'esigenza di rivalersi sulle persone, facendo emergere la sua rabbia e il suo dolore. Un dolore sordo che si porta dentro da anni, conseguenza di un terribile incidente che ha segnato in maniera indelebile la sua anima e il suo corpo.

“Il passato me lo porto dentro e, anche se mi adopero per soffocarlo, non si canellerà mai. Perché ciò che è stato ormai è parte di me, di ciò che sono diventato. Ho lasciato troppi conti in sospeso. Troppe cose indietro da combattere, da guardare in faccia. E ancora non ne ho il coraggio.”

L'incontro con Eleonora sarà importante perché si ritroverà a fare un lungo esame interiore mettendo in discussione i suoi atteggiementi e comportamenti, perché la ragazza è diversa dalle altre, è una voce fuori dal coro, è spontanea e non costruita, una ragazza fuori moda e contesto che piano piano entra delicatemente nella sua anima tormentata portando un po' di serenità. Stefano si aggrappa a lei, trovando sostegno morale e psicologico ma, lo scambio sarà reciproco perché entrambi troveranno aiuto e conforto in un rapporto strano e complesso che li porterà a prendere coscienza di sé.


“...non scappare davanti al dolore mi ha portato freddi frutti da cogliere nella farsa del presente.”
(citazione tratta dal testo)

I due ragazzi riusciranno a trovare il giusto equilibrio nella loro nuova amicizia?
Riusciranno a fidarsi l'uno dell'altro?
Difficile dirlo in poche parole, quello che potete fare è continuare la lettura perché il percorso dei due ragazzi non sarà facile, bensì tortuoso e pieno di imprevisti.
Leggere il romanzo è entrare in profondità nell'animo dei due protagonisti, grazie alla scelta da parte dell'autrice di una narrazione fatta in prima persona dove le due voci narranti si alternano all'interno di ogni capitolo. Un alternarsi che ci permette di entrare nei loro pensieri, dubbi, paure e di comprendere meglio i loro meccanismi mentali e le loro chiusure. Purtroppo questo alternarsi non è sempre di aiuto, perché spesso risulta difficile comprendere chi dei due stia parlando e questo rallenta un po' la lettura, rendendo complicata la comprensione del testo.
I due protagonisti sono ben costruiti e delineati, in particolare la parte psicologica del loro carattere. Stefano è il personaggio più complesso e articolato e l'autrice è riuscita a descriverlo e caratterizzarlo molto bene evidenziandone i difetti, i pregi, ma anche le paure, i tentennamenti e la rabbia che influenza il suo modo di vivere e sentire.
La scrittura è fresca, leggera, semplice che sa colpire con le sue descrizioni incisive ed emozionanti. La lettura è scorrevole, in particolare la prima metà del libro, dopo ci sono una serie di avvenimenti che si ripetono nel loro svolgimento fatto di passi avanti e continui ritorni indietro sulla crescita e consapevolezza dei personaggi. Questo continuo andare avanti e indietro diventa, a mio gusto personale, troppo ripetitivo ed è una cosa che non mi piace nei romanzi. Soffoca il mio entusiasmo e inevitabilmente mi annoia.
Il romanzo rimane, comunque, piacevole e interessante. Un testo che riesce a toccare molti punti importanti e profondamente riflessivi come ad esempio, il problema delle periferie, la riqualificazione urbana, la disabilità, la paura di amare ed essere amati per ciò che si è, la paura di fidarsi dell'altro ecc.
Un romanzo che vi consiglio di leggere nonostante alcune mie piccole titubanze.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)




(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

mercoledì 19 febbraio 2020

I Consigli di Mirtilla: "L'arcobaleno del tempo" - Jimmy Liao

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Titolo: L'arcobaleno del tempo
Autore: Jimmy Liao
Editore: Terre di Mezzo



Esistono luoghi che diventano dei rifugi per la nostra anima.
Luoghi dove nasconderci per affrontare e superare il dolore.
Luoghi dove stare in silenzio, chiudere gli occhi e ascoltare la propria voce interiore, ritrovando noi stessi.
Sono quei luoghi che diventano abbraccio, carezza, rifugio sicuro dove estraniarsi dal mondo, lasciando fuori tutto ciò che ci fa del male e ci perseguita. Posti dove per un po' di tempo possiamo ritrovare noi stessi e le persone che abbiamo perso. Per la protagonista di questo libro illustrato, il rifugio sicuro è il cinema. Lo considera un posto magico, emozionante e rassicurante. Al suo interno si sente protetta, e quel senso di solitudine e abbandono che la perseguitano, si placano. Entra, si siede e magicamente tutto prende vita e colore. I film rappresentano quell'abbraccio caldo e rassicurante che l'aiutano a sentire meno la mancanza della mamma, che ha perso quando era piccola.

Se seguo la luce del proiettore, il buio non è più così spaventoso.”
(citazione tratta dal testo)

Appena la bambina avverte quel senso di nostalgia farsi sempre più forte e ingestibile, il papà la porta al cinema e insieme affrontano quella sofferenza che lentamente è entrata ad abitare nei loro cuori e nelle loro anime.
Gli anni passano, la bambina cresce e l'immagine della mamma si affievolisce sempre di più, fino quasi a scomparire negli angoli più bui della memoria, ma il cinema rimane comunque un legame lieve ed etereo con la madre. La ragazza pensa di poterla ritrovare proprio lì dove i sogni sembrano realizzarsi.

“C'erano momenti in cui mi sentivo confusa e dovevo affrontare problemi che mi parevano insormontabili.
Mi chiedevo quale direzione prendere.
Per fortuna, quasi per caso, trovavo le risposte nei film, e la vita ricominciava.”
(citazione tratta dal testo)

I film scandiscono la sua vita segnando le tappe importanti della sua esistenza: si innamora, si sposa, realizza parte dei suoi sogni e affronta problemi che inevitabilmente si presentano nella vita di tutti. In questo scorrere del tempo e dei film prende vita e anima il libro di Jimmy Liao.
Un autore in grado di creare pura poesia attraverso la delicatezza delle immagini e le parole semplici e toccanti. Ogni tratto, colore e immagine si amalgamo perfettamente alla frasi creando un'atmosfera magica e delicata. I colori si fanno più intensi e suggestivi quando vengono rappresentati i film nella sala del cinema, riproponendo alcune scene famose ed emozionando il lettore. Alcune immagini sono pura emozione come ad esempio: l'abbraccio tra mamma e figlia o il particolare della lacrima di felicità che scivola lungo la guancia della bambina.
In ogni pagina emergono la tenerezza, la nostalgia, la speranza e quella solitudine che aleggia preponderante in tutta la storia.
Una storia drammatica e al tempo stesso piena di speranza.
Una storia che come una dolce carezza, tocca le corde dell'anima facendole vibrare delicatamente.
Una storia che vi consiglio di leggere lasciandovi cullare dalla poesia dei disegni e delle parole.
Buona lettura!


Mirtilla


(Marianna Di Bella)

lunedì 17 febbraio 2020

Recensione: "...che Dio perdona a tutti" - Pif

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Titolo: "...che Dio perdona a tutti"
Autore: Pif
Editore: Feltrinelli




Palermo.
Arturo è un giovane agente immobiliare di 35 anni. Trascorre le sue giornate tra lavoro, partite di calcetto e una passione sfrenata per i dolci. Non ama i grandi cambiamenti, infatti, quando le cose si fanno serie, e deve prendere delle decisioni importanti, fugge a gambe levate, schivando qualsiasi responsabilità ed evitando i problemi.

“Ci sono situazioni che non puoi affrontare (…) perché consumeresti tutte le forze e ti ammaleresti. Allora far credere qualcosa che non è resta l'unica via di uscita.”
(citazione tratta dal testo)

È single e ha teorie disfattiste sulle relazioni di coppia. È convinto che avere una donna accanto sia un impedimento nel coltivare la propria passione, perché ritiene che quando si ha una relazione, inevitabilmente, si deve rinunciare a qualcosa, a una parte della propria vita; e lui non può e non vuole rinunciare alla sua passione per i dolci con la ricotta. Sono la sua ragione di vita. Li ama talmente tanto da non voler scendere a nessun compromesso...fino a quando la sua strada non incrocia quella di Flora, una giovane pasticcera che realizza dei dolci alla ricotta buonissimi.
Dopo una serie di disavventure e peripezie, i due ragazzi iniziano una relazione, vanno a convivere e tutto procede bene, senza litigi o problemi seri che possano intaccare o rovinare il loro rapporto; ma inaspettatamente, qualcosa si incrina. Una crepa profonda inizia a segnare e danneggiare la loro relazione: l'indifferenza religiosa che, tra bugie e sotterfugi, Arturo è riuscito a nascondere a Flora, cristiana praticante. La ragazza non può accettare questo suo disinteresse e allora cosa farà Arturo? Scapperà, evitando come al solito i problemi, o cercherà di trovare una soluzione per non perdere la sua Flora?
Questa volta non scapperà, anzi, è determinato a dimostrarle di poter essere un buon cristiano praticante, e per tre settimane seguirà alla lettera la parola di Dio. Questa suo suo cambiamento, invece, di agevolare il rapporto, lo incrina ancora di più...perché? Beh, perché nel mettere in pratica alla lettera gli insegnamenti cristiani lo fa risultare, agli occhi della sua fidanzata e degli altri, un tipo eccentrico, strano, anticonformista. Bizzarro al punto da essere considerato uno fuori di testa e quindi da emarginare.

“Dire la verità, oggi, è rivoluzionario.”
(citazione tratta dal testo)

Qualcosa cambia nel ragazzo, inizia piano piano a provare gioia e serenità nell'aiutare il prossimo senza ricevere nulla in cambio se non la felicità dell'altro. Un cambiamento che vi consiglio di seguire continuando la lettura del romanzo d'esordio di Pif, che tra ironia, leggerezza e pensieri profondi ci guida all'interno della storia.
Pif è un regista e autore televisivo che tutti abbiamo imparato a conoscere e apprezzare attraverso i suoi film e programmi tv. L'autore ha realizzato negli anni reportage profondamente riflessivi, affrontando argomenti seri come la mafia, narrandoli con ironia, sensibilità e leggerezza, regalandoci uno sguardo lieve e profondo su tematiche intense.
Utilizzando il taglio cinematografico, il linguaggio e la struttura narrativa che lo contraddistinguono, l'autore ha costruito un romanzo apparentemente semplice ma, che inaspettatamente colpisce e fa riflettere nel modo e nel momento giusto.
La prima pagine del testo sono lente e forzate, in particolare, nel voler presentare Arturo nella sua tragicomicità, sembra quasi volerlo proporre per forza come un personaggio divertente e spassoso. Devo essere sincera, in questa prima parte ho avuto difficoltà a ritrovare lo stile narrativo di Pif, infatti, ho avuto la tentazione di abbandonare il testo. Fortunatamente, non ho ceduto e ho continuato la lettura, e pagina dopo pagina sono arrivate l'ironia e la leggerezza che lo contraddistinguono.
La seconda parte è incentrata nell'evidenziare e colpire con ironia i cattolici che si professano praticanti ma solo a parole, perché a conti fatti è più facile parlare e accusare gli altri, piuttosto che farsi un esame di coscienza mettendo effettivamente in pratica gli insegnamenti cristiani. Pif analizza con leggerezza questa ipocrisia, mostrando i comportamenti contradditori di alcuni benpensanti che praticano la religione cristiana solo in situazioni di emergenza come ad esempio quando qualcuno sta male, quando si ha bisogno di sostegno ecc. ma la religione non è interpretabile per un proprio tornaconto personale, non si può personalizzare come se fosse un pacchetto viaggi o di studio, e soprattutto non si può pensare di aiutare solo chi è come noi lasciando indietro chi è diverso. Purtroppo nella vita di tutti i giorni e nella società odierna si preferisce dare la precedenza al proprio Io, dimenticandosi del benessere del prossimo.
L'autore analizza questa falsa moralità con la sua consueta levità, ironia e delicatezza, regalandoci diversi spunti di riflessione, colpendo il lettore in maniera imprevista con argomenti seri e profondi.
La lettura, ad eccezione delle prime pagine, è scorrevole e leggera. Il romanzo è divertente, ironico, anche se in alcuni punti cade troppo facilmente nei luoghi comuni, nella banalità di alcuni atteggiamenti e modi di pensare.
Pif ha una grande capacità narrativa e la sua scrittura è pulita e delicata. Una scrittura che non si prende troppo sul serio pretendendo di essere rivoluzionaria, ma aiuta il lettore a porsi innumerevoli domande, facendolo riflettere su alcune questioni e donando una visione diversa su alcune tematiche.
“...che Dio perdona tutti” è un romanzo che vi consiglio di leggere e mi raccomando, non arrendetevi alle prime pagine, superate lo scoglio e divertitevi a scoprire le peripezie e i cambiamenti di Arturo.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

giovedì 13 febbraio 2020

Recensione: "Mara. Una donna del Novecento" - Ritanna Armeni

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Titolo: "Mara. Una donna del Novecento"
Autrice: Ritanna Armeni
Editore: Ponte alle Grazie




Esistono storie poco conosciute che aspettano il momento opportuno per essere scoperte e portate alla luce. Storie di persone dimenticate tra le pagine dei libri, che hanno bisogno di tempo e studio per riemergere dai recessi della memoria storica per essere conosciute, comprese, rivalutate al di sopra di ogni giudizio o luogo comune.
Storie e persone che si incontrano e si intrecciano, non solo tra le pagine dei libri ma tra le maglie della vita, ricordandoci chi ha lottato con forza e tenacia per difendere i propri valori. Storie e persone che meritano di essere conosciute e ricordate, anche quando differiscono dai nostri ideali, dalle nostre opinioni personali e correnti politiche, perché il confronto con gli altri è necessario per aiutarci a comprendere meglio il passato, il presente e noi stessi. Permettendoci di affrontare la vita in maniera diversa, consapevoli del proprio passato storico e dei privilegi raggiunti, grazie ai sacrifici e alle lotte politiche intraprese da uomini e donne che credevano fortemente nei propri princìpi.
Se poi le protagoniste di queste storie sono donne, allora le loro gesta e le loro voci acquistano un'importanza e un peso determinante, per quanto riguarda i diritti raggiunti, e la nostra attenzione si deve fare più intensa e concentrata. Anche quando le battaglie per i propri diritti sono state intraprese da persone la cui corrente politica ha segnato in maniera negativa il nostro Paese. Correnti politiche che differiscono totalmente da quelle dell'autrice Ritanna Armeni che in questo nuovo testo prende in esame, analizza e affronta una figura femminile del Novecento fascista, esponendone i pensieri, gli ideali e i valori.
L'autrice è del parere che esiste una storia delle donne che si intreccia con quella degli uomini ma che non coincide mai in maniera perfetta, anzi, spesso viene lasciata in un angolo e dimenticata, ma in questo caso Ritanna Armeni ha cercato di farla riemergere dall'oblio della memoria, mettendo da parte i luoghi comuni e tutto ciò che la storia ci ha insegnato mostrando solo una parte della verità. L'autrice ha studiano, analizzato e messo da parte i cliché per far emergere figure femminili, anche contraddittorie, e in questo percorso ha creato Mara, la protagonista del libro.
Il romanzo inizia nel 1933, quando la ragazza ha solo 13 anni e Mussolini è nel pieno della sua potenza e fama politica. Mara vive a Roma con i genitori e due fratelli più piccoli. La sua famiglia non è ricca, ma guadagna quel poco che serve per vivere decentemente. La ragazza è una fervente fascista e ha una passione sfrenata per Mussolini, che considera un grande uomo, protettore degli italiani e delle donne.
La ragazza è giovane ma sa bene cosa vuole dalla sua vita, come ad esempio partecipare con entusiasmo ai sabati fascisti, dove può esprimere il suo fervore attraverso gli esercizi ginnici che esegue in maniera precisa e perfetta. Ama studiare e vorrebbe frequentare l'Università per diventare una scrittrice. Vuole essere libera di uscire quando vuole, recitare a teatro, tagliarsi i capelli secondo i suoi gusti e non chiedere ogni volta il permesso dei suoi genitori. Vorrebbe decidere autonomamente della sua vita, ma l'epoca e il contesto storico-culturale non le permettono questo privilegio, perché le donne erano considerate solo in funzione del loro ruolo di mogli e madri; non avevano privilegi o diritti, non potevano votare, esprimere liberamente il proprio pensiero, avere ruoli di prestigio in ambito lavorativo, potevano solo ambire a ruoli subalterni e sottomesse al marito che decideva anche per lei. È in questo quadro e contesto storico che Ritanna Armeni ha cercato di analizzare le figure femminili fasciste spogliandole di ogni luogo comune, e con uno sguardo il più neutrale possibile, tentando di comprendere il loro modo di pensare e l'ardore con cui idolatravano e amavano Benito Mussolini.

Il Duce ha dimostrato ancora una volta di meritare la nostra fiducia e il nostro amore. Sì proprio l'amore. Non si può non avere trasporto e un sentimento intenso di devozione per chi ci protegge, ci guida e ha così a cuore il nostro benessere e la nostra felicità.”
(citazione tratta dal testo)

L'autrice volge lo sguardo oltre gli stereotipi e le pagine di storia, che non hanno mai evidenziato queste figure, e le fa emergere in tutta la loro complessità. Si spoglia di ogni pregiudizio e studia, esamina, ricerca e analizza le loro figure, ove possibile, e crea un personaggio femminile che possa fare da intermediario e voce narrante tra la storia e noi lettori: Mara Carucci.
Attraverso il punto di vista di Mara ripercorreremo il periodo storico che va dal 1933 al 1946 ma, soprattutto, scopriremo i cambiamenti della figura femminile nel campo politico, in particolare in quello della corrente fascista.

Anche nei primi anni del fascismo c'è, quindi, chi rivendica l'autonomia femminile. Donne che vogliono partecipare alla vita pubblica e politica e non si vogliono limitare alla beneficenza e all'assistenza.”
(citazione tratta dal testo)

Cosa spingeva le donne fasciste ad amare e difendere la figura di Benito Mussolini?
Secondo Ritanna Armeni per comprendere questo aspetto occorre risalire al periodo del Risorgimento, quando la donna non aveva nessun diritto e non era minimamente considerata se non per il suo essere una brava casalinga, moglie obbediente e procreatrice...un fantasma fuori e dentro le mura domestiche. Con l'ascesa di Benito Mussolini, le donne fasciste, invece, si sentono protette, riconosciute e considerate, acquisendo più importanza e credibilità all'interno della sfera politica e sociale, perché l'uomo politico chiede loro, non solo di essere mogli e madri perfette, ma pronte a fare sacrifici per la Patria. Un sacrificio che le relega comunque in un ruolo marginale imposto dalle figure patriarcali dell'epoca. Un ruolo che continua a non godere del diritto di voto, di istruzione, della possibilità di lavorare nelle alte gerarchie, di decidere autonomamente ecc. Tutti elementi che ci aiutano a comprendere meglio la complessità delle battaglie femminili fasciste e del loro punto di vista politico, sociale, culturale ecc.

Di fronte alle loro storie – ne ho lette tante, tutte dolorose, drammatiche, ostinate - , ho provato sentimenti contrastanti. Finalmente non più vedove e madri colpite dalla guerra o ragazze in attesa di convenienti matrimoni. E neppure donne tranquille perché ignare. Che aspettavano inerti quel che sarebbe avvenuto. Guerriere, invece. Audaci e consapevoli fino in fondo. Disposte a morire per quello in cui credevano. Erano fasciste ma non corrispondevano ad alcun modello femminile sostenuto dal fascismo durante il ventennio.”
(citazione tratta dal testo)

L'autrice ha cercato di dare voce a queste donne mettendo da parte il proprio modo di pensare, spogliandosi temporaneamente della propria visione politica per cercare di immergersi e capire una corrente politica opposta per valori e ideali. Un lavoro complesso, difficile e delicato perché non è sempre facile rimanere neutrali e super partes, spesso si rischia di cadere nella trappola degli stereotipi emettendo giudizi personali che potrebbero influenzare la lettura e la comprensione del testo. Ritanna Armeni è riuscita, in maniera elegante e perfetta a mantenere la sua neutralità costruendo una storia coinvolgente, avvincente e bella. Una storia che ci fa completamente immergere in un periodo storico difficile e incomprensibile, creando una figura femminile interessante che cresce con il trascorrere degli anni, maturando non solo fisicamente ma anche intellettualmente, narrando gli avvenimenti storici e politici dell'epoca. Uno sguardo dapprima adolescenziale e poi sempre più maturo che la porterà a mettere in discussione alcune scelte politiche e di vita.
Il libro si divide su due piani narrativi diversi e complementari. Due voci narranti che si alternano tra un capitolo e l'altro, segnando il ritmo narrativo della trama: la voce narrante di Mara e quella di Ritanna Armeni.
Attraverso la voce di Mara, il romanzo prende vita e anima, narrando, non solo le vicende politiche dell'epoca ma anche la sua esistenza di giovane donna, con i suoi amori, sofferenze, sogni infranti ecc. Mentre la voce dell'autrice è di appoggio alla storia della ragazza, intervenendo e spiegando alcuni dati politici, documenti o presentando alcune figure femminili che hanno segnato quel periodo storico.
La lettura è scorrevole, piacevole, intrigante e l'alternarsi delle due voci narranti non crea disagi o difficoltà durante la lettura, al contrario aiuta il lettore a comprendere meglio alcune parti, lasciandolo riflettere su alcune questioni.
La scrittura è semplice, intensa, vera e arriva al cuore dei fatti e delle persone, coinvolgendole completamente. I personaggi sono tutti ben analizzati e descritti, ognuno con una personalità ben definita. I personaggi che emergono in maniera forte e preponderante sono Mara e Nadia, la sua migliore amica. Due ragazze accomunate dagli stessi ideali, dalla stessa fede politica ma diverse per carattere e modo di agire. Mara è più posata, riflessiva e costretta, dalle vicende della vita, a rinunciare ai suoi sogni, costringendola a crescere e diventare adulta prima del tempo, diventando più critica verso se stessa e il mondo esterno. Nadia, invece, è più passionale, combattiva e irruenta nelle sue idee politiche, infatti seguirà fino alla fine i suoi ideali, difendendoli fino allo stremo delle sue forze, negando spesso la realtà dei fatti, non vedendo gli errori e non accettando la sconfitta, scontrandosi in maniera forte e pesante con la realtà.
“Mara. Una donna del Novecento” è un libro che ho amato moltissimo, non solo perché apprezzo i testi e la scrittura di Ritanna Armeni, ma perché mi ha permesso di spogliarmi dei luoghi comuni, per immedesimarmi in ideali e valori opposti ai miei cercando di comprendere l'altro in ogni sua sfaccettatura.
Vi consiglio la lettura del libro? Assolutamente sì, perché per capire il presente occorre comprendere il passato e i suoi errori, e questo libro ci presenta una visione diversa e interessante. La lotta femminista va studiata a trecentosessanta gradi, analizzando e studiando tutte le forze politiche che hanno fatto la differenza, segnando dei piccoli passi in avanti verso i diritti, l'indipendenza, la libertà e l'accettazione di sé. Quindi non perdete tempo e immergetevi nel testo, lasciandovi guidare dalle voci forti, tenaci e determinate di Mara e Ritanna Armeni.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)



(Gifted by) Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro.

martedì 11 febbraio 2020

Recensione: "Io che amo solo te" - Luca Bianchini

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Titolo: "Io che amo solo te"
Autore: Luca Bianchini
Editore: Mondadori





Polignano a Mare è in grande fermento, la cittadina pugliese si sta preparando per festeggiare le nozze di Chiara e Damiano, due giovani ragazzi che stanno unendo in matrimonio le loro vite e i loro destini. Questo non è un semplice matrimonio, perché gli occhi di tutta Polignano sono rivolti ai loro genitori: Ninella, madre della sposa, e Don Mimì il padre dello sposo.
Perché? Beh anni indietro, Ninella e Don Mimì si sono amati tantissimo e come tutte le storie qualcosa non è andato bene e il loro amore è finito tra sofferenze, rimpianti e rinunce.
Perché si sono lasciati? A voi scoprirlo, ciò che è importante sapere e sottolineare è che questo amore non si è mai spento del tutto, è rimasto come brace sotto la cenere, pronto a riaccendersi, perché alcuni amori rimangono vivi per sempre e attendono con calma e pazienza il momento opportuno per ripresentarsi e dare, ove possibile, una seconda possibilità.

“Ci sono storie che hanno bisogno di buio e silenzio. Solo dopo tanto tempo, come alcuni vini, potranno essere raccontate”
(citazione tratta dal testo)

Sono trascorsi tanti anni, molte cose nelle vite di Ninella e Don Mimì sono accadute, modificando parte del loro carattere. Ninella, dopo la fine della storia d'amore, ha saputo ricostruire se stessa, la sua rispettabilità, la sua vita. È una donna determinata, un vulcano in attesa di esplodere per dare vita, corpo e anima a tutta la sua bellezza e determinazione. Don Mimì, invece, ha rinunciato ai suoi sogni per un matrimonio economicamente conveniente e questo ha influenzato il suo carattere, pieno di frustrazione e rimpianti ma, soprattutto, ha inciso nel suo rapporto con i figli a cui non ha saputo insegnare a vivere e lottare per i propri sogni, a non credere nell'amore, risolvendo ogni problema al posto loro rendendo la vita fin troppo semplice.
In questo viaggio alla scoperta e riscoperta dell'amore si muovono e prendono vita i personaggi del romanzo di Luca Bianchini. Quattro protagonisti in cerca della felicità e del loro posto nel mondo, ma impareranno che l'amore arriva, ospite inatteso, a bussare alla porta quando meno ce lo aspettiamo, mescolando le carte della nostra vita e dei nostri destini.
Due generazioni a confronto uniti da dubbi, insicurezze, voglia di riscatto per una felicità promessa e disattesa.
Due generazioni che si incontreranno e confronteranno su un terreno delicato e fragile come quello dell'amore, protagonista assoluto del romanzo che influenza le vite dei protagonisti e di tutti personaggi che si muovono dietro le quinte dando corpo e spessore alla trama.

“Ci sono amori che non lasciano nemmeno una foto, e sono i più difficili da dimenticare.”
(citazione tratta da testo)

La lettura è scorrevole, leggera e allegra. La scrittura è delicata, frizzante ma anche piena di cliché che, purtroppo, rendono la trama prevedibile e i personaggi stereotipati e troppo frivoli. Personaggi descritti e rappresentati in ogni loro sfaccettatura, con pregi, difetti e contraddizioni rendendoli veri, autentici, ma anche noiosi, spiritosi, antipatici, profondi, così come avviene nella vita.
Il romanzo si snoda durante le tre giornate che precedono il matrimonio e dalle sue pagine viene fuori tutto il calore e la bellezza del sud, regalandoci uno spaccato di vita pugliese caldo, colorato, passionale, autentico, ma tutto questo, purtroppo non è riuscito a convincermi del tutto. Durante la lettura c'è sempre stato qualcosa che non mi ha emozionata, colpita e affascinata fino in fondo. Non sono riuscita a creare un legame empatico con i protagonisti e con la trama, forse i troppi cliché, la prevedibilità della storia, alcuni personaggi che non mi hanno coinvolta emotivamente, non hanno aiutato nel mio giudizio e nel piacere della lettura.
Peccato.
Cosa accadrà tra Ninella e Don Mimì? Si riaccenderà la fiamma del loro amore? Chiara e Damiano riusciranno a realizzare i loro sogni? Prenderanno coscienza di sé e dei loro veri sentimenti? Impareranno a vivere seguendo i loro sogni fino in fondo, lasciando da parte i rimpianti? Riuscirà l'amore a colpire i cuori e le anime dei protagonisti, stravolgendo le loro vite?
A voi trovare le risposte, io mi ritiro in silenzio, lasciandovi scoprire la storia.

“E non c'è niente di peggio che combattere contro un ricordo che il tempo, anziché sbiadire, colora ulteriormente.”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

venerdì 7 febbraio 2020

Recensione: "Intimistica. Raccolta di pensieri e poesie" - Luciano Lembo

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Titolo: "Intimistica. Raccolta di pensieri e poesie"
Autore: Luciano Lembo
Editore: P.S. Edizioni




Non è facile dare voce ai propri pensieri, alle proprie emozioni o sensazioni.
Non è facile far emergere la parte più intima di noi stessi, spogliandoci di ogni artificio o maschera per mostrare le nostre fragilità, paure e insicurezze. Purtroppo, siamo abituati a nascondere il nostro vero essere per difenderci dai graffi della vita, dalla cattiveria, dall'insensibilità e dalla freddezza del mondo esterno. Celiamo noi stessi agli altri. Nascondiamo parte della nostra anima, in attesa del momento più adatto per intraprendere quel percorso intimo che ci conduca al centro della nostra anima, riemergendo più forti e consapevoli di noi stessi, delle nostre capacità e della nostra bellezza.

“A volte non mi trovo e cerco altrove
lontano dai luoghi della gente
che si accontenta di arrivare a un Dove
e sazia poi diventa indifferente...”
(citazione tratta dal testo)

Luciano Lembo non solo ha intrapreso questo viaggio intimo e profondo, spogliandosi del suo ruolo di artista, ma ci ha permesso di entrare nella sua anima per conoscerlo meglio. Ha ascoltato se stesso e ha dato voce ai suoi pensieri affidandoli alle pagine di questo piccolo testo.
Una raccolta di poesie e pensieri che, come piccoli granelli di sabbia, hanno scandito, cronologicamente, il suo percorso di crescita personale, segnando il ritmo narrativo della sua vita.
Il libro è diviso in due parti apparentemente diverse e distaccate ma, in realtà, legate dalla stessa visione d'insieme, dalla stessa anima profonda e sensibile che si proietta al di fuori di se stessa per raccontare e dare voce al mondo esterno.
Nella prima parte sono presenti poesie e riflessioni rivolte soprattutto al mondo esterno, dando voce, in particolare, a tutte quelle persone che vivono ai margini della società. Gli ultimi, gli emarginati che vivono in una società che li tiene distanti, lontani, ma che l'autore ha riposizionato al centro della scena dando voce ai loro pensieri con delicatezza e sensibilità. Ed ecco allora che barboni, anziani, drogati, disperati ecc. prendono vita e forma, ricordandoci quanto sia facile chiudere gli occhi e voltarsi dall'altra parte, piuttosto che fermarsi e guardare oltre le apparenze per rendersi conto della solitudine, della sofferenza, dell'isolamento e dello stato di abbandono in cui vivono e sopravvivono.

“(...)
Io nun do fastidio, nun so' mai de peso
so' sortanto un pover'omo
che s'è arreso
a la frenetica corsa della vita.”
(citazione tratta dal testo)

Nella seconda parte, invece, il viaggio è, soprattutto, all'interno della sua anima, in una crescita intima e personale, donandoci pensieri profondi e delicati. Un viaggio introspettivo profondo e intenso. Un dialogo intimo con se stesso.
In questa seconda parte, ogni poesia è introdotta dallo scandire dei giorni che sono trascorsi dalla morte del padre, e le sue riflessioni diventano un dialogo aperto e una confidenza mai interrotta con un papà che ha amato molto e, questo si evince in ogni parola o pensiero trascritto nel testo.

“Non puoi essere andato lontano perché
non ho mai smesso di tenerti la mano.”
(citazione tratta dal testo)

La seconda parte è quella più incisiva, che cattura il lettore e lo conduce all'interno della sua anima profonda e sensibile. Un'anima da conoscere e, devo essere sincera, per me è stata una piacevole scoperta, perché conosco l'artista ma non l'uomo. A onor del vero siamo legati dalle stesse radici e da un piccolo paesino molisano, custode dei nostri ricordi più belli legati a vacanze estive trascorse in libertà, circondati dall'affetto di nonni e parenti, ma di lui non ricordo nulla e conoscerlo attraverso i suoi pensieri, spogliato di ogni maschera, mi ha piacevolmente colpita. Il suo libro mi ha permesso di apprezzare, non solo l'uomo ma, in particolare, i suoi pensieri che, con semplicità e delicatezza, hanno lasciato un segno nella mia anima, facendomi riflettere su alcuni passaggi profondi e interessanti.

“Io mi ritrovo dentro i miei Silenzi
così pericolosi ma sinceri...”
(citazione tratta dal testo)

Leggere e confrontarsi con se stessi non è facile, ma è un viaggio che, prima o poi, tutti dovremmo intraprendere per crescere emotivamente e umanamente. Un viaggio che potremmo iniziare leggendo questa piccola raccolta di pensieri e...lasciate libera la mente e il cuore, perdetevi dentro voi stessi.
Buona lettura!!




(Marianna Di Bella)

mercoledì 5 febbraio 2020

Recensione: "Le anatre di Holden sanno dove andare" - Emilia Garuti

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Titolo: "Le anatre di Holden sanno dove andare"
Autrice: Emilia Garuti
Editore: Giunti Editore




Fermi.
Immobili.
Bloccati davanti a quel bivio che la vita ci ha posto. Indecisi su cosa fare, quale decisione prendere e, in particolare, quale strada scegliere per andare avanti. Siamo terrorizzati, perché fare quel passo in avanti vorrebbe dire cambiare in maniera imprevedibile il nostro percorso e la nostra esistenza. Così ci blocchiamo e rimaniamo fermi in una sorta di limbo da cui non vorremmo uscire, lasciandoci coccolare dalla paura che, infida, si insinua nei nostri pensieri e come una cattiva consigliera ci propone solo soluzioni negative. Ci fa credere di essere al sicuro con lei, illudendoci di allontanare incertezze e delusioni, instillando, invece, insicurezze e dubbi. Ci chiudiamo e nascondiamo nella nostra comfort zone e lasciamo che la vita ci scorra davanti, dietro, intorno ma mai dentro di noi, spettatori apatici e inermi. Scegliere è necessario perché, prima o poi, arriva un momento in cui è vitale andare avanti. Spostare quel piede e muoversi vuol dire crescere, prendere coscienza dei propri limiti e affrontarli, cambiando noi stessi. Muoversi e lanciarsi nell'ignoto. Un ignoto che potrebbe sorprenderci e meravigliarci in positivo. Un ignoto che terrorizza Will, la protagonista di questo romanzo.
Will è bloccata davanti a quel bivio, terrorizzata dall'ignoto e dal futuro. Spaventata e confusa. Preferisce rimanere ferma e al sicuro nella sua comfort zone, piuttosto che affrontare i suoi problemi. La ragazza si è appena diplomata e rispetto ai suoi amici e compagni di scuola non sa cosa fare del suo futuro. Non vuole andare all'Università, non vuole prendere decisioni e trascorre le sue giornate rimanendo a casa sotto le coperte guardando film e serie tv o uscendo con le amiche, anche se si sente sempre sola e fuori posto.

“Lo schifo è sentirsi sempre soli, anche se circondati da un mucchio di persone...” 
(citazione tratta dal testo)

Will non è una ragazza semplice, è ironica, cinica, pungente, ha paura dei cambiamenti, è autolesionista, va in paranoia se deve decidere, non ama essere messa sotto pressione e quando accade scappa, odia fare le cose per forza, non sopporta di sbagliare, ha una sovrabbondanza di autostima intellettuale per sopperire una scarsa autostima fisica e non sopporta l'ipocrisia degli adulti. Adulti convinti di conoscere gli adolescenti quando in realtà non sanno comunicare neanche con i propri figli, come i suoi genitori, distanti emotivamente e affettivamente. Il loro rapporto, purtroppo si è deteriorato negli anni, o forse non è mai stato vero e sincero, fatto di tradimenti, silenzi e non amore. Due genitori che preferiscono ignorare i problemi piuttosto che affrontarli, mostrando agli altri l'immagine di una famiglia tranquilla e felice, ignorando e tenendo sotto silenzio le problematiche della figlia, sarebbe deleterio per la loro immagine sociale far sapere agli altri che Will segue un percorso di terapia da una psicologa. Una psicologa che Will non sopporta, e dopo ben 9 sedute ancora non le parlato di se stessa; ha forse paura di ciò che potrebbe dirle la dottoressa, mettendola di fronte ai suoi limiti e a se stessa?
Probabile, ma sarà l'incontro con Matteo che segnerà un cambiamento nella ragazza e che lascerò a voi scoprire, se avrete voglia di continuare la lettura. Io posso solo dirvi che, dopo un inizio entusiasmante, la storia si perde completamente, diventando banale e scontata.

“Non so cosa fare, non so dove andare, so solo che non voglio stare qui. Così faccio quello che mi viene meglio, prendo e me ne vado.”
(citazione tratta dal testo)

La lettura è scorrevole, ma la trama è scontata e piena di stereotipi. Quegli stereotipi che l'autrice si è premunita di criticare tramite la voce di Will, ma che qui troviamo in abbondanza, ad esempio la figura dei genitori, incastonati nei classici cliché del padre che tradisce la moglie con una modella e la moglie descritta come una donna preoccupata solo delle apparenze, anestetizzando il dolore e la sofferenza con l'alcool. Oppure i cliché legati ai giovani, alla mancanza di amicizia, fiducia, unione e coesione tra le ragazze pronte a colpirsi alle spalle alla prima occasione.
Non ho apprezzato la protagonista, che ho trovato troppo saccente, apatica, immatura, cinica e sempre pronta a criticare tutto e tutti, ma guai a farlo con lei.
La prime pagine del romanzo sono interessanti e frizzanti, ma si perde completamente dietro i pensieri di Will ed episodi poco approfonditi, superficiali, privi di senso, trasformando la storia in qualcosa di banale e prevedibile, inoltre, l'epilogo richiama al finale di un altro romanzo.
I personaggi dovevano essere più incisivi e costruiti in maniera più approfondita e alcuni episodi affrontati in maniera più equilibrata e attenti al messaggio da trasmettere, come ad esempio l'incontro tra Matteo e Will, che segna un cambiamento nella vita della ragazza, ma non può passare il messaggio che le problematiche psicologiche si possono risolvere solo grazie all'affetto e all'amore di qualcuno, abbandonando la terapia. Possono aiutare, ma il supporto di specialisti è importante per affrontare questioni psicologiche serie.
Leggendo la sinossi mi aspettavo qualcosa di più da questo testo, invece non ha saputo coinvolgermi ed entusiasmarmi completamente. Per me è stata una delusione, ma non vuol dire che non possa piacere a voi.

“È sempre la solita paura di perdere, credo. È per questa paura che cerco di evitare tutte le cose che potrebbero rendermi tremendamente felice e, una volta perse, tremendamente infelice, così, alla fine, faccio in modo di diventare anch'io una di quelle cose che si perdono.”
(citazione tratta dal testo)

Buona lettura.




(Marianna Di Bella)